L'ultimo nemico


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M.T.
Paladino Guardiano
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MessaggioInviato: Ven 03 Mag 2013 0:10 am    Oggetto: L'ultimo nemico   

Il racconto non partecipa alla selezione "il nemico, l'avidità, la repressione", ma avendo come tema uno di quelli elencati nel bando, per chi avesse voglia di leggerlo, ecco un brano che ho realizzato.


Muffa. Polvere. Acqua stagnante.
Gli odori che lo facevano sentire a casa, che rendevano qualsiasi luogo il posto che lui battezzava come propria dimora.
Scivolando lungo il corridoio silenzioso scese le scale, imboccando cunicoli sempre più stretti e sempre più pervasi da ombre, fino a quando non si mutarono in tenebre. Avvolto dal buio abbandonò il travestimento, lasciando che la pallida pelle si mutasse in squame nere e verdi e che le proprie cellule modificassero la struttura del corpo. Sentì le membra, le viscere cambiare; fu un sollievo tornare a essere se stesso, soprattutto non avere più a che fare con quelle maledette ghiandole sudoripare. Non riusciva a capire come gli umani potessero sopportare d’avere addosso umori così acri e disgustosi: puzzavano peggio delle bestie, nonostante coprissero le loro emanazioni con ogni tipo di profumo. Erano repellenti, loro e il loro maledetto mondo pieno di fumi di scappamento, ciminiere, spazzatura, vicoli stretti e palazzi ammassati dove il vento non poteva nemmeno passare e portare un po’ d’aria pulita. Per non parlare delle loro città claustrofobiche, così strette e pigiate che facevano mancare il respiro a ogni passo, così piene di luci abbaglianti e accecanti; se non fossero state un territorio di caccia così illimitato, sarebbero state da abbandonare all’istante.
Sibilando compiaciuto, si fece accarezzare e cullare dalla densa tenebra, gettando in un angolo lo zaino che conteneva i resti della sua vittima, i pezzi più prelibati portati a casa per essere consumati con calma.
La luce si accese, illuminando lo scantinato.
Strabuzzando gli occhi, il Camaleonte si guardò intorno con aria allarmata.
L’uomo si staccò dalla parete dell’interruttore, portandosi di fronte alla porta e bloccando l’unica via d’uscita.
«Di nuovo tu.» Sibilò il Camaleonte.
«Di nuovo io.» Confermò il Cacciatore.
Il Camaleonte spazzò nervosamente il pavimento con la coda. «Non hai nessun altro a cui dare la caccia?»
«Siamo gli ultimi delle rispettive specie: a parte te e me, non rimane nessun altro.» Il Cacciatore lo fissò con un’espressione indecifrabile.
«Impossibile.» Ribatté il Camaleonte.
Il Cacciatore sorrise di scherno. «Gli uomini non credono più nella magia, nei mostri. Con la loro scienza, il loro raziocinio, credono di poter spiegare ogni cosa. Se ci sono degli efferati omicidi, è stato sicuramente un serial killer, che classificano con tanto di profilo psicologico. Se spariscono dei bambini, il dito è da puntare sui pedofili che sono diventati più numerosi. Se un uomo entra in un supermercato e fa una strage, la causa è da ricercare nello stress o nella povertà che l’ha reso un disadattato.» Scosse il capo con amaro divertimento. «Sono divenuti degli esperti nel trovare ragioni per giustificare l’incomprensibile. E l’hanno fatto per sopprimere la paura. Quella paura che lo sconosciuto da sempre genera, che non li fa dormire la notte, che non li fa passeggiare tranquilli nei vicoli oscuri. Quella paura che li fa credere nei Mostri. Quella paura che gli fa sperare che esistano creature come i Cacciatori che li difendano e li salvino.» La bocca si storse in un sorriso crudele. «Uccidendo la paura e la speranza hanno ucciso anche noi, uno alla volta. E’ stato un processo lungo, ma alla fine ci sono riusciti e ci hanno tolto di mezzo.»
Il mostro sputò per terra. «Sono solo umani: sono le nostre prede, sono…»
«Sono la nostra fonte d’energia, sono i nostri creatori. I miti, le favole, le storie: sono stati loro a creare il Mondo Nascosto, a darne materializzazione. Un mondo dentro un mondo. Un mondo che è entrato a far parte della realtà e l’ha modificata.» Il Cacciatore si sporse in avanti, ammiccando. «Poi è giunta la tecnologia e la conoscenza si è diffusa, ha eliminato il mistero e con esso anche la paura: hanno ritenuto che tutto avesse giustificazione, tutto fosse spiegabile. Si sono dimenticati di noi e noi ci siamo indeboliti. Siamo divenuti come dinosauri, residui di un’epoca che non c’è più. Un’epoca che si è voluta dimenticare.»
«Come possono dimenticarci?» Sibilò il Camaleonte, le squame che fremevano di sdegno. «Siamo noi che li uccidiamo, noi che infestiamo le loro abitazioni, rendendo la loro vita un inferno.»
Il Cacciatore sbuffò. «Da quanto non vedono più uno di voi? L’ultimo è stato nei paesi del Nord, quando ci fu la caccia alla bestia che scorrazzava per le foreste, massacrando quanti vi si avventuravano: le forze dell’ordine dissero che si trattava di un grizzly reso pazzo dalla malattia, ma sappiamo entrambi che quello fu l’ultimo licantropo a essere abbattuto.» I suoi occhi si fecero duri come il ghiaccio. «Ora restiamo solo tu e io.»
Il mostro s’accucciò sulle zampe posteriori, pronto a scattare. «Cosa ti fa pensare che riuscirai a prendermi? Sono sempre riuscito a fuggire alle tue trappole: sarà così anche stavolta.»
Il Cacciatore scosse il capo, il sorriso sparito, lasciando sulle labbra un’espressione amara. «Non questa volta: questa volta è l’ultima.» Fece un passo avanti, trapassando il Camaleonte con uno sguardo privo d’emozioni. «Se sei riuscito a scappare finora, è perché io l’ho permesso, perché nelle trappole escogitate c’era sempre una via di fuga e facevo in modo che tu la trovassi. E’ solo per questo che sei ancora vivo.»
Il mostro dimenò la coda: disappunto, rabbia, perplessità. «Perché?»
«Perché tu completi me stesso: tu sei la mia ragione di vita. Inseguirti, darti la caccia, scoprire come ti adattavi a un nuovo ambiente, come ti mimetizzavi in esso: mi faceva sentire vivo, dava alla mia esistenza uno scopo. Sai cos’è peggiore del dolore, della paura?» L’ombra di un tremito passò sul volto del Cacciatore. «Essere consapevoli che la propria vita non serve a nulla, non ha alcun senso: è qualcosa capace di far impazzire.»
Il mostro smise di dimenare la coda. «Che ne è stato del codice di voi Cacciatori, del proteggere gli indifesi, gli innocenti? Non era questa la vostra ragione di vita?»
Il torace del Cacciatore fu scosso da una risata. «I Paladini si sono estinti, come tutti gli altri di noi, e con loro gli ideali di protezione e altruismo: dopo, non c’è più rimasto nulla di etico. Per un pezzo vi abbiamo dato la caccia per soldi, poi per semplice sopravvivenza perché siete sempre stati più numerosi di noi; ma poi anche le vostre fila si sono fatte più rade, la vostra presenza meno pericolosa. Vi abbiamo dato la caccia per divertimento, perché non sapevamo che altro fare, perché non volevamo integrarci in una società del genere e condurre un’esistenza piatta e priva di significato, fatta solo di routine, privati della sferzata vitale dell’adrenalina.» Sputò per terra con astio. «Perché mi devo preoccupare di gente a cui non importa nulla di me, che non sa nemmeno che esisto? Gente stupida e ignorante, che non s’accorge nemmeno della rovina che sta portando ovunque vada.» Scrollò le spalle. «L’unica cosa importante è avere una ragione per stare in questo mondo del cavolo, dare un senso alle giornate: cosa m’importa se qualcuno di loro fa una brutta fine per colpa tua? Avremo qualche bastardo di meno a spalare fango su questa terra e il pianeta sarà un luogo migliore per tutti.»
«E allora perché dici che questa volta sarà l’ultima, se il mio predare rende un favore al mondo?»
Una gran stanchezza calò sulle spalle del Cacciatore. «Sono vecchio, con il tempo sono diventato malato: il cancro si è mangiato il mio corpo un pezzo alla volta. Ancora pochi mesi e mi spegnerò in un letto d’ospedale, come uno qualsiasi di loro: uno dei tanti che non è più nemmeno in grado d’andare in bagno, costretto a farsela nelle mutande e a sguazzare nei propri escrementi fino a quando qualcuno non lo cambia. Uno dei tanti obbligato a morire da solo, dimenticato da tutti. Uno dei tanti da aggiungere alla lista dei necrologi. La mia morte è prossima, inevitabile: per questo è ora che il cerchio si chiuda, che il predatore elimini la sua preda.» Le labbra si arricciarono in un magro sorriso. «Non mi va di vedere la mia vita che si spegne senza un significato: voglio che la mia morte abbia un senso, che avvenga facendo quello che ho fatto per tutta la vita. E dato che all’inferno ci debbo andare, voglio essere io a decidere su quale treno andarci.»
Gli occhi del Camaleonte si socchiusero in due nere fessure. «Io non ho intenzione di morire.»
«Ma tu morirai, come qualsiasi altra creatura.» Ribatté mellifluo il Cacciatore. «E se fossi costretto ad affrontare la morte in solitudine, scopriresti quale spaventoso abisso è la consapevolezza di morire senza avere nessuno al fianco che si ricorda di te e sa chi sei.» Strinse i pugni. «Stai venendo trattato con dignità, avendo il rispetto che nessun umano mai ti darà: il rispetto di chi ti considera come un suo pari.» Le mani cominciarono a brillare di Potere. «Il nostro tempo è finito.»
Il Camaleonte si gettò in avanti, gli artigli protesi.
Il lampo brillò, l’aria pervasa dall’odore di carne bruciata.
Il Cacciatore fissò gli occhi del Camaleonte spegnersi, divenendo due pezzi di materia inanimata. Lasciò che il corpo s’accasciasse sul pavimento, fissando lo squarcio che il Potere aveva aperto nel petto: era morto all’istante, senza soffrire.
Con un sospiro, si lasciò scivolare al suo fianco, chinando il capo a fissare il proprio ventre sanguinante, lacerato dagli artigli: sarebbe stata questione di minuti, poi la morte sarebbe giunta anche per lui e sarebbe andato a raggiungere quanti l’avevano preceduto. Il cerchio era chiuso, un’epoca finiva e con essa tutto quello che era stato e aveva rappresentato.
Mentre la vista si offuscava, per l’ultima volta posò lo sguardo sul Camaleonte, il suo mondo, la sua ragione d’essere. “Ci siamo combattuti, abbiamo lottato su fronti opposti, ma non abbiamo capito che il vero nemico è il mondo, la società là fuori.” Chiuse gli occhi e si lasciò andare contro la parete, traendo l’ultimo respiro. “L’ultimo nemico, l’unico vero nemico che dovevamo battere e che non siamo riusciti a sconfiggere.”


Ultima modifica di M.T. il Mar 16 Set 2014 12:14 pm, modificato 5 volte in totale
Floxie
Hobbit
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MessaggioInviato: Ven 03 Mag 2013 10:09 am    Oggetto:   

Il racconto è molto interessante. Peccato non partecipare.
thyangel83
Gollum
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MessaggioInviato: Sab 04 Mag 2013 16:42 pm    Oggetto:   

Caro Mirco, grazie di averci reso partecipi del tuo racconto.
E' molto ricco e commentarlo è complesso. Ma ci provo. Naturalmente, si tratterà sempre di un mio parere.
Apprezzo l'intento - che già altre volte hai palesato - di dare un vero "senso" a quello che scrivi, sottraendolo dal mero intrattenimento. Quanto hai scritto è denso di significato e tutto sommato mi sembra che richiami il concetto di fondo de La Storia Infinita, in versione weird. Purtroppo la mancanza di fantasia è una delle maggiori minacce per la società, che la fa sprofondare in un grigiore anonimo nel quale anche i mostri sembrano quasi risplendere di un'inusitata virtù, se non altro per il loro essere "diversi".
I tuoi personaggi non sono banali, sono "reali".
L'inizio è davvero avvincente, le descrizioni sono efficaci, si respira davvero l'odore umido e stantio del sottosuolo. Il mostro si delinea con intensità rara; il cacciatore meno, ma è un discreto contraltare.
Lo sviluppo, secondo me, si fa un po' prendere dall'intento "dimostrativo", quindi la palla passa al cacciatore che "spiega" la situazione reale al mostro, che non vuole accettarla. E' forse un po' troppo "didattico", nel senso che la spiegazione è molto estesa, forse personalmente l'avrei tagliata un po' o lasciata sottintesa, ma certo in tal modo riesci a chiarire bene il punto di vista che vuoi esprimere.
Nel complesso, secondo me è una buona prova di scrittura, anche se magari si potrebbe sfrondare un po' la parte descrittiva.
Avanti, Mirco! Ti aspetto sulla writers magazine per altri contest!
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M.T.
Paladino Guardiano
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MessaggioInviato: Lun 06 Mag 2013 12:07 pm    Oggetto:   

Per me il fantasy è soprattutto un modo per mostrare la realtà: estaendola da un contesto, darle una veste che la renda sempre attuale, che permetta di rendere consapevole chi legge di aspetti della vita e dell'essere umano.
Non avevo pensato nei termini di La Storia Infinita (fra parentesi, romanzo straordinario, ricco e pieno di specchi: in questo articolo ne parlo in modo approfondito), però è un punto di vista interessante e fa riflettere su quanto l'uomo ha perso.
La creazione di un mondo dentro il mondo riprende l'idea di un romanzo che ho scritto, Storie di Asklivion, Strade Nascoste, e anche l'idea che il vero nemico, colui che porta rovina, non è il mostro, la creatura diversa; il concetto nel romanzo ha avuto modo d'essere sviluppato in maniera più articolata e completa, meno dimostrato e più svelato. E' una questione di spazio: con un racconto che deve stare in un numero determinato di battute diventa limitante esprimere temi di un certo livello.
thyangel83
Gollum
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MessaggioInviato: Lun 06 Mag 2013 23:05 pm    Oggetto:   

Concordo, Mirco.
Infatti ritengo comunque che il racconto sia di un certo spessore, si stacchi dalla media.
A quando la divulgazione del romanzo?
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Paladino Guardiano
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MessaggioInviato: Lun 06 Mag 2013 23:33 pm    Oggetto:   

Presso un editore non lo so, non dipende da me: è stato sottoposto a diverse ce, ma hanno ritenuto per il genere di puntare su altre tipologie di storie, visto che il fantasy i più lo ritengono intrattenimento per target adolescenziale. La lunghezza inoltre non aiuta, dato che siamo sulle mille pagine circa.
Per chi fosse interessato alla lettura, ho messo a disposizione il romanzo sul mio sito: basta cliccare in firma sull'immagine che riporta al link dedicato a esso.
thyangel83
Gollum
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MessaggioInviato: Mar 07 Mag 2013 22:16 pm    Oggetto:   

@ M.T.

1000 pagine sono davvero tante, ma se una casa editrice è interessata ti chiederà di editarlo e di separarlo in 2/3 volumi. Capita.
Comunque è vero che il fantasy non è facile da collocare, nel senso che molte case editrici lo schifano e proprio non lo pubblicano, però ce ne sono tante non grandi che lo tengono invece molto in considerazione e personalmente ne so qualcosa... Peccato distribuirlo a gratis quando invece può prendere altra forma. Ma non tanto per i guadagni (irrisori), quanto più perché se uno scarica qualcosa a gratis mediamente la leggerà dopo circa 3 anni, reputandola qualcosa che ha poco valore, mentre la stessa cosa acquistata...ha un altro sapore, tutto qui.
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Paladino Guardiano
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MessaggioInviato: Mar 07 Mag 2013 23:52 pm    Oggetto:   

Dividere un romanzo in tre parti mi lascia qualche perplessità, sarà perché m'infastidisce da lettore ritrovarmi con dei mesi ad aspettare il seguito di quello che doveva essere un volume unico: fa perdere molto. E' capitato con 1Q84 di Murakami, succede con quelli di Erikson: all'estero riescono tranquillamente a pubblicare tomi di tali dimensioni senza problemi, non vedo perché in Italia invece devono fare diversamente.
Metterlo a disposizione gratuitamente può essere visto come dici tu, ma arriva il punto in cui ci si stanca di vedere il proprio lavoro scartato in favore di altri che non sarebbero passabili neppure di prima stesura e di sentir dire che quello che è pubblicato è il meglio possibile. Anche se non si possiedono gli stessi mezzi delle ce, la rete può essere un modo per far conoscere le cose: può servire o non servire, ma perlomeno si può essere una voce che dice le cose che non vanno.
thyangel83
Gollum
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MessaggioInviato: Mer 08 Mag 2013 16:23 pm    Oggetto:   

Beh, almeno però fai una piccola autopubblicazione su Amazon... Venderai forse solo 10 copie, ma almeno avrai 10 veri lettori...
Non c'è dubbio che le Case Editrici non pubblichino il meglio, ma ci sia una componente di fortuna non indifferente, soprattutto se si parla dei grossi editori, in quanto devi capitare al momento giusto col testo giusto... Politiche editoriali molto distanti dalla "qualità", in ogni caso sia tra i grandi che i piccoli editori si trovano cose buone e cose meno buone. Si sa, c'è sempre di tutto. Oltre al fatto che è da tenere presente il dato soggettivo, sia nella valutazione dell'editore di turno, che ha i suoi gusti, sia del pubblico (mi ritengo un esempio, nel senso che spesso le opere dei grandi maestri non mi entusiasmano, mentre altre opere screditate di piccoli autori mi acchiappano molto di più).
Il fatto di non pubblicare tomi voluminosi in Italia ha due risvolti: 1 - l'editoria ha sia dei costi, per cui non azzarda spesso di affrontare grosse spese di stampa tutte in una volta, sia delle mire, cioè vendere di più e ricavare più soldi (è evidente che se un libro da 1000 pagine costa 25 €, ma 3 libri da 333 pagine costano 15 € l'uno non c'è paragone sui guadagni, anche se l'editore non dovesse mantenere vendite costanti su tutta la serie...). 2 - Come mi è stato detto chiaro e tondo da una persona abbastanza nota nell'editoria fantasy italiana: "sei un esordiente, nessuno spenderà 20 € per un tuo libro troppo voluminoso. Taglialo del 40-50%, o tuttalpiù spezzalo in 2!" Forse aveva ragione, anche se io poi ho trovato altre strade che mi hanno consentito una pubblicazione integrale per i motivi nobili che già tu hai evidenziato.
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M.T.
Paladino Guardiano
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MessaggioInviato: Mer 08 Mag 2013 19:31 pm    Oggetto:   

l'autopubblicazione su Amazon non mi convince. E quando una cosa non mi è chiara sto fermo.
Certo, la fortuna, arrivare al momento giusto è importante. Ma c'è molta ignoranza sul genere fantasy in Italia e si ritiene che si possa propinare di tutto, dato che la considerazione del lettore è molto bassa. Discorso ampio, approfondito qua.
Capisco il guadagno, non la speculazione, come ha fatto Mondadori con Martin dove di un volume ne faceva tre e lo vendeva a quasi 18 E l'uno. All'estero riescono a guadagnarci, perché in Italia no? Penso che le ce italiane riuscirebbero ad avere dei ricavi, ma fanno così perché vogliono sempre di più e non si accontentano.
Ragioniamo poi sul prezzo. 20 E per un libro di mille pagine, anche se di un esordiente, non sono molti. Si pensa che per un libro si debba avere copertina rigida, rilegatura di un certo tipo, copertine con immagini ammiccanti e che attirano; tutti elementi che aumentano i costi. Ma per fare un'edizione curata, queste cose non sono indispensabili; per un esordiente si può utilizzare anche lo stile delle versioni econimiche, dato che più di come appare, conta la sostanza, il contenuto, che sono la vera essenza del romanzo.
Jirel
Haut-lady Haut-lady
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Località: milano
MessaggioInviato: Gio 09 Mag 2013 17:40 pm    Oggetto:   

io come lettrice compusiva preferisco avere i romanzi in versioni che occuapno poco spazio nella già superaffollata libreria
quindi se devo paggare 25€ per un tomo della Ruota del Tempo lo faccio volentieri, perchè lo spreco è ridotto al minimo
pagare la stessa cifra per un tomo con copertina rigida spessa in totale quasi 1 cm, scritto con caratteri per presbiti ed infarcito con inutili illustrazioni mi da abbastanza fastidio
poi mi sembrava che avessimo già fatto il discorse sul guadagno eccessivo dell'editore, che in italia viste le modiste tirature nn è così scontato.

per l'autopubblicazione, nonso, mai letto nulla,
La paura uccide la mente
Dendarii forever!!!!!
Socio Fondatore Zzott Fun Club

BI forever
M.T.
Paladino Guardiano
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MessaggioInviato: Gio 09 Mag 2013 20:21 pm    Oggetto:   

Sullo spazio in libreria ti capisco: molto affollata.
Sulla Ruota del Tempo ci sarebbe da sorvolare, perché Fanucci fa pagare a un prezzo molto alto libri che visto il formato usato dovrebbe essere più basso: poi cambiandoci solo l'immagine di copertina ribassa il costo. Stessa cosa fatta con la saga Mistborn. Non mi sta bene, specie dopo il comportamento che ha avuto su questa saga e per il quale ci ho rimesso.

L'autopubblicazione non mi convince.
thyangel83
Gollum
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Località: Ovunque
MessaggioInviato: Gio 09 Mag 2013 23:29 pm    Oggetto:   

L'autopubblicazione, da lettore, è un prenderci: non puoi sapere minimamente quello che ti passa tra le mani, quando acquisti un libro autopubblicato. Ma puoi trovare anche cose pregevoli.
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Reginald Graham
Lo Stolto
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MessaggioInviato: Gio 09 Mag 2013 23:30 pm    Oggetto:   

Convince poco anche me.
Perché il cancro? Perché non un altra malattia? Gli hai dato un significato, si?
Non perché sette persone su dieci oggi muoiono di cancro?
M.T.
Paladino Guardiano
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MessaggioInviato: Gio 09 Mag 2013 23:55 pm    Oggetto:   

L'autopubblicazione è un argomento lungo da sviscerare, ma non è questa la sede, meglio rimanere it.
Se avessi dovuto spiegare le ragioni del male che ha colpito il Cacciatore sarei andato fuori il limite consentito dal racconto (sul forum sono appunto massimo 10000 battute), ma non è stato per via delle statistiche, secondo le quali purtoppo un'alta percentuale di persone muore a causa di esso, che ho scelto.
Il Cacciatore è stanco di andare avanti in un mondo che non gli dà una ragione di vivere: tolto il Camaleonte, la sua vita non ha uno scopo. Questa mancanza logora il suo spirito e questo si ripercuote sul suo fisico: il cancro, con il suo lavorio interiore che consuma gi organi, è rappresentazione materiale di ciò che avviene a livello di spirito.
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