Unika


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Autore Messaggio
Marina
«Bracchetto del Cheshire»
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MessaggioInviato: Gio 16 Giu 2011 15:18 pm    Oggetto:   

Zweilawyer ha scritto:
[

E' per questo che leggi sempre Harry Potter?

.



certo io leggo sempre e solo HP, come del resto dimostra la mia libreria anobiana. Che battutone scontatamente idiota e di una pochezza indicibile, stai iniziando a scavare.

Cmq ti sottopongo un'idea: perché non presenti una proposta di legge di iniziativa poplare in cui reclami a te il copyright sulla facoltà di dire che un libro ha caratterizzazioni di personaggi assolutiste, che è noioso e stucchevole e che i personaggi si comportano in modo illogico?
Già che ci sei, infilaci dentro anche un bel copyright sull'uso dei congiuntivi.
Se lo presenti in un Parlamento di un universo parallelo hai ottime possibilità che ti diano retta. Applausi
Thal
«Hobbit»
Messaggi: 49
MessaggioInviato: Gio 16 Giu 2011 15:27 pm    Oggetto:   

Certe affermazioni mi ricordano i bei tempi andati, la rivoluzione fantasy che attraversava boscaioli in possesso della Gnosi per approdare in terre dove si doveva leggere il Signore degli anelli una volta sola (possibilmente a 15 anni), mica che a capirlo almeno un poco il delirio del nuovo eletto venisse scosso....
Oppure soltanto case editrici esauste che prima di passare la mano andavano in all-in con il primo che passava.

Oppure - la Troisi è un genio e Donaldson un poverino che tratteggia antieroi di maniera (sick!) -

Ciò che io invece non capisco è cosa c'è di male nel farsi due ghignate con le recensioni di Zwey, che trovo molto più simpatico di certa sicumera da bacio perugina che aleggia torno torno.

Poi se dopo 10 anni, in spregio all'estetica e alla cultura, siamo ancora al de gustibus.... il problema è vostro.
Elyria
«Anjin»
Messaggi: 4837
Località: fra la terra e il mare
MessaggioInviato: Gio 16 Giu 2011 20:59 pm    Oggetto:   

Thal ha scritto:
Certe affermazioni mi ricordano i bei tempi andati, la rivoluzione fantasy che attraversava boscaioli in possesso della Gnosi per approdare in terre dove si doveva leggere il Signore degli anelli una volta sola (possibilmente a 15 anni), mica che a capirlo almeno un poco il delirio del nuovo eletto venisse scosso....
Oppure soltanto case editrici esauste che prima di passare la mano andavano in all-in con il primo che passava.

Oppure - la Troisi è un genio e Donaldson un poverino che tratteggia antieroi di maniera (sick!) -

Ciò che io invece non capisco è cosa c'è di male nel farsi due ghignate con le recensioni di Zwey, che trovo molto più simpatico di certa sicumera da bacio perugina che aleggia torno torno.

Poi se dopo 10 anni, in spregio all'estetica e alla cultura, siamo ancora al de gustibus.... il problema è vostro.


Amen.
BTW, personalmente ai libri di Donaldson gli darei fuoco.
http://novatlantide.wordpress.com/

Caoticista nell'animo.
Marina
«Bracchetto del Cheshire»
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MessaggioInviato: Gio 16 Giu 2011 21:29 pm    Oggetto:   

Kinzica ha scritto:

BTW, personalmente ai libri di Donaldson gli darei fuoco.


ti quoto in pieno, anche l'esalogia di Donaldson come noia fritta non scherza niente... Ma dopotutto io che ne so, leggo solo Harry Potter Rolling Eyes
Martina
«Nazgul»
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MessaggioInviato: Gio 16 Giu 2011 23:26 pm    Oggetto:   

Dopo aver letto questa recensione, prima ancora di pubblicarla, mi sono idealmente inchinata davanti alla professionalità di Marina che, pur trovandosi fra le mani un libro decisamente scadente, ha deciso di portarne avanti la lettura e scriverne la recensione. Recensione che, come già spiegato proprio da Marina, è rimasta "parcheggiata" a lungo in redazione perché per un certo periodo molti recensori hanno consegnato i loro testi e non potevo certo pubblicare tutto all'istante.
Marina ha dimostrato professionalità, il libro è stato consegnato alla redazione dalla casa editrice, lei si è presa l'onere della lettura e della recensione, e ha mantenuto il suo impegno. E, se qualcuno non se ne fosse accorto, il suo stile nella recensione è evidente. Provate a farci caso quando leggete i nostri articoli, chiedetevi prima di arrivare alla fine chi può aver scritto il pezzo che state leggendo. Se ci conoscete, spesso sarete in grado di capirlo prima di arrivare alla firma finale, che servirà solo da conferma. A me è successo anche in questo caso, non ho avuto bisogno di leggere il nome di Marina per sapere che il pezzo era stato scritto da lei.

Dopo il commento di Zweilawyer, ovviamente, sono andata a leggere quella che lui definisce recensione. A me sembra più un'analisi, ma non mi sembra il caso di cavillare sulle parole. A parte la stroncatura totale da parte di entrambi, però, non vedo le affinità. Zweilawyer cita moltissime frasi, è concreto, terra terra e anche abbastanza volgare oltre che - a mio parere - noioso, infatti non sono riuscita a finire il suo testo. Marina è ironica e graffiante (due aggettivi? orrore!!! potrei quasi imprecare per questo ammicca ), critica ma non insulta. In definitiva, mi sembra che l'unica cosa in comune fra i due testi è il fatto che giudicano negativamente lo stesso romanzo.

Un'altra cosa mi lascia perplessa: la decisione di leggere un romanzo che si è convinti in anticipo che sia orribile. Francamente, io ho modi migliori per impiegare il mio tempo. Non dico che leggo solo libri belli, ma se ho fondati motivi per ritenere che un libro sia brutto lo evito, sono talmente tanti i libri che vorrei leggere che posso fare a mento di certe porcherie. Poi se mi capitano pazienza, a volte li abbandono proprio per non soffrire e non buttare via il mio tempo, a volte invece mi incaponisco a finirli, ma certo non li vado a cercare.

Una cortesia: invece di lanciare battutacce senza fondamento parlate del libro. Ma solo se avete qualcosa di costruttivo da dire, altrimenti è meglio tacere. Cosa che conto di fare anch'io da ora in poi.
M.T.
«Paladino Guardiano»
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MessaggioInviato: Ven 17 Giu 2011 1:34 am    Oggetto:   

Credo che sarebbe meglio tornare a parlare del libro in questione, che sia piaciuto o meno: lo si può analizzare (come ha ben Marina), criticare duramente (qui può entrare in gioco il lavoro di Zwei), tutto (o quasi) purché attinente a Unika. Ormai si è preso il volo e si è andati su un altro pianeta Wink torniamo sulla terra Cool . Se si continua così la discussione rischia di divenire sterile, anche se per la verità si sta parlando troppo di un libro che non ha alcun valore, gli si sta facendo una pubblicità che non merita, correndo il rischio di dare risalto a qualcosa che dovrebbe finire nel dimenticatoio e non far più riemergere.
Negróre
«dannatamente umano»
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MessaggioInviato: Ven 17 Giu 2011 8:31 am    Oggetto:   

Thal ha scritto:
Certe affermazioni mi ricordano i bei tempi andati, la rivoluzione fantasy che attraversava boscaioli in possesso della Gnosi


A me, invece, ricorda il saccente che si crede la Gnosi e si lagna come se leso d'una maestà che non possiede, ovvero l'esatto motivo per cui queste discussioni continuano a proliferare.
Un sorriso, Andrea
Thal
«Hobbit»
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MessaggioInviato: Ven 17 Giu 2011 17:48 pm    Oggetto:   

Ma dai?
Fesso io allora...che pensavo fossero dovute a tutte ste boiate spacciate per capolavori....
Negróre
«dannatamente umano»
Messaggi: 2562
MessaggioInviato: Ven 17 Giu 2011 18:29 pm    Oggetto:   

Thal ha scritto:
Ma dai?
Fesso io allora...che pensavo fossero dovute a tutte ste boiate spacciate per capolavori....

Tutto sta nella capacità del singolo di saper scindere verità che immagina da quanto avviene nella realtà. Inutile rispiegare il tutto, si tratta, come tu stesso dici, di questioni di dieci anni fa, di cui sembra importare poco perfino agli stessi protagonisti.
Quando manca la volontà di capire, i giudizi trancianti sono dietro l'angolo. Facili da incrociare, ma non per questo validi esempi d'acume.
Un sorriso, Andrea
geeland
«Hobbit»
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MessaggioInviato: Ven 24 Giu 2011 23:52 pm    Oggetto:   

Sono una lettrice di Unika. E sono attempata.

Ho un grande amore per i libri e presto attenzione alle letture di mia figlia tredicenne; quando ha insistito perché lo leggessi, mi sono incuriosita. Ne abbiamo parlato, tanto, e mi ha anche coinvolta nelle discussioni che ha trovato sul web. Quindi eccomi qua.

Non sono d'accordo con la recensione di Marina e, trovandola rispettabile e onesta, vorrei comunque spiegare il mio pensiero. Lo farò cercando di focalizzare pochi punti, importanti. Se poi sarà il caso, approfondiamo.

In generale, penso che molte delle critiche negative che ho letto siano spiegate da una ragione precisa: non si è sintonizzati con il mondo dei lettori giovani. Io sono contenta che mia figlia abbia letto un libro così e provo a spiegare il perché.

Prima di tutto perché è scritto bene. Non riesco ad avere la paranoia dei troppi aggettivi o dei troppi avverbi. Ogni autore ha il suo stile, l'importante è con non sia formalmente scorretto e che riesca a comunicare contenuti di qualità. Ecco, io non credo che la forma di Unika sia scorretta (anzi), credo che proponga contenuti di qualità e successivamente proverò a spiegare cosa intendo. Un punto interessante sollevato da Marina e riguardante la forma è quello delle descrizioni: sono evidentemente lunghe e esageratamente dettagliate. Ma siamo sicuri che lo siano per un lettore di tredici anni? Siamo certi che ciò che a un adulto risulta noioso debba esserlo anche per un adolescente? Siamo certi che la sua modalità di viaggiare all'interno di mondi fantastici non cerchi proprio questo?

Perché ha una storia bella e coinvolgente. Ho trovato sviluppi e colpi di scena che sono, a mio avviso, interessanti per un lettore giovane. Ad esempio, ritengo efficace l'idea del ragazzo che non sa di essere un angelo. Efficace e soprattutto non banale, perché rappresenta un paradigma dell'adolescenza. E' un caso tipico (e raro) di trama che si sviluppa al servizio di un tema più profondo invece di rimanere fine a se stessa. Certo, è rappresentato con codici e linguaggio adeguati a lettori giovani. Ma è a loro che parla questo libro. Idea trita e ritrita? Mah, potremmo dire lo stesso di tante idee che poi i lettori hanno trovato originali e interessanti. E non è per buttarla nel relativismo banalotto o nel concetto becero per cui la qualità è misurabile con il successo commerciale: è per evidenziare che qualunque forma di comunicazione va valutata nella prospettiva di chi la deve leggere.

Perché presenta un sistema di valori equilibrato e comprensibile per i lettori giovani. Ciò che un lettore evoluto nell'età e nella formazione può considerare "perfezione estrema", "fare cose stupide" o "cliché" non è detto che lo sia per un tredicenne. Risparmiatemi, per favore, la solfa che i ragazzi di oggi non sono scemi, perché io di questo ne sono convinta. Ma, lavorando da anni nel mondo della scuola, ho imparato che lo sviluppo emotivo degli adolescenti lo si capisce solo sforzandosi di stargli vicino. Non serve dire "tutti siamo stati adolescenti, so quello che si prova": la nostra psiche butta rapidamente tonnellate di cemento su quel passaggio. E, senza accorgercene, finiamo per proiettare sensibilità e chiavi di lettura tutte nostre e che non appartengono agli adolescenti.

Perché, infine, questi valori sono anche sfidanti e originali. Qualche esempio: ho molto apprezzato che al classico Bene buono, onnisapientepotente e barbabianca sia stata preferita una figura sfuggente, ambigua, spesso in difficoltà, difficile da inquadrare sia nella personalità che nei tratti somatici. Ho trovato molto stimolante il suo rapporto con Unika, perché non propone un amore scontato ma offre la possibilità di immaginare e "creare" il rapporto tra i due. Ritengo molto originale e sfumata la figura del Male, che dimostra chiaramente di avere elementi attraenti e positivi sotto la superficie della cattiveria.

Etc.

Grazie
Marina
«Bracchetto del Cheshire»
Messaggi: 4980
MessaggioInviato: Sab 25 Giu 2011 0:10 am    Oggetto:   

Anzitutto ringrazio Geeland per la sua testimonianza, finora si era fatta sentire solo la falange che io definisco 'dello sputo libero', quindi mi fa piacere che anche l'estremo opposto del 'parco lettori' dica la sua.

Se vorrai risponderò in dettaglio ai punti che educatamente sollevi, ma mi sembra che anzitutto qui la discriminante di fondo, che porta inequivocabilmente a giudizi opposti, è che questo libro è rivolto a un target di ragazzi più grandi di tua figlia e, soprattutto, agli appassionati di fantasy (posso sbagliarmi ma credo che DeA si sia lanciata nel genere proprio con questo volume). E sotto questo profilo, chi ha un po' di volumi di genere alla spalle non può che notare la banalità di certe soluzioni e dunque non può ritenersi soddisfatto dal semplicismo di questo libro. Il mio è un discorso strutturale, bada bene, perché sul gusto del singolo, a differenza di quelli del 'loggione' che hai visto all'opera in questo thread e forse anche altrove, io non discuto mai Wink
M.T.
«Paladino Guardiano»
Messaggi: 2407
MessaggioInviato: Sab 25 Giu 2011 12:27 pm    Oggetto:   

Le critiche negative sono tali non perché non si è sintonizzati con il mondo dei lettori giovani, ma perché come già dice Marina chi conosce il genere fantastico ha già alle spalle pietre di paragone con cui dare il giudizio.
La critica più che all'autore (ognuno scrive come sa) sono alla casa editrice perché non ha svolto un lavoro di editing tale da rendere l'opera professionale e perché il libro, scritto più che per passione per il genere e la scrittura, è una semplice azione commerciale. D'accordo, le case editrici devono effettuare utili altrimenti chiudono, ma guadagnare non significa rinunciare alla qualità e qua manca; usando termine prosaico, il romanzo non ha anima, non ha spessore, sfiora appena alla superficie.
Se tale romanzo ha avuto un certo numero di vendite è per le risorse della DeAgostini per fare un certo tipo di pubblicità e per la scarsa conoscenza del genere, per la mancanza di basi che la media dei lettori italiani possiede. Se si ricerca qualcosa capace di dare trasmettere veramente ai ragazzi (e non solo) si provi a leggere La Storia Infinita o Momo di Michael Ende, ma con questo suggerimento andrei fuori tema; allora si provi con Nemesis di Francesco Falconi o con Quando il diavolo t'accarezza di Luca Tarenzi (siamo sempre in tema di angeli) e si vedrà la differenza sullo spessore della storia, sulla capacità d'intreccio e sul saper scrivere bene (sicuramente scrivere meglio).
Unika non è un buon libro, non lo definirei nemmeno un libro, è a malapena accettabile come bozza di prima stesura; è e resterà solamente un'azione commerciale che dà utile nell'immediato, ma che non lascerà traccia di sè a lungo.

Esco dal tema del libro. Gli adolescenti, usando il termine di geeland, non sono scemi, tuttavia vivono in un sistema imperante che dà valori ed esempi per nulla formativi: narcisismo, apparenza, superficialità, consumismo. Anche la letteratura, che un tempo si discostava da tali valori, ne è stata contaminata, perdendo la sua forza di far scoprire e far crescere: tutto è stato conformizzato, portato allo stesso livello. Questo sistema vuole evitare che le cose realmente di valore, davvero significative, capaci di smuovere le coscienze delle persone abbiano successo e rilevanza. E infatti, ritornado in tema letterario, escono pubblicazioni del genere.
geeland
«Hobbit»
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MessaggioInviato: Sab 25 Giu 2011 20:13 pm    Oggetto:   

Grazie Marina per la risposta.

Avevo colto e apprezzato il focus della tua critica, basata su concetti strutturali e non sul gusto personale. E, in questo senso, vorrei approfondire il tema-chiave che a mio avviso è: chi sono i lettori a cui, potenzialmente, un libro come Unika intende rivolgersi.

Ho parlato di mia figlia tredicenne: lei è una hard-reader... legge di tutto, fantasy e molto altro. Non sto qui a elencare la quantità immane di libri che ha consumato, ma ce n'è di ogni tipo, molti sono decisamente adulti. La gran parte dei ragazzi ai primi anni delle scuole medie superiori, quelli che conosco bene attraverso il mio lavoro, non ha letto un decimo di quelle pagine.

Dico questo per cercare di svincolare la riflessione dalla semplice età anagrafica: lo sviluppo psico-affettivo degli adolescenti è assai vario e non vorrei ci riducessimo a fare i markettari (nel senso dei professionisti del marketing) che semplificano il "target" dei loro prodotti attraverso definizioni aride e riduttive.

Avendo letto Unika, io penso che questo libro si rivolga a chi sta affrontando i tipici problemi derivanti dall'adolescenza. C'è chi li affornta e risolve a dodici anni, chi a quindici, chi a diciassette, venticinque, trenta... qualcuno si porta dietro qualcosa di irrisolto per sempre. Boh. Non sarei stupita di trovare Unika sui comodini di tante trentenni anche se credo che il pubblico più numeroso sarà senz'altro quello dei tredicenni-quindicenni. Si vedrà.

Penso poi che questo libro si rivolga a chi ha voglia di immergersi in un mondo di valori sani e positivi. A qualcuno tali valori sembreranno banali e a qualcun altro no, ma non si può dare un giudizio di merito assoluto su questo. Ripeto, non è relativismo: è solo il frutto della mia esperienza. Parlo quotidianamente coi giovani e so quanto le cose che ho letto in questo libro non risultino banali e scontate per molti di loro. Anzi.

Non so, Marina, in base a quale elemento tu dica che Unika si rivolga a una fascia di lettori più matura; se deriva da una di quelle definizioni cui accennavo prima (il target "markettaro") che magari viene distribuita dall'azienda che pubblica il libro, beh... secondo me si tratta di semplificazioni che lasciano il tempo che trovano. Un autore ha una visione, la concretizza e la propone: solo il tempo e l'eventuale gradimento potranno dire a chi è piaciuto e perchè. Nel caso di Unika, troverei surreale dire che si tratta di una proposta inefficace perchè ha successo su un target diverso da quello che (forse, chissà, mah...) l'editore aveva in mente. A noi che leggiamo, sinceramente, cosa ci importa del target dell'editore?

Ti ringrazio ancora per le risposte. I contenuti delle tue recensioni sono sempre interessanti e parlare con te è un'opportunità preziosa.

@M.T. scusa la franchezza, ma nella tua critica non riesco a trovare fatti "strutturali" di cui poter discutere. E' evidente che a te il libro non è piaciuto, dopodichè leggo molte affermazioni del tutto soggettive che sono per loro natura indiscutibili. Usando la tua metrica di confronto, posso solo dire che, per me, Unika è un ottimo libro, non è un'azione commerciale e ha un grande valore editoriale. La pensiamo quindi in modo diverso e così rimaniamo. Se hai voglia, parliamo di cose strutturali e usciamo dal gusto personale. Ne sarei felice.
M.T.
«Paladino Guardiano»
Messaggi: 2407
MessaggioInviato: Sab 25 Giu 2011 21:22 pm    Oggetto:   

Perché Unika è un'azione commerciale?
Perché si è fatto un gran battage pubblicitario, focalizzandosi sull'apparenza, sui proclami, ma non nella sostanza. Si sfrutta un filone che ha al momento un buon successo, basti pensare alla serie televisiva Supernatural cui diversi scrittori si sono ispirati, italiani e non, ma questo non vuol dire niente: si può scrivere di un argomento di moda, ma scriverlo bene. In questo caso non avviene, perché chi lo scrive commette l'errore tipico dell'esordiente che più si scrive, più parole si usano, meglio è. E chi dovrebbe aiutarlo a fargli comprendere questo errore non lo fa, vuoi perché ritiene che essendo il libro per ragazzi può andar bene di tutto (una forma di mancanza di rispetto verso il lettore), vuoi per mancanza di conoscenza del genere (come spesso accade in Italia), vuoi perché si vogliono tagliare le spese e non si fa l'editing.
Sullo stile di scrittura ci sono diverse lacune, così come ci sono nella storia, nella creazione dell'intreccio e nel delineare e caratterizzare i personaggi.
Se si vuol capire cosa intendo, leggere i due libri degli scrittori italiani che ho citato nell'altro intervento: sia come affrontano le tematiche bene/male, del dubbio, del dove sia la verità, sia come stile hanno molto da mostrare.
E se si vuol vedere come si caratterizza e si dà spessore ai personaggi, si legga Brandon Sanderson: dopo si potrà parlare della differenza tra un buon libro e uno che non lo è.
Zweilawyer
«Elfo»
Messaggi: 260
MessaggioInviato: Sab 25 Giu 2011 21:36 pm    Oggetto:   

Scherzi a Parte.
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