Mi chiamo Idhals Howlripp e mi sono recato a Claverfot, un piccolo villaggio nei pressi della grande foresta di Orobosco, per qualche giorno. Sono un bardo e avevo sentito dire che questo luogo era fonte d’ispirazione, quale miglior posto quindi per ‘captare’ un po’ di musica e cogliere nuovi spunti per le ballate? Orobosco: questo nome mi è sempre piaciuto e ho trovato in effetti anche il luogo piacevole. Ho pensato che qui avrei potuto sedermi all'ombra, ai margini della selva, a scrivere buona musica. Che capolavori sarebbero venuti fuori! E il mio nome sarebbe diventato famoso per le Terre Libere.
I primi giorni ho gironzolato per Claverfot, ma poi sono entrato nella foresta, che era molto più bella e suggestiva del villaggio. Mi sono inoltrato in veri e propri dedali per raggiungerne il cuore, era intricata come un labirinto. Lontano dai rumori del villaggio e dal parlottare degli abitanti ho sorriso, percependo e godendo della bellezza indisturbata dei suoi boschi. E sotto un grande olmo nei pressi di un ruscelletto gorgogliante, quasi subito ho cominciato a riempire pentagrammi: rubavo motivi al vento che giocava con i rami degli alberi e faceva fremere il fogliame del sottobosco. Ho composto a lungo, dimentico del tempo e del luogo, ma poi, per leggere quanto avevo scritto, ho dovuto avvicinare i fogli al volto, tanto fievole era diventata la luce. Solo allora mi sono accorto che il cielo aveva perduto la sua luminosità . Era ora di rientrare al villaggio. La strada del ritorno era ormai buia, ma una nebbiolina danzava sulle pozze d’acqua. E ciò mi fu di grande aiuto: dove c’era nebbia c’era acqua e io la evitavo facilmente, anche se magari inciampavo poi su radici e sassi. Sembrava quasi che la foresta volesse rallentarmi, se non proprio trattenermi, ma infine mi apparvero le luci del villaggio occhieggiare tra gli alberi. |