La driade


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rogue84
«Hobbit»
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MessaggioInviato: Dom 06 Feb 2011 22:14 pm    Oggetto: La driade   

La driade

Mancavano diverse ore all’alba, ma la luce della luna non riusciva a penetrare tra le folte chiome degli alberi sotto cui avevano deciso di accamparsi per la notte. Dei cinque viandanti solo uno era sveglio, mentre gli altri dormivano in attesa del loro turno di guardia. Si erano sistemati in un piccolo spiazzo erboso sotto una grossa quercia, attorno a loro gli alberi erano fitti ed immersi nell’oscurità.
Jorgunn gettò distrattamente un ciocco di legno nel fuoco e si alzò in piedi per fare il giro del campo per l’ennesima volta.
A vederlo, così guardingo e con la spada stretta in pugno, pareva prendesse sul serio il suo compito, in realtà fare la guardia lo annoiava a morte. Sperava sempre che accadesse qualcosa che giustificasse quelle ore sprecate ad osservare i dintorni e a ravvivare il fuoco, magari qualche fatto straordinario degno di essere ricordato in una ballata. Quella notte sarebbe stato accontentato.
Conclusa la breve perlustrazione si sedette nuovamente a terra e appoggiò la spada accanto a se, le braccia abbandonate stancamente sulle ginocchia. Volse lo sguardo sulle fiamme tremolanti e ne rimase come ipnotizzato, con la testa che si faceva pesante e le palpebre che lentamente si chiudevano. Stava inesorabilmente per assopirsi, quando lo schiocco di un ramo spezzato alle sue spalle lo riscosse dall’intorpidimento. Si sfregò gli occhi assonnati e afferrò la spada mentre balzava in piedi.
Rimase immobile in ascolto per qualche attimo, poi mosse qualche passo nella direzione in cui gli era parso di udire quel suono. Dopo qualche istante di silenzio udì alcuni schiocchi simili al primo e un fruscio di foglie mosse dal vento. Chiunque o qualunque cosa fosse, stava venendo verso di lui.
Nell’oscurità che circondava la radura a Jorgunn parve di scorgere un’ombra sottile saettare tra gli alberi. Poteva anche trattarsi di un semplice animale ma decise di accertarsene. Avanzò incerto verso il margine del campo, quando una brezza improvvisa gli accarezzò il volto portandogli alle narici un tenue profumo di fiori.
Come d’incanto i suoni cessarono, lasciando nell’aria solo quello strano profumo. Jorgunn disse a se stesso che probabilmente stava sognando ad occhi aperti, quando da un robusto tronco lentamente sbucò una creatura.
Sembrava una giovane donna che lo osservava incuriosita. Aveva boccioli e foglie intrecciati tra i selvaggi capelli ramati e, cosa non da poco, era completamente nuda, se non per alcuni sottili rampicanti attorcigliati alle braccia e alle gambe ben tornite. La sua pelle, liscia e vellutata, stranamente era dello stesso colore della corteccia degli alberi.
Jorgunn sgranò gli occhi per la sorpresa: non aveva mai visto una creatura così bella.
Si sentiva attratto da quella bellezza ancestrale, e allo stesso tempo ne era impaurito. Lui era uno skald, un cantastorie delle tribù barbariche, e di leggende su creature magiche ne conosceva a bizzeffe. Quella davanti a lui sembrava essere una driade, una fata dei boschi che si diceva potesse …
Una voce soave lo riscosse da questi pensieri. «Vieni con me» gli sussurrò allungando una mano affusolata nella sua direzione.
Jorgunn si sforzò di risponderle, ancora incredulo per la visione. «Io non dovrei allontanarmi» balbettò imbarazzato, lanciando un’occhiata distratta ai suoi compagni addormentati pochi metri più indietro. Quella non era una ragazza qualsiasi a cui potesse fare la corte, era una fata, e da quel che sapeva ne esistevano di malvagie che si nutrivano di giovani uomini ignari, ma anche di buone che facevano loro splendidi doni. Pregò mentalmente che questa creatura appartenesse alla seconda categoria.
«C’è un laghetto qui vicino, sarai ad un passo da qui. Vieni, non avere timore» continuò la driade. Il suo tono di voce era delicato, eppure estremamente convincente.
Jorgunn lasciò cadere a terra la spada, non riusciva a resistere a quegli splendidi occhi verdi che sembravano chiamarlo a se. Doveva seguirla.
Quando lo prese per mano si lasciò guidare attraverso l’oscurità. Era come stordito, completamente soggiogato dalla creatura che lo stava trascinando sempre più in profondità nella selva. Dopo un tempo che poteva essere lungo come l’eternità o breve come un battito di ciglia, Jorgunn si ritrovò in un’altra radura, dove la luce lunare si rifletteva in uno specchio d’acqua punteggiato di ninfee.
La driade gli lasciò la mano e si sedette sulla riva dello stagno. Ripresosi dalla confusione iniziale, lo skald la seguì, sedendosi accanto a lei. Tentò di aprire bocca per parlare ma lei lo zittì immediatamente posandogli un dito sulle labbra.
«Shhh! Lascia fare a me» gli sussurrò all’orecchio.
Jorgunn si sentiva inerme di fronte a quella stupenda creatura e si rese conto di desiderarla con tutte le sue forze. La driade lo aiutò a togliersi i vestiti e accarezzandogli il petto nudo lo spinse a sdraiarsi accanto a lei.
Con il corpo caldo della fata premuto contro il suo, lo skald dimenticò ogni timore e incapace di trattenersi la bacio avidamente. Le sue labbra erano dolci e carnose e il suo bacio ardente come il fuoco.
Ebbro di desiderio la spinse sotto di se afferrandola per i fianchi sinuosi, baciandole il collo affusolato e i seni piccoli e sodi. Si amarono a lungo, ubriachi l’uno dell’altro fino al culmine di quella passione dolce e selvaggia.
Il sole stava ormai facendo capolino quando Jorgunn si risvegliò da quel magnifico incanto. Con la testa che gli ronzava si mise a sedere sull’erba, e per alcuni istanti ebbe il dubbio di essersi addormentato vicino al fuoco e di aver sognato ogni cosa, ma si rese immediatamente conto di essere nudo. Non si trovava nell’accampamento con i suoi compagni ma era in una radura assolata, accanto ad un piccolo stagno, con gli abiti e la cotta di maglia ammucchiati poco distante. Non poteva essere stato un sogno.
Diede uno sguardo attorno a se in cerca della sua fata, ma c’era soltanto lui in quel luogo. La driade era svanita.
Accarezzandosi il mento ispido cercò di schiarirsi le idee. Si avvicinò all’acqua limpida per lavarsi il viso, poi rimuginando sulla nottata appena trascorsa si rivestì.
Fece appena in tempo a incamminarsi nella foresta, seguendo a ritroso le tracce che lui stesso aveva lasciato poche ore prima, quando improvvisamente ricordò una leggenda sulle creature fatate secondo la quale le driadi ammaliassero gli uomini per procreare e perpetuare la loro specie. Jorgunn sì scoprì a sorridere pensando che presto in quei boschi avrebbe camminato una piccola driade dai riccioli biondi.

di Elena

scrivo racconti da poco e questo è solo un piccolo racconto breve di allenamento. commentate e commentate, ho bisogno di molti pareri diversi per migliorare, dato che mi appassiona molto la scrittura.
grazie mille.
Barbagianni
«Balrog»
Messaggi: 1005
MessaggioInviato: Mer 09 Feb 2011 13:52 pm    Oggetto:   

Hai il dubbio privilegio di essere commentata per prima da me, ma prima ti dovrei un po' tirare le orecchie perché si capisce subito dal numero totale dei tuoi post che non ti sei presentata nella sezione apposita ma sei venuta subito qui (e io sono buono, di solito in queste occasioni si organizzano sacrifici umani e altri festini del genere Wink ). Purtroppo tutta le gente che è apparsa per cercare solo un commento e poi sparire ci ha resi sospettosi (perché siamo sensibili e se te lo dimentichi ti torturiamo Wink ).

Ma ora passiamo al racconto...mi pare che la lettura sia molto scorrevole, senza toccare registri particolari. Alle volte, parere personale, avrei messo un punto e a capo invece di un punto normale (per esempio questa frase: 'Quella notte sarebbe stato accontentato.')
C'è anche 'vicino a se.' che non mi ha convinto perché non so mai quale accento si deve usare (se si deve usare) ma qualcuno qui dentro sicuramente lo sa.
Dal punto di vista della trama direi che invece è un po' piatto, nel senso che ci sono cose che succedono, ma in realtà tutto si risolve in un nulla di fatto, dove invece nei racconti un qualche tipo di colpo di scena o guizzo dell'immaginazione ci sta come il cacio sui maccheroni (tipo, la driade si è magiata tutti gli altri Wink )
Comunque non ti preoccupare, il modo migliore di imparare è scrivere, leggere e commentare (e pure leggere i commenti degli altri).
Quando qualcuno dice 'io non credo nelle fate' da qualche parte una fata si segna nome, cognome e indirizzo.

Trolls? Io odio i trolls! - Willow
rogue84
«Hobbit»
Messaggi: 5
MessaggioInviato: Mer 09 Feb 2011 16:56 pm    Oggetto:   

Citazione:
ma prima ti dovrei un po' tirare le orecchie perché si capisce subito dal numero totale dei tuoi post che non ti sei presentata nella sezione apposita ma sei venuta subito qui (e io sono buono, di solito in queste occasioni si organizzano sacrifici umani e altri festini del genere Wink ). Purtroppo tutta le gente che è apparsa per cercare solo un commento e poi sparire ci ha resi sospettosi (perché siamo sensibili e se te lo dimentichi ti torturiamo Wink ).


ho rimediato subito presentandomi nella sezione apposita (spero!)

Citazione:
C'è anche 'vicino a se.' che non mi ha convinto perché non so mai quale accento si deve usare (se si deve usare) ma qualcuno qui dentro sicuramente lo sa.


ho appena scoperto che ci voleva l'accento...

Citazione:
Dal punto di vista della trama direi che invece è un po' piatto, nel senso che ci sono cose che succedono, ma in realtà tutto si risolve in un nulla di fatto, dove invece nei racconti un qualche tipo di colpo di scena o guizzo dell'immaginazione ci sta come il cacio sui maccheroni (tipo, la driade si è magiata tutti gli altri Wink )
Comunque non ti preoccupare, il modo migliore di imparare è scrivere, leggere e commentare (e pure leggere i commenti degli altri).


in effetti non succede nulla di particolare, l'ho scritto per lo più come allenamento, per migliorare la forma e lo stile.
sto infatti scrivendo altri racconti con quei personaggi, e conoscere molti pareri diversi su ciò che scrivo mi è molto utile.
sto anche cercando di leggere i racconti scritti da altri e le critiche che vengono fatte loro.
spero di riuscire a migliorare la forma e lo stile, a volte non trovo proprio le parole per descrivere ciò che ho in mente.

ti ringrazio Smile

[/quote]
Daniel.Crow
«Hobbit»
Messaggi: 13
MessaggioInviato: Mer 09 Feb 2011 18:23 pm    Oggetto:   

Ciao, devo dire che mi è piaciuto, molto scorrevole. A volte non serve che accada qualcosa di particolare per scrivere una sequenza interessante, l'importante è scriverla bene e descriverla il più esaurientemente possibile. Mi pare che tu abbia svolto il compito in pieno nel tuo racconto.


Ultima modifica di Daniel.Crow il Gio 10 Feb 2011 20:44 pm, modificato 3 volte in totale
rogue84
«Hobbit»
Messaggi: 5
MessaggioInviato: Mer 09 Feb 2011 22:09 pm    Oggetto:   

ti ringrazio molto, i complimenti fanno sempre piacere Very Happy
Lord Sacha
«Hobbit»
Messaggi: 36
Località: Sotto i raggi di una notte argentata
MessaggioInviato: Gio 10 Feb 2011 14:26 pm    Oggetto:   

Concordo pienamente con Daniel.Crow. Inoltre hai deciso di affrontare la coraggiosa scelta di scrivere una scena d'amore, inconcepibile per quelli cresciuti a pane e Signore degli Anelli, che considerano Tolkien il dio del fantasy e scrivono come se fossero degli eunuchi... perciò hai tutta la mia simpatia Wink
Non c'è niente di meglio che portare una maschera sul viso per vedere il proprio volto - OSCAR WILDE

Sognatore è chi trova la sua via alla luce della luna... punito perché vede l'alba prima degli altri.
rogue84
«Hobbit»
Messaggi: 5
MessaggioInviato: Ven 11 Feb 2011 19:48 pm    Oggetto:   

ho pensato che anche il fantasy può essere "maturo", per cui se due personaggi fanno l'amore che male c'è?
basta descrivere senza scendere nel volgare.
ti ringrazio molto per l'apprezzamento. Embarassed
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