Pensieri Oziosi sul Fantasy


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pickmancarter
«Hobbit»
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MessaggioInviato: Mer 21 Apr 2004 21:41 pm    Oggetto: Pensieri Oziosi sul Fantasy   

Stavo riflettendo, qualche tempo fa, sui miei rapporti con il fantasy "puro". Il genere, se mi permettete il paragone, per me è come le lasagne, piatto che pur piacendomi frequento poco per ragioni di digestione...
"Anta" o quasi anni fa il mio approccio, per quanto originale e babelico, fu entusiasmante: scoprii autori che pur prendendo l'argomento con serietà, sapevano usare una leggerezza, un'ironia, un'arte della sdrammatizzazione che sembrano essere scomparse.
Probabilmente non ci troveremo d'accordo sui confini e sulle regole del genere, ma a mio parere "La Principessa Indesiderata" di De Camp, il ciclo di Fafhrd e l'Acchiappatopi Grigio di Leiber, Pellegrinaggio Vietato di Simak (idolo giovanile che tuttora non posso né voglio esorcizzare), "La Terra degli Uffts" e il "Pianeta Dimenticato" di Leinster, sono, per quanto con qualche commistione, grande fantasy con tutti i giusti ingredienti.
Battaglie, duelli, banchetti, gnomi , folletti, fate, giganti, mostri (basta pensare alle siruazione create da Leinster nel Pianeta Dimenticato"), magia (a sé stante o, nelle abili mani di Simak, semplice tecnologia fraintesa); nobili spade, lealtà, amicizia, amore, trame nell'ombra, assedi senza via d'uscita, enigmi più o meno complessi da sciogliere il tutto sapientemente condito da grande senso dell'umorismo.
Dove, in tutto il genere, potremo ritrovare dialoghi scintillanti come quelli tra Fafhrd e l'Acchiappatopi? A volte, per pura provocazione e sapendo di rischiare l'iconoclastia, arrivo a manifestare preferenza per il Conan rivisitato da Poul Anderson che per quello, spesso monocorde e monomaniaco del suo creatore.
Cambiando genere, per cercare di farmi capire nella mia galassia di opinioni incasinate, non riuscirei a leggere niente sui vampiri se non fossi confortato dal delizioso "Non esistono i vampiri" di Matheson (a proposito, quand'è che Mondadori ristamperà "Shock" e "Shockwawes", perché ho prestao il mio, o mia figlia l'ha divorato o si è autodistrutto e comunque, mannaggia, non ce l'ho più?).
Avrei gettato nel fuoco molta fantascienza se non avessi avuto sottomano, per digerire altri mattoni, Simak, Leinster oil funambolico Frederic Brown... e i fantasmi non avrebebro molto senso senza James Thurber.
Proprio non risco a capire perché un ventenne come Paolini non abbia il minimo senso dell'umorismo (e penso che leggendolo in originale la musica non cambi) o perché il Medioevo reale, irreale, passato o molto futuro prossimo o venturo che fa da sfondo al fantasy debba associarsi a secoli bui che più bui non si può.
E' mai possibile che ad Avalon, tanto per citare una mia recente, funesta e... nebbiosa disavventura letteraria, tutto fosse così lugubre, triste e oscuro? O che i Cimmeri ridessero solo alla presenza di teste spaccate?
Attendo chiarimenti e opinioni non necessariamente concordi.
Pick
Zeruhur
«Elfo»
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MessaggioInviato: Mer 21 Apr 2004 21:48 pm    Oggetto:   

Marion Zimmer Bradley è la mia autrice preferita, eppure se dovessi consigliare qualcuno di leggerla non lo farei mai partire le da "Le Nebbie di Avalon" che secondi alcuni è il suo capolavoro ma per me non lo è! Sto facendo fatica anch'io a leggerlo. Se volete conoscere davvero la Bradley dovete leggere Darkover... Le Nebbie leggetelo più avanti
I miei sogni sono lucciole
perle di un animo ardente
nelle tenebre calme della notte
lampeggiano in frammenti di luce
(Rabindranath Tagore)
franz
«Mago» Mago
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MessaggioInviato: Gio 22 Apr 2004 7:24 am    Oggetto:   

Spunto interessante e grande verità. Purtroppo oggi, nel tentativo di sdoganarsi, il fantasy tende a prendersi troppo sul serio. Operazione controproducente, poiché sappiamo che la letteratura fantasy è nata per altri scopi che competere con le maggiori (per qualità) opere letterarie.
Certo è più difficile scrivere storie umoristiche, questo lo sa bene chi si è avvicinato all'avventura dello scrivere,

Un paio di tentativi di ripercorrere la strada battuta da Leiber ci sono stati, ma non mi pare abbiano avuto molto seguito (Christopher Stasheff, per esempio, con Il mago di sua maestà e Stregone suo malgrado).
In genere lo schema seguito dagli scrittori di fantasy è seriosamente rigido.

Per quanto riguarda Matheson e Shock mi sa che ti sei perso la ristampa negli Urania Millemondi (due volumi - ottobre 2000 e ottobre 2001)
- Sei un pessimista o un ottimista?
- Sono un pessimo ottimista
Negróre
«dannatamente umano»
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MessaggioInviato: Gio 22 Apr 2004 8:52 am    Oggetto:   

franz ha scritto:
Operazione controproducente, poiché sappiamo che la letteratura fantasy è nata per altri scopi che competere con le maggiori (per qualità) opere letterarie.

Mmm, Franz... posso dire un "ecchissenefrega" grande come una casa? Le aspettative dei lettori in questi casi sono enormi preconcetti; non vedo perché badarvi.
Ciò che nasce cicciottello, magari diviene allampanato o magari obeso. Se la fantasy è nata in un modo, non sarà certo il passato a fermarne la sua evoluzione, non trovi?

Personalmente non disdegno affatto l'ironia, ma il mondo è cambiato, signori, e i giovani lo subiscono in tutt'altro modo e lo vedono molto più di quanto venisse visto in passato. E non sempre osservare il mondo è una bella esperienza come nei documentari di National Geographic (che adoro, ma sono anche molto attratto dai reportage di guerra e dalle battaglie dell'Animal Liberation Front... tanto per fare due esempi in cui l'ironia è come lo zucchero filato sulla goulash soup).

Frattanto la fantasy è diventata più popolare, meno di nicchia, e quindi trovo che questo essere nostalgici non abbia alcun senso. Le cose cambiano. E se i giovani scrittori hanno fatto propri i mondi della fantasia e li ritengono un veicolo per guardare allegoricamente alla realtà, che proprio rosea non è in questo presente che ci bombarda con tragedie un giorno sì e l'altro anche, a me personalmente piace molto.
Capisco che si possa sentire la mancanza dell'ironia nel genere, ma non mi si venga a dire che la sua mancanza è un'involuzione, perché trovo la posizione rigida (ehi, pick, non mi riferisco a te... è un giudizio rivolto all'eventualità).

Nei miei romanzi posso infilarci ironia (ma ci vuole una certa maturità per farlo, perché come dice Franz non è una cosa semplice: prima di inserire in un testo dell'ironia con efficacia, molte cose devono fluire... altrimenti si scade nel ridicolo o, peggio, nell'inverosimile), ma mi rendo conto che forse il mio prossimo romanzo sarà il primo ad averne qualche sprazzo reale, nonostante sia il mio quarto (quinto invero) e benché sia nel complesso uno scritto molto più cupo dei suoi predecessori.
Quanto a scrivere un intero romanzo ironico, qualche giovane che lo fa ci sarà pure, no? Forse le case editrici semplicemente non l'hanno ancora trovato... o hanno chiuso gli occhi.
Un sorriso, Andrea
franz
«Mago» Mago
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MessaggioInviato: Gio 22 Apr 2004 9:00 am    Oggetto:   

Negrore ha scritto:

Mmm, Franz... posso dire un "ecchissenefrega" grande come una casa? Le aspettative dei lettori in questi casi sono enormi preconcetti; non vedo perché badarvi.


Certo che puoi, solo che non devo aver capito cosa vuoi dirmi.
Sulle aspettative dei lettori sono basate tutte le politiche editoriali, uno scrittore può e deve fregarsene, un editore no (e qui si riapre l'annosa querelle: uno scrittore deve scrivere ciò che sente, oppure ciò che in quel momento potrebbe far vendere vagonate di copie).
A proposito di scrittori umoristici 'attuali' dimenticavo di citare Pratchett. Non mi pare un'eccezione di poco conto.
- Sei un pessimista o un ottimista?
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Negróre
«dannatamente umano»
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MessaggioInviato: Gio 22 Apr 2004 9:46 am    Oggetto:   

franz ha scritto:
Certo che puoi, solo che non devo aver capito cosa vuoi dirmi.

Leggendo la tua risposta, penso che anch'io non avevo capito cosa volevi dire. Credevo stessi parlando di un genere nato così per volontà degli autori, non per volontà degli editori.
Se parlavi della volontà degli scrittori, ho già detto: i tempi cambiano.
Se parlavi della volontà degli editori, capisco perfettamente quello che dici. Ma ancora una volta, ho già detto: forse hanno chiuso gli occhi? Dubito non ci sia nessuno che scriva con ironia; forse oggigiorno preferiscono cavalcare l'onda solo in una direzione.

Toh... a proposito di Pratchett avevo scritto una frase che poi rileggendo ho cancellato. Diceva più o meno così: "E se l'ironia contemporanea è Pratchett, be', allora a me non dice niente - per quel poco che ho letto di suo -". Ma, chiaro, questo è veramente soggettivo e il suo successo lo testimonia. A me fa ridere una pagina su 50 e il resto del tempo mi annoia... lo trovo fine a se stesso e nemmeno tanto spiritoso.

All'annosa querelle a mio avviso non c'è che una risposta: dipende da cosa vuole l'autore, diventare ricco o condividere con qualcun altro ciò che pensa e sente?
In ogni caso, personalmente mi regolo così: la prima stesura è per me, la revisione per i lettori. ;)
Un sorriso, Andrea
eNKay
«Gwaihir»
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MessaggioInviato: Gio 22 Apr 2004 13:36 pm    Oggetto:   

"Il mondo è bello perché è vario!"

E' pieno di lettori, là fuori, anche se la gente, in generale, non ha più molta voglia di leggere. E ognuno di noi/loro, ha bisogno di qualcosa di suo. Alcuni di ridere, altri di piangere, altri ancora di ragionare. E la lista s'allunga all'infinito, più o meno. Ah, che gran cosa, la retorica! Wink

Una volta lessi un libro di fantascienza, che io pensavo essere di Vonnegut fino a quando non scoprii che non era così (credo), che era una sagra del divertimento! Un libro fantastico di cui, ora, non ricordo autore o titolo... non ricordo nemmeno la trama. Quel che ricordo è che la copertina era grigia (mi pare fosse uno stravecchio Urania) e la mole di risate suscitate dal libro. So che era un autore degli anni 50 o 60.

Sono d'accordo con Andrea: il cambiamento non significa necessariamente involuzione e regressione. Questo però non toglie che "Si stava meglio quando si stava peggio!" e che "Non ci sono più le mezze stagioni!". Nel senso che si vive a estremi: Pratchett scrive cose per me bellissime, molto divertenti. Lui sta da una parte (nella mia conoscenza). Dall'altra ci sono gli autori seriosi che si adattano a quello che loro vogliono scrivere (o i lettori leggere) e scrivono storie cupe. Non c'è più la primavera o l'autunno, con le loro vie di mezzo.

Forse "per andare avanti bisogna guardarsi indietro"...

Adoro scrivere post inutili! Mr. Green
26 / 27 gennaio 2009

I giorni della memoria.
Negróre
«dannatamente umano»
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MessaggioInviato: Gio 22 Apr 2004 13:52 pm    Oggetto:   

EnKay ha scritto:
Una volta lessi un libro di fantascienza, che io pensavo essere di Vonnegut fino a quando non scoprii che non era così (credo)

Ma... LOL!!!
^______^

In ogni caso, non definirei la sponda opposta "seriosa", perché lo considero un termine piuttosto negativo, solitamente usato per indicare un'ostentazione supponente. Magari mi sbaglio, eh...
Un sorriso, Andrea
eNKay
«Gwaihir»
Messaggi: 11084
MessaggioInviato: Gio 22 Apr 2004 14:04 pm    Oggetto:   

Non volevo dare accezione negativa, ci mancherebbe. Seriosa non va? Meglio seria? Wink
26 / 27 gennaio 2009

I giorni della memoria.
pickmancarter
«Hobbit»
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MessaggioInviato: Gio 22 Apr 2004 20:35 pm    Oggetto:   

franz ha scritto:

Per quanto riguarda Matheson e Shock mi sa che ti sei perso la ristampa negli Urania Millemondi (due volumi - ottobre 2000 e ottobre 2001)

Pregevole Mago, grazie alle tue pronte, puntuali e un po' sadiche informazioni (nonché mie reazioni inconsulte) sulle ristampe mi sono giocato il bonus residuo per entrare in paradiso Wink .... ma veniamo al dunque. Forse mi sono espresso male, non è che io pretenda umorismo a tuttii costi; anzi, secondo me o si è dei geni assoluti, Jerome, Wodehouse o Campanile o il tentativo di assurgere a certi livelli può stroncare in giovane età. Quello che mi piacerebbe è la battuta o la situazione che sdrammatizzi e alleggerisca un po'; non ho citato a caso Frederic Brown. Mi viene in mente, per chiarire, il brevissimo episodio ne Lo Hobbit in cui si spiega la nascita del gioco del golf o le strizzatine d'occhio e le canzonature ai suoi colleghi (e a se stesso) ne Il Cacciatore di Dragi, sempr e di Tolkien.
Lo Stesso HRazz:Lovecraft a volte si dilettava in esercizi di Hunor nero, benché di grana forse un po' grossa (Ibid ne è un esempio) e comunque molti suoi racconto si potrebbero leggere con un sogghigno, magari un tantino mefistofelico sulle labbra.
Leggendo e rileggendo negli anni "Il Modello di Pickman", il primo che conobbi e tuttora, ovviamente, il preferito, sono arrivarto a una conclusione grottesca, un gigantesco, macabro scherzo dell'artista deluso verso i suoi nemici o pretesi tali: tutto sommato l'io narrante è un presuntuoso, un approfittatore, si capisce che vorrebbe accaparrarsi l'opera di Pickman per due soldi e, soprattutto, un beone, difetto che H.P.L. detestava.
La mia teoria fece abbastanza diverstire il professor Joshi in una breve corrispondenza che abbiamo avuto qualche anno fa, ma in fondo non la trovò così peregrina.
Gilgames
«Elfo»
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Località: Terni
MessaggioInviato: Ven 23 Apr 2004 17:51 pm    Oggetto:   

Per scrivere con ironia ci vuole di sicuro un bel talento, come quello di Leiber ad esmpio, ma ciò non significa che soltanto la sua è vera fantasy capolavoro. Io adoro scrittori, come Gemmell tanto per citarne uno, che hanno ben poco di ironico. Ogni grande narratore ha un suo tratto peculiare; non necessariamente questo deve coincidere con l'ironia. Nel caso di Paolini credo che abbia ben altri problemi.

Concordo con pickmancarter per quanto detto su Lovecraft, meno per quanto precedentemente scritto su Howard. Il suoi vivido affresco di un mondo agli albori, pulsante di selvaggia ingenuità, il suo Conan, personaggio sradicato, metafora di un totale estraneamento vissuto sulla propria pelle dallo stesso autore, non sono, a mio avviso, da liquidare tanto rapidamente.
MINERVA
«Gollum»
Messaggi: 726
MessaggioInviato: Ven 23 Apr 2004 19:52 pm    Oggetto:   

Permettetemi di dire che la tradizione del fantasy come genere "leggero" è un'enorme cavolata.Personalmente mi piace mischiare il fantastico e il realistico e leggere storie inverosimili ma che trasmettono dei messaggi veritieri,non me ne frega niente dei canoni,per me una storia non ha valore se è priva di senso,anche se poi parla di cosa meravigliose.
"prick your finger it is done
the moon has now eclipsed the sun
the angel has spread its wings
the time has come for bitter things"
MARILYN MANSON
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