Lo straniero arrivò in una giornata grigia, di grida, dolore e vento.
Le Sabbie Acide raggiunsero l’insediamento e costrinsero gli abitanti a chiudersi dentro le basse case di legno, nell’attesa che la tormenta passasse. Erano più di dieci anni che il deserto non allungava i suoi artigli sino alla costa e in molti furono colti di sorpresa.
Pagarono l’Antica Colpa e trovarono la morte.
Quando lo straniero giunse alla porta sprangata della locanda, alcuni cumuli di carne sciolta punteggiavano la strada principale, nel macabro silenzio spezzato solo dal ruggire del vento impetuoso.
Bussò diverse volte senza avere risposta, poi qualcuno decise di correre il rischio e lo fece entrare.
Lo straniero indossava un mantello scuro con cappuccio, i cui bordi bianchi si univano a disegni concentrici sul resto del tessuto; un fermaglio metallico bloccava il mantello al sorcotto di cuoio.
In apparenza non portava armi.
Senza dire una parola fu fatto entrare e subito la porta fu richiusa e sprangata di nuovo.
Una volta al sicuro, lo straniero sorrise da sotto il cappuccio e i suoi occhi sembrarono illuminarsi d’indaco.
I pochi avventori scampati alle Sabbie Acide lo accompagnarono con lo sguardo quando si sedette a un tavolo vicino all’ingresso.
Un vecchio canuto dal volto rugoso prese una sedia e si accomodò di fronte allo straniero.
Sfrontato, si mise a fissarlo.
Fuori il vento continuava a soffiare selvaggio e la sabbia grattava gli edifici e diffondeva un suono lugubre e ipnotico.
L’oste portò un boccale di birra al tavolo.
– Chi devo ringraziare? – sussurrò lo straniero, rivolto al vecchio seduto di fronte a lui.
Questi sembrò squadrarlo con vivo interesse, come se cercasse di riconoscere in lui qualcosa di famigliare. Indicò un uomo magro al tavolo vicino.
– Come posso ripagarti? – chiese lo straniero, con un mezzo sorriso.
L’uomo magro tenne lo sguardo basso e non rispose.
Il vecchio fece schioccare la lingua.
Un bambino passò loro accanto e iniziò a cantilenare:
La Dagra non perdona,
quel che prende
Lo divora.
L’oste diede uno scappellotto al moccioso.
– Scusatelo, signore, ma è un po’ ritardato.
Il vecchio non aveva sottratto lo sguardo, fisso sullo straniero, neppure un momento e impassibile gli domandò: – Sei qui per lei, non è vero?
La vendetta è sua padrona,
quel che ispira
La paura.
Lo straniero si volse verso il bambino, colto come da una folgorazione.
– Sei qui per ucciderla? – lo incalzò il vecchio.
Quando socchiuse gli occhi, lo straniero sembrò lasciarsi cullare da quella filastrocca.
Nel riflesso una visione
Niente luce, niente ombra
per una sola confessione.
Spazientito, l’oste prese il bambino per la collottola, facendolo strillare, e lo scaraventò verso il bancone.
In quel momento le imposte di una delle finestre sulla strada si aprirono di colpo e sbatterono contro gli infissi con violenza e ripetutamente.
Tutti gli abitanti guardarono fuori e nell’alone plumbeo un lampo di caldo squarciò l’aria, rivelando una figura alta e massiccia, immobile sotto la tempesta di sabbia. |