Gelo (nuova stesura seguendo i vostri consigli)


Vai a pagina 1, 2  Successivo
Autore Messaggio
Il.Viandante
Chubacabra
Messaggi: 2764
Località: Giringiro
MessaggioInviato: Ven 24 Ott 2008 14:27 pm    Oggetto: Gelo (nuova stesura seguendo i vostri consigli)   

Di seguito la vecchia versione, qualche post più sotto la nuova. Grazie Wink

Gelo

Silenzio. Ghiaccio. Provò ad inspirare profondamente, ma il gelo penetrò nei polmoni provocandogli fitte lancinanti al petto. Amava quella sensazione, il freddo era il suo mondo, il silenzio del bosco innevato la sua anima. Lo aveva già avvistato poco distante: una macchia scura sull’immacolato banco di neve. Stava solo temporeggiando, sapeva cosa avrebbe trovato, sapeva che l'avrebbe rimossa. Inspirò un’altra volta dandosi un’occhiata intorno. Pensò che nessun altro luogo al mondo avrebbe potuto soddisfarlo tanto. Gli alberi coperti di neve sarebbero apparsi malefici spettri agli occhi di molti, il silenzio avrebbe spaventato il più valoroso dei guerrieri. Quel silenzio che lui tanto amava avrebbe reso pazzo chiunque altro. Nessuna orma in terra, nessun ululato nell’aria. Fece un passo in direzione della macchia scura e dietro un albero iniziarono le prime tracce. I primi segni di vita da molti giorni. O forse erano segni di morte. Per un macabro gioco della sua mente le regolari macchie di sangue sulla neve non stonavano affatto con il resto, anzi, rendevano quel quadro ancor più apprezzabile. Sorrise. Un sorriso sereno, un sorriso sollevato. Orme e sangue. Sapeva dove sarebbero terminate. Alla macchia scura. Era quella che stonava con tutto il resto. Alzò gli occhi al cielo, il tramonto sarebbe giunto presto. Era quello che aspettava. I colori delle notti nordiche rendevano quel paesaggio, per quanto possibile, ancora più bello. Tutto il bianco si colorava di rosso scarlatto. Quello stesso colore che aveva macchiato la sua spada per molti secoli. Sangue e neve. Freddo e silenzio. Non aveva bisogno di altro. Amicizie e amori erano sopravvalutati, anche se aveva amato in un passato troppo vicine perché potesse descriverne la sensazione. Aveva anche odiato il fatto di poter amare, lo rendeva debole e fragile, tuttavia Lei era stata l’unica a cui avesse mai tenuto e una volta vista la sua anima di ghiaccio era scappata. Lei lo aveva definito un amore finto, e se ne andò per sempre, tuttavia era ancora presente in lui, l’unico sole in grado di sciogliere il ghiaccio nel suo petto. La fredda solitudine nei suoi boschi e i pensieri rivolti a Lei erano tutto ciò di cui necessitava. Ma quella macchia rompeva l’armonia dell’insieme, un piccolo neo in un corpo altresì perfetto. Una macchia che ancora si stava muovendo, ma non l’avrebbe fatto ancora per molto. Un intruso nel suo territorio, ferito alla gola dalla sua possente spada di ghiaccio durante una improbabile fuga nel perenne bianco della neve. Gli aveva tolto la possibilità di disturbare il silenzio.
E di lì a poco gli avrebbe tolto la possibilità di vivere.
Si avvicinò con la spada sguainata, risplendeva sotto il sole senza sciogliersi, una morte veloce, una morte fredda. Ancora coperta da stracci scuri la macchia non urlava, non si disperava. Non implorava. E se anche lo avesse fatto lui non avrebbe udito altro che il silenzio del bosco e della spada di ghiaccio che lentamente si sarebbe fatta strada nel corpo di quella imperfezione.
Alzò la lama proprio quando il cielo incominciava a tingersi di sangue. Un riflesso scarlatto scese sulla macchia quasi agonizzante e calò.
Non un uccello si levò in volo, non un lupo avvertì della sua presenza. L’equilibrio era stato ristabilito. Con la punta dello stivale voltò il corpo per osservare meglio l’imperfezione giunta nel suo territorio.
Un gemito.
Il primo suono che emetteva da molto tempo ormai e la spada gli cadde dalle mani per la prima volta nella sua esistenza. Si inginocchiò a fianco della macchia scura, il sangue stava lentamente smettendo di sgorgare dalle ferite inferte. Gli occhi rimasero fissi su quel volto deformato dalla Morte. fino a quando afferrò la spada e senza pensare oltre si trapassò il cuore. Nei pochi attimi che aveva prima che un freddo ancora sconosciuto lo avvolgesse si chinò su di Lei, la baciò in fronte e chiuse gli occhi.
E quel giorno seppe che l’amore era morto con lui.
Dove c'è molta luce, l'ombra è più nera (J.W.G.)


Ultima modifica di Il.Viandante il Dom 09 Nov 2008 20:44 pm, modificato 1 volta in totale
Olorin
Ultimo Elfo Inguardabile
Messaggi: 1698
Località: dove osano le anatre
MessaggioInviato: Ven 24 Ott 2008 14:52 pm    Oggetto:   

Bellissimo, pur con imperfezioni varie qua e là (es. 'altresì' non dovrebbe essere sostituito da 'altrimenti'?).

Però mi pare di ricordare che ci sia un altro racconto proprio qui nel forum, che ricalca la medesima idea... e quindi ho intuito troppo presto - solo per questo e non per mio acume o tua eccessiva dovizia di particolari - il finale, rovinandomi l'effetto sorpresa.

Una particolarità: la prima volta l'ho letto con attenzione, soffermandomi sulle frasi e devo confessare che non mi è piaciuta molto la forma; la seconda volta l'ho divorato 'di getto', l'ho lasciato andare senza badare alla punteggiatura e mi ha coinvolto moltissimo quasi tu lo avessi scritto per essere letto così. Mi sto ammalando... Wink
Gli ideali sono pericolosi. La realtà è preferibile: è spietata ma preferibile.

Una scrivania ordinata è sintomo di una mente malata
Il.Viandante
Chubacabra
Messaggi: 2764
Località: Giringiro
MessaggioInviato: Ven 24 Ott 2008 15:07 pm    Oggetto:   

Grazie Olorin. Purtroppo non ho letto questo altro racconto di cui hai accennato, altrimenti avrei certamente variato alcune cose. Posso chiederti cosa non Ti è piaciuto della forma?
Dove c'è molta luce, l'ombra è più nera (J.W.G.)
Olorin
Ultimo Elfo Inguardabile
Messaggi: 1698
Località: dove osano le anatre
MessaggioInviato: Ven 24 Ott 2008 15:56 pm    Oggetto:   

Premesso che il mio commento è sempre e solo 'per me', 'per i miei gusti', 'secondo la mia opinione di aspirante dilettante', sulla forma ti faccio un esempio:

"Amava quella sensazione, il freddo era il suo mondo, il silenzio del bosco innevato la sua anima. Lo aveva già avvistato poco distante: una macchia scura sull’immacolato banco di neve. Stava solo temporeggiando, sapeva cosa avrebbe trovato, sapeva che l'avrebbe rimossa. Inspirò un’altra volta dandosi un’occhiata intorno. Pensò che nessun altro luogo al mondo avrebbe potuto soddisfarlo tanto. Gli alberi coperti di neve sarebbero apparsi malefici spettri agli occhi di molti, il silenzio avrebbe spaventato il più valoroso dei guerrieri. Quel silenzio che lui tanto amava avrebbe reso pazzo chiunque altro. Nessuna orma in terra, nessun ululato nell’aria. Fece un passo in direzione della macchia scura e dietro un albero iniziarono le prime tracce. I primi segni di vita da molti giorni. O forse erano segni di morte. Per un macabro gioco della sua mente le regolari macchie di sangue sulla neve non stonavano affatto con il resto, anzi, rendevano quel quadro ancor più apprezzabile"

un racconto breve imperniato su un dramma interiore - come da finale -, l'avrei scritto utilizzando la 'prima persona' perché nessuno può così sindacare su quello che 'io' sento e 'io' provo (nel senso del personaggio). Con la terza persona, che si pone all'esterno, preferisco che mi si diano gli indizi per desumere quello che il personaggio sente, come se lo osservassi anch'io nel suo agire. Al massimo un aiuto nelle impressioni 'si soffermava ad assaggiare l'aria come se non gelasse nei suoi polmoni... ecc'

Laciandomi portare dalla lettura, ho perso questa obiezione, semplicemente perché l'ho istintivamente letto in 'prima persona'.

P.S. il racconto non l'ho trovato... possibile? boh!
Gli ideali sono pericolosi. La realtà è preferibile: è spietata ma preferibile.

Una scrivania ordinata è sintomo di una mente malata
Il.Viandante
Chubacabra
Messaggi: 2764
Località: Giringiro
MessaggioInviato: Ven 24 Ott 2008 17:33 pm    Oggetto:   

Mi era venuto uno schizzo iniziale di farlo in prima persona, cosa che avrei preferito anche io, ma mi piace azzardare ogni tanto.
Dove c'è molta luce, l'ombra è più nera (J.W.G.)
Cristallo
Eldar
Messaggi: 319
MessaggioInviato: Ven 24 Ott 2008 18:11 pm    Oggetto:   

Dunque, all'inizio non riesco a capire molto bene cosa sia la macchia scura, e neppure questo fatto dell'amore... ma magari sono io tarata! Laughing
Per il resto è un racconto discreto, forse troppe ripetizioni della parola neve nella prima parte.
Elros
Bombadil
Messaggi: 853
Località: in culo alla balena
MessaggioInviato: Lun 27 Ott 2008 12:49 pm    Oggetto:   

Ottimo l'inizio, un po' scontato il finale. Personalmente l'amore inserito in questi termini non mi soddisfa molto, ma questo è ovviamente un giudizio soggettivo.
Concordo nel giudicarlo un racconto discreto nel complesso. Trattandosi poi del primo mini-racconto come tu dici, puoi ritenerti soddisfatto.
E' una bella prigione, il mondo.
Il.Viandante
Chubacabra
Messaggi: 2764
Località: Giringiro
MessaggioInviato: Lun 27 Ott 2008 13:03 pm    Oggetto:   

Grazie Elros.
Volevo intendere con quelle parole un amore unico tra il "gelo" dei sentimenti che provava il personaggio. Forse l'enfasi data a questo fatto è eccessiva, rendendo così il concetto di amore banale, ma è stata voluta per rendere l'unicità di un sentimento "umano" al protagonista.
Spero di essere riuscito a spiegarmi Wink

P.S. benvenuto nel forum
Dove c'è molta luce, l'ombra è più nera (J.W.G.)
erbetta
Inox memory
Messaggi: 4225
MessaggioInviato: Lun 27 Ott 2008 13:28 pm    Oggetto:   

Sarà che ho letto questo racconto immediatamente dopo "Occhi vuoti" ma i due racconti mi sono sembrati molto simili.
L'attacco è uguale: di qui "Freddo. Gelo." e di là "Amore. Amicizia", cito a memoria, anzi a smemoria Embarassed
Ma il vero punto in comune è il fatto che per tutta la durata del racconto viene celata l'identità del protagonista-voce narrante. Dapprima si seguono le sue riflessioni, o descrizioni in questo caso, riguardo al contesto, poi verso il fondo compare qualche indizio e per ultimo arriva il finale "a sorpresa": sorpresa data dal rivelare l'identità (o ruolo) del protagonista.
Personalmente credo che, se il punto forte del racconto vuole essere questo effetto sorpresa, si debba creare maggior mistero o una maggior ambiguità per spiazzare davvero chi legge. Mi spiego meglio: fin dalla prima frase mi sono accorta che l'identità del protagonista è volutamente celata. Si parla di un "lui" e questa omissione salta agli occhi come un semaforo lampeggiante. Il resto della lettura si è trascinato nell'attesa che l'autore si decidesse a rivelare l'identità di questo "lui".
Sono una donna di cultura: ho letto entrambi i Promessi Sposi
uljanka
Sua Luminosa Oscurità
Messaggi: 5714
MessaggioInviato: Lun 27 Ott 2008 14:36 pm    Oggetto:   

Gazzetta di Svartálfheim.: Prima pagina SCAMBIA L'EX FIDANZATA PER UN INTRUSO NEL BOSCO SACRO, LA UCCIDE E S'UCCIDE. Altri particolari in cronaca.
L'articolo, nella cronaca locale delle tundre di Lovozero, è corredato da una xilografia in tre colori. Bianco, rosso e nero.


Scherzi al parte il riassunto e la traduzione in immagine della vicenda è indispensabile, poiché il senso puramente verbale della narrazione è pienamente comprensibile solo dopo un attenta, ripetuta rilettura.
Questo racconto non ha pietà del lettore distratto, di chi salta le righe e trova noiose le descrizioni e il discorso interiore. E' necessario seguire il protagonista passo dopo passo, orientarsi tra alberi spettrali coperti di neve, in un paesaggio illuminato solo dall'aurora boreale. Si deve percepire la macchia scura in un angolo remoto della coscienza, elaborare il presentimento con mente e sensi trasfigurati dallo sforzo immaginativo. Bisogna orientarsi tra le idee fisse: la morte, l'amore, il freddo, proseguire la caccia con costanza e poi arrivare alla meta.
I periodi brevi (alcuni di una sola parola) le reiterazioni, le incertezze nell'esposizione dei concetti ed alcuni errori di logica(sappiamo che il protagonista ha tolto a “Macchiascura” la possibilità di parlare, quindi non c'è niente da stupirsi se poi la vittima non urla e non implora) sanno tanto di “prima stesura”. Forse in una nuova redazione il ritmo della narrazione diverrebbe più incalzante ma meno spezzato, sparirebbero le ripetizioni e verrebbe eliminata la frase ad effetto alla fine, che è criptica nel concetto e stonata nell'armonia della composizione.
Due considerazioni finali. La prima è seria(?). Più che un prodotto della cultura dark mi piacerebbe vedere questo racconto come un omaggio alle radici germaniche del romanticismo.
La seconda lo è un po' meno. Tra i folletti maligni del Barbagianni e il tuo silvano che ammazza tutti gli intrusi che capitano nel bosco senza neanche guardarli in faccia prima di colpirli ho capito che le creature fatate hanno dichiarato guerra contro gli umani. Devo dare anch'io il mio contributo?
E io, che sono Tenebra, altro non posso vedere se non la Luce, e perciò sono la Luce.

Quando qualcuno dice 'io non credo nelle fate' da qualche parte una fata ride e prepara il suo fucile.
Il.Viandante
Chubacabra
Messaggi: 2764
Località: Giringiro
MessaggioInviato: Lun 27 Ott 2008 14:59 pm    Oggetto:   

Uljanka
grazie per il commento. premetto che non ho voluto produrre nulla relativo alla cultura dark, piuttosto qualcosa, seppur brevemente, ambientato nel contesto che preferisco, il nord innevato, silenzioso e freddo. Devo fare un "mea culpa" per i grossolani errori di scrittura, forse troppo affrettata.
Mr. Spada di Ghiaccio è un solitario, amante della quiete e impietoso con gli intrusi che "rovinano" il suo territorio. Non importa chi sia l'invasore, importa solamente che non deve trovarsi lì. L'uccisione della persona amata vuol essere più che un richiamo terreno (e come detto prima abbastanza banale) del concetto di amore, una di quelle ossessioni che portano alla rovina di sé stessi. L'unica persona che ha sucitato in costui dei sentimenti è stata la causa della sua morte proprio nel suo ambiente più caro: dediderio-bisogno-irraggiungibilità dello stesso porta in molti casi ad un deterioramento interno che sfocia negli atti più disparati. In questo caso una morte inutile per mano propria.

Erbetta
Il non rivelare sin dall'inizio chi è il protagonista/voce narrante non vuole assolutamente essere un punto di forza, è solo un "di più", probabilmente non molto riuscito da quanto scrivi. E' il messaggio che volevo arrivasse, in questo racconto più dell'altro. Penso di capire che non sia giunto quasi per nulla, quindi è una cosa su cui dovrò lavorare.

In conclusione essendo stato, come scritto, il mio primo racconto (molto)breve volevo inviare in poche righe abbastanza tragiche, descritte in un ambiente nel contesto che preferisco, una qualche emozione/messaggio.

Grazie!!!
Dove c'è molta luce, l'ombra è più nera (J.W.G.)
Il.Viandante
Chubacabra
Messaggi: 2764
Località: Giringiro
MessaggioInviato: Dom 09 Nov 2008 20:43 pm    Oggetto:   

Nuova stesura. Buona lettura.

Silenzio. Ghiaccio. Provò ad inspirare profondamente, ma il gelo penetrò nei polmoni provocandogli fitte lancinanti al petto. Amava quella sensazione, il freddo era il suo mondo, il silenzio del bosco innevato la sua anima: la perfezione per la vista e per lo spirito.
Inspirò un’altra volta dandosi un’occhiata intorno. Pensò che nessun altro luogo al mondo avrebbe potuto soddisfarlo tanto. Gli alberi coperti di neve sarebbero apparsi malefici spettri agli occhi di molti, il silenzio avrebbe spaventato il più valoroso dei guerrieri. Quel silenzio che lui tanto amava avrebbe reso pazzo chiunque altro. Lo amava così tanto che persino i suoi leggeri respiri e lo scricchiolio della neve ad ogni suo passo lo disturbavano. Il lunghissimo tempo che aveva trascorso in quel luogo lo aveva reso più forte, più rispettoso nei confronti del terreno che calpestava e della legna che bruciava. Il tempo lo aveva reso più solo e meno tollerante al prossimo.
Nessuna orma in terra, nessun ululato nell’aria, tuttavia qualcosa catturò la sua attenzione. Fece un passo in direzione della macchia scura che vedeva in lontananza e dietro un albero notò le prime tracce. O forse erano segni di morte. I primi segnali di vita da molti giorni o pochi anni. Il tempo era diventato irrilevante da troppo ormai. Per un macabro gioco della sua mente le regolari macchie di sangue sulla neve non stonavano affatto con il resto, anzi, rendevano quel quadro ancor più apprezzabile. Sorrise. Un sorriso sereno, un sorriso sollevato. Orme e sangue. E già sapeva dove sarebbero terminate.
L’intruso era in qualche maniera ferito, avrebbe dovuto solamente finirlo. E a quel pensiero si stupì di ciò che era diventato: un individuo che disprezzava qualunque imperfezione nel suo mondo. O forse lo era già ed era per quello che da secoli si trovava lì da solo. Era per quello che l’unico affetto che avesse mai avuto l’aveva abbandonato alla solitudine che tanto apprezzava.
E adesso quell’imperfezione, era quella che stonava con tutto il resto. Alzò gli occhi al cielo, il tramonto sarebbe giunto presto. Era quello che aspettava come ogni sera, perché con esso sarebbe giunto il buio e di conseguenza i colori delle notti nordiche che rendevano quel paesaggio, per quanto possibile, ancora più bello. Gli alberi innevati parevano quasi prendere vita sotto quelle luci. Tutto il bianco si colorava di verde, giallo e rosso scarlatto. Quello stesso colore che aveva macchiato la sua spada per molti secoli. Sangue e neve. Freddo e silenzio.
Non aveva bisogno di altro.
Eppure qualcosa lo aveva sempre tormentato, ma non erano le vecchie conoscenze, la casa nel bosco o la compagnia di altre persone. Niente di tutto ciò lo aveva allontanato. Era stata Lei. E Lei continuava ancora a tormentargli i pensieri nonostante il luogo che si era scelto come nuova dimora. Ma grazie a Lei aveva trovato la perfezione della solitudine, lontano da qualsiasi altro essere che potesse disturbare la sua quiete.
Ma quell’imperfezione sulla neve rompeva l’armonia dell’insieme, un piccolo neo in un corpo altrimenti perfetto. Una macchia che ancora si stava muovendo, ma non l’avrebbe fatto ancora per molto. Non gli interessava il perché fosse giunto sino a quelle lande ghiacciate né voleva sapere di chi si trattasse. Aveva interrotto la quiete e l’armonia, aveva tolto la perfezione.
E di lì a poco gli avrebbe tolto la possibilità di vivere.
Si avvicinò con la possente spada di ghiaccio sguainata, risplendeva sotto le prime luci notturne. Sarebbe stata una morte veloce, una morte fredda.
Ancora coperta da stracci scuri l’intruso non urlava, non si disperava. Non implorava. E se anche lo avesse fatto lui non avrebbe udito altro che il silenzio del bosco e della spada di ghiaccio che lentamente si sarebbe fatta strada nel corpo di quella vittima ignara del crimine commesso.
Alzò la lama proprio quando il cielo incominciava a tingersi di sangue. Sentì dei lamenti nella vecchia lingua che un tempo gli era appartenuta. Non se ne curò.
Un riflesso scarlatto scese sull’intruso quasi agonizzante e calò la spada.
Non un uccello si levò in volo, non un lupo avvertì della sua presenza. L’equilibrio era stato ristabilito. Con la punta dello stivale voltò il corpo per osservare meglio l’imperfezione giunta nel suo territorio.
Era ancora in vita. Sussurri di morte si persero in una nuvoletta di vapore.
E lui emise un gemito.
Il primo suono che emetteva da molto tempo ormai e la spada gli cadde dalle mani per la prima volta nella sua esistenza. Si inginocchiò a fianco della vittima, il sangue stava lentamente smettendo di sgorgare dalle ferite inferte.
«Perdonami.» sussurrò l’intrusa prima di abbandonarsi a un tepore mai provato.
Gli occhi rimasero fissi su quel volto deformato dalla Morte, ma simile a quello che l'aveva cacciato molto tempo prima. Restò a guardarla fino a quando afferrò la spada e senza pensare oltre si trapassò il cuore. Nei pochi attimi che aveva prima che un freddo ancora sconosciuto lo avvolgesse si chinò su di Lei, la baciò in fronte e assaporò quegli ultimi istanti senza tormenti.
Chiuse gli occhi.
E sorrise per la quiete ritrovata.
Dove c'è molta luce, l'ombra è più nera (J.W.G.)
MissScarlett
Hobbit
Messaggi: 29
MessaggioInviato: Ven 19 Dic 2008 22:00 pm    Oggetto:   

Eccomi al secondo racconto del nostro Viandante.
Vuoi che sia sincera al 100%??
Okay, allora.
COMMUOVENTE. SENZA ESAGERAZIONI. Questo racconto ha il privilegio di toccare profondamente le corde del cuore, pizzicarle, cullarle in un abbraccio di conforto e lacrime. Mi è piaciuto moltissimo. Smile
Complimenti, nessun tipo di critica.
Ovunque tu andrai, o Viandante, lascerai le tue orme.
Il.Viandante
Chubacabra
Messaggi: 2764
Località: Giringiro
MessaggioInviato: Dom 21 Dic 2008 3:11 am    Oggetto:   

MissScarlett ha scritto:
Eccomi al secondo racconto del nostro Viandante.
Vuoi che sia sincera al 100%??
Okay, allora.
COMMUOVENTE. SENZA ESAGERAZIONI. Questo racconto ha il privilegio di toccare profondamente le corde del cuore, pizzicarle, cullarle in un abbraccio di conforto e lacrime. Mi è piaciuto moltissimo. Smile
Complimenti, nessun tipo di critica.
Ovunque tu andrai, o Viandante, lascerai le tue orme.


Troppo buona! (la bustarella te la passo dopo Wink )
Grazie
Dove c'è molta luce, l'ombra è più nera (J.W.G.)
MissScarlett
Hobbit
Messaggi: 29
MessaggioInviato: Lun 22 Dic 2008 17:16 pm    Oggetto:   

Quello che dico è dettato dalla sincerità. Perchè dovrei inventarmi bugie? Solo per ottenere qualche voto in più?
Naaaa.
Non sono il tipo.

Scherzi a parte, ti stimo con autentica stima(scusa il gioco di parole). Il tuo stile a volte mi rispecchia, sai? Continuerò sicuramente a leggere altri tuoi racconti. Smile
Non ringraziarmi più. Sono complimenti meritatissimi.
Mostra prima i messaggi di:   
   Torna a Indice principale :: Torna a I racconti del forum Tutti i fusi orari sono GMT + 2 ore
Vai a pagina 1, 2  Successivo

Vai a:  
Non puoi inserire nuove discussioni in questo forum
Non puoi rispondere alle discussioni in questo forum
Non puoi modificare i tuoi messaggi in questo forum
Non puoi cancellare i tuoi messaggi in questo forum
Non puoi votare nei sondaggi in questo forum