The Black Man


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Fionn
Hobbit
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MessaggioInviato: Mar 05 Feb 2008 20:20 pm    Oggetto: The Black Man   

The Black Man

Non so se potrete credere a questa storia, perché assomiglia a tante che si sentono in giro, nei bar o raccontate da strani personaggi nei talk show e in qualche contenitore televisivo di pseudoscienza. In questo potreste però trovare una differenza. Ascoltate.

Proprio oggi sono andato a trovare i miei e dopo pranzo mi sono recato in soffitta dove mi sono messo a spulciare in quei vecchi scatoloni di cartone alla ricerca di cose ormai dimenticate e care.
Mi ritrovo per le mani una vecchia edizione del “Corriere dei ragazzi”. Leggo subito l’anno: è il 1977.
L’estate del 1977, come quelle di ogni anno, la passai in un piccolo paesino dell’Alto Monferrato.
Le vie principali erano sterrate, in minima parte asfaltate, e le ultime coppie di buoi arrancavano su per stradine di ciottoli ingoiate da muri rastremati, trainando stoicamente bigonce zeppe di grappoli d’uva, pronti per essere pigiati.
Quello che voglio raccontarvi accadde qualche settimana prima della vendemmia, verso la metà d’agosto, durante una sera in cui il cielo era libero dalle nubi e meravigliosamente stellato. La luce della luna, non appena fosse sorta, avrebbe prevalso sulle fioche lampadine dei radi lampioncini. Perfetto per giocare a “guardie e ladri” nel buio, astuzia contro astuzia, velocità contro velocità. Senza le ragazzine tra i piedi, perché è un gioco da maschi. Loro ci avrebbero aspettato, chiacchierando di cose che mi sarebbero state più chiare solo quando fossi cresciuto di qualche anno, su una balconata all’aperto, protetta da un frammento delle antica mura di cinta, chiamato la “contrachiara”. Da qui si dominavano le colline circostanti immerse nel buio, punteggiate dalle luci ocra e solitarie delle rade cascine. Sopra l’orizzonte iniziava il firmamento, e poco più su si poteva seguire con lo sguardo la nuvola scintillante della via lattea che lo solcava in tutta la sua lunghezza, passando quasi per lo zenit.
Arrivammo quindi anche noi alla contrachiara, spossati dal gioco, ma sazi di adrenalina, per riposarci e scherzare con le ragazze. Mancavano solo Marco, detto Maico, e Marco, mio cugino, per me come un fratello.
Erano andati a fare un giro da soli, per parlare di cose loro, avevano detto. Li stavamo aspettando.
Ad un tratto la quiete della tarda serata venne bruscamente interrotta.

- Ragazzi ! Hei gente !

Sentimmo un grido ed un rumore di passi di corsa. Da dietro la curva apparvero Maico e Marco. Mio cugino per primo perché, era noto, era lui il più veloce, invincibile nella corsa, temutissimo a guardia e ladri. Lo vedemmo svoltare la curva ed era trafelato e spaventato. Un aspetto che mi colpì particolarmente: era difficile spaventarlo, aveva solo 14 anni ma era già quasi il doppio di me, solido e robusto.

- Ma che succede ?
- Dai ragazzi, non fate gli stupidi.
- Che cavolo è successo ?

Tutti quanti avevamo già fatto capannello intorno a loro e non gli lasciavamo riprendere fiato.

- Una cosa incredibile – disse Marco

Lo fissai con attenzione, perchè sapevo riconoscere un suo scherzo. Non era molto bravo a simulare. Lessi la tensione, chiaramente percepibile nei suoi lineamenti, nella parole agitate. Gli chiesi un po’ indispettito:

- Allora ci volete dire cosa è successo ?

Maico si era seduto. Marco mi guardò e mi disse

- Luca, devi venire ! Ora !
- No ! No ! Luca non devi andare nessuno deve andare ! – Interloquì Maico
- Allora andiamo tutti ! – Dissi deciso.

Si mossero tutti e due e noi gli andammo dietro. Tirai fuori il mio temperino e qualcuno prese un bastone da un fascina di legna.
Mio cugino rimase muto, lo sguardo determinato per tutto il tempo, nonostante continuassi a tempestarlo di domande. Scuoteva solo la testa e mi faceva cenno che dovevo vedere.
Ora però avevo capito che non era spaventato, o meglio, in lui prevaleva la tensione sullo spavento che sicuramente doveva aver provato.
Arrivammo finalmente, dove la strada incontrava un altro pezzo di mura che dava sullo sferisterio sottostante. Marco si fermò improvvisamente facendoci cenno di non fare rumore. Poi sussurrò piano:

- Sulle pietre in cima al muro.

Guardammo. Avevo il cuore in gola. La linea delle mura si stagliava nettamente contro il cielo colmo di stelle luminose. Non vidi nulla.

- Non c’è niente. – Risposi
- Non c’è più - fece eco Marco.
- Si può sapere che cosa, accidempolina ? (dissi di peggio in verità)

Marco tremava ora e si sedette su una bassa panchina di pietra. Non lo avevo mai visto tremare.

- Eravamo seduti qui e parlavamo, vero Maico ?
- Sì assolutamente.
- Prima non c’era e poi lo abbiamo visto !
- Sì.
- Aveva un mantello nero, ma era immobile, il cappuccio tirato su, ed era alto, almeno due metri, forse più. Lo vedemmo di schiena.
- Tutto qui ?
- Avrei voluto vedere te. Non lo abbiamo sentito arrivare. Ed è rimasto immobile. Ho detto mantello e cappuccio ma in realtà quello che ho visto era una sagoma nera con una testa tonda un po’ a punta.
- Sì esatto ! Marco mi ha detto “Vedi anche tu quello che vedo io ?”. Non ho aspettato che mi rispondesse, sono scappato prima ancora di rendermi conto di farlo. Mi sono sentito addosso una “caga” che non puoi immaginarti.

Restammo tutti in silenzio, guardando nella direzione delle mura. Piano piano tutti ci avvicinammo al punto dove l’uomo incappucciato avrebbe dovuto essere.

- Andateci voi io non mi muovo. – disse Marco e Maico annuì.

Non c’era nulla, nessuna traccia sul muro.
Qualcuno fece luce per terra. Nessuna impronta sul terriccio.
A questo punto fu palese che ci avevano presi in giro.
Riccardo, Riki per tutti noi, disse:

- Dai non prendeteci per il mulo !

Altri gli fecero eco.
- E’ uno scherzo del razzo !
- Nessuno vi crede. Piantatela.

Anche io mi convinsi che era stato tutto uno scherzo. Ma mio cugino tremava. E soprattutto sapevo che a lui non importava che ci credessimo o no. Lo conoscevo bene. Infatti disse serio.

- Pensatela come volete.

Andammo tutti a casa senza aggiungere altro..
Il giorno dopo mi sentii apostrofare da una madre delle ragazzine che frequentavano la nostra compagnia. Mi investì letteralmente dicendomi che certi scherzi non si dovevano fare e che per la nostra stupidità sua figlia non aveva chiuso occhio la scorsa notte.

- Signora, io non c’entro niente.
- Non importa ! E’ anche colpa tua.
- Ma le ho detto che non sono stato io !
- Basta ! Non fatelo più !

Con le madri, nervose per giunta, non ci si discute. Infatti arrivato a casa la mia mi disse:

- Ma ieri sera cosa avete fatto che Anna mi ha detto che fate scherzi stupidi ?

“Alè” – pensai.

- Mamma per favore, non sono stato io.

E le raccontai tutto. Rise. Continuò a ridere. Non si fermava. Meglio che nervosa sicuramente.

- Mamma, ora puoi smettere.

Riuscì a controllarsi e muovendo le mani si accinse a raccontare.

- Adesso ti dico. Stamattina ho incontrato Rosina e Richetta. Mi hanno detto che ieri sera hanno visto un tizio vestito con un mantello fermo nel “burdun”. Si sono fermate e visto che quello non si muoveva hanno fatto il giro largo. Sai sono anziane.
- Sul serio ?

Mi prese una vaga inquietudine. Comunque non mi stupì che mia madre si fosse divertita. Ce ne vuole per impressionare mia madre. A parte essersi fatta la II guerra mondiale da bambina, era stata anche mitragliata da uno Stuka in picchiata salvandosi in un fosso. Aveva subito perquisizioni delle SS in casa almeno una decina di volte. Il tutto a dieci anni.
Io però non avevo fatto nulla di tutto questo e quindi non ridevo: la figura tremante di Marco mi perseguitava.
Nei giorni successivi altre persone lo videro. Qualcuno denunciò la cosa ai carabinieri. In pratica nel giro di una settimana tutto il paese non parlava d’altro, non parlava d’altro che di “The Black Man”, come lo avevamo battezzato. Mio fratello si fece anche la maglietta. Una sagoma scura con cappuccio stagliata nel cerchio lunare. La luna l’aveva aggiunta lui però.
I ragazzi più grandi organizzarono battute di caccia notturne, con base nei pressi di una antica cappella dedicata a San Rocco, situata molto fuori dal paese.
Alcuni iniziarono a vestirsi da Black Man per spaventare la gente di notte. Ma erano talmente tanti che c’erano più black men in giro che gente da spaventare. Poi qualcuno disse che i carabinieri avevano fermato uno e tutto finì lì. Anche le apparizioni cessarono. A noi ragazzi restava il sottile piacere di avere messo un paese a soqquadro, di aver creato una sorta di psicosi collettiva che ci aveva divertito ed elettrizzato tutta un’estate. Ma Marco e Maico continuavano a ribadire di avere visto ciò che avevano visto. Tutto passò, col tempo, nel dimenticatoio.
Tornai a casa dopo la vendemmia. Potevo ancora godermi qualche giorno di vacanza. Una mattina mi alzai e uscii a fare qualche commissione per mia madre. Già che era di strada passai dal giornalaio e comprai il “Corriere dei ragazzi”. Era il 1977.

Ora l’ho qui con me, tolto dallo scatolone, e lo voglio sfogliare con voi. La copertina è a tinte verdi e nere e recita, con una scritta in rosso ed in bella vista, “Dossier sugli UFO”.
L’argomento sembra molto interessante. Lo sfoglio e arrivo alla pagina giusta. Toh ! C’è una storia a fumetti. E’ ambientata nel Montana e parla di un gruppo di ragazzi che, una sera, vedono staccarsi dall’ombra di un albero una figura, con mantello ed incappucciata, di colore nero. Scivola sull’erba verso di loro poi scompare nel buio di un bosco vicino. Subito dopo una luce sfolgorante esce dalla terra e sfreccia nel cielo. Guardo il disegno dell’ombra e guardo The Black Man raffigurato sulla t-shirt di mio fratello, che guarda caso, ho conservato accanto alla rivista. Sono identici.
Sorrido e un sottile brivido mi percorre la schiena pensando a quel giorno di settembre del 1977 quando lo lessi la prima volta.
In fondo al fumetto c’è il testo di una canzone che un countryman del posto aveva creato per l’occasione:
“Oh ! Black man ! Black Man ! When will you return ?
Oh ! Black man ! Black Man ! You came from the sky to meet us!
Oh ! Black man ! Black Man ! I’m still waiting for ya ! Please come back, come back to me !”


Ultima modifica di Fionn il Mer 06 Feb 2008 0:29 am, modificato 2 volte in totale
Delarith
Eldar
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MessaggioInviato: Mar 05 Feb 2008 20:27 pm    Oggetto: Re: The Black Man   

Fionn ha scritto:
lampadine dei rari lampioncini”
questo suona un pò maluccio, ma per il resto è scritto molto bene, BRAVO!!! Wink
ThomasMore
Rivolzottoso Rivolzottoso
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MessaggioInviato: Mar 05 Feb 2008 23:28 pm    Oggetto: Re: The Black Man   

Fionn ha scritto:
Le strade erano sterrate, poche erano asfaltate, e le ultime coppie di buoi arrancavano su per le stradine di ciottoli


Troppe strade diverse, secondo me. Mi suona meglio:
Fionn ha scritto:
Poche erano le vie asfaltate, e le ultime coppie di buoi arrancavano su per stadine (lastricate) di ciottoli


C'è qualche pausa mancante, errori di battitura credo. Mi sembra scritto bene, è scorrevole, l'ambiente è molto familiare e la storia è carina. Complimenti. Very Happy


Un porco che non vola è solo un porco.
Fionn
Hobbit
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Località: Sextum lapis ab Urbe Janue
MessaggioInviato: Mer 06 Feb 2008 0:03 am    Oggetto:   

Avete ragione ragazzi, cerco di correggere subito. Smile

Grazie dei commenti, non speravo tanto in vertità...
Professor Lupin
Lunastorta
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MessaggioInviato: Mer 06 Feb 2008 0:20 am    Oggetto:   

Citazione:
La luce della luna, appena sarebbe sorta, avrebbe prevalso sulle fioche lampadine dei radi lampioncini.


credo che la forma verbale giusta sia "fosse sorta"


per il resto è un racconto gustoso, mi ricorda certe cose per ragazzi ma anche un po' di King (tipo "stand by me")
molto ben scritto e articolato

bravo Very Happy
Fionn
Hobbit
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Località: Sextum lapis ab Urbe Janue
MessaggioInviato: Mer 06 Feb 2008 0:32 am    Oggetto:   

In effetti ho discusso un po' con mia moglie se il futuro nel passato debba essere reso con il congiuntivo od il condizionale.
Mi sembrava cacofonico il "sarebbe" ma ho ragionato in maniera logica, e in effetti anche un po' pedestre, pensando che l'azione futura del sorgere fosse equivalente all'azione del prevalere sulle lampadine. Mia moglie, ma solo dopo la tua correzione, mi ha fatto notare che è una dipendenza condizionale, (prevale se sorge) e quindi va il congiuntivo.
Aveva ragione lei. Ed ora che me lo confermi anche tu non ho più dubbi...
Scusate ma sono più abituato con equazioni e teoremi. Ho perso il senso della grammatica.
Pardon. Embarassed


Ultima modifica di Fionn il Mer 06 Feb 2008 0:50 am, modificato 2 volte in totale
Professor Lupin
Lunastorta
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Località: Foresta nera
MessaggioInviato: Mer 06 Feb 2008 0:36 am    Oggetto:   

Fionn ha scritto:
In effetti ho discusso un po' con mia moglie se il futuro nel passato debba essere reso con il congiuntivo od il condizionale...
Aveva ragione lei. Ed ora che me lo confermi anche tu non ho più dubbi...
Pardon. Embarassed


hanno sempre ragione le mogli Wink
uljanka
Sua Luminosa Oscurità
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MessaggioInviato: Mer 06 Feb 2008 12:53 pm    Oggetto:   

Eccomi qui, che ricambio la recensione.

Del tuo racconto devo dire, mi piace di più l'ambientazione nella profonda provincia italiana, che nemmeno la trama fantastico-orrorifica vera e propria.
La parte del gioco "all'uomo nero", con tanto di intervento dei carabinieri forse è raccontata con troppa fretta e rompe un po' l'incanto.
La tensione della vicenda fanta/horror poi, cala notevolmente con il procedere della narrazione, dovrebbe essere inserito un nuovo punto di climax verso la fine, più forte della notizia sul "Corriere dei Ragazzi".

Per il resto il tuo racconto è affascinante, e il linguaggio colloquiale, da confidenza tra amici, lo rende molto godibile.
Bisognerebbe ampliare la vicenda, forse, inserire una nuova apparizione del "Black man" per renderlo perfetto... ma qui la parola d'ordine è Laconicità, quindi... Confused
E io, che sono Tenebra, altro non posso vedere se non la Luce, e perciò sono la Luce.

Quando qualcuno dice 'io non credo nelle fate' da qualche parte una fata ride e prepara il suo fucile.


Ultima modifica di uljanka il Mer 06 Feb 2008 14:53 pm, modificato 1 volta in totale
Fionn
Hobbit
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MessaggioInviato: Mer 06 Feb 2008 14:19 pm    Oggetto:   

Oops !
Chiedo umilmente venia ma il racconto non è un'invenzione... Embarassed
Ho paura di essermi mal spiegato.

La mia intenzione era generare il brivido nel lettore perchè consapevole che la storia era realmente accaduta. Una sorta di fanatsy/fantascienza che per una volta si intrecciava con la realtà.
In ogni caso ti ringrazio Uljanka dei consigli, e per farmi perdonare posso inviarti una t-shirt in tema ! Wink


Ultima modifica di Fionn il Mer 06 Feb 2008 19:13 pm, modificato 2 volte in totale
Tigana
Incantatrice
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MessaggioInviato: Mer 06 Feb 2008 17:07 pm    Oggetto:   

Ho trovato la prima parte del racconto di una evocatività quasi commovente. A quel punto ero preparata "all'avvento del fantastico" ma sinceramente, nonostante il titolo, non ero pronta all'apparizione dell'uomo nero.
Di per sè la tua trama fantastica non è male ma io avverto una sorta di gap, una lacerazione, un salto tra il modo in cui prepari il lettore alla storia e quello che di fatto poi racconti. Forse qui è in gioco più che altro il mio gusto personale, ma avrei insistito un po' di più sull'idilliticità del posto, del ricordo di un tempo lontano e avrei inserito qualche elemento in più di tensione...dopo tutto che faceva quest'uomo nero?

Be'...questi più che consigli sono osservazioni su come io avrei gestito la materia, ma del resto non sono certo Manzoni per cui prendili semplicemente per le considerazioni di una lettrice ^_^
Per il resto devo proprio dirti che hai una prosa piacevolissima, e anche quando (o forse soprattutto quando), indugi sulle descrizioni, ti si legge che è un paicere, e questa è davvero una cosa molto rara a trovarsi ^_^


Ho capito, con un'illuminazione segreta, di non essere nessuno. Nessuno, assolutamente nessuno.
Fionn
Hobbit
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MessaggioInviato: Mer 06 Feb 2008 19:12 pm    Oggetto:   

Non sai quanto hai ragione ! Per me quel posto è estremamente importante, ci sono le mie radici e la mia essenza. le serate in primavera sembrano portarti veramente in una dimensione eterea. Direi che Tolkjen quando descrive la contea e l'amore che ha Frodo per essa sembra tagliato apposta per me.

Comunque è incredibile. Quando qualcuno ti fa notare certe cose subito ti appaiano più evidenti che mai. Approvo, come è stato per i commentatori che ti hanno preceduta, i tuoi suggerimenti.
Il fatto è, e scusate se mi ripeto, che non me la sono sentita di modificare la trama perchè ho vissuto realmente quello che il racconto narra. Compreso il numero del Corriere dei Ragazzi che ho qui in casa. In effetti lo ammetto, ma contavo molto sull'aderenza ad una realtà/irrealtà per far apprezzare di più il racconto. Poi c'è il limite (giustissimo) di quelle 10.000 battute da rispettare, e ho dovuto tagliare corto.

Grazie ancora, Tigana ! (secondo me, e mia moglie è d'accordo, un po' hai esagerato nei complimenti Wink )
Tigana
Incantatrice
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Località: Corte dei Miracoli
MessaggioInviato: Mer 06 Feb 2008 19:56 pm    Oggetto:   

Il tuo desiderio di essere fedeli ai fatti è del tutto comprensibile quindi poco male, ma a questo punto avresti potuto sovvertire un pochino i termini, il punto di vista in cui racconti la storia. Avresti cioè potuto raccontarla non come una storia horror/fantastica ma come un racconto sul passato in cui l'elemento fantastico non era quello centrale, ma quello accidentale...Non so se mi sono spiegata, ma spero di sì ^^

Fionn ha scritto:

Grazie ancora, Tigana ! (secondo me, e mia moglie è d'accordo, un po' hai esagerato nei complimenti Wink )


E perchè? Cos'ho mai detto? Wink


Ho capito, con un'illuminazione segreta, di non essere nessuno. Nessuno, assolutamente nessuno.
muresan
Hobbit
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MessaggioInviato: Gio 07 Feb 2008 15:01 pm    Oggetto:   

Hai letto IT di Stephen King?Il tuo men in black me lo ricorda un po'.
Fionn
Hobbit
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Località: Sextum lapis ab Urbe Janue
MessaggioInviato: Mar 19 Feb 2008 23:23 pm    Oggetto:   

muresan ha scritto:
Hai letto IT di Stephen King?Il tuo men in black me lo ricorda un po'.


No, non l'ho letto. Penso che rimedierò comunque. Ho parecchi amici che ne sono entusiasti.

Scusa la risposta in sommo ritardo...
Ahi Genovesi, uomini diversi d'ogne costume e pien d'ogne magagna. Perché non siete voi del mondo spersi? (Inf. XXXIII, 151-153)
Incantatore dalle 9 vite
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MessaggioInviato: Lun 03 Mar 2008 16:07 pm    Oggetto:   

Il racconto è piacevole, scorrevole e leggero.
C'è un notevole stacco dalla prima parte descrittiva della provincia, del tempo di vendemmia, del cielo notturno e della campagna e il resto del racconto.
Il ritmo passa da lento a veloce.

La prima parte, devo ammetterlo, è la mia preferita, e non solo per la sua atmosfera, ma per motivi personali, perché anch'io sono cresciuto nella campagna piemontese...

Questo periodo, se devo fare il critico, mi sembra un pò pesantuccio come termini:
"Le vie principali erano sterrate, in minima parte asfaltate, e le ultime coppie di buoi arrancavano su per stradine di ciottoli ingoiate da muri rastremati, trainando stoicamente bigonce zeppe di grappoli d’uva, pronti per essere pigiati."

Ho anche gradito molto il breve excursus sulla madre del protagonista, resa ben poco impressionabile dal proprio vissuto. Con pochi tratti hai delineato molto bene il personaggio (o la persona, se stiamo parlando della tua vera mamma !)

Sulla storia in sé farei notare, come altri hanno già detto, che l'uomo nero forse dovrebbe creare un pò più di tensione, essendo il fatto centrale, nonché la sorpresa finale.
Qui l'unico che lo prende sul serio è il cugino Marco... ed un pò il protagonista, ma solo di riflesso. L'ironia delle parolacce modificate (accidempolina, mulo, razzo) allenta ancora di più la già improbabile, minima inquietudine del lettore.

Insomma qui fa più paura la madre della ragazzina Anna ("Con le madri, nervose per giunta, non ci si discute" - altro momento ironico) che non l'uomo nero... Wink

Comunque il racconto è simpatico, per nulla pesante, e mi son divertito a leggerlo.

Grazie,
Enrico

PS - OT: sto scoprendo in questi giorni questa sezione dei racconti del forum, che in precedenza mi era sfuggita, ma probabilmente invece è la più bella ! Very Happy
Nipote di Pick e Inkyfhrd !
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