Potrei dire che ho aspettato per fare un'ultima rilettura, ma la realtà è che mi è saltato completamente fuori di testa e mi sono ricordato adesso che oggi toccava a me
Vediamo come funziona e comunque mi consolo sapendo che fra un mesetto o due posterò un racconto sicuramente molto più bello di questo
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La luce era accecante. Pareva arrivare da tutte le direzioni contemporaneamente, annullando le ombre e rimbalzando sulle superfici con una brillantezza che non aveva mai visto. Penetrando attraverso le palpebre, la poteva vedere perfino a occhi chiusi e si stupì che non le ferisse gli occhi fino a renderla cieca.
Era in una bizzarra caverna dal pavimento coperto da un tappeto di un muschio soffice e fresco, dal colore brillante e dalla forma che non aveva mai visto prima. La volta, nascosta da un fitto strato di quello che dovevano essere funghi dai filamenti verdi, tondeggianti e appiattiti, era sorretta da grandi colonne di pietra rugosa grigio-marrone, solcata da una miriade di piccole fratture. Da sopra la sua testa provenivano strani suoni che non riconosceva: alcuni sembravano richiami striduli e minacciosi di qualche bestia nascosta, altri il fruscio di decine di piedi che strisciano nel pietrisco.
Mosse qualche passo incerto in quell’ambiente così estraneo, cercando di capire dove fosse o come ci fosse arrivata, osservando tutto con la vaga sensazione che non fosse la prima volta, ma senza riuscire a ricordare esattamente. Fece per appoggiarsi a una colonna ma ritrasse la mano disgustata: sotto le sue dita aveva percepito qualcosa di diverso dalla roccia, qualcosa di alieno, di vivo.
Lo scroscio di acqua corrente la distrasse dai suoi pensieri. A poche decine di passi scoprì un ruscello che scorreva veloce tra le pietre e si inginocchiò sulla riva, immergendovi le mani per bere; per lo meno l’acqua le sembrò la stessa di sempre, anche se un bizzarro pesce dalle squame verde-marroni, di una specie che non aveva mai visto, guizzò vicino alla superficie e la fissò con un occhio dalla pupilla nera e lucente invece della sfera lattiginosa a cui era abituata.
Si sedette sul bordo del torrente, sconsolata e un po’ intimorita. Non capiva come avesse potuto perdersi così lontano da casa senza ricordarsi nulla del viaggio e temeva di non poter ritrovare la strada. Stava per mettersi a piangere quando un’improvvisa corrente d’aria le scompigliò i capelli, distraendola dai suoi pensieri. Era la prima volta in vita sua che sentiva un vento così freddo soffiarle addosso, di solito quelli che provenivano dai pozzi di magma erano roventi e puzzavano vagamente di zolfo e cenere.
Si tolse i capelli scompigliati dalla faccia e notò che il fruscio di piedi si era ora trasformato in un rombo sordo, come se il soffitto della caverna dovesse crollare da un momento all’altro. Alzò lo sguardo impaurita per cercare l’origine del rumore, ma quando i suoi occhi misero a fuoco le immensità azzurre sopra di lei si mise a gridare con quanto fiato aveva in gola.
E continuò anche quando i suoi genitori accorsero nella stanza; si calmò solo dopo aver bevuto un sorso di infuso di licheni, che sua madre ormai teneva sempre pronto.
Mentre ricadeva in un sonno nervoso anche se pietosamente senza sogni, qualcuno battè un sasso all’ingresso della grotta per avvisare della visita. Sulla soglia, suo padre trovò uno dei Guadiani del Senato, con la tunica grigio cenere bordata di rosso; lo invitò ad entrare con un cenno del capo e nel più assoluto silenzio lo condusse nel suo studio. Lì si girò di scatto, afferrandolo per il bavero prima che l’altro avesse tempo di aprire bocca. «E’ solo una bambina! Non vedete come soffre?»
L’altro non si scompose e mantenne una espressione il più possibile neutra mentre staccava le mani aggrappate al suo vestito. «Lo so, ma è un Oracolo. Nè tu, nè io, nè il tantomeno il Senato possiamo cambiare questo fatto.»
Il padre lasciò cadere le braccia lungo i fianchi. «E allora perchè sei venuto di nuovo qui?» La luce rossastra che emanava dalle pietre incandescenti posate in un braciere lì vicino lo faceva sembrare più vecchio di almeno dieci anni.
Il Guardiano questa volta ebbe uno scatto d’ira. «Per cercare di farti ragionare, maledizione. Io, a differenza di altri, non voglio usare la forza.»
«E di questo ti sono grato.»
«Ma sembra che tu non ti renda conto della situazione! Se non fossi un membro così influente della comunità lei sarebbe già al cospetto degli Esegeti.»
Il padre sbuffò, pieno di disprezzo mal celato. «E per cosa? Per farla soffrire di più?»
«Per capire» spiegò l’altro. «Lei continuerà ad avere visioni, non importa quante droghe tu possa somministrarle; l’unica cosa che possiamo fare è ascoltare le sue sacre parole e apprendere da esse quali prove ci attendono.»
Il padre gli puntò contro un dito minaccioso. «Non provare ad abbindolarmi con del catechismo da quattro soldi. Qui si tratta di potere. Potere che il Senato ha paura di perdere.»
Il Guardiano scosse la testa. «Non c’è nessuna congiura di palazzo in atto, puoi credermi.»
«Questi sono tempi difficili» il volto del padre si rabbuiò. «I raccolti sono scarsi da troppo tempo, sempre più creature pericolose vengono avvistate ai livelli inferiori e la gente si fa irrequieta e parla di rivolta. Perchè non dovrei temere che i Senatori pensino a consolidare il loro potere, piuttosto che preoccuparsi per la salute di mia figlia?»
«Proprio perchè è nata Oracolo!» Strofinò meccanicamente il simbolo sacro che portava appeso al collo, sotto alla tunica. «Questo è un segno che nemmeno i Senatori possono ignorare. Non è forse nei momenti di crisi che il nostro popolo si è sempre rivolto alle parole profetiche di una donna prescelta? Non sono sempre state le parole di un Oracolo a guidare le nostre migrazioni nelle Caverne, sfuggendo ai pericoli e prosperando?»
Il padre sospirò. «Ma è solo una bambina...lei...»
«Cosa successe quando un Oracolo sognò un muro di roccia che bloccava lo scorrere del fiume?»
«Che noi costruimmo una diga che ci salvò da una inondazione e che ci garantì una riserva di acqua potabile» ammise il padre.
«E cosa successe» incalzò il Guardiano «quando un Oracolo sognò un bambino che giocava con una pietra arroventata?»
«Che scoprimmo come forgiare il metallo in armi per combattere le creature delle profondità.»
«E’ ormai da venti generazioni che l’Oracolo ci porta visioni di speranza, cosa ti turba così tanto?»
Il padre scosse la testa. «Purtroppo non riesco a essere così fiducioso.»
«Perchè, amico mio?»
«Perchè a giudicare dalle sue grida, questa volta il futuro non promette nulla di buono.»