Terra ignota. Risveglio


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FantasyMagazine
«Balrog»
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MessaggioInviato: Mar 17 Dic 2013 14:30 pm    Oggetto: Terra ignota. Risveglio   

Terra ignota. Risveglio



Leggi la recensione.
weimar
«Hobbit»
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MessaggioInviato: Mar 17 Dic 2013 14:30 pm    Oggetto: Re: Terra ignota. Risveglio   

ao è troppo forte la scena fantasy italiana.......prima passano anni a lamentarsi che non ci sono libri fantasy italiani decenti, che sono tutti scritti male, che non hanno profondità, che sono derivativi..........poi ne arriva uno scritto bene, pieno de chicche, con un immaginario suo, che riallaccia un sacco di discorsi........e lo stroncano (invidia? masochismo? tendenza all'autodistruzione? E chi lo sa. Scena già vista con Alice nel paese della vaporità.)
Martina
«Nazgul»
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MessaggioInviato: Mar 17 Dic 2013 15:02 pm    Oggetto:   

Non mi pare di aver passato anni a lamentarmi che non ci sono fantasy decenti, reputo Silvana De Mari, che guarda caso è italiana e che scrive fantasy, una scrittrice straordinaria, che non ha nulla da invidiare ai colleghi stranieri, e ho letto anche opere non straordinarie ma comunque interessanti come i due Muses di Francesco Falconi.
Questo non mi pare scritto così bene. L'autore conosce la grammatica, non fa strafalcioni, e infatti non gli ho mosso nessuna accusa in questo senso, ma il suo stile non è tale da destare in me alcun sentimento, al di fuori della noia che di tanto in tanto mi aggrediva. Chicche, immaginario, discorsi... tutte belle parole, ma se la storia non sta in piedi le citazioni colte non servono a niente.
Invidia? No, neanche un po'. Santoni scrive meglio di me? Senza dubbio. Questo è un libro che mi sono divertita a leggere? Neanche per sogno, l'ho finito solo perché ho dato la mia parola che lo avrei fatto, maledicendomi per essermi autoimposta un simile masochistico compito. Ecco dove sta il mio masochismo, nell'aver mantenuto una parola data quando non avevo idea di ciò a cui sarei andata incontro.
Di Alice nel pase delle vaporità ovviamente non parlo, non l'ho letto. Il che significa che io non posso in alcun modo fare paragoni fra i due libri, anche se noto che il nostro giornale lo ha recensito assegnandogli 5 stelle: http://www.fantasymagazine.it/libri/12587/alice-nel-paese-della-vaporita/
Se vuoi lamentarti che il romanzo di Dimitri non è stato capito questo non mi sembra il luogo più indicato per farlo.
DiVega
«Sword of Orion» Sword of Orion
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MessaggioInviato: Mar 17 Dic 2013 15:14 pm    Oggetto:   

Martina ha scritto:
Non mi pare di aver passato anni a lamentarmi che non ci sono fantasy decenti,


Ma stai anche a rispondere a uno che scrive post con linguaggio finto-truzzo? Rolling Eyes
Sul suo mantello grigio scuro spiccava una spilla d'argento: un ponte di pietra, illuminato da fiamme di rubino. Un Arsore di Ponti.
Steven Erikson - The Malazan Book of the Fallen
M.T.
«Paladino Guardiano»
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MessaggioInviato: Mar 17 Dic 2013 17:09 pm    Oggetto:   

Conoscere la grammatica della nostra lingua dovrebbe essere il minimo per chiunque nasce in Italia: invece spesso risulta come essere uno dei livelli più alti. Ma conoscere la grammatica non significa saper scrivere di narrativa.
Non posso giudicare il libro non avendolo letto, ma dalle premesse e da chi lo pubblica data la sua politica editoriale e il suo modo di fare, non ho interesse a farlo.
Ma anche se vado ot, apro e chiudo parentesi, ho letto Alice nel paese della vaporità e non è un capolavoro: ci sono strafalcioni, scene non facili da capire, e non c'è qualcosa che rimane impresso come fanno altri autori.
Salvo alcuni, vedi De Mari soprattutto per i primi libri (poi a livello qualitativo scade negli ultimi capitoli della saga degli Ultimi), gli autori italiani e soprattutto la mentalità che si ha nell'editoria di fantasy in Italia, sono ancora molto lontani da quelli esteri, non si avvicinano nemmeno al peggior Brooks. E di autori migliori ce ne sono molti.
Martina
«Nazgul»
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MessaggioInviato: Mer 18 Dic 2013 10:16 am    Oggetto:   

Citazione:
Ma stai anche a rispondere a uno che scrive post con linguaggio finto-truzzo?


Al di là dei discorsi sulla cortesia nel rispondere quando qualcuno ci dice qualcosa - non dimenticare che i commenti che compaiono qui sono in coda a una mia recensione - a volte le risposte non sono indirizzate a chi fa i commenti. Se io non avessi scritto nulla magari un lettore occasionale - perché penso che i lettori abituali di FantasyMagazine sanno se io sono competente o meno e conoscono più o meno le mie opinioni - avrebbe potuto pensare che non avevo risposto perché non ero in grado di rispondere alla critica. Non dico che tutti la debbano pensare come me, ci mancherebbe altro, ma certe commenti mi fanno solo ridere.
Fra l'altro noto che weimar si è firmato con un nickname, cosa in teoria perfettamente legittima ma che impedisce di sapere davvero chi sia, mentre quando si critica l'operato di qualcuno sarebbe più corretto farlo con nome e cognome. Mi vengono in mente pensieri cattivi, ma visto che non ho prove li tengo per me.
Come mi vengono in mente pensieri cattivi nel vedere che tutti i commenti a questo libro che compaiono su ibs.it sono elogiativi e sono stati scritti da persone che hanno fatto quell'unico commento. Com'è che proprio per questo libro si sono decisi a scrivere? Mah...


Citazione:
Conoscere la grammatica della nostra lingua dovrebbe essere il minimo per chiunque nasce in Italia: invece spesso risulta come essere uno dei livelli più alti.


Purtroppo a volte non viene ritenuta una cosa fondamentale. Mi hanno parlato di un concorso in cui l'aspirante scrittore si è lamentato perché il suo libro è stato escluso dai possibili vincitori perché sgrammaticato lamentandosi che nel regolamento del concorso non c'era scritto che la grammatica avrebbe dovuto essere corretta. Ma a che livello siamo arrivati, bisogna pure spiegare le nozioni di base? Come si può pensare di scrivere se non si sa usare correttamente la lingua?
Su linkedin sono iscritta al gruppo dei giornalisti. Ricordo una discussione in cui una tizia usava un linguaggio da sms, con il "ke" al posto di "che" e tutte le altre irritanti abbreviazioni in uso ora. Quando le è stato chiesto di usare un italiano corretto lei ha risposto che nei blog scrive abitualmente in quel modo. Allora le hanno detto più volte e più persone che quello non era un blog ma un social network dedicato a professionisti e che quel tipo di scrittura non era gradito, ma lei ha continuato imperterrita. Purtroppo a volte anche ribadire l'ovvio non è sufficiente.

Tu leggi Kay, perciò sai perfettamente come può un tipo di prosa essere poetico. Quello è saper scrivere. Leggi anche Sanderson. Lui non è poetico ma è comunque coinvolgente. Quello è un altro modo di scrivere.
Lo stile di Santoni è piatto. Vero, a volte passa da frasi brevissime a frasi di un'intera pagina. In un'occasione mi sono fermata e ho contato oltre 30 righe senza che ci fosse un punto. Il fatto che io lo abbia fatto non è un buon segno, significa che non ero minimamente coinvolta dalla lettura e che la mia mente vagava su tutto. Anche Herman Hesse e José Saramago scrivono frasi lunghissime, ma con loro non ho mai avuto problemi. Sarà che lo stile di Santoni non è paragonabile a quello di questi altri due scrittori?

Citazione:
gli autori italiani e soprattutto la mentalità che si ha nell'editoria di fantasy in Italia, sono ancora molto lontani da quelli esteri, non si avvicinano nemmeno al peggior Brooks.

Risata Risata Risata
DiVega
«Sword of Orion» Sword of Orion
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Località: Dark Border
MessaggioInviato: Mer 18 Dic 2013 11:34 am    Oggetto:   

Eh Martina... questo è un mondo difficile. Wink


Tornando parzialment IT, la De Mari non la conosco. Ma se parliamo di autori che meritano potrei in primis consigliare Fabiana Redivo e il Ciclo di Derbeer, veramente una saga che non ha nulla da invidiare alla letteratura FY d'oltreoceano.


Oltre al nostro Andrea D'Angelo con La Rocca dei Silenzi.
Sul suo mantello grigio scuro spiccava una spilla d'argento: un ponte di pietra, illuminato da fiamme di rubino. Un Arsore di Ponti.
Steven Erikson - The Malazan Book of the Fallen


Ultima modifica di DiVega il Mer 18 Dic 2013 14:30 pm, modificato 1 volta in totale
M.T.
«Paladino Guardiano»
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MessaggioInviato: Mer 18 Dic 2013 13:19 pm    Oggetto:   

Martina ha scritto:
Citazione:
Ma stai anche a rispondere a uno che scrive post con linguaggio finto-truzzo?


Al di là dei discorsi sulla cortesia nel rispondere quando qualcuno ci dice qualcosa - non dimenticare che i commenti che compaiono qui sono in coda a una mia recensione - a volte le risposte non sono indirizzate a chi fa i commenti. Se io non avessi scritto nulla magari un lettore occasionale - perché penso che i lettori abituali di FantasyMagazine sanno se io sono competente o meno e conoscono più o meno le mie opinioni - avrebbe potuto pensare che non avevo risposto perché non ero in grado di rispondere alla critica.


Rispondere difendendo le proprie ragioni è giusto, direi anche doveroso. Si può non essere d'accordo su una recensione, ma la si argomenta, non come fanno certi utenti che non ci mettono la faccia usando l'anonimato.

Martina ha scritto:
Fra l'altro noto che weimar si è firmato con un nickname, cosa in teoria perfettamente legittima ma che impedisce di sapere davvero chi sia, mentre quando si critica l'operato di qualcuno sarebbe più corretto farlo con nome e cognome. Mi vengono in mente pensieri cattivi, ma visto che non ho prove li tengo per me.
Come mi vengono in mente pensieri cattivi nel vedere che tutti i commenti a questo libro che compaiono su ibs.it sono elogiativi e sono stati scritti da persone che hanno fatto quell'unico commento. Com'è che proprio per questo libro si sono decisi a scrivere? Mah...


Visto che c'è gente che non si fa scrupolo a tirare sbadilate di fango e vista l'esperienza del forum, avere il dubbio che possa essere magari l'autore o più probabilmente uno degli addetti ai lavori della casa editrice o anche qualcuno legato a entrambi è plausibile e spesso ci si azzecca.


Citazione:
Conoscere la grammatica della nostra lingua dovrebbe essere il minimo per chiunque nasce in Italia: invece spesso risulta come essere uno dei livelli più alti.


Martina ha scritto:
Purtroppo a volte non viene ritenuta una cosa fondamentale. Mi hanno parlato di un concorso in cui l'aspirante scrittore si è lamentato perché il suo libro è stato escluso dai possibili vincitori perché sgrammaticato lamentandosi che nel regolamento del concorso non c'era scritto che la grammatica avrebbe dovuto essere corretta. Ma a che livello siamo arrivati, bisogna pure spiegare le nozioni di base? Come si può pensare di scrivere se non si sa usare correttamente la lingua?
Su linkedin sono iscritta al gruppo dei giornalisti. Ricordo una discussione in cui una tizia usava un linguaggio da sms, con il "ke" al posto di "che" e tutte le altre irritanti abbreviazioni in uso ora. Quando le è stato chiesto di usare un italiano corretto lei ha risposto che nei blog scrive abitualmente in quel modo. Allora le hanno detto più volte e più persone che quello non era un blog ma un social network dedicato a professionisti e che quel tipo di scrittura non era gradito, ma lei ha continuato imperterrita. Purtroppo a volte anche ribadire l'ovvio non è sufficiente.


Il livello in cui si è finiti è molto basso. Cosa ancora peggiore è che lo si reputa la normalità. Invece non è normale affatto.


Martina ha scritto:
Tu leggi Kay, perciò sai perfettamente come può un tipo di prosa essere poetico. Quello è saper scrivere. Leggi anche Sanderson. Lui non è poetico ma è comunque coinvolgente. Quello è un altro modo di scrivere.
Lo stile di Santoni è piatto. Vero, a volte passa da frasi brevissime a frasi di un'intera pagina. In un'occasione mi sono fermata e ho contato oltre 30 righe senza che ci fosse un punto. Il fatto che io lo abbia fatto non è un buon segno, significa che non ero minimamente coinvolta dalla lettura e che la mia mente vagava su tutto. Anche Herman Hesse e José Saramago scrivono frasi lunghissime, ma con loro non ho mai avuto problemi. Sarà che lo stile di Santoni non è paragonabile a quello di questi altri due scrittori?



Non ho nulla contro le farsi lunghe, se hanno motivo di essere tali, ma una frase di 30 righe è troppo. L'editor perché non è intervenuto a fare il suo lavoro?
Kay, Jordan, Sanderson, Erikson, sono lontani anni luce dagli autori italiani: è come paragonare una supernova a un granello di sabbia.

Martina ha scritto:
Citazione:
gli autori italiani e soprattutto la mentalità che si ha nell'editoria di fantasy in Italia, sono ancora molto lontani da quelli esteri, non si avvicinano nemmeno al peggior Brooks.

Risata Risata Risata


Tu riesci a riderci sopra, io invece la questione la vedo molto seria. Soprattutto non vedo nulla che faccia presagire un miglioramento, ma un restare sempre sui bassi livelli, salvo qualche rara eccezione, che si conoscono.
scriptresss
«Hobbit»
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MessaggioInviato: Mer 18 Dic 2013 15:48 pm    Oggetto:   

premesso che a me Terra Ignota è piaciuto (è magari freddo dato che è tutto teoria e poco sentimento) ma la questione che mi sta a cuore è quella generale perché ci sono passata.

In Italia non c'è niente che assomigli a una critica fantasy seria, esiste solo lo schema marchetta-a-un-amico (o marchetta-a-un-editore), quello stroncatura-a-uno-sconosciuto o quello stroncatura-a-qualcuno-percepito-come-più-bravo-fatta-a-sfregio.
Mancano completamente articoli che analizzino i testi e soprattutto li mettano a confronto. A volte si ha l'impressione che i recensori siano tutti o wannabes assetati di sangue o nerd ultrasupponenti pronti a giustificare solo la linea che piace a loro (e che incidentalmente è quasi sempre quella del loro "romanzo nel cassetto").

Il risultato è che non esiste credibilità, le recensioni si equivalgono per "peso" e quindi non hanno affidabilità (quando sono vere: qualcuno ricorda il "caso" Unika con le migliaia di cinque stelle false su anobii?) , manca su tutto un discorso generale che cerchidi identificare, pur con i suoi molti limiti, una "linea" di fantasy italiano Insomma, manca la critica letteraria propriamente detta.

Qualcuno dirà te credo, è tutto fatto su base volontaria, chi scrive sui giornali (da cui il fantasy è bandito o quasi) almeno è pagato, cosi come i ricercatori di italianistica. Va bene. Ma almeno sarebbe utile costruire una rivista o blog, come furono i primi blog letterari mainstream italiani, dove scrivano un mix di autori reputabili e recensori di qualità, che se ne freghi dei comunicati stampa e cerchi di dare una panoramica sulla letteratura fantastica in modo serio e analitico. Altrimenti ci troveremo sempre in una condizione ridicola di adorazione di autori esteri, disprezzo di quelli nazionali a prescindere dal loro valore (o potenziale: quanti libracci erano libracci perché scritti semplicemente da gente giovanissima? perché sputargli addosso invece di coltivarli?) e occasionali marchettoni in favore di questo o quell'amico e o corredattore.
scriptresss
«Hobbit»
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MessaggioInviato: Mer 18 Dic 2013 15:51 pm    Oggetto:   

con questo no nvoglio dire che Fantasy Magazine non vada bene, solo è un'altra cosa, una rivista generalista che parla anche di cinema, giochi, etc, e pubblica anche comunicati stampa. Quello che immagino è un posto tipo "Le parole e le cose" o "Tin House", ma dedicato al fantasy. Tutto testi e autori selezionati.
DiVega
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Località: Dark Border
MessaggioInviato: Mer 18 Dic 2013 16:17 pm    Oggetto:   

scriptresss ha scritto:

Qualcuno dirà te credo,


Tranquilla... qui nessuno tranne il tuo amico/concittadino che ha aperto il thread usa certe espressioni. Rolling Eyes

Ennesima coincidenza... Confused
Sul suo mantello grigio scuro spiccava una spilla d'argento: un ponte di pietra, illuminato da fiamme di rubino. Un Arsore di Ponti.
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Manex
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MessaggioInviato: Mer 18 Dic 2013 16:30 pm    Oggetto:   

Francamente la parte di recensioni e di approfondimento, nonché la rivista cartacea, nascono proprio allo scopo di andare oltre la notizia.
Sono letti meno delle news e la cosa mi dispiace. Ma visto che poi molti lettori si lamentano proprio di questa mancanza, li ringrazierei se facessero lo sforzo di non leggere solo la colonna delle news.

Altra questione che mi sta stancando è che, come se ne parli se ne parli, quando si tocca un autore italiano ci sono le levate di scudi.
Se ne parliamo bene siamo venduti (non mi riferisco alla utente che ha appena scritto, ma a noti blogger). Se ne parliamo male siamo rosiconi, invidiosi, etc etc.
Decidetevi. Ci pagano le case editrici oppure no?

Qui il sottoscritto (e tutta la redazione) si sente libero di analizzare l'opera di uno scrittore prescindendo dalla nazionalità, nel bene e nel male.
Il fatto che ogni volta che si tocca un italiano succeda il terremoto sta stancando non solo noi, ma molti che conosco, tanto che più volte sento dire a mezza bocca che sarebbe meglio non avere a che fare con gli scrittori di casa nostra, fosse solo per essere lasciati in pace.
Gli editori e gli scrittori seri non si scompongono per le stroncature anche se si esaltano per le recensioni positive, però sanno che l'importante è che di un libro se ne parli.
Invece molti scrittori e loro fan, "più realisti del re", fanno una questione personale di un giudizio che poi investe le opere, non certo le loro persone.
Continuando così il rischio è limitarsi alla segnalazione della notizia, lasciando il campo ai blogger incensanti, che per il solo fatto di ricevere un libro dall'editore si lanciano in sperticate lodi.
Noi di FM, come gli scrittori del resto, ci mettiamo la faccia, perché crediamo nella critica seria. Affrontiamo il giudizio su quanto scriviamo, ma respingiamo al mittente qualsiasi ragionamento che metta in discussione la buona fede del nostro approccio.
Il resto sono solo chiacchiere.
Very Happy
Ciao
Emanuele Manco
www.emanuelemanco.it
Reginald Graham
«Lo Stolto»
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MessaggioInviato: Mer 18 Dic 2013 16:34 pm    Oggetto:   

scriptresss ha scritto:
con questo no nvoglio dire che Fantasy Magazine non vada bene, solo è un'altra cosa, una rivista generalista che parla anche di cinema, giochi, etc, e pubblica anche comunicati stampa. Quello che immagino è un posto tipo "Le parole e le cose" o "Tin House", ma dedicato al fantasy. Tutto testi e autori selezionati.


Selezionati? Mh... Questo aprirebbe una cascata di polemiche, non credi?
Ad ogni modo si, ero anche io della tua stessa opinione, tuttavia restringendo il campo di studio si restringe anche il bacino d'utenza verso il quale è rivolto, no? Verrebbe fuori qualcosa di poco trafficato, temo.
E poi Fantasy Magazine si propone proprio come il Magazzino della fantasia, quindi qualcosa che abbraccia tutto quello che oggi giorno è fantasy. Te lo dice qualcuno che ama solo i libri, e basta, ma che ha trovato qui perlomeno una fonte di notizie interessanti su come la letteratura influisce su film, fiction, ecc...
Fine Ot, si parlava proprio di un libro, siamo tornati a macinare le stesse pietre. Ci sono cose che non cambiano, fine.
Martina
«Nazgul»
Messaggi: 400
MessaggioInviato: Mer 18 Dic 2013 16:55 pm    Oggetto:   

Citazione:
Tu riesci a riderci sopra, io invece la questione la vedo molto seria.


La cosa è seria. Io ridevo per il modo pungente in cui hai espresso il concetto.



Citazione:
In Italia non c'è niente che assomigli a una critica fantasy seria, esiste solo lo schema marchetta-a-un-amico (o marchetta-a-un-editore), quello stroncatura-a-uno-sconosciuto o quello stroncatura-a-qualcuno-percepito-come-più-bravo-fatta-a-sfregio.
Mancano completamente articoli che analizzino i testi e soprattutto li mettano a confronto. A volte si ha l'impressione che i recensori siano tutti o wannabes assetati di sangue o nerd ultrasupponenti pronti a giustificare solo la linea che piace a loro (e che incidentalmente è quasi sempre quella del loro "romanzo nel cassetto").


Non mi pare che noi facciamo marchette o stroncature immotivate. Ciascuno ha i suoi gusti, cosa che inevitabilmente finisce con influenzare le recensioni, ma l'idea alla base è cercare di capire se nel testo ci sia qualcosa di valido, che magari io non ho apprezzato per gusti personali e che invece ad altri può piacere o se invece sia la struttura stessa del romanzo che non sta in piedi.
Analisi ne facciamo eccome, anche se in genere sono su un singolo testo e non di tipo comparativo fra testi diversi, oppure sono impostate nel vedere come un unico tema è trattato in diversi libri ma senza analizzate tutte le caratteristiche di ciascun libro (se lo facessimo scriveremmo libri, non articoli). Se provi a guardare la sezione approfondimenti lo vedi di persona.
E stai tranquillo che io non ho nessun romanzo nel cassetto né lo avrò mai.

Citazione:
Il risultato è che non esiste credibilità, le recensioni si equivalgono per "peso" e quindi non hanno affidabilità (quando sono vere: qualcuno ricorda il "caso" Unika con le migliaia di cinque stelle false su anobii?)

Ma da quando le stelle di anobii o i commenti su ibs possono essere paragonati a critica seria? Lì chiunque può dare il suo giudizio, e la possibilità di creare identità false per esaltare il proprio libro o quello di un amico o di un autore della propria casa editrice sono altissime.
Noi qui scriviamo con nome e cognome, abbiamo un'identità che chiunque può verificare, e la nostra serietà può essere verificata da chiunque guardando tutte le altre cose che facciamo. Il resto sono chiacchiere, a cui a volte abboccano i ragazzini, ma penso che una persona matura sia in grado di vedere la differenza.



Citazione:
manca su tutto un discorso generale che cerchidi identificare, pur con i suoi molti limiti, una "linea" di fantasy italiano Insomma, manca la critica letteraria propriamente detta.


Ripeto, noi critica ne facciamo. Che poi io personalmente non sia interessata a identificare la "linea" del fantasy italiano è un altro discorso. Io faccio critica sul fantasy in genere, senza preoccuparmi del passaporto di chi scrive. Ho letto autori italiani come americani, inglesi come canadesi, ma anche autori di altre nazioni come Australia, Polonia, Russia, Belgio, Germania, Francia, Spagna e via di questo passo. Qui scrivo di fantasy, nelle letture non mi limito a seguire il genere e ancora meno la nazionalità degli autori.

Citazione:
Altrimenti ci troveremo sempre in una condizione ridicola di adorazione di autori esteri, disprezzo di quelli nazionali a prescindere dal loro valore (o potenziale: quanti libracci erano libracci perché scritti semplicemente da gente giovanissima? perché sputargli addosso invece di coltivarli?) e occasionali marchettoni in favore di questo o quell'amico e o corredattore.


Da quando scrivo su FantasyMagazine (ho iniziato nel 2006) ho dato 1 sola stella a due soli libri. A questo e a un romanzo di David Eddings, autore americano di cui amo la maggior parte dei romanzi. Non mi sembra di aver fatto distinzioni di nazionalità. Ho dato 2 stelle più volte, a italiani e a stranieri, ma per darti le cifre precise dovrei controllare, cosa che mi pare superflua. Se vuoi il controllo lo puoi fare tu.
Altra cosa di cui non mi importa un accidente: l'età dello scrittore. La casa editrice deve considerare che l'autore è giovane e magari ha del potenziale, e coltivarlo se reputa che sia il caso. L'editore investe sull'autore. Io mi trovo davanti il prodotto finito, il libro pubblicato. Ogni considerazione sull'età dell'autore è secondaria. Posso magari citarla nella recensione ma non è lei a determinare il mio giudizio. Se un autore, chiunque esso sia, ha scritto un libro e un editore ha reputato che valesse la pena pubblicarlo, ciò che viene pubblicato è ciò che giudico. Né più né meno.

Citazione:
recensori di qualità, che se ne freghi dei comunicati stampa e cerchi di dare una panoramica sulla letteratura fantastica in modo serio e analitico


Forse non ci siamo capiti. Noi usiamo i comunicati stampa come fonte per le notizie. Se un editore ci scrive dicendo di aver pubblicato il secondo libro di Tizio, e che tizio è nato nella città X e ha tot anni non vedo perché noi dovremmo farci problemi a riprendere queste informazioni. Sono dati oggettivi, che servono proprio per dare una panoramica a tutto tondo su quanto viene pubblicato.
Nella recensione di queste cose non ce ne importa più nulla, lì ci sono analisi dell'opera e giudizio, e certo nessuno di noi usa i comunicati stampa.


Citazione:
no nvoglio dire che Fantasy Magazine non vada bene, solo è un'altra cosa, una rivista generalista che parla anche di cinema, giochi, etc, e pubblica anche comunicati stampa. Quello che immagino è un posto tipo "Le parole e le cose" o "Tin House", ma dedicato al fantasy. Tutto testi e autori selezionati.


FantasyMagazine non è una rivista generalista. Noi parliamo di fantastico in tutte le sue accezioni. Esistono un bel po' di film fantastici, o fumetti, o videogiochi o via dicendo, e tutto questo è il nostro campo d'interesse. Come segnalazione (notizia) cerchiamo di parlare di tutto, anche se a volte qualcosa ci sfugge perchè tutti abbiamo i nostri impegni personali e scriviamo solo nei ritagli di tempo. Come recensione siamo molto più selettivi, proprio per problemi di mancanza di tempo, anche perché una recensione richiede molto più lavoro rispetto a una semplice notizia.
Non ti interessano le notizie sui film? Non leggerle, non sei mica obbligato. Da qui a definirci una rivista generalista, o a paragonarci a un blog, però, ce ne corre.
Palin
«Re sotto la montagna»
Messaggi: 15146
Località: Solace
MessaggioInviato: Mer 18 Dic 2013 17:09 pm    Oggetto:   

A chi grida gombloddo si può rispondere dandogli del complottista o del troll. Rispondere punto per punto è fatica sprecata. Anche per altri (eventuali) lettori.

Anche perché costoro vi trascinano al loro livello e poi vi battono con l'esperienza ammicca
TK7 should, of course, be named Neville – Neville and Luna, a match made in heaven.
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