Realismo e onirismo nel fantasy


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Leida80
Stregona di Angmar
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Località: Roma
MessaggioInviato: Gio 16 Set 2004 12:12 pm    Oggetto:   

secondo me 'sta storia dell'ispirazione è mitizzata. Sarà un lascito del romanticismo, non lo so, ma gira l'idea che se il libro non è frutto di un'ispirazione fulminea sia in qualche modo un prodotto artificiale, fatto in serie.
Guardate che per riuscire a stimolare le giuste sensazioni nel lettore, per riuscire a comunicare quanto meglio possibile ciò che si ha in mente ci vuole fatica, bisogna limare, rivedere, correggere. Le cose fatte dì'istinto raramente vengono bene. Ovvio che c'è l'ispirazione, che resta qualcosa in qualche modo qualcosa di misterioso, di impossibile da suscitare e imbrigliare, però il libro lo fa soprattutto il lavoro che viene dopo. Può anche essere che sia io ad essere particolarmente incapace, e che per questo le cose che scrivo di getto non sono mai troppo decenti. Leggendo però le esperienze di altri autori mi par di capire che un po' per tutti le cose funzionano così; scrivi di getto, poi rendi il tutto comprensibile.
Insomma, io non vedo cosa ci sia di così terribile in uno che fa come dice melusina: "Oggi scrivo la scena b/12, che comincia così e finisce colà". Io questa immagine dello scrittore come uno che colto da furore mistico scrive come farebbe una medium ispirata da un fantasma non la trovo nè bella nè realistica. Queste sono idee romantiche e lontane dalla realtà; scrivere è pure un lavoro, e non vedo cosa ci sia di male in questo. Anzi, mi piace assai di più l'idea dello scrittore chino sui suoi appunti, che suda sette camice pur di trovare la frase che esprima al meglio ciò che sente. Ma, per dire, pure i pittori, mica si mettono davanti alla tela e in quattro e quattr'otto tri fanno il quadro. Un mio amico dipinge, e si smazza da morire davanti ai suoi quadri, prima di poterli considerare finiti. Corregge, ricolora, ridisegna.
Identica cosa per lo scrittore.
Negróre
dannatamente umano
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MessaggioInviato: Gio 16 Set 2004 12:30 pm    Oggetto:   

melusina ha scritto:
Preferisco pensare che sotto ispirazione si scriva un paragrafo, un capitolo, che rientra nella pianificazione, ma ha uno sviluppo dettato dal momento (se lo scrivi il giorno dopo è diverso, ad esempio) e forse porta a riflessioni e spetti nuovi della storia.

Be', se può darti sollievo, questo è esattamente quello che succede a me.
E l'ho pure scritto in Un nuovo mondo: so cosa devo inserire in quella scena, ma finché non la scrivo non so come sarà a prima stesura finita.
Ve ne sono alcune, quelle più semplici e brevi, che spesso sono simili a ciò che si era pianificato, ma mai uguali.
L'immaginazione è più veloce del pensiero.

Eppoi spesso le indicazioni che mi segno sono cose del tipo: "Far notare che Tizio ha un rapporto conflittuale con Caio". Come la cosa mi viene fuori, poi, solo la prima stesura me lo dirà.
Personalmente scrivo come se guardassi un film (sono figlio del cinema io, non dei soli libri, come autori del passato). E finché non mi trovo di fronte la scena non la posso descrivere nei dettagli e nemmeno ci provo.

La pianificazione dà una direzione alla storia e un certo spessore all'ambientazione. Non imbriglia i personaggi, né può impedire all'immaginazione di correre più veloce dei pensieri razionali.
Un sorriso, Andrea
melusina
Sorella Bene Gesserit
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Località: Amburgo
MessaggioInviato: Gio 16 Set 2004 13:52 pm    Oggetto:   

Leida80 ha scritto:
Insomma, io non vedo cosa ci sia di così terribile in uno che fa come dice melusina: "Oggi scrivo la scena b/12, che comincia così e finisce colà". Io questa immagine dello scrittore come uno che colto da furore mistico scrive come farebbe una medium ispirata da un fantasma non la trovo nè bella nè realistica.

Non mi sembra di essermi espressa in questo modo e neanche il concetto che volevo esprimere è lontanamente vicino al "furore mistico" di cui parli.
Leida80 ha scritto:
Queste sono idee romantiche e lontane dalla realtà; scrivere è pure un lavoro, e non vedo cosa ci sia di male in questo. Anzi, mi piace assai di più l'idea dello scrittore chino sui suoi appunti, che suda sette camice pur di trovare la frase che esprima al meglio ciò che sente.

Non ho mai detto neanche che la scrittura non è impegno, ma solo che non puó essere esclusivamente questo. Esagerando, estrapolando, in 20 anni chiunque riuscirebbe allora a scrivere un libro che "stimoli le giuste sensazioni nel lettore e che comunichi quanto meglio possibile ciò che si ha in mente". Uno scrittore, incvece, riesce a farlo in molto meno tempo e con risultati decisamente migliori!
Negróre ha scritto:
E l'ho pure scritto in Un nuovo mondo: so cosa devo inserire in quella scena, ma finché non la scrivo non so come sarà a prima stesura finita.
Ve ne sono alcune, quelle più semplici e brevi, che spesso sono simili a ciò che si era pianificato, ma mai uguali.
L'immaginazione è più veloce del pensiero.

Eppoi spesso le indicazioni che mi segno sono cose del tipo: "Far notare che Tizio ha un rapporto conflittuale con Caio". Come la cosa mi viene fuori, poi, solo la prima stesura me lo dirà.
Personalmente scrivo come se guardassi un film (sono figlio del cinema io, non dei soli libri, come autori del passato). E finché non mi trovo di fronte la scena non la posso descrivere nei dettagli e nemmeno ci provo.

Ecco, perfetto. Questo si avvicina mooooooolto di piú a quello che intendevo.
Melusina
Che nessuno mi guardi quando nel buio della mia dimora dismetterò le vesti e parlerò coi pesci e coi serpenti. [by Anna Maria Bonfiglio]


Ultima modifica di melusina il Gio 16 Set 2004 14:08 pm, modificato 1 volta in totale
Leida80
Stregona di Angmar
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MessaggioInviato: Gio 16 Set 2004 14:08 pm    Oggetto:   

beh, insomma...non credo sia solo questione di tempi. C'è gente che non riesce a scrivere niente di buono nemmeno in tutta la vita (e tra questi mi ci metto tranquillamente anch'io, eh?).
Comunque, scusa se ti ho dato l'impressione che fosse un attacco alle tue riflessioni in particolare. Non era mia intenzione, scusami Wink
melusina
Sorella Bene Gesserit
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Località: Amburgo
MessaggioInviato: Gio 16 Set 2004 14:13 pm    Oggetto:   

Tranqui Very Happy
Si parla, si discute e mi ritengo fortunata di poterlo fare cosí apertamente con te e Andrea (che, suo buon cuore, mi perdona tutti le strafalcionate di accenti che piazzo a caso per andare veloce Embarassed ...tastiera bastarda! riesco a fare facilmente lettere come ç ê ä õ, ma non gli accenti!!!)
Melusina
Che nessuno mi guardi quando nel buio della mia dimora dismetterò le vesti e parlerò coi pesci e coi serpenti. [by Anna Maria Bonfiglio]
Messer Forestiero
Nazgul
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MessaggioInviato: Gio 16 Set 2004 19:01 pm    Oggetto:   

storm581 ha scritto:
Messer Forestiero, hai descritto perfettamente la differenza di stile riguardo alla Magia tra Tolkien e tutti gli altri. Io l'ho sempre trovata celestiale, non pacchiana e stereotipata.


E' un po' sintetico, non capisco cosa vuol dire esattamente, Messer TempestaDLXXXI. A favore di quale delle due magie parla?

Ad ogni modo il mio discorso voleva solo sottolineare l'inesattezza del termine onirismo e la mia perplessità riguardo alla classificazione di talune opere un po' confusa che era stata proposta.

Per altro non ho capito, dopo il mio intervento, quel discorso di Ladro d'Anime (due pagg. fa) che mi pareva solo una critica a Eddings. Io non stavo tessendo lodi a Eddings o che. Dicevo che molti appaiamenti a me come ad altri non quadrano: Dragonlance e Brooks onirici, Eddings realista, etc. Le classificazioni sono sempre imperfette, e giustamente molti qui dicono di non amarle: a me specialmente questa mi confonde. Inoltre credo bene che i filoni, suddivisioni, scuole (o quel che vi pare) interni alla fantasy, anche a livello generico, sian più di due (è scritto forse che debba valere il tertium non datur?)
Ladro d'Anime
Gollum
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MessaggioInviato: Ven 17 Set 2004 0:56 am    Oggetto:   

Cerchero' di spiegarmi anche se l'ora non aiuta.
Eddings, imho, è realistico: per come descrive i suoi personaggi, nell'architettura del mondo che crea, nella magia, nell'atmosfera in generale
Architettura: avrai notato la precisione delle cartine (Il Codice Rivan, a cui ho dato solo una scorsa, sembra creato sulla falsariga di un manuale geografico)
Un mondo cosi' ben delineato da sembrare reale ma nello stesso tempo non storicizzato. Insomma, non avevo l'impressione di vivere in un altro medioevo, ma in un ventesimo secolo con una patina di vecchiume. Questa, pecca, imho, non toglie nulla all'espressione realistica del mondo di Eddings.
Magia: nessun incantesimo, formula , runa....la volontà e la parola. Va bene, c'erano i demoni, ma praticano anch'essi la volontà e la parola. Se hai letto il ciclo dei Tamuli oltre ad intervenire per breve tempo una pololazione aliena, salta fuori anche una sorta di teoria teologica evoluzionista: i cavernicoli avevano i loro dei, scomparsi i cavernicoli anche gli dei cavernicoli sono destinati a scomparire...(PICCOLO SPOILER questo è il destino che si prospetta anche per i troll e i loro dei/FINE SPOILER). Sulla caratterizzazione dei personaggi ho già ampiamente parlato: aggiungo solo che la collaborazione della moglie ha permesso a Eddings di penetrare l'assai ostica psiche femminile. Potrei dilungarmi parlando dell'onirismo in Brooks , Dragonlance, Tolkien ma ho l'iimpressione che il discorso abbia ormai stancato e quindi mi fermo.
IL LADRO D'ANIME
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Storm
Thor
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MessaggioInviato: Ven 17 Set 2004 9:56 am    Oggetto:   

Messer Forestiero ha scritto:
E' un po' sintetico, non capisco cosa vuol dire esattamente, Messer TempestaDLXXXI. A favore di quale delle due magie parla?


"Messer TempestaDLXXXI" è geniale! Cool

Parlo a favore della Magia descritta da Tolkien. Celestiale, armoniosa, luminosa. Un invisibile melodia degli Ainur che pervade la luce contro un magmatico furore oscuro dell'Ombra.

In molti altri fantasy la magia la trovo diversa. Una bolgia di palle di fuoco, fulmini e saette sono divertenti, indubbio; ma non arrivano alla poesia di Tolkien.

Con questo non voglio declassare nulla, però la differenza la trovo palpabile.
Schiacciare il Nemico, inseguirlo mentre fugge e sentire il lamento delle [loro] femmine.

Messer Forestiero
Nazgul
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MessaggioInviato: Mar 21 Set 2004 15:57 pm    Oggetto:   

Rinuncio a fare un discorso lungo, Ladro d'Anime. Rimane che la classificazione in onirici e realisti è per me sia incompleta che, ripeto ancora, confusionaria. Certo che Eddings ha molti aspetti realistici ma non può inserirsi nella stessa categoria di altri, come Martin, considerati più pienamente realistici. Inoltre nessuno mi convincerà a chiamare "onirici", appaiandoli a Tolkien, il signor Ruscelli (Brooks) e Dragonlance solo perché ci sono mostri e magia: non c'è nulla di elegiaco, il soprannaturale è qualcosa di più superficiale e direi quasi "industriale". E' un diverso contegno narrativo e stilistico, un onirismo apparente, fasullo: lì (in quella fantasy, che è una fetta larghissima di quella esistente) sotto sotto cova un deciso pragmatismo e un disincanto ben poco tolkieniano o medievaleggiante.
Inoltre di questo passo andrebbe tra gli onirici, mescolandosi a Tolkien e, scusate la brutalità, insozzandolo, quella certa fantasy kitsch produttrice di fantastico "usa e getta" che ho sempre avversato. Con rispetto parlando, sarebbe una promiscuità intollerabile.
Ladro d'Anime
Gollum
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MessaggioInviato: Gio 23 Set 2004 22:23 pm    Oggetto:   

Ti rispondo con un po' di ritardo: sono convito sempre più che tu confonda considerazioni "di genere" a considerazioni "qualitative" ( sulle quali, per intenderci, sono abbastanza d'accordo con te). Magari sono io un po' malato, ma la confusione che provi è comprensibile...Ribadisco che il termine giusto per qualificare onirismo e realismo è forse "tendenza". Non nego, infatti, che anche nei cicli che io ho classificato come "onirici" ci siano aspetti realistici, anzi dirò di più, ce ne sono sempre....ma mettendo tutti gli elementi che compongono questi romanzi su una ideale bilancia qual'è il piatto più pesante? Stesso discorso vale per l'onirismo: tutte le opere di narrativa, essendo frutto di invenzione, sono oniriche ma ....tieniti forte...è onirico anche un articolo di cronaca che non riporta mai i fatti nudi e crudi ma enfatizza o minimizza gli aspetti truculenti di una vicenda. Vado ancora oltre: la stessa narrazione storica, essendo una rappresentazione della realtà e non realtà essa stessa è onirica. Detto questo potete inchiodare la mia bara e far scrivere nel mio epitaffio "folle" Wink
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MessaggioInviato: Dom 14 Nov 2004 12:18 pm    Oggetto:   

Bon non ho abbastanza esperienza di letteratura ne tantomeno mi è venuto un giudizio valido tra Onirismo e Realismo.
Concordo invece sulla pianificazione di un romanzo.
Specialmodo con le tecniche descritte da Negróre (ingegnoso!)
Concordo semplicemente per il fatto che scrivere un romanzo (uno vero) su due piedi sia dispersivo e stressante.
Commento a livello personale ovviamente, mi ritrovo a quasi 500 pag senza riferimenti, scordando il passato e generando le scene come capita, entusiasticamente però, altrimenti avrei già mollato.
Rifletto solo ora che è un metodo sbagliato.

Leida80 ha scritto:
“...Io questa immagine dello scrittore come uno che colto da furore mistico scrive come farebbe una medium ispirata da un fantasma non la trovo nè bella nè realistica.”

Ecco Leida è proprio questo quello che sto facendo...

Ma cmq se devo apprezzare qlcosa, apprezzo la “realtà” di Tolkien, di MZB. Il particolare dell’occhio di vetro, così caratterizzerei un personaggio.
Insomma non si può non apprezzare uno scrittore che sfuma un particolare mai analizzato per quanto riguarda una tale scena, o una tale azione.
Apprezzo MZB per come ha posto un problema fisico della realtà di tutti i giorni (La Signora del Falco) al suo personaggio femminile. Chi si sognerebbe di tirare in ballo una situazione del genere? Ciò rende vivo il romanzo.

Storm581 ha scritto:
“......Ho osato scavare nel passato del Mago...e ho visto cose che voi umani non potreste immaginare. E' ovviamente tutto sul canale OT....”

Cos’è cos’è sta storia? Che topic è di OT?
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