Realismo e onirismo nel fantasy


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Ladro d'Anime
Gollum
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MessaggioInviato: Sab 11 Set 2004 21:28 pm    Oggetto: Realismo e onirismo nel fantasy   

Butto li questa cosetta scritta al volo, spero che sia motivo di discussione

Credo che esistano sostanzialmente due estremi o potremmo dire due filoni nella letteratura fantasy. Quando ho cercato di dare una rappresentazione grafica a questo mio convincimento su it.arti.fantasy sono stato quasi lapidato. Cercherò, dunque, di esprimermi a parole. Utilizzo per definire questi due estremi i termini realismo e onirismo. Il primo e’ quello che di primo acchito desta le maggiori perplessità: in fondo si parla di fantasy e quindi di una storia fantastica che non dovrebbe avere nulla in comune con la realtà. Il realismo, però, che si può manifestare nella psicologia dei personaggi, nell’architettura di un mondo coerente, nei diversi aspetti che fanno parte della vicenda narrata nel romanzo contribuiscono a rendere “viva” ed oserei dire “quasi probabile” la vicenda stessa. Alcuni esempi: Eddings, Martin, Turtledove sono estremamente abili nel connotare i loro personaggi. Turtledove, sulla falsa riga di un mondo conosciuto (l’impero Bizantino), genera l’assai plausibile Videssos; la crudezza delle situazioni descritte da Martin e da Gemmel ci riportano spesso alla memoria le cronache di guerre passate e presenti. La fantasy storica, dunque, potrebbe essere definita “l’esempio principe” della ricerca di realismo all’interno della letteratura fantasy; un sottogenere che è spesso così vicino al “romanzo storico” da esserne confuso. Si pensi a Manfredi, per esempio. L’ultima legione non può essere di certo considerata un romanzo storico, come nemmeno lo scudo di Talos. Dall’altra parte c’è la fantasy onirica: un genere e un modo di intendere la narrazione che ha come modello l’opera di Tolkien. Qui paesaggi e contesti diventano soffusi, e prende pesantemente piede la poesia e la magia. Chi fa riferimento a questo modello di fantasy scrive storie in cui abbondano le razze, le creature mostruose e stregate ma è soprattutto la magia a pervadere ogni cosa. Anche i cicli legati ai giochi di ruolo come D&D sono a mio parere ascrivibili a questo modo di intendere la fy. In entrambi questi due filoni, però, sono presenti, rispettivamente, un pizzico di onirismo e di realismo. La magia è un ingrediente indispensabile per ogni romanzo fantasy mentre, d’altra parte, lo stesso Tolkien riesce con maestria unica non solo a ricostruire un mondo, ma anche a ricreare (o sarebbe meglio dire adattare) lingue, scritture, una civiltà insomma.
-Kruppe-
IppoPato IppoPato
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MessaggioInviato: Sab 11 Set 2004 21:35 pm    Oggetto:   

Discussione interessante a cui mi ripropongo di scrivere domani con la mente lucida Very Happy
Leida80
Stregona di Angmar
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MessaggioInviato: Dom 12 Set 2004 13:42 pm    Oggetto:   

concordo in generale con la classificazione. Solo bisogna specificare cosa si intende per realtà. Anche la più sfrenata fantasia non può in alcun modo prescindere dalla realtà. Non so spiegarmi bene...il contesto può essere fantasioso quanto ti pare, ma la vita nel mondo fantastico di Piripacchio ha gli stessi connotati che ha nel nostro mondo. Il contesto è la cornice nella quale l'autore inserisce il suo discorso, la sua storia, che finisce sempre per essere una riflessione sulla NOSTRA vita.
Ergo, la mia classificazione sarebbe basata solo sull'ambientazione e sull'uso della magia. Ci sono ambientazioni che pigiano poco sul tasto magico (Martin), altri che attingono al soprannaturale e a tutto quel corredo di razze e mostri che citi tu (che ne so...Tolkien)
Negróre
dannatamente umano
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MessaggioInviato: Dom 12 Set 2004 13:48 pm    Oggetto: Re: Realismo e onirismo nel fantasy   

Ladro d'Anime ha scritto:
Quando ho cercato di dare una rappresentazione grafica a questo mio convincimento su it.arti.fantasy sono stato quasi lapidato.

Ricordo, ero uno di quelli con la pietra in mano... Laughing
Ma poi ci siamo capiti, se non ricordo male.
Un sorriso, Andrea
Ladro d'Anime
Gollum
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MessaggioInviato: Dom 12 Set 2004 16:20 pm    Oggetto:   

Leida80 ha scritto:
concordo in generale con la classificazione. Solo bisogna specificare cosa si intende per realtà. Anche la più sfrenata fantasia non può in alcun modo prescindere dalla realtà.

Infatti, Leida: per questo ho parlato di estremi opposti.
Leida80
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MessaggioInviato: Dom 12 Set 2004 16:27 pm    Oggetto: Re: Realismo e onirismo nel fantasy   

mi spiego. La mia osservazione è dettatat da questa frase

Ladro d'Anime ha scritto:
in fondo si parla di fantasy e quindi di una storia fantastica che non dovrebbe avere nulla in comune con la realtà.


che sinceramente mi lascia un po' perplessa. La realtà, per come la intendo io, non è assolutamente in antitesi con la fantasia
Ladro d'Anime
Gollum
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MessaggioInviato: Dom 12 Set 2004 16:59 pm    Oggetto:   

Io, per l'appunto, sono d'accordo con te, ma ti assicuro che le parole realismo e fantasy per molti sono come il divolo e l'acqua santa
-Kruppe-
IppoPato IppoPato
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MessaggioInviato: Dom 12 Set 2004 17:53 pm    Oggetto:   

Secondo me tutto sta a come vuoi descrivere un mondo "fantasy", se il più vicino alla realtà (ovviamente con il supporto della magia e di alcune leggende o credenze popolari) o come un mondo a se.

In generale preferisco quello che definisci realismo (un film senza realismo per me perde molti punti), ma sulla fantasy riesco ad "accetare" anche un pizzico di magia e di bestiacce come coboldi, goblin e draghi qui e là Very Happy
mikimago
Bombadil
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MessaggioInviato: Lun 13 Set 2004 9:53 am    Oggetto:   

A mio modo di vedere, bisogna distinguere tra forma e struttura, giacché, solo così facendo, la distinzione da te proposta acquista un senso.
Provo a spiegarmi meglio.
La “quasi probabilità della vicenda” cui tu fai riferimento parlando del filone realista è un elemento che sostanzialmente attiene più alle modalità descrittive (forma) utilizzate da alcuni autori che non alla concezione del mondo in cui ambientano le loro storie (struttura). In altre parole, da come imposti il discorso, gli autori del filone realistico sarebbero quelli che non avrebbero paura di “sporcarsi le mani”, mostrando senza reticenze quello che non troverai mai tra le pagine degli autori del filone oniristico, con una dovizia di particolari (anche cruenti, sicuramente realistici: mi vengono in mente certe scene di combattimento di Gemmell o alcune di sesso di Martin) che ammantano le loro opere di un “realismo” tale da richiamare alla mente eventi storici.
Descrizioni, queste, che non si rinvengono nell’altro filone dove non leggerai mai di un personaggio come Tarantio (Gemmell, “La perla nera”) che ti viene mostrato mentre “fa pipì” (per usare un eufemismo) o di Tyrion Lannister (Martin) impegnato a “soddisfare i propri desideri con una prostituta” (secondo eufemismo). Descrizioni queste che, come dicevo sopra, mi fanno ritenere che la differenza tra l’uno e l’altro filone sia soltanto stilistica o comunque di prospettiva usata dall’autore (per intenderci: anche Will Ohmsford “farà pipì” e Caramon “l’amore” ma né a Brooks né alla Weiss e a Hickman interessa descriverci come e quando accade).
La distinzione da te paventata, ribadisco tuttavia, non può essere allargata all’aspetto strutturale. Si può infatti fare fantasy scrivendo “storie in cui abbondano le razze, le creature mostruose e stregate ed è la magia a pervadere ogni cosa” (testuale), - quella che tu chiami fantasy dell’onirismo. È indubbio tuttavia che, anche nell’ambito di questa, si debba tenere conto – per usare definizioni di cui tu ti servi per marcare le differenze tra un genere e un altro - della “ psicologia dei personaggi,” della “architettura di un mondo coerente,” dei “diversi aspetti che fanno parte della vicenda narrata nel romanzo” e che “contribuiscono a rendere “viva” ed oserei dire “quasi probabile” la vicenda stessa.”
Questi infatti sono elementi imprescindibili di qualsiasi romanzo fantasy , qualunque sia il filone nell’ambito del quale lo si voglia inserire e non a esclusivo appannaggio del filone realistico. In caso contrario si finisce solo per scrivere opere prive di coerenza interna, di personaggi credibili, di plausibilità; e questo per un romanzo – soprattutto se fantasy – è un pecca grave.
Segui la strada per tornare a Krune:


http://www.darioflaccovio.it/scheda/?codice=DF8722
Leida80
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MessaggioInviato: Lun 13 Set 2004 9:59 am    Oggetto:   

ecco, era quello che avevo in testa anch'io. Thanks miki
Ladro d'Anime
Gollum
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MessaggioInviato: Lun 13 Set 2004 14:15 pm    Oggetto:   

La fretta è sicuramente cattiva consigliera, si parla di forma e struttura...e dovete scusare la forma schifosa della risposta ma non ho saputo resistere.....

Capisco quello che dici Mikimago, ma non lo condivido. Caratterizzare un personaggio, ad esempio, è sicuramente indispensabile: lo si può fare bene o male, ma lo si può anche fare in maniera credibile o meno. Se io, putacaso, scrivessi un racconto parlando di un cavaliere, descrivendolo con dovizia di particolari come un personaggio nobile, senza macchia, privo di vizi, propenso alla carità, religiosissimo ecc ……Magari riuscirei a darne una immagine netta al lettore, ma un’immagine così idealizzata che egli non riuscirebbe a figurarselo nel mondo reale. Parlando, invece, dei suoi vizi, del suo amore per il vino, del suo occhio sinistro semicieco ecc….il lettore avrebbe un appiglio con la realtà. Sull’architettura di un mondo coerente ti faccio alcuni esempi concreti: David Eddings costruisce male il mondo da cui trae i cicli di Belgariad e Mallorean (idem per quello della Rosa azzurra e dei Tamuli). Pensa soltanto ai luoghi comuni Impero-legioni, Cavalieri-nobiltà-stupidità, Chereck-ubriaconi-vichinghi-pirati ecc….Per non parlare del modernismo delle atmosfere del ciclo, dove Silk sembra un broker dei nostri giorni e Melcena è sede della locale Wall Street. Non si può certo dire che non siano scenari realistici, anche perché le cartine sono minuziosissime, ma certo mal si adattano ad una visione “storico-medievale” che molti di noi hanno degli scenari fantasy. Tarry Brooks tutto sommato fa un lavoro che considero migliore: l’atmosfera della maggior parte dei suoi libri non è realistica ma è coerente. Nessuno ha ancora capito quali siano i confini del regno del Sud, del territorio dei Nani e di quello degli Elfi, ma va bene cosi’, in fondo (anche se nel ciclo degli eredi e con l’apparizione di Antrax l’atmosfera onirica si è persa del tutto). Ancora più vago, se vogliamo, è il mondo descritto da Donaldson, di cui si conosce solo la landa e in maniera del tutto abbozzata, ma è una rappresentazione che non stona con la poesia che pervade l’intero ciclo ( e un po’ meno quello successivo) Ma ci sono anche romanzi dove il background geografico manca volutamente: pensa ai Signori dell’oscurità di Tanith Lee. Una pecca? No dal momento che il libro è una raccolta di corposi racconti legati tra di loro e che ricorda moltissimo nelle atmosfere le favole orientali….qui il background manca perché è inutile… Altro esempio potrebbe essere quel libro, di cui purtroppo non ricordo il titolo, che ha come protagonista il ladro Nift: anche qui il background geografico è quasi assente ( l’ho letto tempo fa, se qualcuno me lo contesta ha forse ragione).Tutti questi sono particolari strutturali e non di forma resi in maniera realistica o onirica, come vedi.
Leida80
Stregona di Angmar
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MessaggioInviato: Lun 13 Set 2004 14:26 pm    Oggetto:   

ok. Quindi la differenza sarebbe tra personaggi idealizzati (filone onirico) e più realistici (filone, appunto realistico)? Ho capito bene?
Ladro d'Anime
Gollum
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MessaggioInviato: Lun 13 Set 2004 14:46 pm    Oggetto:   

Limitatamente alla caratterizzazione dei personaggi, imho, sì. Ma ho l'impressione di non essere molto comunicativo Sad
Leida80
Stregona di Angmar
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MessaggioInviato: Lun 13 Set 2004 14:53 pm    Oggetto:   

no, è che il discorso è complesso e bisogna applicarsi con una certa concentrazione (che non sempre ho...).
Palin
Re sotto la montagna
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Località: Solace
MessaggioInviato: Lun 13 Set 2004 20:50 pm    Oggetto:   

Ma questo thread non sarebbe meglio spostarlo in "Leggere fantasy" o in "I racconti del forum"? Me lo stavo perdendo Neutral
TK7 should, of course, be named Neville – Neville and Luna, a match made in heaven.
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