Made in Japan


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Autore Messaggio
Yume-chan
Vala
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MessaggioInviato: Ven 07 Mag 2004 18:19 pm    Oggetto: Made in Japan   

Le cose che amo di più del Giappone (oltre ai manga e agli ideogrammi) sono senz'altro la cultura e le tradizioni. Cerco di saperne sempre di più a riguardo! Very Happy
Drachen
Grande Dragone di Yamato
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MessaggioInviato: Ven 07 Mag 2004 18:41 pm    Oggetto:   

chiedi chiedi e ti risponderò! Cool
Orgoglioso membro del comitato "Felliniani..ci avete rotto"
Yume-chan
Vala
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MessaggioInviato: Ven 07 Mag 2004 19:14 pm    Oggetto:   

Ecco la scarica di domande che mi sono venute in mente:
1-Quanti sono i caratteri della scrittura Giapponese?
2-Quando si celebra la festa di primavera?(ne ho sentito parlare)
3-A che fuso si trova rispetto a noi?
4-Quanto vale uno Yen?
5-Quando si apprende la cerimonia del tè?
6-Quanti sono i giapponesi?
7-Quanti anni di scuola (prima dell'università) si fanno in Giappone?
8-Quali sono le città più importanti dopo Tokio e Osaka?
9-Con che pesce si cucina il sushi?
Grazie per la disponibilità Drachen!! Very Happy
Drachen
Grande Dragone di Yamato
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MessaggioInviato: Ven 07 Mag 2004 19:56 pm    Oggetto:   

1- La scrittura giapponese si divide in 3 grandi blocchi.
hiragana - suoni fonetici, alfabeto di base
katakana - fonetici di origine straniera
kanji - ideogrammi di origine cinese

Chi fa ricerca sulla letteratura classica cinese e giapponese, sa che può trovarsi di fronte ad un numero di kanji veramente elevato. Nel Dai Kanwa Jiten del 1984, a cura di Morohashi Tetsuji, sono contenuti 49.964 kanji.

2 - vediamo un pò:

21 (o 20) marzo, Equinozio di primavera. Questa settimana conosciuta con il nome di “Higan” vede i templi buddisti svolgere particolari servizi religiosi ed i fedeli possono recarsi alle cerimonie per commemorare i defunti.

La Festa dei Ciliegi (in giapponese Hanami) si celebra nei primi giorni di Aprile: i giapponesi si riversano nei parchi delle loro città per ammirare la fioritura dei ciliegi.
Sotto gli alberi in fiore, riuniti con la famiglia o con gli amici, i giapponesi cantano, ballano, mangiano molto e soprattutto bevono; la festa dura per tutti i giorni in cui la fioritura è al suo massimo splendore, di solito uno o due (mentre sugli alberi i fiori restano per quasi un mese).

Il fiore del ciliegio (Sakura) rappresenta l'anima del Giappone: la delicatezza, il colore pallido, la brevità della sua esistenza sono per i giapponesi il simbolo della fragilità, ma anche della bellezza dell'esistenza. Tutto questo deriva dal Bushido. Infatti come dice Nitobe Inazo nel suo libro Bushido:L'anima del Giappone "può forse essere una sorpresa che la stagione dolcemente profumata dei fiori di ciliegio spinga l'intera nazione ad uscire dall sue piccole abitazioni? Non si può davvero biasimare i giapponesi se per un certo periodo le loro membra dimenticano il lavoro e i loro cuori si scordano di pungoli e dolori."
o ancora "Non possiamo condividere l'ammirazione degli europei per le loro rose, nè ci piace la tenacia con cui esse si aggrappano alla vita come se fossero restie o terrorizzate all'idea di morire cadendo prematuramente preferendo così marcire sul loro stelo; i colori sgargianti e il profumo penetrante della rosa hanno caratteristiche troppo diverse dal nostro fiore, il quale non nasconde spade o veleno sotto la sua bellezza ed è sempre pronto ad abbandonare la vita quando la natura lo chiama".

alla prox con le altre risposte
Orgoglioso membro del comitato "Felliniani..ci avete rotto"
Leida80
Stregona di Angmar
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MessaggioInviato: Ven 07 Mag 2004 20:14 pm    Oggetto:   

quest'ultima citazione sul fiore di ciliegio è stupenda
Ylunio1
Maia
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MessaggioInviato: Ven 07 Mag 2004 21:56 pm    Oggetto:   

Yume-chan ha scritto:
Ecco la scarica di domande che mi sono venute in mente:
3-A che fuso si trova rispetto a noi?


Nove o otto ore in avanti, adesso non ricordo... ^_^

Yume-chan ha scritto:
Ecco la scarica di domande che mi sono venute in mente:
7-Quanti anni di scuola (prima dell'università) si fanno in Giappone?


In Giappone la scuola è divisa in modo diverso rispetto a noi... Si fanno sei anni di elementari, cinque anni di medie e tre di superiori...
Le scuole pubbliche vengono solitamente snobbate e, per passare da un anno all'altro, i bambini giapponesi devono sostenere dei durissimi esami... La scuola è una specie di banco di prova per l'ancor più dura vita che dovranno affronte nel mondo del lavoro...
Di contro, l'Università, se si superano i rigidi test d'ingresso iniziali, è una passeggiata, poiché scandita da piccoli esami periodici che rendono facile tenersi al passo...

Yume-chan ha scritto:
Ecco la scarica di domande che mi sono venute in mente:
8-Quali sono le città più importanti dopo Tokio e Osaka?


Altre città importanti sono ovviamente Kyoto (l'antica capitale del Giappone), Sapporo, il capoluogo della regione di Hokkaido, Yokohama, Kobe, Fukuoka, Nagasaki, Okinawa, Nagano e tante altre...

Ah, il cambio è 1€ = 135 Yen


Questo è quello che so io... ^_^
Nessuno può cominciare l'infinito poiché esso non ha né principio né fine...
Nessuno può terminare l'inesistente poiché esso non è mai cominciato...
Yume-chan
Vala
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MessaggioInviato: Ven 07 Mag 2004 22:42 pm    Oggetto:   

Mille grazie Drachen! Sei stato molto chiaro e...poetico! Wink arigato!
E mille grazie anche a Ylunio! Ora ho allargato di molto le mie conoscenze, ho anche il dizionario di giapponese a portata di mano! Very Happy
Drachen
Grande Dragone di Yamato
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MessaggioInviato: Sab 08 Mag 2004 10:04 am    Oggetto:   

Ylunio ha scritto:
Ecco la scarica di domande che mi sono venute in mente:
3-A che fuso si trova rispetto a noi?

Nove o otto ore in avanti, adesso non ricordo... ^_^[/quote]
otto. Smile

Citazione:
Altre città importanti sono ovviamente Kyoto (l'antica capitale del Giappone), Sapporo, il capoluogo della regione di Hokkaido, Yokohama, Kobe, Fukuoka, Nagasaki, Okinawa, Nagano e tante altre...

se per importanti definiamo quelle che fanno prefettura bisogna ricordare
decisamente Chiba, Nara, Kitakyushu, Sendai, Kawasaki, Nagoya.
(le 4 isole principali dell'arcipelago sono Honshu, Kyushu, Hokkaido, Shikoku).
Orgoglioso membro del comitato "Felliniani..ci avete rotto"
Yume-chan
Vala
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MessaggioInviato: Sab 08 Mag 2004 14:00 pm    Oggetto:   

Ma come fate a conoscere così tante cose sul Giappone?
Ogni volta che entro in una libreria per chiedere se hanno delle cose a riguardo mi guardano come se fossi pazza! Shocked
Ylunio1
Maia
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MessaggioInviato: Sab 08 Mag 2004 14:35 pm    Oggetto:   

Per me, molto lo fanno i Manga... ^_^
Nessuno può cominciare l'infinito poiché esso non ha né principio né fine...
Nessuno può terminare l'inesistente poiché esso non è mai cominciato...
Yume-chan
Vala
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MessaggioInviato: Sab 08 Mag 2004 15:06 pm    Oggetto:   

Invece pensavo di iniziare la serie di fascicoli sul Giappone qualche mese fa, solo che i soldi mi servivano per i manga!
luna
Balrog
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MessaggioInviato: Sab 08 Mag 2004 15:08 pm    Oggetto:   

posso consigliarti dei libri da leggere,però scritti da autori cinesi quindi descrivono la cina anzichè il giappone,però visto che sei così appassionata dell'oriente se ti va spostarti un pò geograficamente Wink

sono,di Mo Yan: Sorgo Rosso/Grande seno,Fianchi larghi
il primo descrive la vita e le avventure del bandito Yu Zhan',la storia è ambientata negli anni 20,tratta dell'invasione giapponese del 30 arrivando al periodo che precedette la rivoluzione culturale che la cina ebbe intorno agli anni 40.Interessante appunto per i cambiamenti portati nelle vita dei personaggi in quei 30 anni.
Tra l'altro da questo libro trassero un film che vinse l'orso d'oro nel 98.

il secondo libro,fu censurato in cina perchè troppo duro ed esplicito riguardo alle testimonianze riportatevi,descrivendo il cambiamento che la cina ebbe con il passaggio dall'età feudale degli anni 30 all'odierno capitalismo.

L'altro libro è di Alai:Rossi fiori del tibet
molto più avventuroso,è diciamo di fantasia
Razz Razz Razz Razz Razz Razz Razz
Yume-chan
Vala
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MessaggioInviato: Sab 08 Mag 2004 15:55 pm    Oggetto:   

Grazie! Proverò a vedere Very Happy
luna
Balrog
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MessaggioInviato: Sab 08 Mag 2004 16:11 pm    Oggetto:   

Very Happy prego Very Happy
Drachen
Grande Dragone di Yamato
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MessaggioInviato: Sab 08 Mag 2004 17:24 pm    Oggetto:   

5-

Il tè non è nient'altro che questo:

Far scaldare l'acqua, preparare il tè

E berlo convenientemente



la cerimonia del tè. ("Cha No Yu" o "Chado")

fiori di pruno e crisantemi invernali,
fiori caduti in terra e foglie gialle,
bambù verdi, alberi secchi,
il gelo dell'alba.

Così Senno Rikyu, fondatore della cerimonia del tè descrive la sala dei monasteri Zen dove tale evento ha luogo.

Secondo la tradizione orientale, infatti, tè e Buddhismo Zen sono strettamente legati. Una leggenda narra che Bodhidharma - che portò lo Zen dall'India alla Cina - rimase seduto nove anni in meditazione in una grotta nei pressi di Shaolin. Per non addormentarsi si tagliò le palpebre e nel punto in cui le gettò crebbe una piante di tè. Al di là della crudezza dell'immagine, tale leggenda ci ricorda quanto il tè aiuti a mantenersi vigili, condizione essenziale nella meditazione Zen. E' per questo che ancora oggi nei monasteri e nei centri Zen di tutto il mondo servire e consumare il tè in silenzio e piena consapevolezza fa parte della pratica.

Il tè, bevanda meno arrogante del vino, non egocentrica quanto il caffè e non così innocua quanto il cacao, fa il suo ingresso in Europa attorno alla metà del 1600 ma era già conosciuto ed apprezzato nel mondo orientale almeno dall’VIII secolo.
La pianta del tè è originaria della Cina meridionale ed era ben nota fin dall’antichità nella botanica e nella medicina. Si attribuivano infatti a questa pianta importanti proprietà terapeutiche quali quella di offrire sollievo alla fatica, allietare l’animo, rafforzare la volontà, e guarire problemi di vista. Talvolta le sue foglie venivano somministrate per uso esterno, sotto forma di impacchi, per alleviare dolori di origine reumatica.

In ambiente religioso, dove trovò una duratura collocazione nei secoli, le foglie della sua pianta venivano considerate tra l’altro un ingrediente fondamentale di quell’elisir di lunga vita invano vagheggiato dai monaci taoisti.

I monaci buddhisti inoltre attribuirono agli infusi preparati col le foglie di tè una ulteriore proprietà: quella di favorire la concentrazione.
Di fatto proprio i monaci se ne servivano estensivamente durante le lunghe ore di meditazione per combattere la sonnolenza.

La ricetta originaria, primitiva e assai complessa, prevedeva una lista di ingredienti e una modalità di preparazione del tutto particolari.

Secondo un’antica ricetta cinese le foglie di tè venivano cotte a vapore, pestate in un mortaio e poi di esse si faceva un panetto che veniva bollito con riso, zenzero, sale, buccia di arancia, spezie, latte e qualche volta si aggiungevano le cipolle.

Il sale fu il primo ingrediente ad essere eliminato per sempre e la ricetta subì nel corso dei secoli modifiche e semplificazioni, ma è probabile che il Giappone abbia conosciuto il tè secondo una ricetta simile a questa.

Il tè giunse in Giappone per la prima volta intorno al X secolo ma fu il XIII secolo a testimoniarne la diffusione a seguito dello sviluppo della dottrina Zen, una forma di buddhismo contemplativo mutuata dalla Cina.

La tradizione attribuisce al monaco buddhista Eisai (1141-1215) il merito di aver introdotto il tè in Giappone. Si narra che Eisai avesse trascorso un certo periodo in Cina studiando lo Zen e che al suo ritorno in Giappone avesse portato con sé i semi di quella pianta magica e che avesse iniziato a coltivarla nel giardino del monastero. Al pari dei suoi antenati cinesi egli era convinto delle svariate proprietà officinali della pianta.

Fu solo in un momento successivo però che il tè si diffuse come forma di intrattenimento, sia per gli ospiti del monastero che per gli stessi monaci. E in qualità di intrattenimento dunque il tè si trasformò presto in teismo, ovvero culto del tè, il Chanoyu (letteralmente "acqua per il tè") o Chado ("la via del tè"), e avvicinandosi sempre più all’arte cominciò a dissociarsi dall’ambiente esclusivamente monastico.

Durante la metà del XVI secolo i primi occidentali, i Gesuiti, arrivarono in Giappone e nello stesso periodo un giapponese, il cui nome era Rikyu, stava sviluppando un nuovo approccio all’antica pratica di servire il tè con del cibo. I gesuiti non ci misero molto a scoprire e a sviluppare una forte ammirazione per la pratica del tè e ad incorporarla nella loro vita quotidiana in Giappone. Purtroppo l’incontro tra la civiltà occidentale e la cerimonia del tè subì un violento stop quando Tokugawa Ieyesu, lo Shogun, scacciò gli occidentali dal Giappone e ne chiuse loro le porte per oltre 300 anni. Sebbene nel 1868 le porte del Giappone si fossero riaperte al mondo esterno, ci vollero più di 100 anni prima che gli occidentali avessero iniziato a mostrare interesse nella cerimonia del tè fino al punto di iniziare a praticarla, non solo a guardarla come una bizzarra, imperscrutabile usanza giapponese

La cerimonia del the ha tre funzioni:
- evento sociale
- momento estetico;
- dimensione religiosa.
EVENTO SOCIALE.
Che sia un evento sociale è ovvio. Gli ospiti si riuniscono in un ora prestabilita perché gli sia servito da mangiare e da bere. Può essere un tè informale che consiste nel servire un dolce e del tè o anche un piccolo pasto con il dolce ed il tè.
Questo tipo di cerimonia informale si chiama Chakai e può durare da 20 minuti ad un ora, e può esserci anche un solo invitato anche tanti quanti l’ospite è in grado di servire.
Si può essere invitati anche per una riunione più formale chiamata Chaji che implica un rituale di riunione altamente strutturata: è servito un pasto di molte portate, si fa una pausa in giardino, c’è poi una solenne cerimonia del tè seguita da una cerimonia, per così dire, ridotta e meno solenne.
Un Chaji dura dalle 3 alle 5 ore e, al massimo, cinque invitati possono essere presenti. Sia il Chakai che il Chaji hanno lo stesso scopo, servire cibo e tè agli invitati.
La differenza è nella quantità di cibo e di tè serviti e nel crescente numero di movimenti ritualizzati, che è necessario quando servi più cose e lo fai nel modo più elegante possibile.

MOMENTO ESTETICO.
Tutte le grandi culture nella storia della civiltà mettono cura nel servire il cibo in una maniera prescritta.
Nella cerimonia del tè l'attenzione per la bellezza è ricercata così fortemente da farla diventare una vera e propria forma d’arte.
Il movimento del corpo è assolutamente una coreografia, fino alla posizione di un singolo dito. Gli utensili usati possono essere di una qualità tale che si possono trovare nei musei d’arte di tutto il mondo.
La disposizione del cibo nel Chakai o nel Chaji può essere così forte nelle ricerca della bellezza e così sottile nella scelta e nella forma che somiglia ad una forma di poesia. In Giappone si dice che il cibo si deve gustare con gli occhi prima che con la bocca.
Una domanda frequente è: «Quanto ci vuole ad imparare la cerimonia del tè?», che equivale a chiedere «Quanti tempo ci vuole per imparare a suonare il piano?».
Se impari alla svelta potrai suonare un semplice motivetto in 10 settimane, ma se vuoi veramente imparare a suonare il piano allora ti ci vogliono più di 10 anni.

La cerimonia del tè abbraccia in sé molte altre forme d’arte, l’architettura, il giardinaggio, la tessitura, la calligrafia, la disposizione dei fiori e la cucina oltre ad altre antichissime arti arcane , come la scultura con la cenere e la costruzione di un bel fuoco.
Una certa disposizione della cenere sulla quale si mette la carbonella, può richiedere anche 2 ore di preparazione.
In Giappone c’è una storia su tre Maestri del Tè che avevano una magnifica sala da tè con uno straordinario allestimento. Un giorno la sala prese fuoco e i tre Maestri corsero per salvare tutto ciò che potevano. La prima cosa che salvarono era la cenere.!
Ciò che questa storia vuol dire è che a tutto ciò che è coinvolto nella cerimonia del tè si dà un’assoluta attenzione dal punto di vista estetico, persino alla cenere. Andare ad una cerimonia di alta qualità può essere, in tutto e per tutto, un’esperienza estetica come andare a visitare un museo a andare a teatro.

LA DIMENSIONE RELIGIOSA
Si potrebbe paragonare ad un pasto in una moschea, una sinagoga o una chiesa. La mentalità religiosa, frequentemente trasportata nella cerimonia del tè è quella del Buddismo Zen.
Nello Zen si dice che si può incontrare un intero universo, bevendo una tazza di tè, questo avviene dal darti totalmente al qui ed ora e dal partecipare totalmente alla cerimonia con un cuore libero da sentimenti di egoismo.
Si dice, comunque, che anche se seguaci di Zen sono interessati al tè e persone del tè sono interessate allo Zen, il tè è il tè e lo Zen è lo Zen. Si potrebbe, facilmente, trasportare una mentalità cristiana o anche islamica, nella cerimonia del tè e, a dire il vero, Soshitsu Sen XV, l’odierno Gran maestro, incoraggia molto questa possibilità. Darsi completamente al qui ed ora con un cuore libero dall’egoismo, è un pensiero che può essere condiviso da tutte le più grandi religioni del mondo.

“Chado, la Via del Tè, si basa sul semplice atto di bollire l'acqua, preparare il tè, offrirlo agli altri e berne noi stessi. Servito con un cuore rispettoso e ricevuto con gratitudine, una tazza di tè soddisfa sia la sete fisica che quella spirituale. Il mondo frenetico e le nostre miriadi di dilemmi lasciano esausti il nostro corpo e la nostra mente. E' allora che andiamo alla ricerca di un posto dove trovare un momento di pace e tranquillità. Questo posto può essere trovato nella disciplina di Chado. I quattro principi di ARMONIA, RISPETTO, PUREZZA e TRANQUILLITA' codificati circa quattrocento anni fa, sono una guida senza tempo alla pratica di Chado. Incorporarli nella vita di ogni giorno ci aiuta a trovare quel posto di tranquillità che è in ognuno di noi.”

Soshitsu Sen, XV Gran Maestro del Tè di Urasenke

Bere del tè in un’atmosfera rilassata e amichevole rende più piacevole e dona un sapore diverso a quel tè.
Possiamo imparare a creare quell’atmosfera in ogni altra cosa che facciamo e quindi a nutrire sempre più spesso la nostra energia di benessere.
Uniti intorno ad una tazza di tè vogliamo imparare a creare un’atmosfera di pace e tranquillità, a sentirci parte del mondo, a fluire con esso.
Vogliamo creare un’arte che non è ostentazione né emulazione, ma un partecipare alla vita sentendola scorrere ognuno dentro di sé.
Stare insieme uniti da una tazza di tè...
Il tè è solo un pretesto, il nostro Cuore è la Via.

Vito Petrarolo, Salvatore Fuggiano - Una Tazza di Tè Cercando il Ki

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