Le diverse facce del Fantasy


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Autore Messaggio
Kamaji
«Nazgul»
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MessaggioInviato: Mar 27 Mag 2008 0:00 am    Oggetto: Re: Le diverse facce del Fantasy   

Okamis ha scritto:
...
Siete dell'opinione che una tale semplificazione banalizzi un genere in verità ricolmo di sfumature? Oppure ritenete che prima o poi tali differenza possano essere recepite anche dalla maggioranza dal pubblico (un po' come è successo al thriller e al romanzo giallo)?


Alla prima domanda rispondo quindi no, se si parte dall'idea che una semplificazione è solo indicativa e non le si dia troppo peso.

Alla seconda domanda rispondo, credo di no. Piuttosto, come sempre, il lettore del genere tenderà a documentarsi mentre a chi legge sporadicamente del fantasy, magari poco importerà dell' approfondimento.
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Okamis
«Rufus in tabula»
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MessaggioInviato: Mer 28 Mag 2008 18:59 pm    Oggetto:   

Citazione:
"Infine, il romanzo ad ambientazione fantasy altro non è che un genere dove viene descritto un mondo totalmente indipendente dal nostro (come nel Fantasy), ma dove i personaggi ragionano e si interrelazionano fra loro con la mentalità della nostra di realtà"


In che senso? Non credo di capire. E se ho capito non concordo!


Quello che intendo dire è che il romanzo Fantasy (in tutti i suoi sottogeneri) prevede la descrizione di una realtà diversa dalla nostra. Diciamo, per banalizzare, un altro pianeta dove vivono creature (umane e/o non) che non hanno alcuna cognizione dell'esistenza del nostro pianeta, e pertanto non ne vengono influenzate. Tuttavia, proprio per tale ragione, gli abitanti di questa realtà alternativa ragioneranno e avranno un sistema di valori che dipenderà dalla storia fittizia ideata dallo scrittore. Per tanto non è raro nel fantasy trovare protagonisti descritti come uomini buoni (sto sempre semplificando Wink ) che però talvolta si lasciano ad affermazioni che nella nostra realtà risulterebbero assurde, o politicamente scorrette: personaggi che disquisiscono della schiavitù come la cosa più naturale del mondo, altri che assistono a un linciaggio senza battere ciglio, oppure che reputano alcune razze come inferiori ecc.

Nel romanzo ad ambientazione fantasy invece i personaggi sembrano ragionare per lo più con la nostra scala di valori. Ti faccio un esempio. Nelle Cronache del Mondo Emerso di Licia Troisi, Sennar durante il suo viaggio sulla Demone Nero dice di sentirsi in "classe economica". Ovviamente un simile concetto in un mondo di stampo medievale è assolutamente fuori luogo. Nel romanzo ad ambientazione fantasy, pertanto, l'insieme di creature magiche o di città fantasiose funge solo da scenografia, mentre il vero obbiettivo dell'autore è descrivere una piacevola storia avventurosa (ma non è una regola fissa questa).

Sottolineo però che questo non è un giudizio di qualità. Esistono romanzi ad ambientazione fantasy validissimi (come alcuni capitoli di Shannara... anche se gli ultimi libri sono un po' scadenti, ma questa è una considerazione personale XD). Ovviamente andrebbero fatto molte altre considerazioni, ma credo che quanto scritto possa essere un discreto sunto della questione.

Comunque quello che intendevo dire quando ho aperto questo topic non era che chi si affaccia al fantasy debba per forza essere un critico capace di distinguere un romanzo di epic fantasy da uno di steam punk (anche se in questo caso la differenza è abbastanza palese XD), ma soltanto sottolineare come negli ultimi anni opere palesemente non fantasy (come il già citato 300) vengano invece proposte proprio come appartenenti a questo genere, soltanto perchè ultimamente va di moda. E' anche il caso di uno dei più bei film fantastici degli ultimi anni (almeno per quanto mi riguarda): Il labirinto del fauno, ambientato nella Spagna della prima metà dello scorso secolo e passato come fantasy pur appartenendo al genere fantastico.

PS @ Negrorè: per caso oggi sono capitato su un tuo vecchio commento a Pentar e ho notato che alla fine la tua spiegazione della differenza tra Fantasy e Fantastico non è molto dissimile dalla mia... A saperlo non facevo tutta questa fatica XD. Nei prossimi giorni vedrò poi di leggere quel tuo articolo che mi hai segnalato.
frankifol
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MessaggioInviato: Mer 28 Mag 2008 19:41 pm    Oggetto:   

Ho capito...non concordo. L'esempio che fai sulla troisi lo trovo poco calzante, in quanto lo vedo come un grosso svarione dell'autrice, uno di quelli che fa crollare l'ambientazione.
Ed è appunto questa, che per me è il fulcro di tutto. E' l'ambientazione che crea il sistema di valori. Se un'ambientazione di fantasy classica produce un sistema di valori che collima con il nostro non trovo la cosa strana e non ci vedo un genere diverso. Tanto più che il 99% della produzione fantasy alla fine si riduce nella lotta buono cattivo, bene male. Un concetto abbastanza semplice.
E poi diciamolo, lo scrittore è un umano, è produrrà cmq sistemi umani. Non si scappa. Sono come le lenti di kant.
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Ewn Garabandal
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MessaggioInviato: Gio 29 Mag 2008 0:48 am    Oggetto:   

Credo che per rispondere al tuo quesito bisogna andare alla radice di cosa si intende per fantasy: tu hai proposto come base iniziale la creazione di mondi "diversi" e alteri rispetto al nostro. Io, personalmente, interpreto la parola fantasy nella sua accezione italiana, molto più intuibile a pelle, ossia: racconto in parte o completamente con accezzioni fantastiche.
Meglio ancora; racconto favoloso.
Se interpreti fantasy in questa maniera, puoi distinguere la narrativa "comune" da quella "fantasy" in base al fatto che i fatti narrati siano, in qualche maniera, irrealizzabili o a-storici.
Così anche una novella dei Grimm è fantasy, ma l'aggettivo fa meno paura se viene, italianamente interpretata, come: racconto favoloso.

Poi le distinzioni dei sottogeneri lasciano il tempo che trovano; chiaramente un racconto epico/storico è diverso da uno fantascientifico, ma piuttosto che perdersi nei meandri di specifiche che poi diventano spesso criptiche e superficiali, mi astengo dall'analizzare i generi ad uno ad uno.

Ad esempio; che senso ha stabilire il genere "fantasy per ragazzi"?
Harry Potter è un fantasy per ragazzi o può rientrare anche in altre categorie (considerando poi l'evoluzione dello stile da un libro all'altro)?
frankifol
«Balrog»
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MessaggioInviato: Gio 29 Mag 2008 8:43 am    Oggetto:   

per quanto mi riguarda, credo che la definizione dei sotto generi del fantasy abbia molto senso. Dire che un romanzo è high fantasy (erikson) o fantasy classica (brooks), permette subito di far capire di che si tratta. Ancora più senso ha la distinzione in fantasy "adulto" e fantasy per ragazzi.
Settima proposizione - Il resto è conseguenza
Okamis
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MessaggioInviato: Gio 29 Mag 2008 9:26 am    Oggetto:   

Perfettamente d'accordo con la tua ultima affermazione Frankinol. Certo, per buona parte dei lettori sapere la differenza tra i vari sottogeneri può sembrare inutile (e in parte lo è per il puro piacere di lettura). Ma quando si parla di veri e propri generi la cosa cambia. Se io leggo il riassunto di un libro che mi viene presentato come fantasy e poi scopro che appartiene al genere fantastico, mi sento preso in giro. Poi magari si tratta comunque di un libro fantastico, ma resta il fatto che mi è stata fornita un'informazione sbagliata. E visto che ci tengo a miei soldi gradirei il massimo della precisione da parte di chi mi propone un libro.

Riguardo a quanto scritto da Ewn mi trovo invece in disaccordo. Come avevo scritto nel mio precedente intervento, le differenze tra fantasy e romanzo ad ambientazione fantasy non si limitano alla tipologia delle relazioni umane ideate dallo scrittore. Ci sono moltissimi parametri da prendere in considerazione: tematici, stilistici ecc. Quella da me presentata era solo la differenza più palese. Inoltre dissento dalla tua interpretazione del concetto di fantasy. Con una semplificazione come quella da te proposta allora anche "Sogno di una notte di mezza estate" di Sheakspeare diventerebbe un'opera fantasy solo perchè compaiono fate e folletti. Posso accettare l'omologazione dei sottogeneri sotto un'unico termine più generico, ma non posso accettare la fusione di generi completamente diversi come quelli di Fantasy, Fantastico e Favola (e aggiungerei anche Fiaba, che non è un sinonimo di Favola). Questi generi si distinguono infatti per gli obbiettivi completamente diversi che si propongono e una loro "fusione" sarebbe un grosso errore. La mia paura è che se continueremo a semplificare le nostre idee di "genere" (attenzione: qui non sto parlando di sottogeneri) correremo il rischio di semplificare anche la materia trattata in fase di scrittura.
Domenico Marino
«Nano»
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MessaggioInviato: Ven 30 Mag 2008 0:20 am    Oggetto:   

Avendo studiato a lungo e per vari motivi il fantasy dal punto di vista della critica e della teoria della letteratura, devo dire che non condivido assolutamente le tue suddivisioni e definizioni, Okamis. Fantasy, criticamente, può avere un'applicazione molto più ampia di quanto tu sostieni, mentre Fantastico è di soito riservato a un'ambito molto più ristretto. Tu poi parli di "obiettivi" propri di un genere, e benché quella di distinguere i generi sulla base dello "scopo" che si prefiggono sia un'idea diffusa in certi autori, non regge come criterio pratico di classificazione, e soprattutto può portare a pericolose "ideologizzazioni" (di cui il Fantasy ha già sofferto abbastanza).
In effetti, una definizione univoca di Fantasy è difficilissima da dare. Ne esitono mote, e tutte diverse. Stando così le cose, che senso ha lamentarsi perché libri o film vengono presentati secondo una definizione di fantasy o fantastico che non rispecchia la tua definizione personale? Very Happy Tra l'altro, quelle presentazioni sono dirette al lettore o spettatore medio, a cui non interessa il discorso tecnico o critico e si vuole solo godere un buon libro o un buon film, indipendentemente dal genere a cui appartiene (spero davvero che nessuno scelga i libri da leggere solo in base a quanto rispetti regole e topoi di un particoare sottogenere!).
Ma soprattutto, cosa c'entra tutto questo con il "semplificare la materia trattata in fase di scrittura", come dici tu? Perché una non chiara suddivisione teorica dovrebbe influenzare la pratica della scrittura? Come può pesare sul sentire, sull'originalità, sulla capacità di creare personaggi e storie di un autore? Confused
"Siamo gente tranquilla e alla buona e non sappiamo che farcene delle avventure! Brutte fastidiose scomode cose! Fanno far tardi per cena!"
Bilbo Baggins
Okamis
«Rufus in tabula»
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MessaggioInviato: Ven 30 Mag 2008 12:09 pm    Oggetto:   

E' vero che ho parlato di "obbiettivi tipici di ogni genere", ma qualche riga più sopra ho anche specificato che quelle da me indicate erano alcune tra le tante differenze principali, aggiungendo che le differenze tra i generi dipendono anche da altri fattori, come lo stile o i temi narrati. Non sono così ingenuo da difendere una meccanica suddivisione per "obbiettivi" Wink

La mia ultima affermazione, lo ammetto, non era chiarissima. Nel tentativo di stringere il discorso ho usato forse un'espressione variamente interpretabile. Quello che intendo con il mio discorso è che, parlando a titolo personale, mi rattrista vedere come per una mera questione economica molte opere, anche valide, vengano indicate con un genere che non è il loro solo perchè in questi anni il Fantasy va di moda. Anzi, mi arrabbio un po' quando libri come Eragon (ma potrei fare tanti altri nomi) vengono presentati come dei capolavori, nonostante sia una copia (a mio avviso spudorata) di "Una nuova speranza" e nonostante nei ringraziamenti Paolini affermi quasi di non averlo scritto lui il libro (addirittura nomina tre persone che l'hanno aiutati con la punteggiatura! ma come si può scrivere un libro senza sapere come si usano le virgole?).

Per come la vedo io, si sta diffondendo l'idea che scrivere Fantasy sia facile: basta inserire qualche orco o qualche fatina e il gioco è fatto. Per me non è così. E' questa la semplificazione che mi fa tremendamente paura. In un certo senso il mio discorso si riallaccia, anche se con una sfumatura diversa, a quanto scritto nel topic "Che fine ha fatto il fantasy per adulti?".
Ewn Garabandal
«Hobbit»
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MessaggioInviato: Ven 06 Giu 2008 19:29 pm    Oggetto:   

Citazione:
Avendo studiato a lungo e per vari motivi il fantasy dal punto di vista della critica e della teoria della letteratura,


Posso chiederti lumi a riguardo? In cosa hai basato il tuo studio?
Elfride
«Hobbit»
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Località: Atene
MessaggioInviato: Gio 03 Lug 2008 13:20 pm    Oggetto:   

Concordo con Negròre, vorrei aggiungere che per me il fantasy è fantasia libera e ogni classificazione risulterebbe soffocante, non vorrei che anche il fantasy diventi terreno di cultura per sterili disquisizioni tra ancora più sterili esperti della materia, sarebbe la fine del fantasy.
Per i miei gusti ci sono già troppi finti esperti in giro ai quali piace sentirsi parlare.

Il silenzio è d'oro.
Cristallo
«Eldar»
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MessaggioInviato: Gio 07 Ago 2008 15:05 pm    Oggetto:   

Per me bisognerebbe prestare più attenzione alle varie differenze fra sottordini fantasy. Sono d'accordo con Okamis: ignorare le diverse "sfumature" porterebbe ad una banalizzazione, secondo il mio umile parere.
Okamis
«Rufus in tabula»
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Località: Lago Maggiore; ma la sponda giusta, eh!
MessaggioInviato: Gio 07 Ago 2008 15:18 pm    Oggetto:   

Uuuh... Torno dopo una settimana di assenza e scopro che non sono l'unico folle sulla terra e pensarla così... Ora mi commuovo... felicissimo felicissimo felicissimo felicissimo felicissimo felicissimo felicissimo felicissimo felicissimo felicissimo
"Gli uomini veri non ballano. Stanno seduti, sudano e imprecano." (Bill Hicks)

Melian
«Ospite»

MessaggioInviato: Gio 07 Ago 2008 16:34 pm    Oggetto:   

To' mi ero persa questa discussione...perchè? Boh!

Non sono molto d'accordo sul fantasy come fantasia libera e senza regole: la coerenza di ambientazione, personaggi e trama mi sembra una regola che da sola è già piuttosto pesante. Per non parlare di quegli aspetti come la presenza di elementi fantastici quali la magia (che può assumere anche nomi diversi, Taumaturgia in Perdido Street Station per esempio), di personaggi fantastici (dagli elfi alle kephri), di un eventuale pantheon di divinità che si diverte a rompere le scatole ai comuni mortali...dettagli.
Certo la coerenza vale per tutti i tipi di romanzi, ma quando si cerca di dare credibilità a un mago che lancia palle di fuoco o a una falena che si nutre di incubi direi che diventa ancora più stringente.
Il rischio della mancanza di regole è quello di ritrovarsi con incoerenze pesanti per le quali la risposta "ma è fantasy" potrebbe generare un "ma vai a..." da parte di chi legge (a me è capitato con la fantascienza, col fantasy non ancora).

Sui sottogeneri del fantasy non solo sono per la distinzione ma anche per l'esaltazione.

Premetto che la distinzione tra romanzo fantasy e di ambientazione fantasy per me è lana caprina. Un romanzo di ambientazione fantasy è fantasy, punto.
Allo stesso modo è limitativo circoscrivere il romanzo fantasy all'esaltazione del medioevo fantastico. E' vero che William Morris per primo ha dettato qualche regoletta sul romanzo fantasy classico - medioevo, eroe, malvagio, principessa, quest - successivamente esaltato da Tolkien, ma non va dimenticato che poco meno di vent'anni dopo (e non sono molti) un certo Lord Dunsany gettava le basi per un'altro genere di fantasy - quello più onirico, con eroi, divinità e comuni mortali - ripreso poi da Gaiman il quale viene considerato fantasy a tutti gli effetti benchè i suoi romanzi siano ambientati a Londra o negli Stati Uniti.
Peccato che sia Morris che Dunsany siano poco conosciuti anche tra quelli che leggono tanta, tanta, tanta fantasy.

Tuttavia, dire che nella fantasy ci sono l'high, la low, l'eroic, l'epic, l'historical e chi più ne ha più ne metta fino alle più recenti hurban e weird, con tutti i crossover che volete, mostra invece quanto questo genere sia sfaccettato e per tutti i gusti; non solo elfi ed eroi a cavallo di draghi contro stregoni malvagi, ma anche persone normali in città normali che si devono confrontare con elementi e personaggi fantastici.
Inoltre permette a me lettrice di sapere quali generi sono più nelle mie corde, per esempio l'eroic fantasy, fatta eccezione per Elric, non lo è; se un romanzo fantasy per per young-adult allora faccio maggiore attenzione a chi è l'autore e alla trama per cercare di capire se può comunque piacermi.
Okamis
«Rufus in tabula»
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Località: Lago Maggiore; ma la sponda giusta, eh!
MessaggioInviato: Gio 07 Ago 2008 17:50 pm    Oggetto:   

Dopo questo tuo ultimo intervento, Melian, e quello nel topic nella sezione "Fantasy Magazine", credo proprio che riceverei una valanga di voti nel Fantasygnocca da parte del sottoscritto Wink
"Gli uomini veri non ballano. Stanno seduti, sudano e imprecano." (Bill Hicks)

Cristallo
«Eldar»
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MessaggioInviato: Gio 07 Ago 2008 18:22 pm    Oggetto:   

La fantasia ci vuole, va' sfruttata al massimo però è bene usare un pò di logica, sempre. Detesto quegli eventi impossibili che si nascondono dietro al: "tanto è un libro fantastico..." Per quel che mi riguarda è così. Rolling Eyes
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