l'ho scritto di getto, percio' se ci sono errori scusatemi. li correggero'
Di nuovo all'aperto vesione1.3
Georg correva, ansante e sudato lungo il fianco della collina mentre la luna splendeva chiara e piena in alto nel cielo.
Fermandosi in una radura si appoggio' a una vecchia quercia cercando di riprendere fiato e tento' di capire che ore fossero.
Le 11 piu' o meno, di sicuro non mezzanotte.
Il boschetto nel quale si era infilato pochi minuti prima dava riparo dal forte vento che lo aveva spinto alle spalle per tutta la corsa che aveva fatto.
Se da un lato era stato un piacevole aiuto dall'altro quel vento freddo gelava ogni singola goccia di sudore che gli scendeva lungo la schiena.
Ridendo tra se' e se' si disse che avrebbe avuto un gran mal di schiena il giorno dopo.
Con un ultimo forte respiro riprese ad avanzare, ma non di corsa. Preferi' un passo veloce ma tranquillo e sicuro: cadere e farsi male non sarebbe servito a niente, in piu' avrebbe rovinato tutta la fatica fatta fino a ora.
Comincio' a rilassarsi.
Quel boschetto lo aveva rasserenato un poco, incurante di un uomo che viaggiava al suo interno la vita del bosco stava proseguendo: qualche rapace che passava a volo basso o che lo fissava dall'alto di un ramo, qualche topo che scappava al suo avvicinarsi e qualche altro piccolo rumore dietro i cespugli, chissa' cos'era.
A un certo punto la tranquillita' di Georg fu spazzata via da un rumore che nelle ultime ore aveva imparato a riconoscere fin troppo bene, non era piu' tempo di indugiare.
Riprese la corsa con vigore rinnovato.
Correva chino in avanti per proteggersi dai rami piu' alti e con le mani tese a difendere il viso, il terreno era ora pianeggiante.
Piano piano pero' perdeva terreno, i rumori dietro a lui cominciavano a farsi sempre piu' vicini e distinti: latrati.
Chissa' quanto ci metteranno a raggiungermi, penso' Georg.
Proprio cosi'! Il fatto che stava per essere raggiunto non era piu' dubbio, l'unica variante ancora a sua disposizione era il tempo che aveva per prepararsi all'incontro.
Correndo comincio' a pensare al sistema di salvarsi: il bosco gli dava una mano, questo era certo, ma lui non lo conosceva affatto.
Era stato portato in quella zona da lontano e percio' non sapeva ne' quanto fosse grande il bosco ne' se proponeva qualche rifugio sicuro.
Chi lo inseguiva di certo sapeva muoversi meglio di lui, in piu' aveva quegli odiosi cani, al solo pensiero Georg rabbrividi'.
Il pensarsi raggiunto da quei denti lo spinse ad una corsa piu' vigorosa.
Non c'era un dannato fiume, non c'era una maledetta grotta; niente di niente.
Un vago senso di disperazione comincio' a insorgere nell'animo di Georg, si costrinse a ignorarlo.
Senti' il terreno tornare a salire verso destra, penso' che in cima alla collina avrebbe potuto vedere qualcosa e orientarsi meglio.
Non considero' pero' che in cima si sarebbe potuto trovare allo scoperto; infatti gli alberi di punto in bianco finirono e Georg si trovo' il vento in faccia.
Penso' rapidamente: un minuto fermo allo scoperto lo avrebbe certamente avvicinato agli inseguitori ma continuare a vagare alla cieca non era certamente meglio.
Prosegui' e si trovo' in cima a un precipizio, una frana aveva fatto crollare un fianco della collina.
Da li' la strada tornava solo in dietro, volgendo lo sguardo verso il basso vide che aveva fatto molta strada rispetto al paese.
Si senti' felice, almeno non aveva girato in tondo e si era sempre di piu' allontanato dal pericolo.
Il sorriso pero' gli mori' sulle labbra quando un rumore lo costrinse a girarsi.
Dal folto di un cespuglio emerse una figura scura che a testa bassa odorava per terra cercando flebili tracce da seguire.
Appena allo scoperto, il cane alzo' lo sguardo che si incrocio' con quello di Georg, un ringhio sordo si levo' dall'animale che aveva scovato la sua preda.
In risposta al ringhio altri due cani accorsero allo scoperto, fuori dagli alberi.
Un uomo solo e per di piu' stanco e sfiduciato contro tre animali con la bava alla bocca per l'eccitazione della caccia.
Georg combatte' contro il pensiero di arrendersi alla propria fine, si disse che gli uomini che seguivano forse erano ancora lontani e questa poteva essere la sua salvezza.
Le tre bestie cominciarono ad avanzare, allargandosi sui tre lati, Georg si tenne sul limitare del precipizio in modo da avere le spalle protette.
Si abbasso' in modo che l'impeto dell'attacco non gli facesse perdere l'equilibrio e lo scaraventasse di sotto: un volo di qualche decina di metri che certo non lo avrebbe risparmiato.
Il cane al centro, quello che lo aveva scoperto sembrava il piu' coraggioso, rivendicando forse la preda che lui aveva scovato prese la rincorsa e attacco' per primo, seguito da vicino dal secondo.
Georg non pote' fare a meno di farsi mordere il braccio sinistro, con il quale si proteggeva la faccia, ma con un movimento di tutto il tronco e aiutato dal peso del primo aggressore scaravento' il secondo cane giu' nel precipizio.
La fitta di dolore era impressionante, il sangue comincio' a schizzare dalle ferite nel braccio, di certo il sapore del sangue avrebbe aizzato ancor di piu' l'aggressore.
Georg crollo' a terra cercando di allontanare il pericolo da se'; a questo punto, vedendo la preda a terra, anche il terzo cane attacco'.
Georg si trovo' il braccio sinistro azzannato e la mano destra occupata a tenere le zanne lontano dal viso mentre la bava gli gocciolava addosso.
Cosi' non avrebbe risolto niente e presto i suoi inseguitori lo avrebbero raggiunto, attirati dall'abbaiare.
Rischio' il tutto per tutto, con un calcio riusci' ad allontanare il terzo aggressore che, colto' di sorpresa, guai' e si allontano' di qualche passo.
Con la destra afferro' il primo cane, che ancora mordeva forte il braccio sinistro, e lo strinse per la gola.
Colto dal panico l'animale lascio' la presa e comincio' a graffiare con tutte e quattro le zampe quando Georg si alzo' in piedi e lo sollevo' da terra.
Girandosi di fianco, senza distogliere gli occhi dall'animale piu' lontano ancora spaventato dalla sua reazione, Georg si avvicino' al bordo del precipizio e quando si senti' sicuro lascio' la presa.
Il volo fu lungo e Georg senti' solo i guaiti che piano piano si allontanavano e che poi si spensero in un tonfo sordo.
Si giro' verso il terzo assalitore che, trovandosi solo e avendo assistito alla fine del suo capo branco, si giro' e scappo' alla ricerca dei suoi padroni.
Un sospiro di sollievo fece rinsavire Georg dalla frenesia della lotta.
Senza i cani ora aveva molte possibilita' di salvarsi.
Si giro' e guardo' il paese e poi oltre le luci del paese.
Si trovo' a fissare le mura che lo avevano tenuto prigioniero per tanto tempo.
Con un sorriso si disse: ce l'ho fatta, non mi riporteranno in carcere.
Spero in commenti positvi