Scritto di getto, pensato e buttato lì...
Sto provando un cambio di stile, per scritture future, vediamo se ci capite qualcosa
Grazie a chiunque lo leggerà.
“Chi sei?” chiese Jonatan
“Perché me lo chiedi?” rispose l’uomo vestito di nero. Gli occhi si intravedevano solo leggermente e, a quella domanda, l’uomo aveva anche abbassato il cappello in modo da renderli ancora meno visibili.
Jonatan ebbe un brivido, si pentì di aver fatto quella domanda, ma ormai l’aveva fatta. Si fece coraggio “Non lo so, se devo essere sincero” si prese un attimo di pausa per respirare, sembrava gli stesse diventando sempre più difficile farlo “Quando l’ho vista la domanda mi è venuta fuori da sola. Come se… come se fosse indispensabile farla.
L’uomo in nero emise una risata, bassa… strana… quasi perfida. Si strinse ancora di più nel mantello, nero anche quello “Sono in molti a farmi questa domanda…” ci fu una lunga pausa, Jonatan si senti gli occhi addosso. Sembrava che l’altro lo stesse guardando nell’animo. “…pochi però ne ricevono una risposta… perlomeno a voce”.
Il sangue sembro fermarsi, se si fosse visto da fuori Jonatan era sicuro di poter vedere un lenzuolo bianco. Non sapeva perché, eppure gli sembrava di sapere già la risposta. Non riusciva a dar voce a quella sensazione, eppure la sua anima tremava fino nel profondo.
“E io?” una goccia di sudore rigò il volto di Jonatan “In che modo avrò questa risposta”.
Il verso che scaturì dal uomo ammantato di nero fu spaventoso, non poteva essere una risata normale, tutto intorno ai due calò un silenzio insolito, misterioso, assoluto.
“Non mi riconosci vero?” jonatan poté vedere il sorriso beffardo del suo interlocutore “Eppure sono sicuro che sai chi sono”.
Un altro brivido, Jonatan era sicuro che se fosse continuata su quel piano il cuore gli si sarebbe fermato. “Non lo so!”. Urlò, senza volerlo il tono della sua voce era salito. Eppure, in quella specie di bolla che si era creata, la sua voce gli sembrò lontana.
Uno scintillio apparve negli occhi del uomo in nero, Jonatan sapeva di aver mentito e che l’altro l’aveva capito.
All’improvviso, senza nessun motivo apparente, l’uomo si tolse il cappello. Il suo volto pietrificò Jonatan. I capelli neri sembravano racconti in piccole ciocche, tutte ben distribuite e regolari. Il volto sembrava scolpito nel marmo, duro, impassibile, senza possibilità di leggerne alcuna emozione. Il naso, molto pronunciato, era anche troppo accentuato dando così al viso un aspetto ancora più spaventoso. Quello però che colpiva di più erano gli occhi, profondi, innaturali… cupi come la notte.
L’uomo emise ancora una volta la sua terrificante risata, mentre usciva questa cambio di tono… pian piano si trasformo in qualcosa di diverso. Assieme a questo il suo corpo inizio una lenta ma inesorabile trasformazione. Il mantello, come il resto dei suo vestiti, sembrarono ritirasti all’interno del suo corpo. Le braccia, le gambe e tutto il resto del corpo iniziarono ad accorciarsi e a cambiare di forma.
Ben presto, sotto gli occhi di jonatan, non restò che un corvo, nero. L’animale gracchiò verso di lui e poi spiccò il volo, sparendo poi verso l’orizzonte.
Jonatan si stropicciò gli occhi, era reale tutto quello che aveva visto? O si era immaginato tutto?
No, non si era immaginato niente. Prima che il corvo spiccasse il volo, in un istante che gli era sembrato durare una vita intera, aveva intravisto ancora quello strano scintillio negli occhi dell’animale… no, non potevano essere dubbi, era il nemico quello che si era trovato davanti.
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