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bandana
Piratessa
Messaggi: 1047 Località: Shipwreck Cove
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Inviato: Mar 15 Apr 2008 19:59 pm Oggetto: |
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Ciao,
rieccomi con una delle mie domande strane
Quando scrivi, penso che ti venga naturale, è perchè te lo senti...ma mentre scrivi, che sia racconto o romanzo, come capisci che potrà avere successo, o perlomeno che potrà venire pubblicato?
Io penso che lo scrivere storie sia per divertimento ma anche per rendere partecipi a più persone di un qualcosa di proprio...ma quando scrivo ho come la paura, la sensazione, che sarà inutile perchè non penso a una possibile pubblicazione...
Cosa puoi dirmi in proposito?
..e tutto precipita nell’insignificanza alla luce del fatto che la mia nave è scomparsa ancora una volta! Comprendi?
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Inviato: Mer 16 Apr 2008 0:16 am Oggetto: |
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Inviato: Mer 16 Apr 2008 15:40 pm Oggetto: |
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bandana ha scritto: | Ciao,
Quando scrivi, penso che ti venga naturale, è perchè te lo senti...ma mentre scrivi, che sia racconto o romanzo, come capisci che potrà avere successo, o perlomeno che potrà venire pubblicato?
Io penso che lo scrivere storie sia per divertimento ma anche per rendere partecipi a più persone di un qualcosa di proprio...ma quando scrivo ho come la paura, la sensazione, che sarà inutile perchè non penso a una possibile pubblicazione...
Cosa puoi dirmi in proposito?
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Donc, questo se vogliamo capita anche capitolo per capitolo. Basta lasciarlo fermentare per un po', e rileggerlo con animo distaccato. Se ti prende allora funzione, se lo trovi noioso qualcosa non va. Essenzialmente una delle cose più difficili per un autore è l'autocritica e l'automutilazione.
Proprio ieri ho distrutto il capitolo 3 di Estasia3 e non ne sono per nulla felice. Ho buttato via in 3 secondi 2 serate di lavoro. Ma quel capitolo non mi piaceva, appariva come un cerotto nel romanzo. Non funzionava. Ergo, ZAC!
Idem per un romanzo intero. Il consiglio è quello di farlo leggere a qualcuno, evitando le persone che sai che non potrebbero essere oggettive (e.g. parenti e amici buoni, ok per quelli str***i )
Infine, la ricetta del bestseller non esiste, purtroppo.
Ciao,
Francesco |
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bandana
Piratessa
Messaggi: 1047 Località: Shipwreck Cove
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Inviato: Sab 19 Apr 2008 17:14 pm Oggetto: |
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Grazie per la risposta, Francesco, la penso anche io così ..e tutto precipita nell’insignificanza alla luce del fatto che la mia nave è scomparsa ancora una volta! Comprendi?
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Pawin
Balrog
Messaggi: 1023 Località: Sardegna
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Inviato: Gio 15 Mag 2008 20:08 pm Oggetto: |
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leggerò estasia prima o poi. anche se qualcosa mi ha spaventato leggendo la trama.. chissà cosa poi..non ricordo.
ho un problema.
devo fare una pseudoricerca (non so nemmeno da che parte darmi) sull'eroismo ma ci sono tanti tipi diversi di eroe..
addirittura, ho pensato ai miei libri ma non sono riuscita ad inquadrare in quel modo nessun personaggio, per capire di chi devo parlare!
perciò mi chiedo Che cos'è un eroe? che caratteristiche deve avere?
anzi, lo chiedo a tutti voi perchè preferisco sentire il punto di vista di uno scrittore (per quanto certa gente continui a dirmi che la letteratura è morta da tempo.. ).
come vedete l'eroe?
grazie in anticipo! temo che passerà qualche giorno prima che possa ritornare nel forum..
naturalmante parlo anche di eroine! mi sembra pure giusto |
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Inviato: Ven 16 Mag 2008 17:42 pm Oggetto: |
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Domanda complicata. Innanzi tutto prima di creare un eroe devi strutturare un buon personaggio. Aspetto fisico, carattere, atteggiamento, dialoghi. Quindi Il personaggio, a prescindere dal suo scopo ai fini della storia, attraverserà il suo dramma. "Dramma" inteso come azione, i.e. superamento degli ostacoli.
Nel caso della scelta della tipologia dell'eroe, quello dipende da te e dalla storia che vuoi creare. Esistono i "predestinati" ma ciò non vuol dire che la cosa sia più semplice, specie se questa sorta di "predestinazione" viene subita dal protagonista. Esistono gli eroi classici, quelli che attraversano una crescita psicologica nella trama, quelli infine catalogati come "antieroi" nel senso che non rispecchiano le caratteristiche basilari dell'eroe.
Un esempio nel mio libro è Danny, un "predestinato" che percorre un cammino interiore verso la conoscenza della propria identità, giungendo perfino a odiarla. Oppure Bolak, un antieroe che non appare come un guerriero alto due metri tutto-muscoli, dato che è solo un uomo lucertola di 1.20 cm con diverse pecche fisiche e caratteriali. Tuttavia sarà lui a risolvere molti punti chiave del romanzo e a portare avanti il "dramma".
Un eroe infine deve essere il più possibile sfaccettato. Il suo carattere deve emergere, sia nei suoi lati positivi sia in quelli negativi, nei punti di forza e nelle debolezze.
Attenti al tema "antieroe" che ormai vedo fin troppo sfruttato e sta diventato un cliché quasi quanto l'eroe classico. L'importante, a mio avviso, è che il protagonista esca dalle pagine del libro e sia credibile.
Ciao,
Francesco |
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Pawin
Balrog
Messaggi: 1023 Località: Sardegna
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Inviato: Sab 17 Mag 2008 20:13 pm Oggetto: |
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Bolak ha scritto: | PAWIN ha scritto: | leggerò estasia prima o poi. anche se qualcosa mi ha spaventato leggendo la trama.. chissà cosa poi..non ricordo.
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addirittura spaventato? |
non ricordo il motivo ma è così perciò aspetterò qualche tempo prima di leggerlo. ad esempio ho letto il ritratto di dorian gray quando ero troppo piccola e l'ho dovuto mettere da parte perchè mi sembrava di essere contaminata anche io da lord Henry (forse mi immergo troppo in ciò che leggo..). Sono state delle giornate nere. Poi l'hanno scorso l'ho ripreso e non ho sentito più nulla (non so se per fortuna o no).
grazie per l'aiuto. Quello che sto imparando mi servirà sia ora per la scuola, sia per quando prenderò di nuovo la penna in mano.. |
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Inviato: Mar 20 Mag 2008 10:14 am Oggetto: |
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PAWIN ha scritto: |
non ricordo il motivo ma è così perciò aspetterò qualche tempo prima di leggerlo. ad esempio ho letto il ritratto di dorian gray quando ero troppo piccola e l'ho dovuto mettere da parte perchè mi sembrava di essere contaminata anche io da lord Henry (forse mi immergo troppo in ciò che leggo..). Sono state delle giornate nere. Poi l'hanno scorso l'ho ripreso e non ho sentito più nulla (non so se per fortuna o no).
grazie per l'aiuto. Quello che sto imparando mi servirà sia ora per la scuola, sia per quando prenderò di nuovo la penna in mano.. |
Ah, spero davvero che Estasia non ti faccia lo stesso effetto di Dorian Gray, o comunque che non ti senta contaminata da Bolak (visto che è un uomo lucertola )
Bene, in bocca al lupo, in attesa di qualche tuo scritto interessante
Ciao,
Fra |
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Okamis
Rufus in tabula
Messaggi: 2902 Località: Lago Maggiore; ma la sponda giusta, eh!
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Inviato: Ven 18 Lug 2008 18:55 pm Oggetto: |
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Ciao Francesco.
Eccomi infine qua a porti il mio famoso quesito. Scusa il ritardo, ma mi stava proprio per passare di mente (ultimamente è già tanto se mi ricordo di vestirmi prima di uscire di casa...).
Dunque, la mia curiosità è la seguente (scusa se parto dalla lontana...).
Quando un annetto fa circa ho letto il primo volume di Estasia ammetto che lo considerai una buona lettura, ma incapace di appassionarmi davvero. Non perchè il libro fosse malvagio (anzi tra i Fantasy italiani che avevo letto sino a quel momento era senz'altro il migliore) quanto perchè anagraficamente quello non era il mio target. I temi, in particolare, presentavano un buonismo di fondo che non mi appartiene.
Poi è arrivato il secondo volume e la storia è cambiata. Per quanto ritenga che il target sia rimasto grosso modo lo stesso, ho notato una maggiore maturità e complessità nei temi, così come nella forma (cosa non sempre scontata tra il primo e il secondo libro di uno scrittore ). La cosa ovviamente mi ha fatto molto piacere, tanto che il mio grado di apprezzamento della serie è aumentato di molto (voglio essere sincero, quando comprai "Il sigillo del triadema" dentro di me mi dicevo "se è come il primo il terzo lo lascio sullo scaffale", ma questo è un discorso che faccio con tutti i libri che acquisto XD).
E finalmente giungiamo al nocciolo della questione. Ambientazione a parte, i due volumi di Estasia sono molto diversi fra loro, non agli antipodi, ma poco ci manca. Insomma per una volta tanto non mi sono trovato davanti al cosiddetto "more of the same", per mia grande gioia ovviamente. Mi chiedevo quindi come fosse stato accolto il secondo volume dai tuoi editor e in generale dalla tua casa editrice. Quanto forte è stata la percezione del rischio ("editorialmente" parlando) nel decidere di pubblicare un'opera così diversa da quella originale, con l'ovvio rischio di scontentare da una parte il tuo pubblico originario e dall'altra di passare inosservato davanti a quello potenzialmente nuovo?
Correlato a ciò, quanto è cambiato (e se possibile in cosa) il tuo stile grazie all'apporto del tuo/tuoi editor (ammetto di non sapere minimamente chi sia/siano, a differenza di altri scrittori )?
Grazie mille, e scusa la prolissità. "Gli uomini veri non ballano. Stanno seduti, sudano e imprecano." (Bill Hicks)
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Inviato: Lun 21 Lug 2008 16:01 pm Oggetto: |
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Okamis ha scritto: |
E finalmente giungiamo al nocciolo della questione. Ambientazione a parte, i due volumi di Estasia sono molto diversi fra loro, non agli antipodi, ma poco ci manca. Insomma per una volta tanto non mi sono trovato davanti al cosiddetto "more of the same", per mia grande gioia ovviamente. Mi chiedevo quindi come fosse stato accolto il secondo volume dai tuoi editor e in generale dalla tua casa editrice.
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Grazie mille per il commento e vengo subito al tuo quesito, spiegandoti come sono andati i fatti.
Nel 2005 ho ripreso in mano la storia di Estasia, che avevo scritto e abbandonato del 1990. All’inizio mi ero posto l’idea di riportarla sul pc, poi ho deciso di modificarla e renderla più corposa aggiungendo nuove storie e personaggi (cosa che ha creato – come alcuni lettori hanno notato – una disomogeneità tra la prima e la seconda parte di E1).
Prima che il primo libro di Estasia uscisse in libreria, ho iniziato a scrivere il continuo. Volevo migliorarmi nella scrittura e al contempo desideravo una storia più complessa. Così è nato lo storyline di E2, e gli spunti su E3.
Quando la casa editrice l’ha visionato, si è accorta che il target del libro era un po’ più alto del primo volume, benché entrambi siano orientati a un pubblico di ragazzi. Tuttavia non ha voluto cambiare nulla, né mi ha obbligato a velare parti un po’ più ostiche come la sedia elettrica.
Solo un capitolo è stato eliminato perché abbiamo valutato che fosse troppo forte e onirico, riguarda la follia di Beltane. Se vuoi leggerlo sta qui.
Okamis ha scritto: |
Quanto forte è stata la percezione del rischio ("editorialmente" parlando) nel decidere di pubblicare un'opera così diversa da quella originale, con l'ovvio rischio di scontentare da una parte il tuo pubblico originario e dall'altra di passare inosservato davanti a quello potenzialmente nuovo?
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Non mi sono posto questo quesito quando scrivevo, e non so dirti se sia stato un bene o un male. La storia è nata in modo spontaneo. Ma non hai tutti i torti. Alcuni lettori di Estasia1 (benché fossero cresciuti di due anni) sono rimasti un po’ sorpresi dalla virata del secondo volume. Non tanto per la storia che si fa più complessa, quanto per il fatto che manca un lieto fine. Ricordo un ragazzo che mi ha quasi minacciato durante una presentazione
Per l’altro pubblico, quello che ha letto Estasia1 e che ha deciso di lasciar perdere il seguito reputandolo uguale al primo, non so che dirti. Chi mi assicura che gradirebbero E2? Preferisco un lettore soddisfatto a uno deluso, anche se, dati alla mano, Estasia2 sta andando bene quanto il primo, ma non so valutare se esiste una differenza di età tra i due volumi. Infine, esistono strumenti “popolari” (come anobii, bol, ibs) dove si possono leggere i commenti e le opinioni e farsi un’idea.
Okamis ha scritto: |
Correlato a ciò, quanto è cambiato (e se possibile in cosa) il tuo stile grazie all'apporto del tuo/tuoi editor (ammetto di non sapere minimamente chi sia/siano, a differenza di altri scrittori )?
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Il fatto che Estasia 2 sia diverso dal primo, così come lo sarà il 3 e Prodigium (in cui è assente la vena didascalica) credo sia la conseguenza di una crescita personale che mi sono posto come obiettivo, ma che in parte deriva da una naturale evoluzione. Gli editor mi hanno aiutato molto evidenziando le pecche sul mio stile, ognuno con metodi diversi, ma è avvenuto sia in Curcio che in Asengard. Al contempo ho cercato di migliorarmi sia con manuali di scrittura creativa, ma soprattutto con la lettura.
Ciao,
Francesco |
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Okamis
Rufus in tabula
Messaggi: 2902 Località: Lago Maggiore; ma la sponda giusta, eh!
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Inviato: Lun 21 Lug 2008 16:23 pm Oggetto: |
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"Gli uomini veri non ballano. Stanno seduti, sudano e imprecano." (Bill Hicks)
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Inviato: Lun 21 Lug 2008 16:52 pm Oggetto: |
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Beh, sinceramente non me lo aspettavo. Forse quel personaggio ha convinto di più i lettori di me.
Ora capisco perché la Rowling ci ha fatto felici con un finale alla walt disney. Il cattivo finale condito con tristezza è impopolare.
Comunque, quando ho scritto l'ultima parte di E2 avevo già in mente cosa sarebbe successo in E3 e tutto lo sviluppo della trama.
Per trasparenza, adesso che sto in fase finale della prima stesura, ammetto che era prevista un'ennesima morte (ma non è l'unica...) che poi ho deciso di evitare solo perché non era funzionale alla storia.
ciao,
Francesco |
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Inviato: Ven 28 Nov 2008 17:47 pm Oggetto: |
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Dovremmo fondare una gilda di scrittori, che va in giro per le foreste di notte a bere birra e guardare la nebbia che sale dalla terra |
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Inviato: Ven 28 Nov 2008 18:30 pm Oggetto: |
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Walter Reali ha scritto: | Dovremmo fondare una gilda di scrittori, che va in giro per le foreste di notte a bere birra e guardare la nebbia che sale dalla terra |
meglio andare per conto proprio, più divertente, più ispirazione, più atmosfera.Dove c'è molta luce, l'ombra è più nera (J.W.G.) |
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