[OT Parziale] James Graham Ballard


Vai a pagina Precedente  1, 2
Autore Messaggio
metalupo
«Ospite»

MessaggioInviato: Dom 21 Mag 2006 13:51 pm    Oggetto:   

Stelviante ha scritto:

Uno dei primi classici della fantascienza che ho letto da bambino (ed.NORD)


Era un volume dei "Massimi della fantascienza", Mondadori Wink
Melian
«Ospite»

MessaggioInviato: Dom 21 Mag 2006 16:09 pm    Oggetto:   

metalupo ha scritto:
Chi fa la telepate ora? Wink

Sono un comune essere umano, non ho di questi superpoteri.

metalupo ha scritto:
E io sto dicendo proprio il contrario. L'assenza l'hai costruita. Forse non hai problemi con l'assenza ma con la presenza si? Wink

Ho tanti problemi, ma non quello con le etichette che considero semplicemente una convenzione per capirsi quando si parla di qualcosa. Convenzione che non è detto che condivida e che, per esempio nel caso Ballard (ma si potrebbe dire la stessa cosa per altri autori "fantasy"), si potrebbe anche rivedere in quanto autore fuori dagli schemi.
(Ma poi gestori di librerie e lettori sbarellano perchè non si ritrovano più Rolling Eyes )

Detto questo, "OT parziale" nel titolo non lo tolgo Smile
metalupo
«Ospite»

MessaggioInviato: Dom 21 Mag 2006 20:33 pm    Oggetto:   

Melian ha scritto:

che considero semplicemente una convenzione per capirsi quando si parla di qualcosa.


Ma è qui il punto Wink
Non lo sono. Non nel modo "completamente" destrutturato in cui intendi tu, almeno. Però non ti starò a motivare oltre... se dobbiamo litigare Wink
Mi interessava capire da dove nasce un punto di vista che - a torto o a ragione - nel caso di Ballard mi suona massimamente bizzarro, e penso di aver capito.

A questo punto però mi sento un po' legato le mani nell'esporre le mie idee, sensazioni, entusiasmi o apprezzamenti su alcuni esempi specifici - visto che non l'abbiamo ancora fatto - della narrativa di Ballard (e di quanto e come è stata resa perfettamente in alcune singole scene altamente simboliche de L'Impero del Sole, film) e perciò non lo farò. Very Happy
Melian
«Ospite»

MessaggioInviato: Lun 22 Mag 2006 9:42 am    Oggetto:   

metalupo ha scritto:
A questo punto però mi sento un po' legato le mani nell'esporre le mie idee, sensazioni, entusiasmi o apprezzamenti su alcuni esempi specifici - visto che non l'abbiamo ancora fatto - della narrativa di Ballard (e di quanto e come è stata resa perfettamente in alcune singole scene altamente simboliche de L'Impero del Sole, film) e perciò non lo farò. Very Happy

Peccato,
il 3d lo avevo aperto proprio per parlare di Ballard e della sua narrativa. Smile
Stelviante
«Nano»
Messaggi: 149
Località: Starfall
MessaggioInviato: Lun 22 Mag 2006 12:16 pm    Oggetto:   

metalupo ha scritto:


Era un volume dei "Massimi della fantascienza", Mondadori Wink



hai ragione Smile
pick
«Ospite»

MessaggioInviato: Lun 06 Nov 2006 9:35 am    Oggetto:   

Approfitto di un post di Metalupo su Nigel Kneale per ricordare che, quasi quarant'anni fa, anche Ballard "anticipò" lucidamente, in vari racconti, i pericoli della Reality tv... Ballard? Fantascienza? Ma no... Wink
Melian
«Ospite»

MessaggioInviato: Mar 16 Gen 2007 10:18 am    Oggetto:   

Oggi sul Corriere c'è un bell'articolo, putroppo breve, su Ballard e su come i suoi romanzi descrivano in modo coinvolgente le angosce dell'uomo, angosce che lo stesso Ballard vive.
Viene fatto poi il confronto con autori italiani che, secondo chi scrive, narrano delle angosce dell'uomo come se stessero invece raccontando una fiction.

A proposito di angosce vissute e narrate, mentre cercavo altro, sono incappata in questo commovembte brano in cui Ballard ricorda del suo passato in Cina e di come la sua esperienza da romanzo è diventata un film: L'impero del Sole, per me uno dei migliori film di Spielberg
http://books.guardian.co.uk/review/story/0,,1721926,00.html
metalupo
«Ospite»

MessaggioInviato: Mar 16 Gen 2007 13:32 pm    Oggetto:   

Melian ha scritto:
su come i suoi romanzi descrivano in modo coinvolgente le angosce dell'uomo, angosce che lo stesso Ballard vive [...] confronto con autori italiani che, secondo chi scrive, narrano delle angosce dell'uomo come se stessero invece raccontando una fiction [...] questo commovembte brano in cui Ballard ricorda del suo passato in Cina


Urania, che ai tempi della lunga gestione Fruttero/Lucentini amava assegnare uno slogan descrittivo (ma spesso limitativo) a ogni autore che presentava, descriveva Ballard come romanziere catastrofista (inteso proprio come sottogenere della SF) e ideatore della "catastrofe al rallentatore".

I romanzi più importanti di Ballard che Urania ha presentato e più volte ristampato sono in effetti quasi tutti romanzi di "catastrofi" (Siccità, inondazioni, terre spazzate da venti innaturali, degradazione di un mega-agglomerato condominiale) in cui talvolta succedono cose anche incomprensibili perché narrate dal punto di vista di un personaggio che invece di scappare dalla catastrofe (come sarebbe logico attendersi e come accade, fra gli sbadigli del pubblico, per i tre quarti dell'estensione di qualsiasi libro o film catastrofico) ne sono ipnoticamente attratti... si avvicinano al suo epicentro, registrando gli eventi ma non interrogandosi troppo sugli stessi.

In qualche modo ne viene fuori un materiale fantastico di inedite caratteristiche... poiché tutto è mostrato eppure tutto è trasfigurato nella forma esteriore e inafferrabile nel senso.

Non voglio dire che questa peculiarità sia la sola o la più importante dell'opera di ballard, però è comunque una caratteristica dominante, costante e subito evidente... quantomeno di quei romanzi di Ballard che Urania presentò per prima in Italia.

Quando ho visto L'Impero del Sole (il libro non l'ho mai letto, però) mi sono reso conto pienamente di quanto la fascinazione ipnotica per la catastrofe dei personaggi di Ballard fosse autobiografica ma sopratutto di quanto fosse stata ben resa dal film. Una fascinazione che in fondo è naturale, a ripensarci: un ragazzino sveglio ha visto per anni eventi catastrofici (la guerra) attorno a se... mai smettendo di osservare, di interrogarsi ma al tempo stesso senza avere la possibilità ne di averne mai un quadro completo (data la prigionia) né di farsene una esauriente chiave interpretativa (dato il suo essere abbandonato a se stesso, senza una autentica guida "adulta").

Quello che mi stupì del film, al di là della riuscita della pellicola, è come fosse riuscito - persino un regista sensibile e accorto come Spielberg - essere riuscito a rendere "la catastrofe al rallentatore" uno dei (o il più importante dei) fulcri del film (o quantomeno un "motore" del film). Vero è che essa dovrebbe essere già nel "libro" da cui il film è tratto... ma ho l'impressione che Spielberg possa essere andato oltre: senza neanche saperlo (perché dubito che lui o il suo staff abbiano letto altri libri di Ballard) è riuscito a mettere nel film questa "trasfigurazione fantastica" della catastrofe, producendo un film che è storico-realistico ma al contempo si presta anche a alcune chiavi di lettura che piacciono senza dubbio a chi ha gusto per il fantastico.

Probabilmente lui pensava di fare un film sull'infanzia. E invece ha fatto un film fantastico. Quel tipo di fantastico in cui parti dalla realtà e la trasfiguri... per riuscire a guardarla finalmente in faccia, e forse persino a capirla!

L'Impero del Sole per me è come se fosse "I 400 colpi (di F. Truffaut)" in versione Spielberg. Due film in qualche modo molto simili e semplicemente... immensi!


Ultima modifica di metalupo il Mar 16 Gen 2007 14:32 pm, modificato 1 volta in totale
Melian
«Ospite»

MessaggioInviato: Mar 16 Gen 2007 13:55 pm    Oggetto:   

Metalupo ha scritto:
Urania, che ai tempi della lunga gestione Fruttero/Lucentini amava assegnare uno slogan descrittivo (ma spesso limitativo) a ogni autore che presentava, descriveva Ballard come romanziere catastrofista (inteso proprio come sottogenere della SF) e ideatore della "catastrofe al rallentatore".

In effetti questa mi sembra una definizione adeguata ai romanzi di Ballard. Mi vengono appunto in mente L'isola di cemento, Il Condominio e Il mondo sommerso.
Alla lista di "catastrofi" si aggiunge quella dell'ultimo romanzo: l'ambientazione in un centro commerciale dal quale non si può fuggire. Attuale e quanto mai realistica, i centri commerciali sono diventati una nuova dimensione di socializzazione.

Metalupo ha scritto:
Probabilmente lui pensava di fare un film sull'infanzia. E invece ha fatto un film fantastico. Quel tipo di fantastico in cui parti dalla realtà e la trasfiguri... per riuscire a guardarla finalmente in faccia, e forse persino a capirla!

Sono d'accordo e ho sempre pensato che questa dimensione ha il suo apice nella scena in cui Jim si ferma in quel campo dono sono abbandonati lussuosi mobili, macchine e oggetti; una specie di cimitero dei ricordi in cui sono abbandonate le vestigia di un passato sereno e forse illusorio e per Jim ormai più vicino al sogno.

Mi piace molto questa sua frase: "Memories have huge staying power, but like dreams, they thrive in the dark, surviving for decades in the deep waters of our minds like shipwrecks on the sea bed. Hauling them into the daylight can be risky.
metalupo
«Ospite»

MessaggioInviato: Mar 16 Gen 2007 14:50 pm    Oggetto:   

Melian ha scritto:

Sono d'accordo e ho sempre pensato che questa dimensione ha il suo apice nella scena in cui Jim si ferma in quel campo dono sono abbandonati lussuosi mobili, macchine e oggetti; una specie di cimitero dei ricordi in cui sono abbandonate le vestigia di un passato sereno e forse illusorio e per Jim ormai più vicino al sogno.


A me è restata impressa una scena più vicina al gusto per l'azione del "vecchio" Spielberg... aerei che passano sul campo di prigionia in gran velocità, venendo da chissà dove, andando a far chissà cosa... e Jim che tenta comunque, con naso all'aria e disperatamente aggrappato alla rete del campo, di capirci qualcosa... osservandoli.

Melian ha scritto:

Mi piace molto questa sua frase: "Memories have huge staying power, but like dreams, they thrive in the dark, surviving for decades in the deep waters of our minds like shipwrecks on the sea bed. Hauling them into the daylight can be risky.


No... a me non piace, nel senso che preferisco raggiungere una idea non falsata dell'importanza che certi eventi del passato hanno avuto sulla mia vita (obiettivo quasi mai raggiungibile, ma desiderabile). Vivere di illusioni può essere altretanto rischioso (anche se, più raramente, può anche essere benefico). Eppure è effettivamente la chiave di tutta la sua narrativa e del suo fascino.

Melian ha scritto:

Attuale e quanto mai realistica, i centri commerciali sono diventati una nuova dimensione di socializzazione


Si compra per uscire... non il contrario. Come ben sa il mio portafoglio in balia di una coniuge che vive con insofferenza estrema ogni tre secondi consecutivi di vita sedentaria e casalinga. Laughing
Mostra prima i messaggi di:   
   Torna a Indice principale :: Torna a E la fantascienza? Tutti i fusi orari sono GMT + 2 ore
Vai a pagina Precedente  1, 2

Vai a:  
Non puoi inserire nuove discussioni in questo forum
Non puoi rispondere alle discussioni in questo forum
Non puoi modificare i tuoi messaggi in questo forum
Non puoi cancellare i tuoi messaggi in questo forum
Non puoi votare nei sondaggi in questo forum