La pioggia e la bambina - Alessio Posar


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Alessio Posar
«Hobbit»
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MessaggioInviato: Dom 31 Ago 2014 16:45 pm    Oggetto: La pioggia e la bambina - Alessio Posar   

Ieri ho visto la bambina.
Me ne stavo al parco, appesa per la gambe al ramo di un grosso ippocastano, i capelli che penzolavano verso il terreno. Sentivo l’umidità alzarsi dal basso e penetrare nelle narici. Non mi ero resa conto che fosse il primo giorno di scuola fino a quando non avevo sentito i bambini uscire nel cortile. Avevo ascoltato gli scalpiccii delle suole di gomma e i mormorii e i richiami isolati delle maestre. Il primo giorno di scuola è così, tranquillo. Almeno all’inizio, perché appena i bambini entrano in confidenza l’uno con l’altro, allora le voci si levano e si trasformano in urla e tutti iniziano a correre e a nascondersi nei cespugli ancora verdi, o nelle ombre che la luce del sole getta sull’asfalto, dietro ai muretti o vicino alla rastrelliera per le biciclette. Magari compare una palla e allora i bambini fanno le squadre e si può osservare la genesi di una gerarchia che li dominerà per i prossimi cinque anni. I maschi da una parte, le femmine dall’altra e può anche darsi che ogni tanto capiti che una ragazzina voglia giocare con i maschi e allora deve prepararsi a colpire le gambe degli avversari e a ricevere i calci più forti e non deve piangere e non deve correre dalla maestra. Altrimenti rimarrà per sempre una piagnona.
C’erano i bambini nel cortile e le maestre che prendevano il caffè appoggiate al davanzale e nessuno mi aveva visto nel parco di fianco alla scuola, appollaiata sul mio ippocastano mentre guardavo la ragazzina bionda.
Camminava da sola, lasciava che la mano scivolasse lungo le sbarre della ringhiera e a un certo punto si è chinata. Ha raccolto un bastone e ha continuato così a seguire il perimetro del cortile, facendo tintinnare il metallo con il legno. Una delle maestre se ne è accorta e si è precipitata verso di lei a passo di marcia. Teneva la testa alta e i capelli lunghi si sollevavano e nella sua ombra si aprivano come le ali di un falco. Ha teso la mano e ha afferrato il bastone. Io mi sono sporta un poco.
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