Hai ragione sullo stile e le ripetizioni, le ho notate ma non ho trovato nulla con cui sostituirle, anche perché avevo poco tempo. Non ti do tutti i torti neppure sulla descrizione breve dell'inferno, ma temevo di rovinare l'atmosfera e il flash allungando il brodo inutilmente. Grazie per il commento dettagliato, gentile e vagamente demoniaco

Stile: 2

Anche per me ci sono frasi che avrebbero meritato una punteggiatura migliore, e qualcun'altra ogni tanto stonicchia come ritmo (tipo nell'incipit, secondo me con un "che" prima di "mi guardi con gli occhi stralunati" avrebbe fatto bene). Qualche ripetizione qua e là.

Equilibrio della struttura narrativa: 4.

Tutto bene direi, anche se ho forse andava un po' troppo veloce il tutto, non so bene come spiegarlo..mi ha dato un senso di fretta mentre lo leggevo.


Trama: 4
come idea in sè m'è piaciuta molto, e mi è piaciuto che la tipa suonasse così moderna, vien fuori un bel contrasto tra il mito greco in origine molto poestico che invece adesso vaga in un volgare presente. Insomma un orfeo ridotto a raccatar ragazze a festini secondo me ci stava proprio bene ad aumentare il senso di decandente. E poi adoro le riletture.
Non do 5 perchè non ho gradito il cambio di strumento musicale, io volevo la lira . Seriamente, non penso sia una buona idea modificare uno degli elementi "tipici" di un personaggio mitologico, mi è sembrato come leggere di un Thor armato di falce.

Adeguatezza del registro: 5-.
Come detto prima, secondo me la tipa sboccata ci sta. Su orfeo nulla da eccepire.

Efficacia della comunicazione: 5.
Finora dei racconti postati è quello che ho capito meglio al primo colpo, non ho avuto bisogno di nessuna rilettura e il colpo di scena regge (ovvero non si inutisce prima del dovuto chi sia il maniaco).

Stile 4
Istintivo. Prendo ad esempio l’incipit che, se letto d’un fiato, mi risulta assonante col mio ritmo di lettura, ma soffermandomi, ci sono dei particolari sui quali non concordo

Citazione:

Sei una deliziosa ragazza ubriaca, sola, confusa. Mi lecco le labbra (Poteva essere reso in maniera più in linea con lo stile del resto del racconto), indugiando sulle forme del tuo corpo. Avanzo verso di te, mi guardi con gli (senza mi pare scorra meglio) occhi stralunati e le labbra arricciate. “Spostati che non ries-co…a… passare.” Biascichi, ma io ti prendo per il polso e ti conduco nell’ombra verso i palazzi abbandonati. “Oh, oh! Ma che provolone fai?!” “Ssh… seguimi.” Ti sussurro, e sento che sei attratta dalla mia voce vellutata. Sorrido e(sostituirlo con un ‘mentre’?) insieme ci ritroviamo nelle tenebre, in questo vecchio cubo di cemento. “Che vuoi?” Prendo l’arpa dalla borsa (ecco, qui mi sorge un dubbio sull’assenza di un ‘gridi/urli/protesti’, perché la tua sembra proprio una scelta tecnica per rendere la rapida successione se non addirittura la contemporaneità degli eventi, che non mi ha convinto), ne pizzico piano le corde e dolci vibrazioni nere ricamano l’aria; tu scoppi a ridere. “Tu stai fuori! No dico sei pazzo!” Ridi sguaiatamente, ma pian piano ti acquieti, perché sei incatenata alla mia musica come ad una ragnatela cosparsa di miele. Canto una litania mormorata, e scivoliamo insieme nel sogno, e (una doppia ‘e’ la cui funzione non ho compreso)senti…

Tremendo il finale con quel “Sai perché ti ho mangiato il cuore piccola? Perché…” in forma di soluzione ad un enigma tipo settimana enigmistica. E’ una modalità che a mio parere non si addice alla crudeltà fino a quel momento evidenziata da Orfeo, una fame che va saziata e che non ha più le caratteristiche di un’azione studiata a tavolino e che abbia necessità di attingere la sua ragione d’essere a spiegazioni di secondo ordine.

Equilibrio della struttura narrativa 3
Trovo il racconto mancante di una parte iniziale dedicata alla fase di attesa o ricerca della vittima da parte del carnefice. In merito al finale, già dissi.

Trama 2
Abbiamo tolto ‘originalità’ dal titolo della voce di valutazione, ma non vuol dire aver tolto questa caratteristica dalla definizione di una ‘buona’ trama.
Va bene, non andiamo a pescare i riferimenti nel fantasy mondiale, non attingiamo neanche alla tradizione europea, ma nemmeno a quella nostrana, thò. Se solo ci limitiamo a quel che si può leggere nel presente canale, questo racconto ha una traiettoria che definirla scontata, non renderebbe giustizia ai saldi estivi. L’inconsapevole vittima predestinata, caratterizzata da un comportamento grottescamente in contrasto con la sua palese vulnerabilità al cospetto della potenza – solo allo spettatore nota, però - cui si trova innanzi, ecc…
Tutto nel rispetto della migliore tradizione kenshiriana quando, bello imbacuccato, faceva il suo ingresso in qualche taverna truzzamente frequentata e il primo tamarro di turno cominciava a stuzzicarlo, provocarlo, attaccarlo per finire puntualmente sparpagliato sulle pareti del locale oppure condannato a camminare all’indietro in eterno vagando per il deserto.
Una volta presa all’amo la vittima di turno, le si possono infliggere le usuali peggio crudeltà, dando libero sfogo alle proprio fantasie represse “trascini il tuo corpo su aculei di ghiaccio anelando alla luce che ti nega la mia ombra di terrore e tremante scavi con unghie di pianto solchi già noti a una terra ferita da altri che prima di te hanno esalato sul suo volto impassibile, l’ultimo gemito di vita …” eccetera, eccetera, eccetera.

Adeguatezza del registro - 5
Sul registro adolescenziale post sbronza discotecaro/da concerto, vai forte, non c'è dubbio!

Efficacia della comunicazione 3
Le sensazioni nel corso della narrazione arrivano, ma non riesco proprio a perdonarti quel ‘sai perché…’ del finale. Avevi tutto lo spazio necessario a inventarti un modo più coinvolgente per dettagliare il colpo di scena finale: un ricordo, un sogno nel sogno, un flashback improvviso che stordisse Orfeo nell’atto della sua vendetta. Sarebbe stato 5 qui e 4 in 'struttura' per quanto mi riguarda, con un finale all'altezza.
Insomma, perché?

Ciao Cristallo, anche se un pò in ritardo ti scrivo il mio commento

Lo stile adeguato della narrazione: 4

Alti e bassi. Sicuramente le capacità ci sono, lo stile è veloce e anche fluido, direi. Non mi è piaciuta la metafora ripetuta sul miele (anche se non si riferiva alla stessa cosa): in un testo così breve si tende a ricordare facilmente tutte le immagini, e quando ho letto miele per la seconda volta nel giro di poche righe ho storto la bocca.
Come ti è già stato detto, la punteggiatura va sistemata in alcuni punti. Peccato perchè il ritmo c'è, è incalzante. Hai solo da sistemare qualcosina.

L'equilibrio della struttura narrativa: 3

Il racconto è un pò confuso in alcune parti, specialmente dove l'onirico si mostra maggiormente, e quindi nella parte centrale. La visione è potente e interessante, ma a volte -complice la punteggiatura!- ci si perde un poco.

Trama: 3

Non mi ha appassionato particolarmente. Il personaggio è comunque ben reso e sicuramente interessante, ma ho faticato un attimo a immaginarlo e, sinceramente, ho dovuto rileggerlo per capire a cosa si ispirava. Resta comunque uno spunto molto, molto interessante. Da sistemare.

Adeguatezza del registro: 5

Qui non vedo problemi. Ti sei mantenuta sul lineare nella prima parte, salendo a poco a poco fino alla veloce parte centrale, per poi tornare più tranquilla. Il registro si è mantenuto sempre equilibrato in base all'esigenza, quindi ottimo.

Efficacia della comunicazione: 3

Un pò per lo stile leggermente impreciso, sempre per la punteggiatura, e un pò per la trama non completamente coinvolgente, il racconto non mi ha preso del tutto. Resta senz'altro una visione onirica molto interessante e, alla prima, incauta lettura, un qualcosa di molto forte.

Do' una risposta generale perché i commenti pongono le stesse questioni più o meno, quindi sarebbe ripetitivo farli "personalizzati"

-Stile: effettivamente ho cercato di badare con più attenzione all'uso delle parole (e degli aggettivi soprattutto, che adoro). La punteggiatura... sono fissata con i "..." . L'avrete notato credo. Devo togliermi questo vizio, però mi sembra sempre che sia l'unico segno di punteggiatura adatto per finire una frase in modo più soft e non spezzarla con un punto. E' un errore comunque.

-La parte onirica: la verità è che l'inferno non è proprio l'Ade, piuttosto una dimesione gotica nella psiche di Orfeo: è un luogo angelico eppure orrendo, perché nella sua mente si sovrappongono le immagini di Euridice e dell'orrido inferno, che creano questo luogo bizzarro, il luogo degli incubi e degli ossessioni dove porta le sue vittime prima di ucciderle, per vendette varie.

-La fine: è piaciuta un pò a tutti ho notato, e ne sono contentissima, ma io continuo a odiarla come Olorin, non me lo perdono. Un modo scontatissimo di rivelare il colpo di scena, anche se si adattava abbastanza a crazy Orfeo.

Alla fine sono molto felice che il racconto sia stato apprezzato, e vi ringrazio ancora una volta per i commenti accurativ

Lo stile adeguato della narrazione
C'è la stoffa, si sente. L'uso di termini forti, la sospensione creata mentre ci dirigiamo inevitabilmente verso una fine che tutto sommato intuiamo a subito, ma verso cui non ci dispiace dirigerci, perché la mano che scrive guida il lettore come Caronte attraverso lo Stige.


L'equilibrio della struttura narrativa
Sicuramente vi è equilibrio poiché la struttura è molto semplice: una discesa dritta verso l'abisso che non ha scossoni fino al guizzo finale.

Trama
Ottima illusione. Apparentemente prevedibile e poco originale, si riprende con un coupe de theatre che lascia in bocca un sapore amaro e dolce al tempo stesso. Il tema trattato è noto alla maggior parte delle persone dotate di una media cultura, per cui non c'è bisogno di spiegare niente o quasi. Sappiamo chi è Euridice. Quindi sappiamo chi è Orfeo.
Tutto collima alla perfezione, chiudendo un cerchio che non sapevamo nemmeno fosse stato aperto. Ottimo il risultato taggiunto.


L'adeguatezza del registro
La scelta della seconda personta singolare è sempre un azzardo e non sempre se ne esce bene. In questo caso il risultato è stato più che discreto. C'è un uso di termini forti, dicevamo, per creare atmosfera, sospensione, anche se forse vi è un leggero abuso tanto di questi, quando dei pronomi possessivi. Tagluzzerei qua e là per snellire. La lettura potrebbe risentire dello sfruttamento indiscriminato di termini forti (aggettvi oscuri che ammorbano l'aria), ma la brevità della storia non ci dà modo di farcelo pesare. Alla fine, la mano esperta ne esce comunque bene.

L'efficacia della comunicazione
Arriva. Decisamente, la sorpresa finale è notevole.
Un buon lavoro nel complesso, che ho molto apprezzato.

Una recensione in tono col racconto... fantastico
Ti ringrazio, sono felice che tu l'abbia apprezzato