La mia curiosità ha fatto sorgere un'altra domanda. Ho appena finito di rileggere I figli di Hurin, e ho riflettuto su una cosa che la prima volta mi era sfuggita. Nel capitolo dell' Arco e l'elmo, quando Beleg e Turin si ritrovano, si fa riferimento alle grandi capacità mediche di Beleg, specificando che sebbene i Sindar fossero meno sapienti dei Noldor pure possedevano abilità curative estranee agli uomini. Ora, Tolkien non parla mai propriamente di magia, nè riguardo gli elfi nè riguardo gli Istari, poichè la intende come qualcosa di negativo(l'anello, gli spettri, e le parole di Galadriel). Al massimo vi sono gli incanti, praticabili dai Maiar(Gandalf, Melian, Luthien)e in una certa misura dagli elfi(Beleg appunto, Elrond, Glorfindel ecc...). Si fa riferimento ad arti magiche anche nel Silmarillion, quando Finrod camuffa lui e i suoi compagni in orchi per non farsi scoprire da Sauron. La mia domanda è dunque questa:gli elfi curavano con la magia?Voglio dire, avevano in questo campo poteri particolari come i Maiar oppure semplicemente possedevano ampie conoscenze del corpo umano rispetto agli uomini. E se si, mi chiedo come dato che i Sindar non sono mai andati nel paese di Aman. Tali conoscenze dovrebbero possederle i Noldor, e quindi gli uomini che li servirono e che appresero da loro. Oppure ci troviamo difronte a quelle che si definiscono incongruenze tolkeniane...ma io ho i miei sospetti. Chi può aiutarmi?

Io posso ipotizzare che le arti curative dei Sindar potessero anche essere immuni da magia vera e propria.
Come tutti i popoli si può supporre che avessero sviluppato una sorta di medicina tradizionale, e che possedessero in tale campo una tradizione più antica di quella degli uomini.
Una maggior conoscenza delle proprietà curative delle piante e dell'anatomia potrebbero essere gli elementi fondamentali di questa maggior sapienza medica elfica.

Mah, per me il canale giusto invece è proprio questo, visto che potrebbe derivarne una discussione sulla magia elfica in generale... su come noi la immaginiamo e come vorremmo usarla in eventuali opere di nostra ideazione.

Comunque anche grazie alla riflessione ispirata dalla lettura delle pagine che Rikus ha gentilmente linkato vorrei fare una piccola conclusione.
La contraddizione presente in Tolkien non è tanto il fatto che fa usare la magia, intesa come forzatura dell'equilibrio e quindi tabù per i "buoni" anche agli elfi. Essi non praticano prodigi che comportino un turbamento dell'armonia ma all'armonia del mondo si affidano per operare il bene (e sui mi sto illuminando d'immenso, sto diventando bionda e mi spuntano i fiori in testa).
Comunque essi operino, però, tutto il resto del mondo (nani, hobbit, uomini) li crede capaci di prodigi anche maligni... e perciò sono creature magiche... ( e penso che anche i Sindar venissero considerati tali dal resto dei popoli della Terra di Mezzo).

Tolkien libera gli elfi dalla pratica della magia ma non li libera dal ruolo di maghi...