Racconto di presentazione


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AJ revenge
«Hobbit»
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MessaggioInviato: Mer 09 Mar 2011 19:19 pm    Oggetto: Racconto di presentazione   

So che l'inizio è troppo frammentato e i periodi troppo corti, vedrò di rimediare...

Rigel si muoveva in silenzio, con circospezione, ignorando il tanfo che impregnava l’aria. Svoltò nella fetida stradina seminascosta dalla notte , attenta che nessuno la seguisse. Funghi e muffe si rincorrevano lungo le vecchie pareti di mattoni, fino ai tetti delle case distrutte dalle intemperie. Un calcinaccio si staccò e cadde rumorosamente in terra, frantumandosi in mille schegge affilate. La ragazza evitò i cocci e giunse in fondo alla strada. La sudicia porta che aveva inseguito per mezza città la attendeva semi scardinata e per una buona metà intaccata dalle tracce del fuoco. Vi pose una mano sopra e si sorprese nell’accorgersi che tremava. Una volta entrata i cacciatori avrebbero saputo chi era e cosa aveva intenzione di fare. Sapeva bene di aver scelto la via più veloce, e con essa i pericoli che comportava un incursione diretta. Poi, all’improvviso, una fitta lancinante gli attraversò la testa da una tempia all’altra, come se una saetta l’avesse colpita. La vista gli si appannò e la stradina avvampò di luce bianca. La ragazza si costrinse a rimanere in piedi, ignorando il dolore. Aveva il fiatone. Gocce di sudore le attraversavano il viso, miste alle lacrime che le rigavano le guance. Una gocciolina cadde a terra. Si portò le mani alle orecchie, ma fu inutile.
Il rumore fu assordante. Come se un intera tribù battesse i tamburi nelle profondità di una gola. Il rimbombo la stordì e cadde in ginocchio, mentre il cielo scuro lasciava scappare un fulmine dalle sue terre.
La ragazza strinse i denti e tremò di paura mentre il suono le scuoteva le ossa . Per parecchi minuti rimase ansante sdraiata nella polvere, mentre si stringeva il braccio sinistro al petto. Quando sentì di potersi rimettere in piedi, alzò la manica della casacca. Una lunga fasciatura bianca correva lungo tutto l’avambraccio e saliva fino alla spalla, macchiata da un alone scuro e umido. La ragazza ci fece scivolare sopra il dito e lo ritrasse di un colore simile al tramonto del sole sul mare. Si alzò in piedi e lasciò cadere la manica. Respirò profondamente, ignorando l’odore di marcio che inalava ogni volta. Pose la mano sopra la porta, e questa volta entrò.
La accolse una stanzetta buia e spoglia, senza finestre. Un unico tappeto marcio colorava l’oscurità con una sfumatura rosso scuro. La ragazza strizzò gli occhi per abituarsi al buio e scorse un uomo seduto su un vecchio sgabello tarlato, appena prima di una porta in condizioni non migliori di quella d’ingresso. L’uomo sussultò e si tirò su poggiandosi su qualcosa che Rigel non fu in grado di riconoscere, probabilmente un bastone. –Vieni. - sussurrò con una voce cavernosa, facendole cenno di avvicinarsi con la mano – vieni da me…
La ragazza decise che doveva essere molto anziano: Non avrebbe potuto farle nulla, neanche nelle sue condizioni. Mosse qualche passo verso di lui , mentre il vecchio frugava nelle tasche in cerca di qualcosa. Quando ormai l’aveva raggiunto l’uomo estrasse dalle pieghe della veste un grosso mazzo di chiavi in ottone e incominciò a trafficare con la serratura della porta. Solo allora Rigel si accorse che si era alzato poggiandosi su di una vecchia spada rugginosa .
- Vieni- ripetè – entra, entriamo-. La ragazza varcò la soglia per prima e si ritrovò in un ambiente ancora più buio. Il vecchio zoppicò oltre la porta e la richiuse dietro di se, chiamando il suo padrone a voce così bassa che Rigel non distinse le parole. Come dal nulla due macchie grigie apparvero nell’ombra, Immobili come due stelle nel cielo. Poi il vecchio parlò
- Questa è Rigel , padrone. Figlia di Edhel e Uria.
La ragazza sentì il sangue ghiacciarsi nelle vene.
- Come lo sai?- lo aggredì- Che cosa sei?-
- Io sono solo un vecchio. – replicò- Ma so cosa desideri, sento ciò che pensi nella mia testa , nella mia testa. Lo sento.
- Sei un rinnegato.
- Lo sono. E tu lo sapevi da quando hai accettato di venire qui. Lo sapevi da prima. Lo sono. Lo sapevi.- gracchiò-
La ragazza si costrinse a non scattare verso di lui con in mano un pugnale. Non era possibile discutere con qualcuno che conosceva tutte le risposte in anticipo, ed era quasi certa che la vecchiaia gli giocasse qualche brutto tiro, a giudicare da come ripeteva spezzoni della stessa frase. Voltò la testa verso le due macchie grigie, sforzandosi di capire se fossero un gioco di luce oppure no.
- Non lo sono. Non lo sono- rise il vecchio. Solo allora Rigel capì che erano occhi.
- Occhi che da molte lune non vedono più. Occhi da lupo che non vedono, che non seguono più la preda tra le ombre della foresta! L’orgoglio è morto. L’onore con lui! Soltanto la vista che più non vede vuole curare il mio signore.- cantilenò.
La ragazza distinse allora le forme dell’uomo a cui appartenevano gli occhi da lupo.
- Il mio signore chiede se hai portato la maschera.- disse il vecchio – Se hai con te ciò che chiede come prova di chi sei stata.
Rigel si portò una mano dietro la schiena e slegò i lacci che tenevano legata una maschera al suo corpo. La rimirò per un attimo tra le mani, perché perfino in quel buio l’argento splendeva come di luce propria.
Il vecchio scattò per prenderla ma la ragazza gli mise una mano sul petto e lo spinse indietro con tanta forza che l’uomo cadde e rotolò in terra tra mille svolazzi del mantello.
- Perché la vuoi?- chiese all’uomo cieco
- No, mia signora. No. Il padrone non parla. Non più.- replicò il vecchio alzandosi a fatica
- Perché?
- Il padrone non può!- rise- Il padrone ha scelto di non parlare mai più! Non con la nostra voce! Sarò io a parlare per lui!
Rigel si avvicinò all’uomo e gli porse la maschera dalle fattezze di lupo, aspettandosi che la prendesse.
- Non può ! Non può! Al traditore è proibito toccare.- strillò il vecchio, mentre la ragazza riabbassava la mano e si portava la maschera sul fianco.
- Io so cosa cerchi- disse il vecchio. Questa volta Rigel seppe che non era lui a parlare, ma l’uomo cieco. – E posso indicarti la via. Tu voi entrare nell’Ordine.
-Si. È questo che voglio.- ammise lei.
- E sai quali scelte comporta?- chiese- No?
La ragazza rimase in silenzio, mentre guardava quegli occhi grigi che non potevano vederla.
- Molte lune fa io ero un cacciatore, uno dei migliori guerrieri dell’esercito, un mercenario votato alla guerra e a nient’altro. Avevo perso la mia famiglia a causa della peste e credevo di non avere più niente da perdere. Mi restavano soltanto la guerra e la spada, perché non sapevo fare altro. Combattei finchè non diventai il migliore e il Re mi mise a capo del suo esercito. Ma il vuoto che avevo nel cuore non si colmava ancora: avevo bisogno di uccidere, di fare del male al mondo intero ,che mi aveva portato via tutto ciò che amavo. Così decisi di fare ciò che tu stai per chiedermi. Andai dall’Ordine e chiesi di essere ammesso.
Sostenei la prova: ritornai dalla foresta vittorioso e scelsi il mio premio come ogni uomo è degno di fare.
Sai di cosa sto parlando?
La ragazza annuì. Sapeva che avrebbe dovuto sostenere una prova.


non è finito. non mi ero accorto che non ci fosse il seguito. chiedo umilmente venia..
G.C.
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MessaggioInviato: Gio 10 Mar 2011 17:04 pm    Oggetto: Re: Racconto di presentazione   

AJ revenge ha scritto:
So che l'inizio è troppo frammentato e i periodi troppo corti, vedrò di rimediare...

cut cut

non è finito. non mi ero accorto che non ci fosse il seguito. chiedo umilmente venia..


Ma se ci trovi i difetti da solo perchè lo posti? Cosa vorresti ricavarne?
AJ revenge
«Hobbit»
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MessaggioInviato: Gio 10 Mar 2011 20:20 pm    Oggetto:   

perchè molte volte gli altri notano difetti che io invece non vedo,semplice.
G.C.
«Apprendista Mago»
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MessaggioInviato: Ven 11 Mar 2011 11:45 am    Oggetto:   

Penso che la prima cosa da verificare sia la punteggiatura. Messa a caso e, molte volte, in maniera non logica. Prova a contare i punti esclamativi e te ne renderai conto: troppi e non necessari.
Anche l'utilizzo dei trattini è scorretto, insomma si rende necessario prima di tutto una maggior padronanza delle regole grammaticali, poi magari si potrebbe controllare il resto. Wink
AJ revenge
«Hobbit»
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MessaggioInviato: Sab 12 Mar 2011 20:26 pm    Oggetto:   

ho provato sia con i trattini che con <<..
che cosa potrei usare?
G.C.
«Apprendista Mago»
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MessaggioInviato: Sab 12 Mar 2011 20:57 pm    Oggetto:   

« (Alt174)
» (Alt175)
AJ revenge
«Hobbit»
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MessaggioInviato: Lun 14 Mar 2011 16:52 pm    Oggetto:   

davvero usi questi? non puoi stare li ogni volta a fare alt 174 per i trattini....non credi?
Palin
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MessaggioInviato: Lun 14 Mar 2011 17:30 pm    Oggetto:   

AJ revenge ha scritto:
davvero usi questi? non puoi stare li ogni volta a fare alt 174 per i trattini....non credi?


Infatti io faccio ALT+GR < e ALT+GR > ma sono sotto linux Razz
L'alternativa per quando sono sul mac o su windows è il copia/incolla.
Comunque si possono anche usare i trattini, l'importante è usarli bene.
TK7 should, of course, be named Neville – Neville and Luna, a match made in heaven.
G.C.
«Apprendista Mago»
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MessaggioInviato: Lun 14 Mar 2011 19:00 pm    Oggetto:   

AJ revenge ha scritto:
davvero usi questi? non puoi stare li ogni volta a fare alt 174 per i trattini....non credi?


Hai una fretta del diavolo? Rolling Eyes
Allora non usarli, io dicevo che l'utilizzo che tu fai dei trattini è scorretto, ovvero non puoi usarli come fossero i caporali, hanno una regola propria. Se comunque la velocità ha un'importanza maggiore della forma allora forse occorre considerare che tu non leggi e rileggi, non fai una riflessione su quello che scrivi e una forma, benchè minima, di editing. Altrimenti il perdere 3 secondi per fare Alt174 sarebbe nulla.
Proviamo anche a fare una piccola analisi di quello che ho quotato: i puntini di sospensione sono sempre e solo 3 mai 4. Andrebbero messi dove il discorso si tronca per un valido motivo e non messi a caso.
Riprendo il consiglio che ho dato precedentemente, occorre prima di tutto impadronirsi meglio delle regole grammaticali per confezionare bene il proprio prodotto e poi esibirlo alla pubblica lettura.
Come diceva un vecchio professore: «Un piatto prima di arrivare al palato passa per gli occhi». Wink
Palin
«Re sotto la montagna»
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MessaggioInviato: Lun 14 Mar 2011 22:07 pm    Oggetto:   

G.C. ha scritto:

Come diceva un vecchio professore: «Un piatto prima di arrivare al palato passa per gli occhi». Wink


Si vede che lui è cieco ammicca
TK7 should, of course, be named Neville – Neville and Luna, a match made in heaven.
AJ revenge
«Hobbit»
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MessaggioInviato: Lun 14 Mar 2011 23:56 pm    Oggetto:   

G.C. ha scritto:

Come diceva un vecchio professore: «Un piatto prima di arrivare al palato passa per gli occhi». Wink


questa frase mi ha convinto Very Happy
Kingsbridge
«Hobbit»
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MessaggioInviato: Gio 14 Giu 2012 11:56 am    Oggetto:   

La storia è carina ma...non ti sei accorto che ripeti un casino di volte il termine "ragazza"? è così fastidiosa la sua persistente onnipresenza in goni rigo che ti fa passare tutto il piacere della lettura...e poi è solo una parte della storia. Se avessimo da leggere la storia completa sarebbe tutt'altra cosa.
Ludwig von Drake
«Hobbit»
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MessaggioInviato: Sab 02 Feb 2013 10:44 am    Oggetto:   

Credo necessiti di un bel po' di editing e di taglio e cucito.

Eliminerei da molte parti la parola ragazza.

Il discorso che copio e incollo di seguito non mi suona proprio bene:

- Molte lune fa io ero un cacciatore, uno dei migliori guerrieri dell’esercito, un mercenario votato alla guerra e a nient’altro. Avevo perso la mia famiglia a causa della peste e credevo di non avere più niente da perdere. Mi restavano soltanto la guerra e la spada, perché non sapevo fare altro. Combattei finchè non diventai il migliore e il Re mi mise a capo del suo esercito. Ma il vuoto che avevo nel cuore non si colmava ancora: avevo bisogno di uccidere, di fare del male al mondo intero ,che mi aveva portato via tutto ciò che amavo. Così decisi di fare ciò che tu stai per chiedermi. Andai dall’Ordine e chiesi di essere ammesso.
Sostenei la prova: ritornai dalla foresta vittorioso e scelsi il mio premio come ogni uomo è degno di fare.
Sai di cosa sto parlando?

Se posso permettermi, fossi in te proverei a leggerlo ad alta voce, chiedendomi, come direbbe qualcuno queste cose nella vita reale?

PS aspetto il seguito... questa storia mi piace!
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