Crepuscolo su Arkham


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uljanka
Sua Luminosa Oscurità
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MessaggioInviato: Mer 02 Gen 2008 23:12 pm    Oggetto:   

Uljana Karlovna Bezymennaja

E’ ferma, con gli occhi serrati, cullata dal movimento della macchina. Sembra rassegnata, indifferente a quello che le sta succedendo attorno. Mugola sottovoce una specie di canzone.
La mano del reverendo si muove involontariamente a causa dell’ondeggiare della vettura, si posa sul suo ginocchio e causa un suo strillo.
- Ne trogaj! Svinja! Porciello!
Fissa negli occhi il sacerdote, poi si volta verso il finestrino. Canticchia un po’ più forte di prima.
Ehkh, dubinushka, ukhnem!
Ehkh, zelenaia, sama pojdet, sama pojdet!
Podernem, podernem,

Alla fine della strofa, con un grido sordo
“Ukhnem!”
Spinge la portiera, fa scattare la chiusura di sicurezza e fugge.
Lasciamoci inghiottire dalla folla, trasportare via, come da un fiume… chi mi troverà qui in mezzo? Chi mi prenderà?
Piano piano raggiunge l’altro capo del ponte. Ha perso il foulard e la scarpa destra. Getta via anche la sinistra e corre via, a gambe levate, corre verso la periferia, verso vie oscure, malfamate.
Sonechka non può rifiutarmi il piacere, dopo l’ultima volta.
Entra in un androne, sale una lurida scala, tra cumuli di sporcizia. Raggiunge una porta scrostata. Bussa con violenza.
- Otrkroj! Pomogi, Sonechka! Eto ja! Ulja. (sottotitolo- Aprimi, aiutami, Sonja! Sono Ulja!)
Apre la porta una fanciulla scarmigliata, con addosso una vestaglia indossata di fretta, al rovescio.
- Odnu minutku… (sott: aspetta un minuto) - sbadiglia.
La porta si richiude. Uljana aspetta. Esce dapprima un uomo, con un cappello floscio calcato in testa, che si sistema la patta dei pantaloni. Poi Sonja invita l’amica ad entrare.
E io, che sono Tenebra, altro non posso vedere se non la Luce, e perciò sono la Luce.

Quando qualcuno dice 'io non credo nelle fate' da qualche parte una fata ride e prepara il suo fucile.
ThomasMore
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MessaggioInviato: Ven 04 Gen 2008 17:22 pm    Oggetto:   

Thomas Howard Young

"Sergente Briggs, per l'amor del cielo, bisogna scappare!" la voce dell'ingegnere si fa sentire dal sedile posteriore. *C'è qualcosa di mostruoso in questa gente, qualcosa che sfugge a ogni logica... se non fosse assurdo, o forse proprio per questo, direi che dev'esserci un collegamento con Wirth, il vaso e quei mostri...* "La loro follia non è qualcosa che lei e i suoi uomini possiate controllare... si faccia strada con la forza o per noi sarà la fine!" Sempre più agitato Young afferra la sua vecchia arma, pronto a usarla per farsi largo nella folla inferocita. *Contro un numero di aggressori così grande le nostre possibilità sono poche... molto poche!* "Che aspetta, Briggs! Dia l'ordine prima che sia troppo tardi!"
Bran
servitore di due padroni
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MessaggioInviato: Sab 12 Gen 2008 19:48 pm    Oggetto:   

Philip Barkey

Il reverendo non ebbe nessuna reazione, la sua mente, troppo provata dagli eventi del pomeriggio, si rifiutava di comunicare con il resto del corpo. Spostava lo sguardo quasi con noncuranza sui volti degli altri passeggeri, guardò la strana donna uscire fuori e farsi largo tra la folla e poi gli agenti che attendevano sbigottiti un ordine del superiore.

Dentro il suo cuore sentiva freddo, un freddo antico e profondo, freddo e ...umido
Misericordia
"MR PISOLONE"
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MessaggioInviato: Lun 14 Gen 2008 21:56 pm    Oggetto:   

Uljana Karlovna Bezymennaja

"A breve pioverà, Uljana... forti e nere righe di acqua che si rovesciano dal cielo proprio come la notte in cui sei comparsa qui ad Arkham. Entra, siediti e scaldati mentre metto il samovar sul fuoco. Poi parleremo."


Dalla finestra che dà sulla strada, le due donne intravedono un uomo che sosta davanti all'androne. Ha una faccia strana, e non ha l'aria di essere un potenziale cliente. I lineamenti, in sé, non hanno niente di particolare; è l’espressione che intimidisce. E' una faccia segreta, la faccia di uno che sa molte cose e che può danneggiare il prossimo. La bocca leggermente storta, con gli angoli ripiegati all'insù, come se stesse assaporando un divertimento nascosto. Gli occhi, dietro gli occhiali a stringi-naso e senza montatura, brillano curiosamente, ma la luce è probabilmente dovuta al riflesso sulle lenti. Porta un completo scuro, un impermeabile e un malconcio cappello floscio. Sembra essere sui quarant'anni.

In lontananza, un rumore secco, come uno scoppio. L'uomo alza la testa, in ascolto. Si dà una scrollatina, stringe la cinghia dell'impermeabile e calca più a fondo il suo malconcio cappello sugli enigmatici occhiali. Con gesti affrettati estrae una pipa dalle tasche, con delle lunghe dita bianche preme per bene una presa tabacco nel fornello, accende un fiammifero e si allontana rapidamente sotto la prima pioggerellina, oltre la luce dei lampioni a gas.

Thomas Howard Young e Philip Barkey

"Sparate, maledizione! Sparate! Cristo Santo!". L'urlo di Briggs sovrasta la cacofonia della folla. Un rombo continuato echeggia attraverso i finestrini delle auto, mentre attorno le armi a tamburo iniziano a sparare. Figure appaiono al di là dei vetri appannati dal fiato dei poliziotti: subito dopo i proiettili esplodono negli abitacoli in una pioggia di frammenti, come comete con la coda di vetro. La strada fino al fiume è piena di uomini urlanti, invasati. Tanti da non riuscire a contarli. Sono appesi alle carrozzerie delle auto, strisciano come pipistrelli sulle facciate degli edifici, sciamano sempre più numerosi, giungendo dalle vie limitrofe.
Nell'auto di Barkey, uno degli attaccanti è quasi addosso al reverendo, mentre questi sembra in trance. Senza pensarci, l'ingegnere esce dall'auto davanti, strappa il fucile dell'agente davanti a lui e fa fuoco. L'arma spara dritto in faccia all'aggressore, scaraventandolo all’indietro.
L'ingegnere si copre subito il volto alla meglio in un istintivo gesto di difesa, ma il tremendo rinculo lo manda a sbattere contro la portiera. Ammicca, temporaneamente accecato dalla vicinanza dell’esplosione, sforzan­dosi di rimettere a fuoco lo sguardo. Lo scoppio gli rintrona ancora nelle orecchie. Nel caos, Briggs viene trascinato fuori dal posto di guida, dozzine di mani ricurve come artigli tese verso di lui, strette intorno alle caviglie. Le urla del sergente durano pochi secondi, prima che scompaia inghiottito dalla folla. Le detonazioni illuminano il caos, incenerendo un assalitore dopo l’altro. I feriti inciampano l’uno con l’altro, mandando squittii impazziti. Sembrano grida di rabbia più che di dolore

D'improvviso, una violenta esplosione riecheggia dalla riva del Miskatonic, e si ripete a intervalli regolari come il suono di un immenso gong. La calca si ferma, come in attesa.
uljanka
Sua Luminosa Oscurità
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MessaggioInviato: Gio 17 Gen 2008 17:42 pm    Oggetto:   

- Eto o-on? (E' lui?)
Uljana guarda il viso dell'amica. Attende una risposta.
- Nn-njet... nikogda ne vidala...(No, mai visto).
Sonja rovista tra i tizzoni della stufa e ne sceglie alcuni, ancora ardenti, per alimentare il fornelletto del samovar'.
- A vzryv-to, uslyshala? (Hai sentito lo scoppio?)
Sonja fa cenno di no. Versa l'acqua nel recipiente di rame e si mette a sedere

- Nu, skazhi mne, chudachka... zachem polizija tebja uvozila? (Dimmi allora, strana ragazza, perchè la polizia ti portava via?).
Uljana la guarda senza rispondere nulla, con espressione quasi ebete.
*Cosa le dico? Come le spiego? Devo dirle che gli Eterni si sono infuriati? Che capirebbe lei?
Sonja sbuffa, fa un cenno di stizza con la mano e poi torna ad occuparsi del samovar', contemplandone il gonfio ventre metallico come una zingara guarda la sua sfera di cristallo.
Uljana scatta in piedi, gli occhi sbarrati.
- Ssschas... Ja.. pomnju... pomnju gde ego uvidela...! ( Ora mi ricordo, ricordo dove l'ho visto!).
- Chto ty? S'uma skhodisch'?( Che c'è? Sei impazzita?) .
- Pomnju, pomnju... on byl u professorskogo doma... na ulice... tri dnja nazad. (Ricordo, ricordo... sostava fuori dalla casa del professore, tre giorni fa!)
.

Il samovar borbotta. Uljana comincia a frugare sotto il letto dell'amica, cerca qualcosa di cui conosce bene il nascondiglio, visto che è stata lei a nasconderla. Estrae un fagotto lungo poco meno del suo avambraccio.

- Ty naverno s uma soshla! (Sei proprio impazzita) Sussurra Sonja in un sol fiato.
- Ja dolzhna... idti! (Devo andare!) - singhiozza Uljana, stringendo le spalle dell'amica, scuotendole.
Sonja cerca di fermarla, si accapigliano, infine Uljana si stacca e fugge giù per le scale. La voce della sua compagna la insegue, sempre più smorzata.
- Kuda ty! Pozdno uzhe! I dozhd' idet! (Dove vai, è tardi! e piove!)
E io, che sono Tenebra, altro non posso vedere se non la Luce, e perciò sono la Luce.

Quando qualcuno dice 'io non credo nelle fate' da qualche parte una fata ride e prepara il suo fucile.
ThomasMore
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MessaggioInviato: Ven 18 Gen 2008 0:06 am    Oggetto:   

Thomas Howard Young

L'ingegnere si guarda attorno con gli occhi sbarrati dalla paura. Dopo il colpo gli spasmi dei polmoni doloranti per la fame d'aria non bastano a sptrappargli l'arma di braccio. Vi si aggrappa con forza, con ogni fibra del suo vecchio corpo, mentre osserva il branco selvaggio in attesa *...la calma folle di chi aspetta un nuovo sfogo.*
Usando quel poco di razionalità che sembra sorreggerlo meglio della spina dorsale, il vechio studioso afferra il reverendo per la giacca e lo trascina fuori dalla vettura. "Philip, reagisci amico mio! Non avremo un'altra possibilità per scappare, dobbiamo muoverci! Subito!"

Mentre ancora grida queste parole, Young prende l'amico per un braccio e inizia a dirigersi verso l'edificio più vicino, al riparo dalla massa inferocita. Non riesce a concentrarsi su altro all'infuori della fuga, il fucile nella sua destra pende lungo il fianco mentre la sinistra trascina con sé il reverendo.
Bran
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MessaggioInviato: Ven 18 Gen 2008 10:06 am    Oggetto:   

Philip Barkey

Il tremendo fragore dell'esplosione strappa il reverendo dalla sua apatia, non ha nemmeno un istate per rendersi conto della situazione che già si ritrova fuori dall'auto sorretto e trascinato dall'ingegnere.
I suoi polmoni si riempiono d'aria tutto in una volta, come quando si riemerge da una lunga apnea. Le narici vengono invase dall'odere del ponte: quello dolciastro e rancido della folla inferocita e quello caldo e pungente dell'esplosione. Finalmente riesce a reggersi da solo e si stacca dalla presa dell'amico.

"Thomas, fuggiamo da questo luogo di follia, andiamo verso casa mia, devo pensare a mia figlia!"

Il pensiero della figlia, prima esiliato dalla sua mente, ritorna con forza a riempirla. La sua mano cerca e stringe la fotografia di lei custodita nella tesca.

*Devo subito andare da lei, questa follia non la deve toccare.....poi dovrò abbandonarla perchè la mia parte in questa faccenda non è ancora finita....e la follia mi seguirà, sempre dietro di me, sempre dento di me.*
Misericordia
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MessaggioInviato: Sab 19 Gen 2008 19:47 pm    Oggetto:   

Thomas Howard Young e Philip Barkey

Il panico cieco dura quasi un minuto, dopo di che Young si ritrova con la schiena contro un edificio, spossato per la lotta sostenuta contro i suoi muscoli; rivoletti di sudore ghiacciato scorrono veloci lungo tutto il suo corpo. Si sforza di rilassarsi e di valutare la situazione, e scopre di possedere ancora sufficiente controllo; cerca di allentare la tensione dei muscoli, e di respirare lentamente e profondamente, riuscendo così a riacquistare la capacità di pensare in modo razionale.
Sbirciando al suo fianco si accorge che Barkey sembra alienato; il solo segno di vita è un tremore quasi impercettibile dei muscoli facciali, mentre in mano stringe con violenza una foto della figlia.

Sul ponte, si staglia nitida un'unica sagoma maschile, separata dalla folla.

Uljana Karlovna Bezymennaja

Uscendo, Uljana intravede la figura dell'uomo, diretta verso il fiume. Corre il più in fretta possibile, alzando piccoli sbuffi d'acqua dall'acciottolato fino alle caviglie. Corre, ma è come se fosse immersa nel miele fino alla vita.
L'uomo imbocca il ponte, e la ragazza spalanca gli occhi quando tutto attorno degli uccelli si alzano in volo a centinaia, silenziosamente, e che le loro ombre scivolano sinuose sulla strada. Mentre guarda, alcuni ritardatari alzano il muso in aria, ondeggiano incerti per qualche istante, poi si sollevano per unirsi allo stormo circolare dei loro compagni. Fuggono.

Thomas Howard Young, Philip Barkey e Uljana Karlovna Bezymennaja

Appoggiato alla balaustra, l'uomo osserva immobile, in attesa. Osserva l'acqua, con la pipa chiusa fra le mani a coppa, per difendere il fornello dai colpi di vento che ululando, chi sa da dove, si infilano nella fuga delle vie attorno.
Dalla riva fangosa delle urla rimbombano come ripetute da mille echi, senza che se ne riesca a localizzare la provenienza precisa. Sotto la superficie, qualcosa si muove pigramente disegnando una spirale, come una creatura mitologica svegliatasi da un sonno di millenni.

Le voci continuano a echeggiate. Appartengono a Bremen e Armitage.
uljanka
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MessaggioInviato: Ven 25 Gen 2008 16:49 pm    Oggetto:   

Uljana Karlovna Bezymennaja

*Troppo densa l'aria. Non è aria questa. E falsi uccelli volano in un falso cielo.
Tende le dita quasi a volere accarezzare uno degli uccelli in volo. Si ritrova in mano un lurido foulard. Lo straccio scivola a terra e si gonfia d'acqua.
*Acqua fasulla sgorgata dal Nulla. False correnti che muovono il Niente.
Attraversando il ponte guarda il fiume, fissa il moto ipnotico dei mulinelli. Qualcosa di metallico balugina nella sua mano. Lo nasconde sotto il soprabito.
*Ma questo è vero, e la tua carne è vera. E cosa sarà più resistente, gentile signore?

Lotta contro l'invisibile melma in cui è invischiata ma avanza inesorabilmente verso l'uomo con la pipa. Lo vede assorto nella contemplazione dell'acqua, nell'ascolto dell'ullato del vento, ma sa benissimo che non è affatto distratto, che sta seguendo ogni movimento da lei compiuto.
Muove verso di lui, si piega per farsi strada in quell'innaturale bufera. E' a pochi passi dallo sconosciuto. O almeno così sembra. Muove un passo ancora e si ritrova al punto di partenza, all'inizio del ponte.
*E' un gioco dunque, ma anch'io conosco le regole.
Si accomoda qualcosa nella tasca interna dell'impermeabile, poi chiude gli occhi, rivolge la faccia verso l'alto, lasciando che la pioggia le ricopra il viso. Alza le mani a coppa all'altezza dello sterno e cammina così, come una sonnambula. Il passo si fa più veloce, più energico.
Il rumore dei suo tacchi risuona amplificato fino a coprire ogni altro suono.
Si ferma all'improvviso, il fumatore è a una spanna da lei. Lo fissa negli occhi.
E io, che sono Tenebra, altro non posso vedere se non la Luce, e perciò sono la Luce.

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ThomasMore
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MessaggioInviato: Mar 29 Gen 2008 17:26 pm    Oggetto:   

Thomas Howard Young

Uscito dalla folla, l'ingegnere riesce a riacquistare un po' di controllo. La posisizione che hanno raggiungto sembra garantire una certa copertura per lui e, soprattutto, per l'amico ancora confuso. Le grida del professor Bremen e di Armitage lasciano svanire la paura per fare posto a una rabbia crescente *Perché quei due stupidi non sono fuggiti?! Perché?* ma il senso di colpa per averli abbandonati brucia più di quanto voglia ammettere.
Come per punire sé stesso, il vecchio Young osserva la scena con macabra curiosità mentre attende immobile gli eventi. *Non c'è nulla che io possa più fare... nulla!*. Il fucile pende silenzioso al suo fianco mentre la mano che lo stringe artiglia il legno dell'impugnatura.

*Cosa vuol fare adesso quella donna?*
Bran
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MessaggioInviato: Dom 03 Feb 2008 14:18 pm    Oggetto:   

Philip Barkey

"Chi è quell'uomo Tom? Quello laggiù in mezzo al ponte!

Il Reverendo è scosso da ondate di sentimenti diversi: Paura per se stesso e per la figlia, Rabbia verso gli esseri che le hanno attaccati, il desiderio di fuggire e di affrontare il nemico si alternano nel suo cuore.

"Vieni Tom, raggiungiamo quell'uomo! Quest'incubo è senza fine, dobbiamo trovare una via d'uscita prima di perdeci in esso!"

La sua mano destra scivola nella tasca della giacca, sfiora appena la foto della figlia e va a stringersi su qualcosa di freddo.
Philip Barkey estrae la pistola e si dirige a passa risoluti verso la figura in mezzo al ponte!
Nipote di Pick e di Julia ///
-Riuscite a vedere qualcosa?-
-Sì, cose meravigliose-

Lord Carnavon & H. Carter, 26 novembre 1922
uljanka
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MessaggioInviato: Mar 17 Giu 2008 13:56 pm    Oggetto:   

Si avvisa il tenutario di questo Gioco di Ruolo che uno degli Antichi è sfuggito alla sua custodia e si aggira furtivo per il dormitorio dei Serpeverde.

Richiamando la sua attenzione sull'increscioso fatto invitiamo il Signor Misericordia a un più accurato controllo delle sue creaturine.

Grazie
E io, che sono Tenebra, altro non posso vedere se non la Luce, e perciò sono la Luce.

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