Francesco Falconi


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Autore Messaggio
Bran
«servitore di due padroni»
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Località: Era Hyboriana (Trento)
MessaggioInviato: Dom 13 Apr 2008 19:40 pm    Oggetto:   

Bene, tocca ancora a me, questa è facile Wink :

Ti piacerebbe vedere i tuoi libri tradotti in film?

Grazie Very Happy
Nipote di Pick e di Julia ///
-Riuscite a vedere qualcosa?-
-Sì, cose meravigliose-

Lord Carnavon & H. Carter, 26 novembre 1922
Ospite
«»

MessaggioInviato: Dom 13 Apr 2008 22:56 pm    Oggetto:   

Ehehe, allora, innanzitutto mi piacerebbe vedere tradotti i miei libri, in una qualsiasi lingua a tuo piacimento aramaico incluso.

Certo che sì, anche se è molto difficile che un libro italiano di genere fantasy sia usato come plot per un film. L'Italia non è come l'America, e le produzione cinematografiche non rischiano tanto. I film nati da un libro fantasy sono oggettivamente molto costosi, e non sempre portano a risultati eccelsi (e.g. Eragon e altri).
Tuttavia tempo fa ebbi una proposta per una produzione indipendente italiana, consociata con una estera, ma per adesso il progetto (proprio per gli elevati costi) è in stand by. Estasia purtroppo ha bisogno, credo, di diversi effetti speciali e i ragazzi di oggi sono molto esigenti visto che sono abituati alle produzioni faraoniche d'oltreoceano.
Ma in futuro chissà, non si sa mai. Sarebbe divertente partecipare anche alla sceneggiatura, anche se non credo di averne le capacità. Rolling Eyes

Ciao,
Francesco
Bran
«servitore di due padroni»
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Località: Era Hyboriana (Trento)
MessaggioInviato: Lun 14 Apr 2008 8:58 am    Oggetto:   

Anonymous ha scritto:

Tuttavia tempo fa ebbi una proposta per una produzione indipendente italiana, consociata con una estera, ma per adesso il progetto (proprio per gli elevati costi) è in stand by.


Questo è uno scoop? Wink

Grazie per la risposta e in bocca la lupo Wink
Nipote di Pick e di Julia ///
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-Sì, cose meravigliose-

Lord Carnavon & H. Carter, 26 novembre 1922
FrancescoFalconi
«Gollum»
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MessaggioInviato: Lun 14 Apr 2008 10:20 am    Oggetto:   

Lo sarebbe se avessero inziato a lavorare il film Cool
Rimango fiducioso, magari quando scriverò Estasia 38 si smuoveranno le acque, la strada per il pensionamento è lunga... Laughing

Ciao,
Francesco
bandana
«Piratessa»
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MessaggioInviato: Lun 14 Apr 2008 10:50 am    Oggetto:   

Ciao,
vorrei sapere come fai a cavartela se sei in preda al "blocco dello scrittore" o al "panico da foglio bianco", pur avendo un'idea di cosa vuoi scrivere. Questo succede quando la storia non ha né capo né coda oppure perchè si deve ancora sviluppare?
Da come ho letto in un tuo post:
Citazione:

[...]In genere cerco di convincere me stesso: scrivo tre capitoli e poi torno al primo dopo qualche giorno. Se ancora mi convince e mi trascina, allora funziona, altrimenti bollino rosso. Cool [...]


Si è parlato, in queste discussioni, della differenza tra racconto e romanzo, e vorrei un tuo parere su questi due generi: qual è meglio, se valgono entrambi, qual è il più difficile...

Ne approfitto per ringraziare l'iniziativa di FM Wink
..e tutto precipita nell’insignificanza alla luce del fatto che la mia nave è scomparsa ancora una volta! Comprendi?
FrancescoFalconi
«Gollum»
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MessaggioInviato: Lun 14 Apr 2008 14:24 pm    Oggetto:   

Ciao Bandana e grazie per la domanda.

Con tutta sincerità non sono mai stato affetto dal "panico della pagina bianca", anzi forse il mio problema è proprio l'opposto, ossia l'ideare storie con troppi avvenimenti (come in Estasia1).
Capita che durante la creazione dello storyline abbia alcune perplessità o nodi ancora da sciogliere, ma non me ne preoccupo più di tanto. Lo storyline (che nasce della prime idee della trama) subisce comunque delle variazioni durante la prima stesura, se non accade che in alcuni punti venga addirittura stravolto.
Di una cosa sono sicuro: se mi impongo di creare qualcosa, è la volta buona che non scrivo nulla. Le idee migliori nascono nei momenti più strani e inaspettati.

Dilemma romanzo-racconto. Non ho mai partecipato a concorsi né scritto racconti, anche se in futuro non escludo di farlo. Credo tuttavia che siano due mondi separati. Scrivere e leggere sono gli esercizi fondamentali nella palestra della scrittura, ma questo non vuol dire che dopo essersi cimentati in una quarantina di racconti si possa essere pronti per un'opera più lunga.
La struttura di un romanzo sulle 700.000 battute è sicuramente più articolata rispetto a un racconto di 1.000. Uno spazio maggiore va gestito con cura e attenzione, evitando capitoli prolissi e parti accessorie ma concentrandosi sulla trama, mordente, tridimensionalità dei personaggi, credibilità dell'ambientazione geografica-sociale.
Ciò non vuol dire che scrivere un racconto sia banale. In poche parole sei costretto a dipingere una scena e le caratteristiche di un personaggio, e non puoi permetterti di fallire.

Un saluto,
Francesco
Yenvel
«Insuperabile Tonno delle Nevi»
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MessaggioInviato: Lun 14 Apr 2008 14:31 pm    Oggetto:   

Ciao, avrei una domanda dopo una piccola premessa: non ho ancora letto le tue opere, ma mi riprometto di farlo al più presto.
Ed ecco la domanda: riguardo all'ambientazione all'abientazione storico-geografica delle tue storire come ti comporti? Lasci intravedere o cerchi di essere esauriente e di colmare i vuoti? A tuo parere dilungarsi in descrizioni di avvenimenti storici o di paesaggi appesantisce la scorrevolezza del testo?

beh, era più di una domanda, dopotutto...

grazie anticipate per la risposta!
bandana
«Piratessa»
Messaggi: 1047
Località: Shipwreck Cove
MessaggioInviato: Lun 14 Apr 2008 19:02 pm    Oggetto:   

Grazie a te per la risposta, Francesco Razz
..e tutto precipita nell’insignificanza alla luce del fatto che la mia nave è scomparsa ancora una volta! Comprendi?
FrancescoFalconi
«Gollum»
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Località: Roma
MessaggioInviato: Lun 14 Apr 2008 22:53 pm    Oggetto:   

Yenvel ha scritto:

Ed ecco la domanda: riguardo all'ambientazione all'abientazione storico-geografica delle tue storire come ti comporti? Lasci intravedere o cerchi di essere esauriente e di colmare i vuoti? A tuo parere dilungarsi in descrizioni di avvenimenti storici o di paesaggi appesantisce la scorrevolezza del testo?


Considera che ho scritto il primo volume di Estasia (Danny Martine e la Corona Incantata) nel 1990, quando avevo poco più di 14 anni. All'epoca costruii anche una bella mappa (LINK MAPPA), oddio... chiamarla bella è un eufemismo ok Laughing
Comunque, quando ripresi in mano il manoscritto decisi di lasciare invariata la geografia del Regno, per poi rendere tridimensionale il mondo di Estasia successivamente (e anche la sua storia passata, cosa che ho cercato di fare sia nel "Sigillo del Triadema" che nel terzo volume).

Adoro le descrizioni, specie se la scena è ambientata in uno spazio aperto, al tramonto e via dicendo. Non credo che le descrizioni appesantiscano il testo, ma vanno studiate con cura. Qualche idea che mi viene al volo: primo, possono rallentare il mordente della scena (a meno che non si utilizzi una tecnica alla Altieri, per nulla banale), quindi vanno usate con parsimonia. Secondo: occorre stare attenti all'aggettivazione e a non eccedere in particolari opzionali e inutili. Terzo: devono seguire il concept narrativo ed esserne coerenti. Esempio: supponiamo che nel tuo romanzo il punto di vista sia quello di una protagonista terrorizzata e in fuga. Quando si troverà faccia a faccia con il proprio antagonista, la descrizione di quest'ultimo dovrà essere breve e focalizzata. Inutile perdersi a descrivere i minimi particolari, perché in quei pochi secondi solo pochi tratti del "nemico" salteranno agli occhi alla povera donzella (che ovviamente faremo morire senza pietà Cool).
Se hai altre curiosità, son qui.

Un saluto,
Francesco
Yenvel
«Insuperabile Tonno delle Nevi»
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MessaggioInviato: Mar 15 Apr 2008 9:55 am    Oggetto:   

Grazie mille per la risposta!
Hai espresso molto chiaramente quello che è anche il mio pensiero, anche se, negli ultimi tempi, nelle cose che scrivo cerco di dare una dimensione meno rigida della geografia dei luoghi: infatti, per quanto riguarda le mappe, mi sono fatto l'idea che non sempre chi legge un romanzo ha voglia di andare a spulciare la mappa di continuo (anche se non è il mio caso!).
Cerco di dare poche indicazioni ma molto forti, del tipo "ad est delle montagne" oppure "a sud el grande fiume", anche se mi rendo conto che questo tipo di riferimenti vanno bene soltanto se l'area in questione si adatta a spazi circoscritti ad una piccola regione.

A tuo parere, quanto può essere utile, dal punto di vista stilistico e in quanto ad efficacia, l'utilizzo della prima persona piuttosto che della terza nelle descrizioni (per restare in tema)?

Grazie in anticipo!
FrancescoFalconi
«Gollum»
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MessaggioInviato: Mar 15 Apr 2008 10:26 am    Oggetto:   

Yenvel ha scritto:
infatti, per quanto riguarda le mappe, mi sono fatto l'idea che non sempre chi legge un romanzo ha voglia di andare a spulciare la mappa di continuo (anche se non è il mio caso!).


Su questo non sono d'accordo. Innanzitutto per un motivo estetico, adoro i libri fantasy che hanno le mappe. In secondo luogo dipende dal tipo di romanzo fantasy: specie in caso di una quest può essere utile avere la mappa per orientarsi nel regno.
Sono sincero, nei libri di Martin senza una mappa e l'appendice dei personaggi mi sarei perso più volte. Wink

Yenvel ha scritto:

A tuo parere, quanto può essere utile, dal punto di vista stilistico e in quanto ad efficacia, l'utilizzo della prima persona piuttosto che della terza nelle descrizioni (per restare in tema)?
Grazie in anticipo!


Scusami non mi è chiara la domanda... l'uso della terza persona o della prima è una scelta indipendente dalla costruzione delle descrizioni... Anche se la narrazione è in terza puoi comunque scegliere di raccontare dal punto di vista di un personaggio. Forse non ho capito?

Ciapo,
Yenvel
«Insuperabile Tonno delle Nevi»
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MessaggioInviato: Mar 15 Apr 2008 10:43 am    Oggetto:   

Bolak ha scritto:
Yenvel ha scritto:
non sempre chi legge un romanzo ha voglia di andare a spulciare la mappa di continuo (anche se non è il mio caso!).


adoro i libri fantasy che hanno le mappe

Anche io li adoro e tengo sempre un segnalibro sulla mappa per poterla consultare al volo, ma forse non mi sono spiegato bene in nessuno dei due casi.
Nel caso delle mappe, mi rendo conto che non sono indispensabili, perchè un libro dovrebbe potersi leggere bene anche senza... poi se c'è, meglio!. Ovviamente non parlo soltanto di romanzi fantasy... (altrimenti rischio di far travisare il mio pensiero)

Per quanto riguarda la terza/prima persona, voleva essere un discorso più tecnico.
Con questo che intendo? Nel corso della narrazione, secondo te, è funzionale cambiare il punto di vista e passare dalla terza alla prima persona (e viceversa)? Quanto potrebbe influire nella lettura?
Te lo chiedo perchè nel mio primo lavoro (non oso chiamarlo diversamente!) ho adottato questo stratagemma per inserire un tocco di "discontinuità" allo scritto e per cercare di far capire cambiamenti di scena... come in un film che passa da una ripresa dall'alto ad uno sguardo in soggettiva. Penso al film "Io sono leggenda", non so se l'hai visto, quando il protagonista fugge disperato da dentro il palazzo in cui si è infilato il suo cane e c'è la corsa (telecamera a spalla) verso la luce e la vita...
boh, forse ho la mente troppo complicata!
Yenvel
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MessaggioInviato: Mar 15 Apr 2008 10:43 am    Oggetto:   

Bolak ha scritto:
Yenvel ha scritto:
non sempre chi legge un romanzo ha voglia di andare a spulciare la mappa di continuo (anche se non è il mio caso!).


adoro i libri fantasy che hanno le mappe

Anche io li adoro e tengo sempre un segnalibro sulla mappa per poterla consultare al volo, ma forse non mi sono spiegato bene in nessuno dei due casi.
Nel caso delle mappe, mi rendo conto che non sono indispensabili, perchè un libro dovrebbe potersi leggere bene anche senza... poi se c'è, meglio!. Ovviamente non parlo soltanto di romanzi fantasy... (altrimenti rischio di far travisare il mio pensiero)

Per quanto riguarda la terza/prima persona, voleva essere un discorso più tecnico.
Con questo che intendo? Nel corso della narrazione, secondo te, è funzionale cambiare il punto di vista e passare dalla terza alla prima persona (e viceversa)? Quanto potrebbe influire nella lettura?
Te lo chiedo perchè nel mio primo lavoro (non oso chiamarlo diversamente!) ho adottato questo stratagemma per inserire un tocco di "discontinuità" allo scritto e per cercare di far capire cambiamenti di scena... come in un film che passa da una ripresa dall'alto ad uno sguardo in soggettiva. Penso al film "Io sono leggenda", non so se l'hai visto, quando il protagonista fugge disperato da dentro il palazzo in cui si è infilato il suo cane e c'è la corsa (telecamera a spalla) verso la luce e la vita...
boh, forse ho la mente troppo complicata!
FrancescoFalconi
«Gollum»
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MessaggioInviato: Mar 15 Apr 2008 10:58 am    Oggetto:   

Yenvel ha scritto:

Anche io li adoro e tengo sempre un segnalibro sulla mappa per poterla consultare al volo, ma forse non mi sono spiegato bene in nessuno dei due casi.
Nel caso delle mappe, mi rendo conto che non sono indispensabili, perchè un libro dovrebbe potersi leggere bene anche senza... poi se c'è, meglio!. Ovviamente non parlo soltanto di romanzi fantasy... (altrimenti rischio di far travisare il mio pensiero)


Assolutamente sì, la mappa è comunque un optional, il lettore deve essere in grado di orientarsi anche senza, altrimenti il testo deve essere rivisto.

Yenvel ha scritto:

Con questo che intendo? Nel corso della narrazione, secondo te, è funzionale cambiare il punto di vista e passare dalla terza alla prima persona (e viceversa)? Quanto potrebbe influire nella lettura?


A me piace e l'ho usato anche nei miei romanzi. E' uno stratagemma utilizzato da molti autori (Stroud per esempio), ma deve avere uno scopo. Magari focalizzare l'attenzione su un personaggio, oppure rivelare un colpo di scena imprevisto. Sergej Luk'janenko nei Guardiani della Notte, ha costruito un prologo in terza, per poi narrare in prima e rivivere un frammento della stessa scena da un punto di vista diverso. Interessante.
Yenvel
«Insuperabile Tonno delle Nevi»
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Località: giù al nord
MessaggioInviato: Mar 15 Apr 2008 11:19 am    Oggetto:   

Bolak ha scritto:
A me piace e l'ho usato anche nei miei romanzi. E' uno stratagemma utilizzato da molti autori (Stroud per esempio), ma deve avere uno scopo. Magari focalizzare l'attenzione su un personaggio, oppure rivelare un colpo di scena imprevisto. Sergej Luk'janenko nei Guardiani della Notte, ha costruito un prologo in terza, per poi narrare in prima e rivivere un frammento della stessa scena da un punto di vista diverso. Interessante.


È proprio quello che intendevo!
Mi sento rinfrancato dalla tua opinione, grazie!
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