Ancora sul genere Fantastico: Silvana De Mari a Melog


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Autore Messaggio
un muspeling
«apprendista incendiario»
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MessaggioInviato: Gio 03 Feb 2011 9:47 am    Oggetto:   

Provo a sintetizzare il mio quesito:

Non crede che, oltre agli ordini scritti (come affermato in intervista), gli orchi abbiano a sostenerli anche un'epica degli "assolutamente buoni contro gli irriducibilmente cattivi?"

Quale può essere il ruolo del Fantasy e dei suoi autori, in quelle regioni (e in quei tempi) del mondo ove le identità collettive, fragili, rischiano di diventare aggressive contro le minoranze interne?

(Spero di essere riuscito a sintetizzare a sufficenza)
kiki
«Hobbit»
Messaggi: 47
MessaggioInviato: Gio 03 Feb 2011 17:22 pm    Oggetto:   

Ho ascoltato con estremo interesse la bellissima intervista della De Mari, ricca di riflessioni approfondite che a loro volta rispecchiano una profonda conoscenza letteraria ma soprattutto storica.

Mi e' anche piaciuto il commento approfondito di M.T.: io sono una semplice "comune lettrice" e non ho il bagaglio di conoscenze sul mito, la psicanalisi o altro come emerge dai vostri post, per cui mi scuso se la mia domanda potra' risultare naive o "semplicistica".

La mia domanda si riallaccia al seguente passaggio di M.T.:

M.T. ha scritto:

Ecco secondo me la chiave di lettura che attira tanto, oltre alla moda, la gente al fantasy: più che la perdita di Dio, come suggerisce De Mari, è la perdita di se stessi e il volersi ritrovare. Perché inconsciamente nel fantasy si ricerca il mito, la fiaba e questi elementi nell'antichità avevano un forte fattore iniziatico, erano avvolti di potere capace di trasmettere comprensione sulla natura umana.
.


Volevo proprio chiedere: il fantasy e' assolutamente imprescindibile dal concetto di Dio o cmq di una entita' superiore che trascende il tempo e lo spazio, o ci puo' anche essere un fantasy "laico"?

Del resto, i valori a cui si fa riferimento nel fantasy (il sacrificio, il viaggio iniziatico, la lotta per salvare il mondo, ecc) possono anche essere letti in senso piu' "filosofico" che "religioso".

Lo chiedo perche' io sono rimasta estremamente delusa dalle Cronache di Narnia: li ho letti in eta' adulta e dunque con la maturita' per apprezzare il significato oltre la pura trama della storia, eppure non mi sono piaciuti, ho trovato molto "stonato" il ruolo cosi' evidente di Aslan-Cristo e soprattutto il finale.
Mentre nel Signore degli Anelli, che pur e' permeato da un analogo senso religioso, non ho avuto questa sensazione, forse perche' meno manifesto.
Infine, vi e' addirittura chi ha costruito una delle saghe fantasy meglio scritte (a parer mio) ma anche controverse proprio sulla "distruzione della divinita'" o Autorita' (come e' definita nel libro).

Mi riferisco a "Queste oscure materie" di Philip Pullman:
E' una lotta degli uomini per affrancarsi dal trascendente in un certo senso, a passare dal Regno dei Cieli alla Repubblica dei Cieli.
ogni favola e' un gioco che si fa con il Tempo,ed è vera soltanto a metà..


Ultima modifica di kiki il Lun 07 Feb 2011 19:51 pm, modificato 2 volte in totale
kiki
«Hobbit»
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MessaggioInviato: Gio 03 Feb 2011 17:37 pm    Oggetto:   

testo eliminato e accorpato in un'unica domanda qui sopra

Kiki Surprised
ogni favola e' un gioco che si fa con il Tempo,ed è vera soltanto a metà..


Ultima modifica di kiki il Lun 07 Feb 2011 19:53 pm, modificato 1 volta in totale
M.T.
«Paladino Guardiano»
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MessaggioInviato: Gio 03 Feb 2011 19:53 pm    Oggetto:   

Nessuna domanda è naive o semplicistica: tutte le domande sono importanti. Anzi si può dire che la domanda è importante, più che la risposta Cool perché spinge alla ricerca.
Non esistono "comuni lettori": esiste l'essere lettore. Leggere porta ad acquisire conoscenze, di qualsiasi genere, e queste conoscenze si sviluppano se uno ha interesse verso di esse: una questione di volontà, voglia di apprendere cose nuove e curiosità. Il bello è che possono esserci tanti percorsi da scegliere, ma soprattutto c'è tanto da apprendere dalle persone che fanno scelte diverse da quelle personali Smile
uljanka
«Sua Luminosa Oscurità»
Messaggi: 5714
MessaggioInviato: Gio 03 Feb 2011 22:36 pm    Oggetto:   

Provo anch'io.

La fantasy trasfigura la violenza genocidiale e gli orrori della guerra in un conflitto tra figure archetipiche, creando una sorta di mitologia del "secolo breve".
Ma ora che i testimoni dei grandi genocidi del novecento stanno scomparendo, e gli orrori quotidiani sono oggetto di pagine di cronaca facilmente dimenticate, una letteratura che trasforma la cosiddetta banalità del male in una lotta tra figure di sogno non rischia di provocare nel lettore una percezione falsata della realtà?
E io, che sono Tenebra, altro non posso vedere se non la Luce, e perciò sono la Luce.

Quando qualcuno dice 'io non credo nelle fate' da qualche parte una fata ride e prepara il suo fucile.
Giulio L.
«Hobbit»
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Località: Roma
MessaggioInviato: Ven 04 Feb 2011 12:40 pm    Oggetto: Il fantasy : genere per cerebrolesi?   

Buongiorno a tutti. Mi sono appena iscritto su fantasy magazine e non mi sono lasciato sfuggire l'intervista fatta a Silvana de Mari ( scrittrice che apprezzo molto peraltro ) trasmessa su radio 24.
A mio parere il fantasy ( o il genere fantastico a seconda del pignolo che legge ) risulta ridicolizzato e sottovalutato dai media ( ma anche dalla società che considera tale letteratura adatta più ai cerebrolesi che altro.. ) a causa degli stessi fruitori del genere. Questi, spesso, si dimostrano intolleranti e indifferenti verso ogni altro genere letterario. L'intolleranza è la figlia prediletta dell'ignoranza. L'acquirente medio di materiale fantasy ( anche se ci sono eccezioni grazie al cielo ) solitamente è abbastanza ignorante . Non conosce la storia ( o non è interessato a conoscerla ) e non segue l'attualità e la cronaca ( e non parlo di gossip o dei pettegolezzi sui vip). Si isola nel suo mondo "fantastico" rifiutando qualsiasi forma di dialogo o di scambio di idee ( colpa molto spesso dei videogiochi soprattutto quelli on-line che tendono ad ammazzare il confronto e l'interazione fisica ) . Il problema ? Che molto spesso il lettore di fantasy diventa scrittore ... Con conseguenze a dir poco disastrose. E pensare che basterebbe ascoltare il lucido quanto esauriente intervento che Silvana de Mari ha realizzato per radio 24 per capire un attimo il nocciolo del problema. Trovo che sia un ottimo punto di riflessione ma anche uno spunto per ripartire in modo nuovo .
Palin
«Re sotto la montagna»
Messaggi: 15146
Località: Solace
MessaggioInviato: Ven 04 Feb 2011 12:51 pm    Oggetto:   

Una bella accozzaglia di luoghi comuni.
Tanti saluti.
TK7 should, of course, be named Neville – Neville and Luna, a match made in heaven.
Marina
«Bracchetto del Cheshire»
Messaggi: 4980
MessaggioInviato: Ven 04 Feb 2011 14:12 pm    Oggetto:   

Grazie a Mus e Ulianka per la sforbiciata.
Kiki, dovresti scegliere una delle due domande, oppure riuscire a trovare un modo per accorpare il senso di entrambe in una sola.
Giulio, non ho visto domande, solo un punto di vista (e anche abbastanza opinabile). Qual è in definitiva il tuo quesito per la De Mari?
Negróre
«dannatamente umano»
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MessaggioInviato: Ven 04 Feb 2011 14:42 pm    Oggetto: Re: Il fantasy : genere per cerebrolesi?   

Giulio L. ha scritto:
Trovo che sia un ottimo punto di riflessione ma anche uno spunto per ripartire in modo nuovo .

Soprattutto per far piazza pulita tra chi, lettore di Fantasy, giudica la maggior parte degli altri lettori di Fantasy degli ignoranti dissociati dalla realtà. La realtà è tutta attorno a noi, ogni giorno, 24 ore su 24. Se leggi per evadere, non vedo quale sia il problema. Se demonizzi l'intrattenimento, finisci per schierarti con la fazione opposta, Giulio, altrettanto estremista. Forse dovresti interagire anche tu un po' di più col prossimo: ti renderesti conto che quelli che ti appaiono dissociati sono in stragrande maggioranza appassionati che si limitano a parlare della loro passione. E la cosa non esclude che sappiano quale sia la realtà.
Sono sempre stato a favore di romanzi più adulti, ma l'intrattenimento è una cosa sacrosanta, senza la quale un romanzo non può assurgere a essere considerato letteratura. Prima c'è l'intrattenimento, poi ben vengano la profondità e i molteplici livelli di lettura.
Il fatto che spesso ci si trovi di fronte a esempi di Fantasy risibili ha molte cause e mi pare che semplifichi un po' troppo il discorso. Fa' attenzione a non chiuderti e apri le tue opinioni alla possibilità che in parte vadano corrette. Anche perché, in tutta sincerità, il punto e a capo non è possibile: la letteratura vive sull'evoluzione, non sul soppiantare. A meno che non si sia capaci di stravolgere i canoni. Allora sì, con fatti in mano, si può cominciare a parlare di "nuovo modo".
A tutt'oggi, anche gli autori più illuminati (stranieri) a me sono sembrati delle evoluzioni del precedentemente narrato. Una nuova partenza non è mai esistita. Esistono pietre miliari, come "Il Signore degli Anelli" e come, credo, verranno considerate alcune saghe nel tempo (Erikson già comincia a esserlo, per merito suo. Martin probabilmente lo sarà, se mai finirà ciò che ha cominciato.) Pietre miliari, poste a lato di un'unica, lunga strada lastricata di pochi successi e molti insuccessi.
Un sorriso, Andrea
Giulio L.
«Hobbit»
Messaggi: 39
Località: Roma
MessaggioInviato: Ven 04 Feb 2011 17:52 pm    Oggetto:   

Ok mi scuso . Onestamente non era mia intenzione offendere nessuno . Forse mi sono spiegato male nel mio precedente post.
Non volevo assolutamente demonizzare l'intrattenimento o la narrativa fantastica ( sono un lettore io stesso di fantasy e di fantascienza). Dico solo che se questa risulta sminuita è a causa di molti dei suoi fruitori che non riescono a vedere oltre il loro naso e che leggono solo un certo tipo di libri escludendone altri . Ma come ci si può fare un opinione ampia e completa sulla letteratura o sulla cultura se non la si guarda da diverse angolazioni.
Purtroppo non parlo per luoghi comuni....visto che molti dei lettori di narrativa fantastica che ho conosciuto ( e intendo dire conosciuto sul serio ) si sono dimostrati un pò troppo intransigenti e superficiali verso ciò che non era fantasy...Questa non è un opinione , è un fatto. E' ovvio che a rimetterci a quel punto è il genere letterario in questione . Fortunatamente, come ho già scritto, non tutti sono così. Mi sono iscritto a questo forum proprio per conoscere persone che come me non amino solo il fantasy o tutto ciò che è narrativa d'intrattenimento ma che vivano la letteratura e i libri in maniera più completa.
Per il resto non ho domande particolari da porre alla De Mari visto che ne condivido il lavoro e il suo particolare modo di intendere la scrittura.
Ovviamente sono sempre disposto a cambiare idea su certi argomenti. Non voglio passare per ottuso e mi dispiace che si sia inteso questo a causa di un post forse mal scritto.
Elyria
«Anjin»
Messaggi: 4837
Località: fra la terra e il mare
MessaggioInviato: Sab 05 Feb 2011 10:18 am    Oggetto:   

Ecco la mia domanda alla De Mari:



Dall’intervista emerge un concetto di fantasy sia come espressione di valori prettamente umani (cavalleria, lealtà, speranza) sia come una specie di esorcismo verso le paure in generale e quella della morte in particolare. Come si concilia questo con l’Urban Fantasy, in cui i mostri di ieri (vampiri, mannari) sono diventati i nuovi eroi e di umano hanno ben poco?
http://novatlantide.wordpress.com/

Caoticista nell'animo.


Ultima modifica di Elyria il Sab 05 Feb 2011 13:20 pm, modificato 1 volta in totale
Marina
«Bracchetto del Cheshire»
Messaggi: 4980
MessaggioInviato: Sab 05 Feb 2011 13:03 pm    Oggetto:   

Nel ricordare a tutti che domani scade il termine per porre le domande, ecco la mia:

Per illustrare il perché determinate soluzioni nel Fantastico facciano presa, Lei cita i nostri riferimenti culturali e la nostra Storia, ma spesso anche i meccanismi fisiologici del cervello, contrapponendo gli stimoli di quello rettiliano ai ragionamenti della corteccia cerebrale. Ci indicherebbe uno o più testi divulgativi - e quindi comprensibili anche a chi non è medico - su cui documentarci in merito?
Ipanema
«Nazgul»
Messaggi: 407
MessaggioInviato: Sab 05 Feb 2011 19:25 pm    Oggetto:   

Intervista molto bella e suggestiva, ma del resto, seguendo io la De Mari sul suo blog, conoscevo già molte delle sue argomentazioni.
La mia domanda è:

Comprendendo le posizioni e le tematiche che attraverso i libri la Signora De Mari si è posta in animo di trasmettere, conoscendo l'impegno sociale che manifesta anche attraverso il suo blog, apprezzando la bravura nell'esprimersi attraverso la narrazione che mostra uno stile impareggiabile, mi chiedo: perché esprimersi attraverso il fantasy e non attraverso un mainstream più contemporaneo, più crudo e di denuncia? Non crede che in questo modo arriverebbe a raggiungere un maggior numero di lettori e il suo messaggio sarebbe più valorizzato, compreso forse meglio che non attraverso la metafora del fantasy?
il mondo ha bisogno di fantasia

F.I.A.E. forum
(Ezio Micheli)
«Ospite»

MessaggioInviato: Sab 05 Feb 2011 20:07 pm    Oggetto: Re: Ancora sul genere Fantastico: Silvana De Mari a Melog   

Vorrei chiedere a Silvana De Mari se non crede che a questo punto della nostra storia, non sia opportuno che gli scrittori Fantasy, invece di parlare di mondi secondari, non pensino a guardare al mondo primario con gli occhi del fantastico. Penso all'Urban Fantasy dilagante.
Ezio
Asher_85
«Hidden Persuader»
Messaggi: 2574
MessaggioInviato: Sab 05 Feb 2011 22:57 pm    Oggetto:   

Ecco la mia domanda:

Nel 1928 vide la luce in Russia la Morfologia della Fiaba di Vladimir Propp, padre della semiotica struttural-funzionalista. Attraverso un'analisi condotta sulle "fiabe di magia" della tradizione popolare russa, Propp individuava una serie di funzioni - in seguito denominate funzioni di Propp - che costituivano l'ossatura di ogni racconto fantastico (situazione iniziale, allontanamento, conquista dell'oggetto di valore, performanza, sanzione). Ora, fermo restando che Propp si è limitato a riconoscere queste funzioni, di certo non le ha create, ritiene conciliabile la sua interpretazione delle origini del fantastico con l'analisi di Propp? E se sì, come?
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