Ho letto i tre libri della Saga nell'edizione Urania fantasy qualche mese fa e riporto qui la scheda di commento scritta all'epoca. Premetto che la Moon è una delle scrittrici che preferisco, specialmente quando affronta cicli di un certo respiro, in complesso la saga mi è piaciuta e alla fine valeva la pena di leggerla anche se ci sono diverse pecche a cominciare dalla lunghezza eccessiva, la storia si diulisce e si disperde specie nel primo volume e non aiuta la pubblicazione della mondadori distillata in due anni!
La figlia della spada- Cominciamo dalla copertina, che più brutta non poteva essere: un 3 scarso.
La vicenda: L'arte della guerra secondo la Moon, in più di 500 pagine dice quello che avrebbe potuto dire in 100, allunga il brodo in maniera incredibile, ad un certo punto - dopo essermi sciroppate tutte le 450 pagine precedenti - data la ripetività delle vicende, ho cominciato ad utilizzare la lettura veloce, una scorsa alla pagina fino a passare a punti di interesse. Non c'è altro che la vita di mercenari, marce e assedi e scaramucce, rigorosamente all'arma bianca. Certo c'è una storia, un filo conduttore ma è così diluito che nemmeno te ne accorgi.
Ma la Fantasy dov'è? Giusto una spruzzata di magia a che fa capolino dopo circa 400 pagine. Ahimè c'è anche il secondo volume e già so che lo leggerò...
il voto è positivo ma per un filo.
La spada di FinPamir - secondo episodio della trilogia, qui la vicenda si dipana con più velocità, la nostra eroina attraverso un percorso anche spirituale inizia a trasformarsi in qualcosa di più che un soldato. C'è una "cerca" che avrà conseguenze differenti per i
partecipanti e finalmente c'è quella magia che non deve mancare nelle storie fantasy
Alla fine del libro se avessi avuto per le mani la Moon l'avrei strangolata, ho DOVUTO leggere il terzo libro per non rimanere in sospeso sulla sorte della protagonista.
Bella la copertina anche se l'illustratore ha reso mora Pakse che invece è bionda naturale.
Il giuramento della spada
terzo episodio: : si legge, altro non dico. Dopo poche pagine si risolve la situazione che la Moon (vecchia volpe) aveva lasciato in sospeso alla fine del secondo volume, la ragazza continua nel suo percorso e diventa sempre più "buona" anche qui c'è un impresa da portare a termine, c'è la catarsi attraverso il dolore e infine l'apoteosi. Mi ha infastidito verso la fine del romanzo la descrizione minuziosa di alcune scene veramente crude, ma poi si capisce che sono necessarie alla comprensione della storia. Bella la copertina anche se la Pakse continua ad essere mora.
Una nota a parte per questo terzo volume sulla impaginazione frettolosa - saltano agli occhi alcuni refusi - e sulla traduzione non impeccabile - qualche erroruccio di sintassi.
per questo volume un voto che non cambia di molto la media: 6,50 e sono generosa.