Non aprite quella porta


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Negróre
dannatamente umano
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MessaggioInviato: Sab 10 Gen 2004 23:42 pm    Oggetto:   

Ivo ha scritto:
Forse un po' mi danno fastidio, invece, quelli che dai loro gusti personali tirano fuori regole auree per distinguere cio' che e' colto da cio' che non lo e', e che come tale andrebbe evitato, censurato, eliminato, dato in pasto ai porci.

Ehi! "La cosa" è uno dei miei film preferiti! :)
Però non sapevo fosse un remake... allora diciamo che non ho mai visto un remake di cui ero a conoscenza migliore dell'originale. :)
O, forse, che ultimamente i remake cominciano a essere troppo commerciali per i miei gusti (anche perché "La cosa" è un gran film, ma non è propriamente recente).

Comunque, Ivo, parlo per me: il mio intervento non riguardava Cabin Fever, che non ho visto e non vedrò, ma era molto più generico. Dicevo soltanto che se qualcosa non ci piace, è inutile supportarla con i nostri soldi.
Dicevo soltanto, in pratica, che non ha senso lamentarsi di qualcosa di cui poi si è parte integrante; mentre si può fare qualcosa, nel proprio piccolo, per tentare di dare un segnale. E tentare di dare un segnale, non significa volere che certe cose vengano eliminate.
Forse sono troppo ottimista, ma credo nella forza dell'individuo. E non ho mai detto che quella forza vada usata per eliminare ciò che l'individuo non gradisce a scapito di altri individui.

Sicuramente sono felice di una cosa: che le opinioni altrui, quando diverse dalle mie, non mi lascino freddo.
Un sorriso, Andrea
Ivo
Necromante
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MessaggioInviato: Dom 11 Gen 2004 4:31 am    Oggetto:   

Negrore ha scritto:
Dicevo soltanto, in pratica, che non ha senso lamentarsi di qualcosa di cui poi si è parte integrante; mentre si può fare qualcosa, nel proprio piccolo, per tentare di dare un segnale. E tentare di dare un segnale, non significa volere che certe cose vengano eliminate.


Sul dare il "segnale" sono d'accordo con te. Per questo vado a vedere qualsiasi horror mi capiti a tiro, proprio perche' anch'io sono ottimista, e spero che il mio genere preferito riemerga una volta per tutte dalla tomba in cui e' stato sprofondato anche grazie ai miei 6 e rotti euri.

Negrore ha scritto:
non ho mai detto che quella forza vada usata per eliminare ciò che l'individuo non gradisce a scapito di altri individui.


Non voglio fare il martire, ma spesso la critica all'horror devia facilmente nella censura, l'ho detto e ripetuto sino alla nausea qui e altrove. Con questo non voglio ASSOLUTAMENTE dire che l'horror debba godere di una sorta di impunita', solo mi piacerebbe - ogni tanto - vedere un'opera horror criticata in modo un po' fantasioso rispetto ai classici "c'e' troppo sangue", "c'e' troppa violenza", "non c'e' rispetto per eventi realmente accaduti", "e' diseducativo", "fa male alla nonna e alla bambina", "non e' socialmente impegnato"... di questo atteggiamento che fa dell'horror, automaticamente, un prodotto per malati di mente... sono francamente stanco.
Quanto ai remake commerciali, la vedo cosi': quando un prodotto tira, e' inevitabile che ci siano, e FORSE e' un buon segno. Nessuno ha messo in relazione il fatto che dopo anni di chiusura totale e meschina al cinema dell'orrore italiano, finalmente se ne produca uno nuovo (sto parlando del prossimo film di Dario Argento) col successo al botteghino dei vari The Ring?...
Nella rece a 28 giorni dopo, ho scritto: "gente: l'horror, a piccoli passi, sta finalmente uscendo dal tunnel! Quanto impiegheranno a rendersene conto anche i lungimiranti produttori italiani?"
Bene, forse qualcosa si sta muovendo, e forse si sta muovendo anche grazie ai prodotti commerciali americani. E se c'e' mercato per i prodotti commerciali, alla lunga, vedrete che verranno fuori anche i prodotti d'autore. Prendetela pure come una mezza profezia. Wink
Quindi: GLORIA E VITA ALLA NUOVA CARNE (e alla motosega di Leatherface)! Twisted Evil Twisted Evil Twisted Evil
Ciao,
Ivo
alice
Hobbit
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MessaggioInviato: Lun 12 Gen 2004 10:10 am    Oggetto:   

Io penso di poter aggiungere qualcosa alla discussione, perchè:
a. non sono assolutamente un'esperta di horror
quindi
b. non sono in grado di confrontare un originale da un remake
inoltre
c. per me il cinema è un magma unico in cui stanno dentro praticamente tutti i generi
in quanto
d. per me il cinema è quel posto magico in cui tutti (o quasi) stanno zitti, il mondo si ferma e per due ore si vive solo delle proprie emozioni, qualunque esse siano.
Infine
e. io guardo praticamente di tutto.

Fatte queste premesse, e messe da parte le mie stesse tentazioni da critico d'arte, ultimamamente sono giunta alla conclusione che un film (o un libro, o un quadro) è un articolo culturale se mi arricchisce, un sottoprodotto della pubblicità se mi impoverisce. In poche parole, ho deciso, con tutta la presunzione che posso, di essere il meridiano di Greenwich dell'intera filmografia "a modo mio".
E l'ho deciso perchè sono stanca di andare a vedere film attratta da trailer accattivanti e da recensioni in cui non mi riconosco mai (avete letto cosa hanno scritto di In the Cut? e l'avete visto? davvero si può pilotare tanto la gente nel mandarla al cinema incoraggiandola con una recensione innaturale?)
Evito Natale in India perchè immaginare Vittorio de Sica che si pente per aver concepito il figlio mi fa troppa tristezza; per il resto viva i film e ognuno scelga ciò che gli piace, la gente con cui andare a vederlo, quella con cui commentarlo, i giornali di cui fidarsi. E lo scelga di volta in volta, senza troppi pregiudizi, perchè io sono cresciuta anche per merito di film come Harry ti presento Sally e mi sono invece pentita di aver visto, ad esempio, Al di là delle Nuvole.
Ciao a tutti!
elvezio
Hobbit
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MessaggioInviato: Mer 04 Feb 2004 22:03 pm    Oggetto: due centesimi di troppo...   

Ho notato (solo ora, mea culpa) questa discussione sul film di Nispel, al tempo scrissi una recensione che non ho poi sfruttato... Mi permetto di postarla qui SOLO ed unicamente perchè ho notato che ci sono altre persone che, come me, pur amando il geneere (anzi, forse proprio perchè amano il genere) hanno odiato questo film... Bando alle ciance che la rece è lunga...


INTRO


Il 1974, data dell’uscita del film originale da cui Nispel ha tratto questo remake, fu una stagione straordinaria per il cinema americano (e non parlo solo del genere horror). Hollywood si cominciava a liberare dalle pastoie che l’avevano affossata negli anni sessanta ed un manipolo di giovani cineasti giustamente ribelli ed ambiziosi portavano un carico di idee nuove negli studios. Tobe Hooper, George Romero, John Carpenter, Wes Craven, questi e altri i registi che affidavano al genere horror il compito di veicolare un carico di significati e messaggi che spaziavano dalla politica all’economia, dalla sociologia alla psicologia. La potenza evocativa e la forza visionaria dei film di quel periodo sono state raramente eguagliate nei decenni seguenti.
Tentare un remake di un film come Non aprite quella porta sarebbe operazione rischiosa e difficile anche nelle mani dei registi più abili, figuriamoci in quelle di tale Marcus Nispel, noto ai più per aver diretto alcuni videoclip musicali (Faith No More e The Fugees fra gli altri) che altro. Ma l’aridità e la bruttezza dell’opera in questione non sono da addossare ad una sola persona in quanto ci troviamo davanti ad un raro esempio di lungometraggio nel quale ogni singolo componente ha una resa disastrosa. Cercherò di spiegarmi analizzando l’opera nei suoi vari aspetti e paragonandola spesso al film originale per evidenziarne le mancanze e i difetti.
L’ossatura di ogni opera cinematografica è la sceneggiatura ma, prima di questa, ci sono le riunioni dei produttori che, finanziando il progetto, pretendono spesso di avere potere decisionale sia in sede di scrittura che per lo shooting vero e proprio. Già in questo settore cominciano i danni: La New Line è una delle principali case di produzione responsabili del degrado in cui versa attualmente l’horror. A prescindere da naturali eccezioni (e prima che mi saltiate addosso, ci sono per fortuna stupende eccezioni!) ha spesso imposto una visione omogenea e stereotipata nei suoi film, cercando di strizzare l’occhio all’audience più giovane tramite l’utilizzo di figure da campus movie, dialoghi al limite del subnormale, venature umoristiche e pesanti censure per le scene più gore. L’obbiettivo è quello di avere un insieme di films che, a prescindere dal genere, siano facilmente identificabili dal pubblico, finendo con il girare sempre lo stesso film (la commediuola alla Scemo più scemo e simili) con venature diverse a seconda del genere. Le cose peggiorano con Michael Bay come produttore, l’uomo dietro perle di originalità come Bad Boys, The Rock e Armageddon. Impossibile determinare esattamente le colpe, ma già in fase di brainstorming e stesura dello script sono stati volontariamente eliminati gli argomenti e le riflessioni che erano uno dei punti di forza del film originale. Scompaiono così il cannibalismo, il sadismo elevato a sistema, sottotemi importanti come la disoccupazione in certe aree rurali degli USA, la crisi energetica di quegli anni (nell’originale le pompe di benzina erano esaurite!!!). Sono cose importanti, elementi che lavorano nell’audience generando riflessione e spostando la paura su altri livelli oltre il mero salto sulla poltrona. Il mostro che spunta da sotto il letto fa paura per un istante, l’essere improvvisamente lasciati a casa senza lavoro, l’idea di cibarsi della carne dei propri simili, il dover vivere in un mondo senza elettricità o benzina sono tutti punti di pressione che agiscono più a lungo e molto più in profondità. Se la produzione è colpevole per aver limitato le scelte, di certo Scott Kosar non ha fatto nulla per salvare la situazione: lo sceneggiatore scrive pagine di dialoghi intollerabili e non si sforza minimamente di dare credibilità o spessore alle psicologie dei personaggi. I ragazzi di quell’età non parlano così e non tutti gli spinellati sono stupidi (anche se qualcuno sembra desiderarlo e sottintenderlo con forza), basterebbe uscire un po’ di più dalla propria torre d’avorio per rendersene conto. I personaggi creati da Kosar sono macchiette prive di vita, giustamente facili vittime per Faccia di cuoio. Ultima riflessione sullo script e poi andremo avanti: c’è, ultimamente, una forte esigenza di dover motivare e spiegare tutto allo spettatore, come se tutti noi fossimo dei ritardati. Ecco quindi che viene sottratta forza all’archetipo di Leatherface cercando di motivare le maschere cucite con la pelle delle sue prede con una malattia genetica che ha reso mostruoso il suo vero volto. Un Faccia di cuoio spinto da pulsioni insondabili avrebbe fatto molta più paura, così lo si umanizza (e riduce) un po’, sempre all’interno del programma major di “fare paura ma non troppo”.

Dal copione si passa alla realizzazione e qui si tocca il fondo. Nispel proviene dall’ambiente MTV (non parleremo mai troppo male di questa emittente, è lei il vero mostro massificante, non certo Freddy o Jason, e lo urlavano già i Dead Kennedys molti anni fa, MTV get off the air!) e la sua idea di direzione artistica riflette il deserto culturale nel quale ha formato il suo mestiere: uso massiccio di primi piani e piani medi, costruzione del terrore più attraverso lo score musicale e l’estetica generale che attraverso la direzione vera e propria, cura eccessiva del set, controllo sui corpi degli attori ma non sulla loro recitazione. Questi elementi, raramente, possono generare comunque effetti interessanti (penso a The Cell, per esempio) ma è più facile il risultato contrario. Volete un confronto fra quanto è stato abile Tobe Hooper e quanto facilone Nispel? Guardiamo la prima apparizione di Leatherface nella storia. Nel film originale emerge da una stanza, inquadrato nella cornice della porta, colpisce il ragazzo, lo trascina via e chiude la porta metallica con violenza, il tutto filmato in figura totale, la mdp indietro di qualche metro. Stacco, esterno, la ragazza si alza dal dondolo e si dirige verso la casa, la mdp passa sotto (!!!) l’altalena e segue la protagonista. Puro cinema, essenziale ed efficace. Filmare è un gesto politico, a seconda di dove posizioni la camera invii precisi messaggi, quella distanza fra noi e Faccia di cuoio è cruciale nel terrorizzarci, abbracciamo tutta l’azione e poi ne veniamo irrimediabilmente tagliati fuori da quella porta d’acciaio. Nel remake Nispel pasticcia coi suoi amati piani medi e close ups, non veniamo impressionati quanto potremmo esserlo, vediamo insieme troppo e troppo poco. Altre due sequenze umilianti per Nispel sono quella dell’inseguimento fra Leatherface e la ragazza e quella del pranzo. Hooper sa insistere in maniera implacabile, prolunga la corsa, la immerge nella notte, pochissimi stacchi e di nuovo molti campi lunghi, il tutto diventa insostenibile. Nispel gioca come al solito con varie angolature e piani, montaggio frenetico (su questo torneremo) e rovina tutto. La cena poi non viene quasi affrontata mentre era una scena portante del primo film: l’intera famiglia si divertiva ad insultare la ragazza prigioniera, la torturava sia psicologicamente che fisicamente, faceva nutrire il nonno semiparalizzato col sangue della protagonista e quindi (in uno dei momenti più memorabili della storia dell’horror) cercava di farla uccidere dal patriarca, con un martello, in memoria di quando il capofamiglia lavorava al macello ed uccideva le bestie con lo stesso attrezzo. Il nonnino ce la metteva tutta ma non riusciva più a reggere l’attrezzo. Materiale magmatico, insostenibile per il pubblico odierno? Beh, vorremmo essere noi a deciderlo e non degli executives formati nelle facoltà di economia e commercio.
Ultimo inciso, per quanto riguarda lo stile di regia, sul prologo ed epilogo, chiaramente rubati a The Blair witch project (e ad altri due o tre titoli di questi anni) in un tentativo di rafforzare una credibilità persa in partenza.
Elemento importante è la recitazione. Questo è il settore nel quale i danni sono stati più contenuti, già nell’originale i ragazzi non erano professionisti consumati. Rimane comunque una forte perplessità verso l’esigenza (generale e diffusa in tutta Hollywood) di dipingere molti ruoli secondari come macchiette caricaturali, figure monodimensionali e unifunzionali piuttosto che persone reali. Il fatto che un personaggio stia sullo schermo solo pochi minuti non ci autorizza a vederlo come un fumettone della peggior specie.
Fotografia e scenografie sono esattamente quello che ci si potrebbe aspettare da collaboratori di un regista di questo tipo, danno al lungometraggio un aspetto da videoclip metallaro, non si capisce da dove provengano molte delle luci (sia in interno che esterno), le decorazioni con ossa, bambole e quant’altro sono eccessivamente curate e rifinite, vedendole si ha sempre l’impressione di essere su un set piuttosto che nella casa di un pazzo cannibale.
Stessa cosa per i costumi che non paiono molto precisi per quanto riguarda la collocazione temporale (1973).

Inoltre: La maglietta della protagonista è costantemente bagnata di sudore o acqua ponendoci di fronte ad un interessante dilemma: guardo il suo seno ballonzolare per novanta minuti o cerco di seguire il film? E’ anche questa una tendenza degli ultimi anni: oltre a frullare stereotipi sui giovani, qualche battuta divertente, due spinelli e un mostro non troppo spaventoso, si cerca sempre di infilarci dentro qualche tetta. Personalmente, quando voglio vedere belle ragazze discinte, non faccio altro che cercare un video erotico o pornografico, mi sembra normale. Se scelgo di vedere un film horror gradirei poi non assistere alla “corsa della velina maggiorata inseguita dall’uomo cattivo”.
Deficitario anche il lavoro di editing e post produzione: Glen Scantlebury ha uno stile di montaggio frammentato e frenetico che amputa spesso l’azione, la musica è insipida e superflua se confrontata allo score scheletrico dell’originale (ricordate quei sinistri rumori elettrici?) e Leatherface vene fatto grugnire al posto del suo vecchio verso, quello strano stridio simile ad un maiale scannato (e quanto più disperazione c’era in quel verso!).
Questo è il trend attuale. Poche pellicole riescono a sfuggire a queste imposizioni e questi clichè, ci viene fatto credere (è il loro motto preferito) che il pubblico vuole solo questo e che gli incassi giustificano il tutto. Non è vero.Premiando titoli come questo siamo noi stessi a legittimare un meccanismo che premia questo genere di film e tiene lontane dalle sale le pellicole decenti (qualcuno di voi ha visto Deathwatch? Battle Royale? The Bunker? May? Tanto per fare pochi titoli...). Il gusto del pubblico riflette sempre le proposte dei media e la loro pochezza. E’ più facile creare prodotti di questo infimo livello, più facile girare un film dove la vittima, per scappare da un pazzo assassino si nasconde in posti chiusi pieni di armi e coltelli, dove un minuto prima c’è una incredibile luna piena e il secondo dopo piove come il giorno del giudizio, dove i Lynyrd Skynyrd suonano nel 1973 una canzone che avrebbero composto nel 1974, dove Faccia di cuoio riesce ad accendere la motosega dopo che ha perso un braccio, dove una ragazza si suicida improvvisamente in un furgoncino proprio quando è finalmente al sicuro estraendo una pistolona da una blusetta senza tasche (e non si tratta di un film hardcore), e così via...
Il pubblico faceva le code intorno agli isolati per andare a vedere L’Esorcista o Rosemary’s Baby, ed è pronto a rifarle, se solo gli venisse offerta l’occasione.
Se volete un remake più onesto dell’originale Non aprite quella porta potreste cercare nei negozi d’importazione House of 1000 corpses, di Rob Zombie, che si avvicina molto più allo spirito del film di Tobe Hooper.
Non servirà comunque ad abbattere questa tendenza attuale, anche se la storia del cinema (e dell’arte in generale) ci rassicura: ancora qualche anno e la gente sarà stanca di questi prodotti, il numero di produzioni horror calerà sensibilmente dando vita ad un processo di svecchiamento e revisione che non potrà far altro che bene a questo genere, attualmente in crisi totale.
Basta aver pazienza e aspettare.


OUTRO

V'avevo detto che era lunga...

Ciao a tutti...

Elv
balubino
Ospite

MessaggioInviato: Mar 16 Mar 2004 16:23 pm    Oggetto: risposta a "non aprite quella porta"   

Shocked [color=yellow]


volevo fare i complimenti a tutta quella gente che oltre a criticare il film riesce pure a gettare fango su un fatto accaduto realmente non a caso il film inizia e finisce con immagini raccolte dagli archivi della polizia del texas.
vorrei che la gente andasse al cinema con piu' spirtio di osservazione e magari informarsi un pochino meglio su cio che và a vedere.
forse chi giudica male dovrebbe aver visto il film sapendo che e' un fatto realmente accaduto e magari ora si tapperebbe la bocca ................................................. con una motosega.............................................
Codice:
[size=18][/size]
franz
Mago Mago
Messaggi: 5731
Località: Milano
MessaggioInviato: Mar 16 Mar 2004 16:32 pm    Oggetto: Re: risposta a "non aprite quella porta"   

balubino ha scritto:
Shocked [color=yellow]
volevo fare i complimenti a tutta quella gente che oltre a criticare il film riesce pure a gettare fango su un fatto accaduto realmente non a caso il film inizia e finisce con immagini raccolte dagli archivi della polizia del texas.
vorrei che la gente andasse al cinema con piu' spirtio di osservazione e magari informarsi un pochino meglio su cio che và a vedere.
forse chi giudica male dovrebbe aver visto il film sapendo che e' un fatto realmente accaduto e magari ora si tapperebbe la bocca ................................................. con una motosega.............................................
Codice:
[size=18][/size]


Caro Balubino. Nel forum direi che quasi tutti sono a conoscenza del fatto che il film sia tratto da un reale episodio sanguinoso. Questo non fa di un film un buon film. Se io filmo per due ore un tizio mentre sta dormendo faccio un film su un fatto realmente accaduto, dubito però che mi daranno un Oscar. Wink
- Sei un pessimista o un ottimista?
- Sono un pessimo ottimista
eNKay
Gwaihir
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MessaggioInviato: Mar 16 Mar 2004 17:31 pm    Oggetto:   

Eppure con Truman Show ci sono quasi riusciti! Mr. Green
26 / 27 gennaio 2009

I giorni della memoria.
Ivo
Necromante
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MessaggioInviato: Mar 16 Mar 2004 17:33 pm    Oggetto: Re: risposta a "non aprite quella porta"   

franz ha scritto:
Questo non fa di un film un buon film. Se io filmo per due ore un tizio mentre sta dormendo faccio un film su un fatto realmente accaduto, dubito però che mi daranno un Oscar. Wink


Dipende. Andy Warhol ne ha fatto uno cosi' che dura piu' di 6 ore. "Sleep", 1963. Niente oscar, ma Musei di Arte Contemporanea e Cinema d'Essai in abbondanza. Non per fare polemica, Franz, ma non tutti si aspettano dall'arte le stesse cose. Te la sentiresti di criticare un quadro di Wassily Kandinsky perche' non e' figurativo?
Wink
Ciao,
Ivo
elvezio
Hobbit
Messaggi: 76
MessaggioInviato: Mar 16 Mar 2004 17:34 pm    Oggetto:   

.... Chi è che ha gettato fango sul fatto realmente accaduto? Ne siamo tutti a conoscenza e non è stato materia del discorrere...
Abbiamo parlato del film, mi pare e, per esteso, di certe tendenze di produzione in USA.
Ho sempre pensato che quando una recensione o un parere o qualsiasi cosa non piace bisogna, piuttosto che alzare i toni, controrecensire e illustrare i motivi per cui l'opera è valida, è una cosa che faccio sempre quando incontro una critica che mi pare infondata... E quindi una tua recensione è la benvenuta su queste pagine, balubino...

Franz, se ti metti a riprendere per qualche ora un tizio che dorme non solo non becchi l'Oscar (quello è il meno, anzi...) ma ti becchi pure un "copioooneee" grande grande visto che l'ha già fatto Andy Warhol (8 ore, mi sembra...) Laughing Laughing

Non è obbligatorio vederle tutte, puoi dormire mentre osservi un tizio dormire, ma si sprofonda nel metafisico...
Ivo
Necromante
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MessaggioInviato: Mar 16 Mar 2004 17:36 pm    Oggetto: Re: risposta a "non aprite quella porta"   

franz ha scritto:
Questo non fa di un film un buon film.


E cmq, giusto perche' la rece "di partenza" e' la mia, ripeto il mio personalissimo parere... NAQP (remake) e' un ottimo film.
Ivo
Necromante
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MessaggioInviato: Mar 16 Mar 2004 17:39 pm    Oggetto:   

elvezio ha scritto:
Andy Warhol (8 ore, mi sembra...) Laughing Laughing


Mi pare che di "Sleep" esistano varie versioni. Una di 8, una di 6, una di 5 e di 4 ore. Ma il succo rimane quello. Un tizio che dorme. Ah, poi c'e' "Blue"... schermo blu e dialoghi per tutto il tempo. Un'altra pietra miliare del cinema... Wink
Ivo
Necromante
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MessaggioInviato: Mar 16 Mar 2004 17:42 pm    Oggetto: Re: risposta a "non aprite quella porta"   

balubino ha scritto:
...non a caso il film inizia e finisce con immagini raccolte dagli archivi della polizia del texas.


Cmq, Balubino (e te lo dico amichevolmente, visto che anch'io ho gradito moltissimo il film)... le immagini iniziali e finali sono false.
franz
Mago Mago
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MessaggioInviato: Mar 16 Mar 2004 18:04 pm    Oggetto: Re: risposta a "non aprite quella porta"   

Ivo ha scritto:

Dipende. Andy Warhol ne ha fatto uno cosi' che dura piu' di 6 ore. "Sleep", 1963. Niente oscar, ma Musei di Arte Contemporanea e Cinema d'Essai in abbondanza. Non per fare polemica, Franz, ma non tutti si aspettano dall'arte le stesse cose. Te la sentiresti di criticare un quadro di Wassily Kandinsky perche' non e' figurativo?
Wink
Ciao,
Ivo


Apriamo allora il dibattito che, temo, sarà sanguinoso Twisted Evil
Dal momento che pago per andare a vedere il quadro di Kandisky, mi sento in diritto di criticarlo, sempre sottolineando che si tratta del MIO parere. Il MIO parere è che non pagherei mai per andare a vedere al cinema un tizio che dorme per 6 ore, e dubito che lo farebbe la maggior parte dei frequentatori del forum. La mia impressione è che ci sia più gente disposta a guardare un film premio Oscar (e tralascio ogni giudizio/commento) di quella disposta a guardare per ore uno schermo blu.
Qui ci impelaghiamo in discorsi che hanno lo scopo di voler capire meglio cosa sia arte e cosa non lo sia. Potremmo andare avanti all'infinito.
Il mio giudizio è molto vicino a quello che Manzoni pensa dell'arte:
'vero per oggetto, l'utile per iscopo e l'interessante per mezzo'
- Sei un pessimista o un ottimista?
- Sono un pessimo ottimista
Ivo
Necromante
Messaggi: 290
Località: Genova
MessaggioInviato: Mar 16 Mar 2004 18:08 pm    Oggetto: Re: risposta a "non aprite quella porta"   

franz ha scritto:
Il mio giudizio è molto vicino a quello che Manzoni pensa dell'arte: 'vero per oggetto, l'utile per iscopo e l'interessante per mezzo'


Mamma mia, Franz, nessun pensiero (dico: nessuno) puo' essere piu' distante dalla mia opinione. Lo sai che Manzoni criticava anche la letteratura fantastica perche' a suo dire non aveva il vero per oggetto e allontanava dalla vera religione, cioe' la sua?
Io direi: cio' che vuoi per oggetto, dilettevole per iscopo e la confezione non conta.
Wink
Ivo
Necromante
Messaggi: 290
Località: Genova
MessaggioInviato: Mar 16 Mar 2004 18:10 pm    Oggetto: Re: risposta a "non aprite quella porta"   

franz ha scritto:
'vero per oggetto'


E poi il vero non esiste. Cio' che e' vero per me, a te puo' sembrare una panzana, e viceversa.
Nothing is real.
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