[Elfi Disdicevoli] - Racconto - Il pugnale d'argento


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ThomasMore
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MessaggioInviato: Sab 04 Apr 2009 19:16 pm    Oggetto: [Elfi Disdicevoli] - Racconto - Il pugnale d'argento   

9.987 battute.

Il Pugnale d'Argento


Era l’inizio dell’estate e, invece di dormire, il ragazzo uscì di casa per raggiungere il bosco. Per le strade del villaggio vide aggirarsi solo cani randagi e vecchi ubriachi. Al riparo dell’ombra dei vicoli costeggiò la vecchia chiesa, prese la via che scendeva verso il fiume e giunse di corsa al limitare dei campi. Le lucciole erano arrivate a illuminare coi loro bagliori intermittenti gli argini dei fossi mentre i rospi gracidavano poco lontano in cerca di prede. Lì si fermò ad aspettare.
Nascosto fra l’erba alta e gli arbusti che fiancheggiavano il sentiero, il ragazzo osservò la strada e, in lontananza, il contorno scuro delle case rischiarate dalla luna piena. Staccò un filo d’erba e se ne portò l’estremità alle labbra. Una leggera nebbia avvolgeva il bosco alle sue spalle e permetteva a stento di distinguere la via che si addentrava fra gli alberi. La mano destra si mosse inquieta sotto la tunica e tirò fuori una piccola custodia di pelle legata al collo con un cordino. Stava per aprirla quando sentì dei passi sul selciato e si acquattò di nuovo nel suo nascondiglio.
Un piccoletto camminava incerto in mezzo alla via, guardandosi attorno ogni pochi passi in cerca di qualcosa o qualcuno. Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo e aspettò che l’amico si fosse avvicinato. Dopo aver controllato che sulla strada non ci fosse nessun altro, uscì allo scoperto.
“Bestia,” disse, prima che il piccoletto si fosse accorto della sua presenza. Questi scattò come se l’avessero morso e si girò verso l’amico. Dopo un attimo, nel tentativo di dare alla sua voce un tono indifferente, balbettò : “Do... dove?”
“Qui, di fronte a me! Non ti avevo raccomandato di non farti notare?” La sua voce era scherzosa ma l’amico sembrò prendere seriamente il rimprovero.
“Non ti vedevo da nessuna parte, e poi lo sai che qui...” non terminò la frase.
Il ragazzo aveva tirato di nuovo fuori la custodia di pelle e l’aveva aperta rivelandone il contenuto. Il pugnale scintillò illuminato dai raggi lunari e, nel buio, i sottili disegni che decoravano la parte centrale della lama brillarono come se avessero vita propria. Il ragazzo lo soppesò facendolo saltare da una mano all’altra e lo passò all’amico.
“Sembra d’argento,” disse il piccoletto, avvicinando l’arma agli occhi per esaminarla meglio, “cosa c’è scritto?”
“E che ne so? L’ho trovato in chiesa, fra gli oggetti dell’ossario. E’ roba vecchia, deve essere appartenuto a uno dei cavalieri sepolti nella foresta.”
“Vuoi dire che l’hai rubato a un morto?”
“Certo. Non ti preoccupare, l’ho preso da una delle teche più vecchie, mio padre non se ne accorgerà mai.” Il ragazzo si chinò a raccogliere l’arma che il piccoletto, d’istinto, aveva fatto cadere. Gli diede una veloce spolverata con la manica e lo ripose nella custodia. Stava per appenderlo al collo ma ci ripensò e si infilò tutto nella cintura, sotto la tunica.
“Non intendevo questo. Volevo dire,” il piccoletto fece una breve pausa, “non porterà male?”
“Non dire scemenze! Quello è stecchito da secoli, che vuoi che gliene importi? E poi se aspetto che tu trovi qualcosa di simile stiamo freschi!”
“Ma io ho trovato qualcosa,” rispose il piccoletto, tirando fuori una piccola croce ricoperta di una spessa patina nera. L’amico si mise a ridere e disse: “Gran bella idea! Cosa pensi di farci con quella?”
“Dici che non basta?”
“Non preoccuparti. Nel caso, questo basterà per tutti e due,” aggiunse il ragazzo stringendo il pugnale da sopra la tunica. Detto ciò, si avviò lungo la via e, dopo aver riposto la croce, il piccoletto lo raggiunse correndo.
Man mano che la strada si inoltrava nel bosco, gli alberi iniziarono a stringersi attorno al passaggio, alternando lunghi tratti nel buio quasi completo a piccole radure rischiarate dalla luna. Camminavano da non più di mezz’ora quando si fermarono entrambi a riposare su un vecchio tronco abbattuto, al lato di un piccolo incrocio. La strada principale spariva poco più avanti, avvolta dall’oscurità del bosco, mentre uno stretto sentiero scendeva lungo il lato del pendio.
“Il parroco non la prenderà bene per nulla,” disse il piccoletto, parlando fra sè e sè.
“Infatti non deve saperlo,” intervenne il ragazzo in tono duro. “Se non fosse per colpa sua e delle sue prediche a quest’ora avrei già convinto il garzone del fabbro ad accompagnarmi. Ma nessuno dei ragazzi più grandi osa contraddirlo apertamente,” guardò il compagno e aggiunse, “e così mi tocca andare a caccia con un fifone superstizioso!”
“Non sono un fifone,” ribatté l’altro. Ci fu un attimo di silenzio ma poi continuò:
“E poi la vecchia della taverna dice che le creature del bosco usano la magia, e che possono costringerti a seguirle...”
“Stronzate! La vecchia non sa nemmeno di cosa parla. E poi nessuno, nemmeno mio padre, crede più alla magia!”
“Ma il figlio della vecchia non è più tornato a casa, lo sanno tutti!” Il piccoletto alzò la voce.
“Ne raccontano tante di storie alla taverna, possibile che tu dia retta solo a quella vecchiaccia?”
“Ma anche tuo padre dice che questo posto è infestato dal demonio!” Si pentì subito di averlo detto.
“Anche mio padre dice un mucchio di stronzate. Dobbiamo solo arrivare al vecchio cimitero e così vedrai che non c’è nulla di cui aver paura. Siamo già a metà strada, credo, e non si è ancora visto nessuno. Se non ci sbrighiamo... “
Un vento leggero agitò le cime degli alberi e il fruscio dei rami distolse il ragazzo dai suoi pensieri. Fu in quell’attimo che si rese conto della canzone. Appena percettibile, una voce femminile si confondeva fra i rumori prodotti dal vento. Di quando in quando poteva distinguerne le parole, senza però afferrarne il senso.
“Che succede?”
“Zitto,” rispose il ragazzo. La sua voce non aveva più il tono spavaldo tenuto fino a quel momento. Osservò l’incrocio di fronte, la canzone si perdeva nella foresta ed era impossibile capire da quale luogo provenisse.
“Adesso senti qualcosa?” sussurrò il ragazzo al compagno.
“Sì,” rispose l’altro.
Il ragazzo mosse la mano e senza accorgersene estrasse il pugnale. Per un attimo, prima che la nascondesse di nuovo sotto la tunica, la lama brillò di un riflesso verde.
“Tu non hai paura?” disse il piccoletto.
“No,” mentì il ragazzo. “Io arrivo fino fondo, se tu non te la senti puoi aspettarmi qui o tornare indietro da solo.”
Il piccoletto sembrava sul punto di replicare ma il ragazzo, senza curarsene, si mise a correre lungo il sentiero che scendeva. Si fermò a prendere fiato a pochi passi da una radura. Il sentiero terminava di fronte a lui. Non sentiva più la voce e in quel momento si accorse che il piccoletto non l’aveva seguito. Si lasciò cadere sull’erba umida e imprecò.
Dopo poco tornò sui suoi passi e raggiunse il vecchio tronco caduto. Non c’era traccia dell’amico.
“Fifone,” disse fra sé mentre osservava la via da cui erano venuti.
Allora la canzone riprese vita. Questa volta, senza pensarci, il ragazzo si incamminò lungo la strada principale. Dopo poco scorse in lontananza lo spiazzo del cimitero. A pochi passi da dove gli alberi si diradavano, il giovane lasciò la strada e si inoltrò nel bosco. Poco lontano, si sentiva il rumore di un ruscello.
La voce allegra e delicata sembrava cantare ai morti la filastrocca di una bambina.
La luna illuminava un basso recinto di metallo, diroccato in più punti dalle radici delle piante e dal passaggio degli animali. Le tombe dei cavalieri erano ormai nascoste fra erbacce e arbusti, proprietà privata di serpenti e mantidi religiose. La strada costeggiava uno dei lati del campo e all’estremità opposta della radura vide la piccola costruzione che un tempo faceva da casa al custode.
Lei era lì, vicino alla capanna. L’esile figura bagnata dai raggi lunari risplendeva di un candido bagliore argentato. Una veste leggera oscillava abbandonata sui fianchi lasciando scoperta gran parte del corpo. Le spalle nude brillavano fra le ombre dei rami e i suoi capelli coprivano come sottili fili di argento i piccoli seni.
Il ragazzo la vide tremare leggermente come se una corrente d’aria fredda l’avesse accarezzata. Continuava a cantare e, mentre la voce si faceva sempre più scherzosa, alzò le braccia nel tentativo di annodarsi i capelli. Sembrava provare piacere nel mostrare il suo corpo nudo agli alberi e ai morti che la circondavano. Iniziò ad avvicinarsi facendosi strada fra le pietre e le radici. Era poco più alta di lui, il volto era quello di una ragazza ma le orecchie erano allungate fino a formare una piccola punta e i suoi occhi, di un verde argenteo come le foglie degli ulivi, luccicavano di antica malizia.
Lui non riusciva a distogliere lo sguardo. Sarebbe rimasto a osservarla tutta la notte. Lei era sola. Continuava a voltarsi verso il punto in cui il giovane era nascosto, sembrava prendersi gioco di lui.
Non era il vento a farla tremare, sapeva che la stava guardando. Nonostante ciò rimase lì a sistemarsi i capelli, senza pudore. Quand’ebbe finito, il ragazzo vide brillare fra le sue trecce una piccola croce annerita. Lei smise di cantare e disse:
“Non avrai paura?”
Per un attimo lui restò muto, incapace di fare un solo passo. Strinse la mano sul pugnale fino a sentire il metallo tagliargli la pelle. Il dolore gli scosse i muscoli, facendolo avanzare tra gli arbusti e uscire nella radura. La mano destra era stretta nella tasca e gli occhi non osavano sollevarsi dal terreno. Osservò i piccoli piedi nudi avvicinarsi ai suoi fra l’erba e i sassi. Allora alzò lo sguardo.
Lei fissò gli occhi del ragazzo e sorrise: “Sei il figlio del parroco, non è vero? Gli somigli molto.”
Osservò la mano nascosta sotto la tunica. Con un leggero sarcasmo disse: “Hai portato un’arma?”
Lui rimase sorpreso. “Come...” ma non riuscì a continuare. Tirò fuori la mano e le mostrò il contenuto.
L’elfa rise di nuovo.
“Qual è il tuo nome?” chiese il ragazzo.
“Da secoli gli uomini mi chiamano in molti modi, tu puoi chiamarmi Maddalena.”
Prese il suo pegno d’argento, guardò il ragazzo e lo condusse, per la prima volta, fra i segreti del bosco.


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Albacube
Balrog
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MessaggioInviato: Sab 04 Apr 2009 23:09 pm    Oggetto:   

Questo è il frutto del mio pensiero: le eventuali colpe ricadano sulla mia testa, sperando non venga spiccata dal busto.
Very Happy Commento dalla fine, scrivendo quello che potrebbe essere l'inizio dei titoli di coda: "il pugnale d'argento ovvero 'Donna Maddalena, maestra d'armi e d'amori".
Citazione:
... e lo condusse, per la prima volta, fra i segreti del bosco.
è una conclusione perfetta Surprised, da vero toscanaccio amante del doppio senso palese e un po' sporcaccione ... Embarassed. Poi il fatto che lei riconosca nel ragazzo il figlio del parroco angel la dice lunga sulla doppia morale del di lui padre ... burning

Un paio di appunti: uno sulla croce annerita, che "brilla" (difficile che brilli se è annerita), e il secondo sul fatto che lo faccia "fra le sue trecce" (prima i capelli coprivano i seni "come sottili fili", poi, dopo esserseli sistemati, compaiono appunto le trecce ... se al posto del verbo sistemare usavi intrecciare, la logica del passaggio sarebbe stata più solida).
Però quel che mi lascia un po' perplesso è il comportamento del ragazzo: prima pare che debba per forza recarsi nel bosco con un compagno (vedi citazione del garzone del fabbro ed insistenza nel chiamare fifone il piccoletto, anche se contemporaneamente afferma che il pugnale basta e avanza per due), poi tutto d'un tratto non gli interessa più la compagnia e per di più agisce in maniera un po' sconclusionata ... provo a spiegarmi: al vecchio tronco abbattuto la strada principale prosegue, ma lui, da solo e all'improviso, si getta di corsa nello stretto e pendente sentiero, con il rischio di rompersi almeno una gamba ... capisco che voglia "andare fino in fondo" ma lo fa apparentemente (almeno per me) senza una ragione ed infischiandosene del compagno, che fino a poco prima pareva indispensabile ... accortosi quindi di essere in un vicolo cieco, risale e prosegue, dando del fifone a chi poi si dimostra possedere un udito più fine, un po' di pazienza in più e maggiore percentuale di riuscita nella "caccia" ... presuntuoso; ed è tale anche quando liquida con ripetuti "stronzate" (a proposito non mi piace la scelta del termine) le dicerie della vecchiaccia e del padre.
A parte questo, il personaggio mi sta antipatico fin dall'inizio, risultando quindi assai azzeccato e ben costruito ... che poi agli antipatici vada comunque bene è un dettaglio secondario ... anche perchè potrebbe fare la fine del figlio della vecchiaccia ko
Grazie per il bel racconto, G.
Ci oscureremo in un mondo di luce.
ThomasMore
Rivolzottoso Rivolzottoso
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MessaggioInviato: Dom 05 Apr 2009 10:41 am    Oggetto:   

Che bello, il mio primo commento!
Sulla croce annerita hai perfettamente ragione e anche sull'utilizzare prima il verbo "intrecciare". Riguardo l'antipatia del ragazzo, non mi ero posto il problema ma in effetti il risultato è quello. Non so se sia il caso che approfondisca ora il mio punto di vista, lascio prima commentare gli altri.
Grazie, Albacube. Very Happy


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MessaggioInviato: Dom 05 Apr 2009 14:39 pm    Oggetto:   

Salvato in cartella e data prima occhiata!! Ora comincio a mettere in moto l'elaboratore! ^_________^
Hai uno stile piacevole.
http://novatlantide.wordpress.com/

Caoticista nell'animo.
Albacube
Balrog
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MessaggioInviato: Dom 05 Apr 2009 18:13 pm    Oggetto:   

ThomasMore ha scritto:
Riguardo l'antipatia del ragazzo, non mi ero posto il problema ma in effetti il risultato è quello.

Il commento autorevole va fatto eventualmente (e solo se vuoi) alla fine dei giochi.
Riguardo l'antipatia, è perfetta e rende particolarmente bene sul tuo personaggio: non c'era da porsi nessun problema perchè è così che un carattere prende vita, altrimenti si rischia di scadere troppo spesso in stereotipi comuni.
Adesso aspettiamo i commentatori ufficiali!
G
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Frigg
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MessaggioInviato: Dom 05 Apr 2009 21:06 pm    Oggetto:   

L'ho letto pure io, tanto per avvisare. Il commento arriverà quanto presto.
Twisted Evil
Citazione:
Il desiderio di scavare buche in terra e di tenere in mano le ossa degli antichi costruttori di vasi era sceso su di me come lo Spirito Santo


ThomasMore
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MessaggioInviato: Dom 05 Apr 2009 21:14 pm    Oggetto:   

Frigg ha scritto:
L'ho letto pure io, tanto per avvisare. Il commento arriverà quanto presto.
Twisted Evil

Inizio a preoccuparmi? Fifone

@Kinzica, spero che la seconda occhiata non deluda Very Happy


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MessaggioInviato: Lun 06 Apr 2009 16:35 pm    Oggetto:   

originalità della trama 3
L’adescamento di esseri umani da parte degli elfi, non è sicuramente originale come idea. A parte quel che è già stato postato in ‘Elfi disdicevoli’, ricordo il primo racconto di Barbagianni! Ci sono degli elementi però – il coltello, la croce e l’immagine contrapposta dei due protagonisti - che mi hanno innescato una curiosità molto positiva. Cosa si rivelerà essere in realtà il pugnale? E come interverrà nella vicenda tutta pagana, il simbolo cristiano per eccellenza? Invece ti soffermi molto sul già trattato – di ragazzi che si addentrano in boschi e cimiteri durante la notte, è pieno il mondo letterario - e non sviluppi la parte potenzialmente accattivante per la quale avevi creato degli ottimi presupposti.

equilibrio della struttura narrativa 2
Devo ripetermi, ma tieni conto che comprendo pienamente la tirannia delle diecimila battute. C’è un gran lavoro introduttivo, un altrettanto gran lavoro di connotazione del contesto e dell’atmosfera ‘da paese’, ma riferendomi al punto precedente, c’è a questo punto anche molto di inutile, come ad esempio la discussione in merito al luogo in cui viene reperita l’arma e la seconda parte del dialogo tra i due personaggi che tra le altre cose faccio fatica a collocare a mezz’ora di distanza da quanto si erano detti in occasione del loro incontro. Non potevano proseguire nel discorso mentre camminavano? Sono stati zitti per mezz’ora per poi tornare sul discorso quasi non l’avessero mai interrotto, durante la sosta? Mi pare un po’ forzato.
La conclusione poi, rispetto alla mole del lavoro che la precede, mi pare striminzita, ma forse è anche l’assenza dei colpi di scena che mi aspettavo a restringerla ulteriormente nella mia percezione.

stile della narrazione 3
Lo stile lo trovo azzeccato per l'atmosfera del racconto e si respira davvero la fresca brezza notturna, però ti faccio notare che ci sono troppi ‘il ragazzo’ che spezzettano la narrazione, pure dove non sono per niente necessari e anzi, saltano all’occhio per la stonatura che comportano. Es.

Citazione:
Era l’inizio dell’estate e, invece di dormire, il ragazzo uscì di casa per raggiungere il bosco. Per le strade del villaggio vide aggirarsi solo cani randagi e vecchi ubriachi. Al riparo dell’ombra dei vicoli costeggiò la vecchia chiesa, prese la via che scendeva verso il fiume e giunse di corsa al limitare dei campi. Le lucciole erano arrivate a illuminare coi loro bagliori intermittenti gli argini dei fossi mentre i rospi gracidavano poco lontano in cerca di prede. Lì si fermò ad aspettare.
Nascosto fra l’erba alta e gli arbusti che fiancheggiavano il sentiero, il ragazzo osservò la strada e, in lontananza, il contorno scuro delle case rischiarate dalla luna piena

Siccome in ogni frase viene riportata un'azione e non c'è alcun riferimento ad altri possibili soggetti, il secondo 'il ragazzo' mi pare inutile.
E come questo ce ne sono molti altri.

adeguatezza del registro 2
Io credo, ad esempio, che un ragazzino non direbbe “il parroco non la prenderà bene per nulla” ma direbbe piuttosto “il parroco s’incazzerà come una biscia”. In quest’ottica tra l’altro, il linguaggio dell’elfa, per l’immagine che ne dai, mi pare troppo assonante con quello dei due ragazzini.

efficacia della comunicazione 5
L’efficacia della comunicazione non viene in alcun modo penalizzata da quelle che mi sono parse delle potenzialità create e non sfruttate e non ho avuto quindi problemi ad essere teletrasportato - ah, non erano vulcaniani questi? - su un sentiero illuminato dalla luna durante una notte d’inizio estate. Resta il fatto che, a mio parere, tu ti sia sottratto al supplizio del lavoro di ‘sfoltimento’ che avrebbe permesso a questa storia, così com’è un po’ incompleta, di essere un racconto brillante.
Infera non prevalebunt
Strenuo difensore degli elfi perfettini, precisini, gnegnegnè
ThomasMore
Rivolzottoso Rivolzottoso
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Località: Ahi Pisa, vituperio de le genti!
MessaggioInviato: Lun 06 Apr 2009 16:48 pm    Oggetto:   

L'argomento originalità è delicato. Sulle 10k battute invece ti sbagli, il racconto stava in meno di 9k senza grossi problemi e il limite non mi ha pesato (certo, volendo potevo facilmente arrivare a 15k Laughing ). Ho cercato di ripetere il "ragazzo" il minor numero di volte, qualcuna mi sarà scappata ma di solito l'ho messo dove ritenevo corretto specificare il soggetto (inizi di paragrafo compresi).
Sul registro siamo un po' nel campo delle opinioni, il piccoletto non usa mai parolacce mentre il ragazzo sì. L'elfa la volevo caratterizzare di più ma ho preferito soprassedere Wink
Grazie per le utili indicazioni! Very Happy


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Barbagianni
Balrog
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MessaggioInviato: Lun 06 Apr 2009 17:47 pm    Oggetto:   

Eccomi qui, commento prima che un meteorite mi colpisca. Coi tempi che corrono non do niente per scontato.

Lo stile adeguato della narrazione 3
Stile semplice, lineare, con tempo passato e terza persona. E devo dire che fa il suo mestiere, anche se non fa gridare al miracolo.

L'equilibrio della struttura narrativa 4
Anche se non ci sono grandi colpi di scena, il racconto ha un capo, una coda, e un corpo che ci si snoda in mezzo lentamente ma in modo ordinato e pulito.

L'originalità della trama 3
Che gli elfi rapiscano i giovani è risaputo, un po' meno è perchè lo facciano (e non è che qui venga detto poi chiaramente), e ancora meno conosciuto è il pre-rapimento, cioè a cosa diavolo pensato i ragazzini che vanno a caccia di elfi nei boschi di notte.

L'adeguatezza del registro 3
Lo descriverò come piatto perchè adesso non ho veramente un altro aggettivo in mente, ma non è assolutamente da intendere in senso negativo. Ci sono un paio di saltelli quando i ragazzi parlano fra di loro e quando appare l'elfa, ma tutto sommato mi è parso coerente con se stesso.

L'efficacia della comunicazione 4
Ah, qui però devo dire che mi è piaciuta molto l'atmosfera dal sapore un po' campagnolo (forse è colpa di mauro corona, non saprei dire) mezza fiaba, mezza diceria della vecchia nonna, mezza superstizione da chiesetta e mezza verità. Il risultato è maggiore della somma delle sue parti, no?
Quando qualcuno dice 'io non credo nelle fate' da qualche parte una fata si segna nome, cognome e indirizzo.

Trolls? Io odio i trolls! - Willow
Bran
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Località: Era Hyboriana (Trento)
MessaggioInviato: Lun 06 Apr 2009 17:47 pm    Oggetto:   

io non ho capito perchè doveva portare un'arma.... Confused

Edit: come non detto, rileggendo mi è tutto chiaro Wink bravo Tom, la svista era tutta mia!
Nipote di Pick e di Julia ///
-Riuscite a vedere qualcosa?-
-Sì, cose meravigliose-

Lord Carnavon & H. Carter, 26 novembre 1922
ThomasMore
Rivolzottoso Rivolzottoso
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Località: Ahi Pisa, vituperio de le genti!
MessaggioInviato: Lun 06 Apr 2009 20:22 pm    Oggetto:   

E' meglio se aspetto prima di intervenire (e devo ringraziare G.C per avermi riportato all'ordine Embarassed ).
Comunque mi sto godendo molto i primi commenti. Mi viene da ridere a pensare che mio fratello e una mia amica hanno provato in tutti i modi a correggere i miei errori! Avrei dovuto dargli retta, me li rinfacceranno a vita Laughing


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Barleycorn Drago
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MessaggioInviato: Mar 07 Apr 2009 12:31 pm    Oggetto:   

ma quali sono questi segreti del bosco? gli stessi del boschetto dell'"uselin della comare"? in tal caso il racconto assume tutto un altro significato O___O
a parte gli scherzi

Stile adeguato della narrazione: 2

narrazione lineare degli avvenimenti senza artifici di sorta, le frasi brevi e non troppo articolate la fanno scorrere... adeguatamente
la prima parte è un pò lenta, ma introduce bene la vicenda però, in pratica non succede nulla fino all'arrivo all'incrocio dove addirittura si mettono a darci un pò di tranquillo info dumping... forse dovevi movimentarla di più, non so, magari insistendo su questo cimitero dei cavalieri, che sembra essere buttato li per caso... e non crea un clima orrorifico o di attesa o di suspence come si deve
cìè una certa discrepanza tra la descrizione campagnola dell'inizio e quella intermedia e finale del bosco, nel senso che la prima è molto più curata, anche se scorrevole, con particolari come lucciole e rospi(a proposito, i rospi gracidano per richiamare le femmine, non per andare a caccia, ma è solo una questione di costruzione della frase) la seconda è un pò indistinta
la vera pecca però sono le tantissime ripetizioni ad esempio

Citazione:
Si fermò a prendere fiato a pochi passi da una radura. Il sentiero terminava di fronte a lui. Non sentiva più la voce e in quel momento si accorse che il piccoletto non l’aveva seguito. Si lasciò cadere sull’erba umida e imprecò.
Dopo poco tornò sui suoi passi e raggiunse il vecchio tronco caduto. Non c’era traccia dell’amico. [...]A pochi passi da dove gli alberi si diradavano, il giovane lasciò la strada e si inoltrò nel bosco. Poco lontano, si sentiva il rumore di un ruscello.


troppi passi, anche se sta camminando ^__-
e poi in certi punti specifichi sempre "il ragazzo", "il piccoletto" ecc... diventa rindondante

ci sono anche
Citazione:

Detto ciò, si avviò lungo la via


e, ad esempio

Citazione:
Camminavano da non più di mezz’ora quando si fermarono entrambi a riposare


perchè specificare entrambi... sono in due

insomma, avrebbe bisogno di una bella revisione da questo punto di vista

una cosa

Citazione:
“Io arrivo fino fondo, se tu non te la senti puoi aspettarmi qui o tornare indietro da solo.”


in italiano è sbagliato, una svista, ma potrebbe caratterizzare il linguaggio del ragazzo? non mi pare che sia così


Equilibrio della struttura narrativa: 3

scomponendolo dopo una prima rilettura la pausa narrativa all'incrocio, con il dialogo tra i due amici, e il finale un pò tirato via si fanno notare come stonature rispetto alla splendida parte iniziale e forse anche al cammino nel bosco e alla parte successiva dove il protagonista resta solo
nel complesso però regge, si può leggere tutto d'un fiato

Originalità della trama: 2

rapimenti di persone da parte di esseri soprannaturali non sono una novità

Adeguatezza del registro: 4

ci sono delle "stronzate" e delle "vecchiacce" che vogliono caratterizzare il ragazzo, per il resto è un registro normale, direi adeguato

Efficacia della comunicazione: 2

non so, non mi ha comunicato suspence per la situazione di "diverso" e di "meraviglioso" quando irrompono nel racconto

se non all'inizio, quando il pugnale, che è d'argento e ha segni sconosciuti sulla lama, ingenera una certa attesa e pone delle domande
c'è poi la luce verde di cui si illumina, ma poi?
si rivela essere solo un pegno per l'elfo? e se i due non avessero avuto arma e croce?
l'aura cimiteriale non è che comunichi nulla
e l'elfa canta, ma non si capisce perchè e se sia magico il canto
e poi in che lingua canta? come fa il ragazzo ad afferrarne le parole?

in fase di revisione dovresti accentuare il clima d'attesa e spingere di più sul pugnale, anche se questo è solo uno specchietto per le allodole per noi lettori... insomma, se devi prendermi in giro(in senso buono, se vuoi sviarmi ^__^) fallo in modo che mi senta davvero un pirla alla fine Wink


due appunti finali
Citazione:

La luna illuminava un basso recinto di metallo, diroccato in più punti dalle radici delle piante e dal passaggio degli animali


se il recinto è solo di metallo, come può essere diroccato?

Citazione:
Quand’ebbe finito, il ragazzo vide brillare fra le sue trecce una piccola croce annerita.


la croce non ha una patina nera? non dovrebbe brillare
Okamis
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Località: Lago Maggiore; ma la sponda giusta, eh!
MessaggioInviato: Mar 07 Apr 2009 13:08 pm    Oggetto:   

Originalità della trama: 2
Il tema della belfa elfa che seduce il pischello umano era già presente in uno dei precedenti racconti. Tuttavia, è quanto meno da segnalare come ti sia sforzato di dare una scossa a tale struttura prima inserendo la questione della simbologia religiosa e degli oggetti (i quali fanno subito pensare: qual è il loro scopo?) e alla fine senza spiattellare davanti al lettore cosa la bella elfa ha in mente per il protagonista, lasciando al lettore il compito d'intuirlo.

Equilibrio della struttura narrativa: 2
Come già segnalato, il racconto è sin troppo ricco di dettagli all'inizio (troppi almeno in riferimento al poco spazio a disposizione) per poi accellerare in fase finale. In effetti almeno qualche battuta del dialogo poteva essere omessa, o quanto meno fusa con le altre.

Stile della narrazione: 3
Metto un voto mediano, ma sarebbe quasi un 4. Il racconto è scritto bene e soprattutto è scorrevole. Manca forse un'impronta stilistica precisa e accattivante, ma è problema minore.
Segnalo solo questa svista:
Citazione:
Io arrivo fino fondo,

Penso che manchi un "in" prima di "fondo".

Adeguatezza del registro: 5
A prescindere dal discorso del cambio di ritmo tra parte iniziale e finale, non ho notato manchevolezze nel registro. Essendo a mio avviso buono, non mi perdo in troppe chiacchere.

Efficacia della comunicazione: 4
Il racconto è molto lineare nella sua struttura, eppure all'inzio cogliere il senso del coltello e della croce può risultare non facilissimo, forse proprio a causa delle troppa rapidità con cui si sviluppa il finale. Con un maggiore equilibrio, anche l'efficacia della comunicazione ne avrebbe beneficiato.
"Gli uomini veri non ballano. Stanno seduti, sudano e imprecano." (Bill Hicks)



Ultima modifica di Okamis il Mar 07 Apr 2009 17:30 pm, modificato 1 volta in totale
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Balrog
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MessaggioInviato: Mar 07 Apr 2009 13:08 pm    Oggetto:   

Barleycorn Drago ha scritto:
ma quali sono questi segreti del bosco? gli stessi del boschetto dell'"uselin della comare"? in tal caso il racconto assume tutto un altro significato O___O


Aaaarrgh, speravo di non sentir più nominare quella canzone per almeno altri 5 anni...
Quando qualcuno dice 'io non credo nelle fate' da qualche parte una fata si segna nome, cognome e indirizzo.

Trolls? Io odio i trolls! - Willow
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