Mariangela Cerrino


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Autore Messaggio
franz
«Mago» Mago
Messaggi: 5731
Località: Milano
MessaggioInviato: Lun 07 Apr 2008 6:51 am    Oggetto: Mariangela Cerrino   

In libreria con una nuova avventura fantasy
http://www.fantasymagazine.it/notizie/8738/
Grazie a Mariangela per la sua disponibilità Wink
- Sei un pessimista o un ottimista?
- Sono un pessimo ottimista
Mariangela Cerrino
«Hobbit»
Messaggi: 25
MessaggioInviato: Lun 07 Apr 2008 18:09 pm    Oggetto:   

Grazie, Franz...

Ho visto, leggendo il forum, che molti sono giovani autori alle prese con la loro opera prima... lo sono stata anch'io (bè, un po' di tempo fa, non diciamo quanto - ma dalla mia biografia, con un po' di conti, si può intuire - e certamente molti... molti romanzi fa!). Se qualcuno lo desidera, sarò più che lieta di rivelare quei piccoli accorgimenti che possono tramutare una pagina bianca nell'inizio (perseverando) di un avventura senza fine.
Ciao a tutti!
mikimago
«Bombadil»
Messaggi: 817
Località: Pozzallo (RG)
MessaggioInviato: Lun 07 Apr 2008 18:47 pm    Oggetto:   

Che bello avere qui anche un'autrice che si è cimentata col genere fantasy quando ancora non si offrivano agli scrittori italiani del genere le stesse opportunità d'adesso.

Anticipo la domanda di Bran Wink , Mariangela. Perchè non ci racconti anche tu come sei arrivata alla pubblicazione?

Tra parentesi, attendo l'uscita di "Lisidranda" che è già nella mia wishlist dei romanzi fantasy italiani da comprare.
Segui la strada per tornare a Krune:


http://www.darioflaccovio.it/scheda/?codice=DF8722
Mariangela Cerrino
«Hobbit»
Messaggi: 25
MessaggioInviato: Mar 08 Apr 2008 18:23 pm    Oggetto:   

Come sono arrivata alla prima pubblicazione?
Potrei cominciare con... c'era una volta in una galassia lontana, dove ancora non esistevano i computer (alla portata della gente comune) e Internet...; dove le distanze erano molto sentite e tutto avveniva per posta (non più portata a cavallo, tuttavia, ma da treni che - meraviglia - rispettavano gli orari); e dove per comporre un testo ci si serviva della vecchia, gloriosa Olivetti32...
Ma, come ho detto, era una galassia lontana...
Dunque in quel tempo, a quattordici anni, ho scritto il primo romanzo per riempire un'estate fin troppo quieta (ma tutte le estati lo erano n.d.a.);
L'estate successiva ho rivisto il romanzo, l'ho impacchettato e quindi spedito all'editore che già pubblicava romanzi dello stesso genere, cioè Sonzogno, che stava per inaugurare la sua collana di Tascabili - nati proprio in quegli anni - con le copertine di Crepax.
Era un romanzo storico, ambientato nel tempo della rivoluzione americana nella zona dei Grandi Laghi (1792) - epoca e luoghi che allora avevano su di me un grande fascino. Inutile dire che mi ero documentata con studi e traduzioni per scriverlo! (La precisione delle ambientazioni - storiche o inventate che siano - è rimasta una mania).
Non avevo detto nulla in casa, anche se i miei genitori sapevano della mia passione per lo scrivere e la appoggiavano... infine, dopo un paio di mesi, ecco la lettera di risposta:
"Ci piace, lo prendiamo. Venga a firmare il contratto."
risposta: "Non posso. Milano è lontana, e poi sono... minorenne. Non posso firmare contratti."
domanda (dopo una penosa settimana d'attesa per la lettera di ritorno):
"Ma quanti anni ha? Venga accompagnata da suo padre!"
ops... non avevo detto la mia età. E nemmeno avevo detto in casa che lo avevo mandato ad un Editore, grande come Sonzogno per giunta.
Temevo che non mi avrebbero preso in considerazione.
Smile E credo di aver fatto bene!
Edwin di Wytryn
«Eldar»
Messaggi: 361
Località: Al margine del foglio, tra le parole non scritte...
MessaggioInviato: Mer 09 Apr 2008 9:20 am    Oggetto:   

Lascio la stessa domanda a tutti gli autori qui presenti, per avere più impressioni (ed esperienze) possibili:

Cosa consiglieresti a un giovane esordiente in cerca di pubblicazione?

Di affidarsi a una agenzia letteraria o a un agente?
Di cimentarsi con i concorsi?
O di inviare a una serie di editori selezionati?

Graditissime le esperienze personali. Wink

Grazie!
Luca
mikimago
«Bombadil»
Messaggi: 817
Località: Pozzallo (RG)
MessaggioInviato: Mer 09 Apr 2008 11:30 am    Oggetto:   

Con la tua esperienza, Mariangela, mi hai riportato indietro di vent’anni, a quando anch’io mi servivo dell’Olivetti per dattiloscrivere i miei romanzi prima vergati a mano sui quadernoni, facendomi gli indici delle mani forti come quelli di Bruce Lee Shocked e stando attento a non commettere errori (correggerli era tanto elaborato quanto comporre il capitolo di un romanzo Mad ).
E poi le fotocopie, le lettere di presentazione, le lunghe attese di risposte da parte degli editori interpellati.
Grazie per la madeleine proustiana che mi hai regalato. Wink
Segui la strada per tornare a Krune:


http://www.darioflaccovio.it/scheda/?codice=DF8722
Yenvel
«Insuperabile Tonno delle Nevi»
Messaggi: 1999
Località: giù al nord
MessaggioInviato: Mer 09 Apr 2008 14:07 pm    Oggetto:   

Ciao Mariangela,
vorrei chiederti se, nel rivolgersi alla casa editrice, non sia consigliabile inviare una sinossi o il primo capitolo, piuttosto che il romanzo completo...
Mariangela Cerrino
«Hobbit»
Messaggi: 25
MessaggioInviato: Mer 09 Apr 2008 21:15 pm    Oggetto:   

Ciao Yenvel!
Rispondo alla tua domanda... credo che un autore esordiente dovrebbe, in linea di massima, presentarsi con il romanzo completo, unitamente però ad una concisa sinossi dello stesso. Questo perché occorre, a chi riceve il romanzo, prima di tutto capire se come argomento può essere di interesse; nel qual caso, il romanzo completo è già a disposizione per la prima lettura. Rammenta che un editor capisce dalle prima pagina del primo capitolo se l'autore è in grado di portare avanti una storia e, prima di ogni altra considerazione, se sa scrivere.
Mariangela Cerrino
«Hobbit»
Messaggi: 25
MessaggioInviato: Mer 09 Apr 2008 21:21 pm    Oggetto:   

Ciao Mikimago
como sono lieta di incontrare chi comprende (e ha provato) le fatiche della macchina da scrivere, quando un'intera pagina doveva essere ribattuta soltanto per cambiare una frase...
Non appena ho potuto, io ho adottato la IBM, quella con la mitica testina rotante, e poi subito il pc. E da allora, tutto è cambiato.
Smile
Mariangela Cerrino
«Hobbit»
Messaggi: 25
MessaggioInviato: Mer 09 Apr 2008 21:47 pm    Oggetto:   

Ciao Edwyn
Cercherò di rispondere anch'io alle tue domande.
Un autore esordiente... di sicuro non gli consiglierei nè le Agenzie Letterarie nè un Agente.
Le Agenzie, quelle veramente serie, al 99,99% non prendono nemmeno in considerazione gli esordienti. Le Agenzie che promettono esame del testo e consulenza editoriale di solito sono anche quelle che richiedono pagamenti per gli stessi... una vera agenzia stipula un contratto, con una percentuale sugli utili quando, e se, l'opera dell'autore verrà venduta. Mai prima.
Lo stesso discorso vale per gli Agenti. E' molto difficile che un Agente si occupi di un esordiente sconosciuto, proprio per la difficoltà di "piazzarlo". E comunque anche per un Agente valgono le regole di percentuale sugli utili dell'Agenzia.
I concorsi possono servire per "farsi le ossa", ma a mio avviso lasciano il tempo che trovano. Ce ne sono molti, forse troppi, quasi tutti sconosciuti. Se proprio si vuole, bisognerebbe puntare soltanto su quelli di sicura importanza, possibilmente con alle spalle giornali o editori, che garantiscono una pubblicazione visibile (ad esempio il concorso annuale indetto da Urania Mondadori, per la fantascienza, che porta il vincitore ad avere una reale visibilità su tutto il territorio nazionale).
Inviare la propria opera ad un editore che pubblica sicuramente opere dello stesso genere è, sempre a mio avviso, il modo più sicuro per un esordiente di aprirsi una strada. Se la sua opera è valida e se ha la fortuna di presentarsi al momento giusto (prerogativa affatto trascurabile), allora forse arriverà in porto.
Ancora una precisazione: c'è una gran differenza tra racconto e romanzo, tra opere brevi e opere lunghe. E la loro collocazione deve essere ragionata di conseguenza.
bandana
«Piratessa»
Messaggi: 1047
Località: Shipwreck Cove
MessaggioInviato: Lun 14 Apr 2008 10:53 am    Oggetto:   

Ciao,
vorrei sapere come fai a cavartela se sei in preda al "blocco dello scrittore" o al "panico da foglio bianco", pur avendo un'idea di cosa vuoi scrivere. Questo succede quando la storia non ha né capo né coda oppure perchè si deve ancora sviluppare?

Si è parlato, in queste discussioni, della differenza tra racconto e romanzo, e vorrei un tuo parere su questi due generi: qual è meglio, se valgono entrambi, qual è il più difficile...

Ne approfitto per ringraziare l'iniziativa di FM Wink
..e tutto precipita nell’insignificanza alla luce del fatto che la mia nave è scomparsa ancora una volta! Comprendi?
Mariangela Cerrino
«Hobbit»
Messaggi: 25
MessaggioInviato: Lun 14 Apr 2008 22:31 pm    Oggetto:   

Ciao Bandana,
le tue domande sono interessanti! Ovviamente, le mie risposte si basano sulla mia esperienza personale.
"Il blocco dello scrittore" capita a tutti, anche a chi scrive da tantissimi anni. Può essere causato da una giornata "storta", dalla voglia di evadere dalla storia che si sta scrivendo proprio per allentare l'eccessiva pressione (succede in qualche fase particolarmente sentita, o problematica, della lavorazione).
In questo caso, l'unico consiglio valido è chiudere tutto e mettersi a fare altro.
Attenzione però: questo tipo di blocco non deve essere confuso con la pigrizia, o l'arrendevolezza ad altre sollecitazioni o interessi. Se preferiamo comunque fare altro vuol dire semplicemente che lo scrivere non è poi così importante, e che quindi si tratta soltanto di una "infatuazione" che passerà presto.
Scrivere comporta sacrificio, costanza e passione. Sempre.
Altrimenti si perde soltanto del tempo ad inseguire qualcosa che non vedrà mai il suo compimento.
Altro discorso è il "panico da foglio bianco", il classico momento che precede quella combinazione di parole - avendo già in mente molto della vicenda - che daranno l'avvio al fluire della storia. Questa combinazione può presentarsi inaspettata in ogni momento... ma di fronte ad un foglio bianco il meglio che si può fare è calarsi nella vicenda, e lasciare che le parole si formino vestendo l'immagine che sicuramente abbiamo già davanti agli occhi.

Per quanto mi riguarda, non ho difficoltà nell'affrontare un foglio bianco, sia l'incipit di un nuovo romanzo o l'inizio di un capitolo o di una scena. Ci sono molti piccoli trucchi per costringere il lettore a restare agganciato alla vicenda nelle prime righe di un incipit, ma questo è un discorso lungo...

Mettersi a scrivere una storia quando non si ha nemmeno una pallida idea di che cosa si vuole scrivere è un approccio da dilettanti, mentre è ovvio che una storia, sia pure decisa e già fissata nel suo svolgere - la tipica "scaletta" - maturi, evolva, muti e si arricchisca di nuovi eventi o personaggi nel suo svolgimento. Il "panico da foglio bianco" è ovvio nel primo caso, ma semplicemente perché in realtà si ha la "sensazione" di voler scrivere qualcosa senza aver idea di che cosa significhi scrivere, mentre nel secondo è soltanto l'attimo di pausa prima dell'inizio.

La differenza tra racconto e romanzo è sostanziale.
Il racconto (che può essere brevissimo, breve, normale, lungo) richiede ovviamente meno lavoro, ma deve seguire delle sue regole per "stare in piedi". Un racconto brevissimo o breve deve saper sviluppare un'idea o una storia in poche cartelle. Un racconto lungo deve poter contare già su una buona struttura narrativa, con capacità di definire scene e personaggi, ma senza l'ampio respiro di un romanzo più lungo. Dover scrivere troppo poco a volte è più difficile che dover scrivere troppo.

Il romanzo, che può essere breve (e in questo caso è anche definito racconto lungo), oppure ad ampio respiro, richiede un approccio completamente diverso e, ovviamente, molto più impegno, tempo, fatica e studio.
Un racconto può essere scritto in due ore (o anche meno); un romanzo di cinquecento pagine in un anno, o anche due, dipende dalla vena creativa e dal tempo a disposizione dell'autore. Si comprende quindi come un autore viva diversamente le due esperienze.
Restare in compagnia di un racconto per un paio d'ore o calati nell'ambientazione di un romanzo per mesi e mesi, vivendo con i personaggi creati, rende ben difficile un paragone.
Per quanto ho potuto vedere in anni di lavoro, posso dirti che uno scrittore di romanzi può scrivere ogni genere di racconto come e quando vuole, mentre molti autori di pur buoni racconti non riusciranno in tutta la loro carriera ad approdare ad un vero - lungo - romanzo.


Spero di aver esaudito, almeno in parte, le tue domande...
bandana
«Piratessa»
Messaggi: 1047
Località: Shipwreck Cove
MessaggioInviato: Mar 15 Apr 2008 9:46 am    Oggetto:   

Citazione:
Spero di aver esaudito, almeno in parte, le tue domande...

Sì, grazie per la risposta, Mariangela Razz
..e tutto precipita nell’insignificanza alla luce del fatto che la mia nave è scomparsa ancora una volta! Comprendi?
§ promethea §
«Eldar»
Messaggi: 302
Località: Ovunque se magni
MessaggioInviato: Sab 19 Apr 2008 9:10 am    Oggetto:   

Maevan ha scritto:

Non avevo detto nulla in casa, anche se i miei genitori sapevano della mia passione per lo scrivere e la appoggiavano... infine, dopo un paio di mesi, ecco la lettera di risposta:
"Ci piace, lo prendiamo. Venga a firmare il contratto."
risposta: "Non posso. Milano è lontana, e poi sono... minorenne. Non posso firmare contratti."
domanda (dopo una penosa settimana d'attesa per la lettera di ritorno):
"Ma quanti anni ha? Venga accompagnata da suo padre!"
ops... non avevo detto la mia età. E nemmeno avevo detto in casa che lo avevo mandato ad un Editore, grande come Sonzogno per giunta.
Temevo che non mi avrebbero preso in considerazione.
Smile E credo di aver fatto bene!


Ahahaha, avrei pagato per vedere la faccia dell'editore quando ha letto la tua risposta! Laughing
La tua storia mi da' coraggio... tutti mi hanno sempre descritto i Grandi Editori come mostri a nove teste pronti a sbranare i poveri esordienti e sputare gli ossicini, ma leggendo la tua e le altre storie qui... forse in due o tre lustri troverò il coraggio di tentare il grande salto Very Happy

"Sostenitrice della campagna contro il clichè degli elfi che praticano solo l'amore platonico."
Negróre
«dannatamente umano»
Messaggi: 2562
MessaggioInviato: Lun 21 Apr 2008 11:50 am    Oggetto:   

Ciao Mariangela,
dopo aver fatto la tua fuggevole conoscenza nel quel di San Marino, mi sono sempre ripromesso di acquistare e leggere un tuo romanzo (ho letto stralci dei tuoi romanzi, capitatimi tra le mani in varie situazioni; volevo "toccare con mano" la tua prosa). Il tuo nuovo pargolo mi pare adatto, anche perché abbraccia la sfida che io prediligo: la rivisitazione. Sarà mio.

Maevan ha scritto:
Per quanto ho potuto vedere in anni di lavoro, posso dirti che uno scrittore di romanzi può scrivere ogni genere di racconto come e quando vuole, mentre molti autori di pur buoni racconti non riusciranno in tutta la loro carriera ad approdare ad un vero - lungo - romanzo.

In quanto sopra citato, mi hai sorpreso. Ho sempre pensato di non essere in grado di scrivere buoni racconti (o forse buoni, con impegno, ma nulla più). E ho sempre pensato che ciò dipendesse dal fatto che io "funziono" sulla lunga distanza - pur se, con la maturità, nel fermo tentativo di renderle i miei nuovi scritti densi, nonostante le oltre 400 pagine consuete. Da quello che scrivi, e fidandomene in base al mero dato della tua esperienza (non valore universale, ma certo significativo ai miei occhi), la mia incapacità dovrebbe dipendere soltanto dal mio disamore per il racconto, come autore (perché leggerli mi piace). Mi manca, insomma, la pratica.
Molti non sono affatto d'accordo con te. Anzi, molti sostengono la superiorità del racconto rispetto al romanzo: più breve uguale più difficile e, quindi, se buono, uguale a migliori capacità di scrittura. Immagino a volte questo sia stato effettivamente così, in taluni casi di grandi scrittori del passato, ma ho anche l'impressione che le risposte battagliere di certi nascondano effettivamente un'incapacità di fondo a reggere la lunga distanza.
In fondo il mestiere è una cosa, ma 400 pagine di solo mestiere le vedo come un fallimento in partenza... come la vedi, tu?
Un sorriso, Andrea
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