È desolante vedere quanto si siano inariditi i Manowar. E queste iniziative sono la prova del fatto che i quattro non abbiano più idee, come giustamente rilevato nella recensione. Tra l'altro, mi sono chiesto come mai non abbiano deciso di incidere da capo anche Into Glory Ride, Hail to England e soprattutto Sign of the Hammer. A parte questo, dicevo, della nuova edizione di Battle Hymns e di quest'ultima, di Kings of Metal, non se ne sentiva affatto il bisogno. Personalmente avrei apprezzato una rimasterizzazione, magari con una grafica del booklet aggiornata e bonus tracks o demo versions, cioè quello che la quasi totalità delle metal bands propone al pubblico anni dopo che un album particolarmente amato e seminale è stato pubblicato. Ma i Manowar, si potrebbe obiettare, sono fatti così: autoreferenziali e 'autarchici' tanto da negare qualsiasi influenza ricevuta da altre band fondamentali del genere (come ho letto in alcune interviste). Come a dire: noi siamo i Manowar e siamo nati musicalmente per ispirazione divina, senza aver mai ascoltato nulla da altri. Ma va bene, fa parte della loro immagine. Finchè, però, questi atteggiamenti corrispondano a una proposta musicale quantomeno sincera (non dico che debba essere sempre di qualità eccelsa... il calo è fisiologico). E invece non è più così, nonostante loro continuino a dichiararlo. Purtroppo, dopo Louder than Hell (e a mio avviso anche Warriors of the World, almeno in parte) le idee non ci sono più. E allora perchè non prendersi una pausa, fare solo qualche live, e decidere il da farsi? Così si stanno solo rendendo ridicoli. I miei complimenti ad Alex per la recensione. Io sono la spada nelle tenebre. |