Del perche' la FS e' in crisi, se lo e'


Vai a pagina 1, 2, 3  Successivo
Autore Messaggio
dued
«Elfo»
Messaggi: 274
Località: Savona
MessaggioInviato: Lun 26 Giu 2006 17:20 pm    Oggetto: Del perche' la FS e' in crisi, se lo e'   

Seguendo il "gentile" invito di Metalupo Smile , visto che ho accennato al discorso di cui all'oggetto (un'altra volta imparo a stare zitta Rolling Eyes ) vorrei dire qui in due parole il mio personalissimo parere.

Se ci riesco, ovviamente, visto che non e' facile riassumere un'idea vaga in poche righe e farsi capire.

Secondo me, un fattore di crisi della FS attuale e' legato al crollo dell'idea di futuro. Dell'idea stessa di futuro. Che non deriva, o non solo, dal discorso "tutto e' gia' stato inventato, dopo i progressi della scienza cos'altro ci si puo' immaginare, il futuro e' diventato presente..."
Deriva anche da una specie di momento storico in cui c'e' sfiducia generalizzata nel futuro, non ci si aspetta possa portare grandi cambiamenti, se non eventualmente in peggio, per le persone e per l'ambiente. E che la cosa sia talmente ovvia, assodata e ineluttabile da non doverne neanche parlare.
Ora, abbiamo avuto la FS ottimista, positivista, che credeva nella scienza, alla Asimov: abbiamo avuto quella catastrofica, distopica, che persino nelle visioni piu' pessimistiche aveva comunque un significato positivo di avvertimento, dle tipo: attenzione, che se non cambiamo rotta potremmo finire cosi'... Abbiamo avuto il cyberpunk che cominciava a lanciare le sue ipotesi su computer, inquinamento, sovraffollamento... E adesso?

Adesso spesso e volentieri e' come se l'onda del tempo si infrangesse contro un molo, e tornasse indietro. Cosi' abbiamo le ucronie, lo steam punk, i mondi paralleli, il presente cristallizzato come se non potessero esserci altri mondi, altri futuri, niente di meglio ne' di peggio (vedi matrix, altamente simbolico da questo punto di vista) e cosi' via. Oppure l'hard sf che fa il compitino di saggistica sulle nanotecnologie, la clonazione ecc. Ma niente anima.
Ci sono dietro anche tendenze generazionali, politiche, economiche, ma non voglio impegolarmi in discorsi ancora piu' complicati.
Diciamo che e' sempre piu' difficile ritrovare lo slancio per immaginare, la fantasia, ma anche la passione, per andare oltre, per intrecciare vicende umane e idee di futuro, positivo o negativo che sia, per mettere giu' qualcosa che non sia solo anticipazione, ma anche riflessione, emozione, coinvolgimento. Manca un po' una versione moderna del sense of wonder.
E' sempre piu' difficile scriverla, la FS. E pensarla. Tutto sembra cristallizzato nell'ineluttabile. Naturalmente, a conclusione della concione, ribadisco che questo non e' un discorso totalizzante, buone cose, ottime cose ci sono anche adesso.
Ma quello che manca sempre piu' spesso, quello che ci ruba il futuro e' un po' la perdita dell'idea stessa di speranza. Gli ideali sembrano spesso superati o ingenui, e finche' non ce ne costruiamo di nuovi e ci sentiamo tutti un po' cinici, anche la FS, nel suo grande/piccolo che sia, ne soffre.
Scusate lo sproloquio, ma sono stata provocata Wink
Melian
«Ospite»

MessaggioInviato: Lun 26 Giu 2006 17:27 pm    Oggetto:   

Tutto sommato concordo.
Avevo scritto qualcosa di simile nel 3d in cui si parlava della penuria di libri SF nelle librerie

Citazione:
C'è anche un altro fattore che potrebbe avere impatto. Dopo anni di SF in cui si presagiva un nuovo millennio di meraviglie tecnologiche, ci troviamo nel 2006 con sì delle meraviglie ma tuttavia neanche tanto sconvolgenti. Dopo il cyberpunk che non poteva nascere se non negli anni '90, forse anche il concetto di fantascienza ha bisogno di essere rivisto se non rivoluzionato.
metalupo
«Ospite»

MessaggioInviato: Lun 26 Giu 2006 17:56 pm    Oggetto:   

dued ha scritto:
Seguendo il "gentile" invito di Metalupo Smile


Ooohh.... ma che argomento noioso. Non credo proprio che interverrò Mr. Green

(Anzi, peggio: il gentile Rolling Eyes invito di metalupo era una trappola tesa... anche io ho le mie idee peculiari sulla crisi della sf, e sono sempre a caccia di prede da ammorbare Wink )

dued ha scritto:
Secondo me, un fattore di crisi della FS attuale e' legato al crollo dell'idea di futuro. Dell'idea stessa di futuro.


"Futuro" come "speranza", intendi?

dued ha scritto:
abbiamo avuto quella catastrofica, distopica, che persino nelle visioni piu' pessimistiche aveva comunque un significato positivo di avvertimento


Si, è proprio quello che intendi... ok!

dued ha scritto:
Oppure l'hard sf che fa il compitino di saggistica sulle nanotecnologie, la clonazione ecc.


Non ha toccato ancora tutte le implicazioni, in effetti. E' quasi come avesse paura di toccarle tutte. Sopratutto... tutte le conseguenze.

dued ha scritto:
Scusate lo sproloquio, ma sono stata provocata Wink


Certi provocatori dovrebbero cacciarli via a pedate, via da qui!. Roba da matti Wink

Bhé... è strano ma c'è un campo affine (alla lontana) a quello dei pulps - di cui la fantascienza è una delle espressioni più significative - che a subito la stessa traiettoria storica. E' quello del fumetto americano (fumetto che, per ragioni varie, si è espresso quasi esclusivamente sotto forma di "supermen" vari).

Anche quello dei fumetti di supereroi è un "immaginario" fortemente fondato su "ideali" e "speranze", anche quello ha giocato molta parte del suo gioco sul "sense of wonder".
E anche quello si è ritrovato in crisi profonda verso la metà degli anni '80.
Da allora in poi non è mica scomparso, non ha mica smesso di continuare a sfornare cose valide... ma non è riuscito a trovare più un tema unitario. Non è riuscito più a esprimersi se non in modo revisionista, critico o sarcastico rispetto al passato ... o - al più - nostalgicamente votato (con molta ironia e divertimento compiaciuto ma molte meno illusioni) al recupero e alla rivisitazione dei vecchi schemi.

Vuol dire che....?
Il sense of wonder non ha più "senso" di esistere. Non vuol dire niente di più, niente di meno.

Dannazione... considerate questo messaggio solo come la prima parte di quello che volevo dire... lo lascio mozzato, devo andare! Questa è solo la premessa.

E pregate che non passi a parlare della parte clonazione, nanotech, ecc Wink
Nimrod_
«Nano»
Messaggi: 132
MessaggioInviato: Lun 26 Giu 2006 18:24 pm    Oggetto:   

Interessante...moooolto interessante Very Happy


metalupo ha scritto:
E pregate che non passi a parlare della parte clonazione, nanotech, ecc Wink


Parlane parlane parlane parlane parlane parlane.....
Wink
Edea
«Nano»
Messaggi: 133
MessaggioInviato: Lun 26 Giu 2006 21:45 pm    Oggetto:   

Premetto subito che non sono informata sul mercato editoriale, e che ormai prendo tutto in biblioteca, non badando a ciò che è nuovo o vecchio, quindi la notizia di una vera e propria crisi della fantascienza mi ha colto, non dico di sorpresa, ma quasi.
Il discorso di Dued mi è piaciuto, è un buon ragionamento, un ottimo spunto di riflessione.
Eppure ho ancora dei dubbi riguardo la crisi. Magari sono io che non colgo l'atmosfera dei nostri tempi, ma sento che più andiamo avanti, più il futuro
si fa pressante, ed è ancora portatore di speranza o terrore a seconda del punto di vista da cui lo si guarda. Inoltre penso che una delle spinte maggiori della fantascienza sia il terrore del futuro e del progresso. Con questo non voglio dire che la fiducia negli stessi non sia una spinta forte tanto quanto.
Forse sto dicendo idiozie, ma non può essere che la crisi sia dovuta ad un problema di vendite, e non di idee? Mi sembra strano pensare che nel mondo ci sia una carenza di idee fantascientifiche, chissà quanti ottimi libri non vengono pubblicati per paura dell'insuccesso. Forse è solo una questione di moda, in un certo senso, adesso è il momento del fantasy, delle domande sul cristianesimo, insomma, di qualcos'altro. Forse basterebbe un buon libro, un'opera che apra delle domande e che faccia riflettere un vasto pubblico, per far tornare la fantascienza al successo. E magari il fantasy e tutto ciò che va adesso tornerà in secondo piano, per poi risalire un'altra volta in maniera diversa, e così via.
Potrebbe essere?
Rita
«Ritatouille» Ritatouille
Messaggi: 4837
MessaggioInviato: Lun 26 Giu 2006 22:44 pm    Oggetto:   

Edea ha scritto:
penso che una delle spinte maggiori della fantascienza sia il terrore del futuro e del progresso.


Pensa che per me è sempre stato il contrario: ho sempre pensato che la FS fosse spinta da una fondamentale speranza nel futuro e nel progresso. Adessso, in questo periodo in cui il futuro per me è più un timore che una speranza, adesso leggo meno FS, mi rifugio di più nei mondi alternativi della FY.
La crisi della FS per me è dovuta proprio a questo: c'è una diffusa paura del futuro, un futuro che non riusciamo a immaginare. Soprattutto un futuro che non riusciamo a immaginare roseo. E allora, non pensiamoci. Non sognamolo, se il sogno deve essere un incubo. Lasciamo che il futuro accada, senza tentare di anticiparlo, perchè che senso ha soffrire per ferite che ancora non ci hanno inferto?
metalupo
«Ospite»

MessaggioInviato: Lun 26 Giu 2006 23:45 pm    Oggetto:   

Nimrod_ ha scritto:
Parlane parlane parlane parlane parlane parlane.....
Wink


Domani. Promesso... l'idea che voglio esprimere è un tantino al di là della mia capacità di sintesi... per cui il messaggio che ho cominciato a scrivere mi ha spiazzato.
Domani ne ho tutta la calma Wink
metalupo
«Ospite»

MessaggioInviato: Lun 26 Giu 2006 23:49 pm    Oggetto:   

Rita ha scritto:

E allora, non pensiamoci. Non sognamolo, se il sogno deve essere un incubo. Lasciamo che il futuro accada, senza tentare di anticiparlo


Il che è esattamente il contrario cui voglio arrivare. Sono sicurissimo che il futuro sarà un incubo. E anticiparlo allora diventa non più un sogno ma un dovere. Un dettame di sopravvivenza. E' qui che la SF ha ancora tanto da dire.
Edea
«Nano»
Messaggi: 133
MessaggioInviato: Mar 27 Giu 2006 1:47 am    Oggetto:   

"Pensa che per me è sempre stato il contrario: ho sempre pensato che la FS fosse spinta da una fondamentale speranza nel futuro e nel progresso. Adessso, in questo periodo in cui il futuro per me è più un timore che una speranza, adesso leggo meno FS, mi rifugio di più nei mondi alternativi della FY."

Questo è il bello delle discussioni: opinioni completamente opposte ma valide. Penso che ci siano scrittori che esorcizzino i loro incubi futuristici, altri che invece parlano dei loro sogni. E i lettori...beh, ognuno sceglie quello che più gli piace, o di cui ha bisogno al momento. Comunque, in generale, penso che la fantascienza vada oltre l'anticipazione del futuro, così come il fantasy non è la semplice rievocazione di un mondo mitico. Dipende sempre da chi scrive, e da chi legge.
Melian
«Ospite»

MessaggioInviato: Mar 27 Giu 2006 9:53 am    Oggetto:   

Leggendo i vostri post mi vengono due domande.

Di che mercato editoriale stiamo parlando? Solo quello italiano oppure è un discorso esteso anche a quello estero? Perchè a questo punto la "crisi" può essere vista sotto diverse angolazioni che includono anche l'opinione di dued.

Seconda cosa: la fantascienza deve necessariamente parlare di futuro? Non credo. Può anche parlare del presente, le citate natotecnologie e clonazioni sono temi validi e forse oggi più d'impatto che non astronavi e viaggi spaziali.

E se la fantascienza avesse trovato altri mezzi di espressione che vanno oltre il romanzo: fumetti, cinema, arte?
metalupo
«Ospite»

MessaggioInviato: Mar 27 Giu 2006 10:48 am    Oggetto:   

Melian ha scritto:

Di che mercato editoriale stiamo parlando?


Estero. O comunque internazionale. La fantascienza è in crisi ovunque. Un po' di più nei paesi non anglofoni. Ancora un po' di più nei paesi pizza-e-mandolino Wink


Okay... sparo questo. Trattenete il fiato (e saltate a piè pari Cool ):

Riprendo il discorso che avevo lasciato a metà ieri, sperando di non divagare troppo. Ieri parlavo di come un campo abbastanza distante da quello della fantascienza, uno ben votato al divertimento puro (quello del fumetto supereroistico) si sia ritrovato in anni recenti altrettanto allo sbando nel suo tentativo di trovare, da un certo momento in poi, una sua anima unitaria.

Nel continuare cioè, affianco ad avere la possibilità [ogni tanto, incidentalmente] di esprimere qualcosa, anche di continuare a possedere la capacità di "macinare soldi" e attirare lettori sempre più numerosi. L'offerta di fumetti supereroistici Usa oggi è spaventosa in termini di numeri di titoli, ma ridicola rispetto al passato per vendite complessive.

Il parallelo mi sembra non pretestuoso ma ovviamente da prendere con le pinze. Lo avanzo come speculazione, alla ricerca di qualche intuizione da verificare con altri approcci d'analisi. Il parallelo secondo me evidenzia che una frammentazione dei segni, delle strade, dei temi si verifica persino in un mondo dalle tematiche autoreferenziali quale è il fumetto supereroistico Usa [che con la fantascienza condivide una lontana genesi "pulp"]

Con questo voglio dire che mi pare che quello che sta succedendo alla fantascienza è molto meno imputabile di quanto di solito si dica al fatto che "la gente non crede più alle promesse della scienza o della tecnologia o del progresso".

La scienza in verità non ha mai fatto promesse... semmai le hanno fatte la politica e il commercio.

Esempio: "Conquista della luna" per il puro e semplice scopo di arrivarci prima dei Russi. Spacciata però per "Conquista dello spazio". La scelta di un UNICO balzo mostruoso sul nostro satellite per piantare una bandiera (conquista????) invece che un avventursi nello spazio avviato magari con una capillare e più proficua fase preventiva di costruzione di basi orbitali attorno alla Terra.

La crisi della fantascienza è la crisi dei suoi mezzi di produzione e distribuzione ... e di crezione artistica. Il logorio ormai pluridecennale dell'efficacia delle riviste si avverte [nella fantascienza come nel fumetto USA]. Il guaio è che nel frattempo la fantascienza, guardandosi indietro e riflettendo meglio sulle sue origini si è scoperta (nella sua frenesia creativa, anche e sopratutto giocata sulla "quantità" d'inventiva) indissolubilmente legata al mezzo rivista. Almeno per come si è sviluppata fino a oggi.

Entrate in crisi le riviste (per numero di vendite) la fantascienza non sa più come riavviare anche il motore della creatività! Ha scoperto, o crede di aver scoperto, che il mercato librario non basta. Sul finire degli anni 70 e negli anni 80 quel mercato è esploso. Gli autori sono passati dall'essere onesti artigiani che - pur ricchi di idee - faticavano a sbarcare il lunario, al divenire professionisti della scrittura ben pagati... a volte anche più che benestanti grazie anche alla vendita dei diritti delle loro creazioni per altri media (giochi, film).

Però nel frattempo con la crisi delle riviste è venuto a mancare il ricambio generazionale continuo (autori che sulle riviste riuscivano a farsi le ossa), il ricambio dell'immaginario continuo (la sperimentazione di idee e approcci immaginativi).

Io credo che anche questo sia un problema molto sopravvalutato. Assieme alla perdita di questi indubbi vantaggi delle riviste diventa sempre meno vitale dare per scontato che bisogna prendersi anche i difetti che ne derivano. Il Cyberpunk ultima espressione unitaria della fantascienza? Il Cyberpunk ultima corrente che aveva qualcosa da dire? E che avrà detto mai di così importante? Avete mai trovato mai una definizione veramente convincente di Cyberpunk? Le più convincenti che ho trovato io sono ritagliate affinché rientrino nel campo praticamente solo due romanzi: "Artificial Kid" di Sterling e "Neuromancer" di Gibson.

E lo stesso dicasi di tutte le correnti storiche "nodali" precedenti della fantascienza. E di tutte le riviste che ne sono state massima espressione.

La fantascienza sociologica associata a Galaxy spesso viene definita con formule che praticamente si sposano solo a Pohl e Kornbluth. La definizione della "New Wave" associata alla rivista "New Worlds" si adatta praticamente solo a una manciata di autori come Spinrad, Moorkock e Ballard (curiosamente quest'ultimo è definito da Sterling "anche" come un proto-cyberpunk). L'età dell'oro si esprime perfettamente solo in Heinlein, Asimov, forse anche Clement. La fase avventurosa in Brackett, Hamilton, Doc Smith...

Quelle che erano ipersemplificazioni utili a dare alla fantascienza una interpretazione unitaria (che probabilmente non ha mai avuto, ed ecco perchè non ne vediamo una oggi, un "oggi" guardato da "troppo" vicino) e a darle una cronologia del divenire (un periodo = un tema = una rivista) abbiamo in qualche modo finito per darle per scontate... persino quando sottolineavamo a gran voce che si trattava solo di semplificazioni.

La fantascienza è in crisi perché il suo mercato è stato eroso, si! Questo significa sopratutto meno lettori! E quindi meno scelta di lettura. Ma la fantascienza è stata erosa dalla Tv, dai videogiochi, dal moltiplicarsi dell'offerta multimediale che in qualche modo l'ha fagocitata. Le idee, persino in mancanza delle riviste - vedi: una Asimov's Magazine che sopravvive a stento e che in anni recenti non riesce a "risolvere" la sfida di riciclarsi parzialmente nell'e-book venduto su abbonamento - stanno venendo fuori lo stesso. Molte meno di prima. Ma forse non è quello il problema... forse il problema c'era prima: le idee erano troppe!!!

E a volte erano idee ridicole. Astronavi spaccagalassie? Viaggi nell'iperspazio? Macchine del Tempo? Ovvio che gli immaginari di due autori superlativi e preparatissimi (e originali e scrupolosi) come Robert Sawyer o Greg Egan (non faccio a caso questi nomi) non possono competere con gli spacca-galassie. Non possono competere con il fascino dei Robot di Asimov (riuscite a immaginare un simbolo più iconografico della SF di un Robot? Riuscite a immaginare una idea di più balzana di una macchina sferragliante antropomorfa? A che servirebbe mai una macchina, per lo meno in quella "forma", a parte farci sognare?).
Eccetera (aggiungeteci esempi a piacimento).

E' sempre più difficile immaginarla, scriverla la fantascienza... dice dued.
E a me pare giusto così. Se non c'è più spazio per la "fuffa" (perché è migrata in buona parte in altri media), se per fare della buona letteratura (godibile da leggere) bisogna mescolarsi col fantastico puro [ed era ora; io direi, finalmente, bisogna RI-congiungersi col fantastico da cui ci eravamo anche troppo allegramenti separati, visto che era tipico di maestri del calibro di un Leiber, uno Sturgeon... un Lovecraft, stare in bilico fra fantastico e fantascienza o sapersi esprimere in entrambi i campi alternativamente] perché però rinunciare a quel poco di "fantascienza" più nettamente riconoscibile come tale [nel senso che ancora può svolgere un ruolo di "spiraglio sul futuro", di "palestra del raziocinio"] che ancora si produce? Bollarla come noiosa mi sembra riduttivo. Idem bollarla come senz'anima.

L'unica cosa a cui dobbiamo sapere di dover rinunciare in partenza, rivolgendoci anche a questo tipo di fantascienza, è di sperare di trovarne in gran quantità. Sono cose più difficili da scrivere... ci vuole una preparazione non comune e un talento non comune. Di conseguenza non si affermano che pochi nomi... ma per fortuna oggi ne spuntano ANCHE fra gli autori di paesi (anglofoni) non USA.
Ecco perché ho citato il canadese Sawyer e l'australiano Egan.

Che questo tipo di SF sia poca (ma ottima) non significa che non svolga ancora un gran ruolo. Non significa che si limiti a "compilare il compitino sulle nanotech o biotech o infotech" e simili. Si producono cose cose ancora molto leggibili anche con questi approcci. Cose che riescono a fornire ancora buone illuminazioni sul futuro. E neanche tanto pessimiste. In qualche modo si sono persino lasciati del tutto alle spalle il concetto sia del pessimismo che dell'ottimismo sul futuro.

Storie che sono ancor oggi palestra per la mente! Che in qualche modo sono ancora capaci di fornire gli stumenti per afferrare una rozza comprensione (il "futuro" ci dirà se illusoria) del presente e del futuro. Ben alla larga dal sensazionalismo anacronistico delle promesse "buone/cattive" sparato a colori sgargianti sulle copertine dei vecchi gloriosi pulps.


Ultima modifica di metalupo il Mar 27 Giu 2006 11:47 am, modificato 3 volte in totale
dued
«Elfo»
Messaggi: 274
Località: Savona
MessaggioInviato: Mar 27 Giu 2006 11:14 am    Oggetto:   

metalupo ha scritto:
Rita ha scritto:

E allora, non pensiamoci. Non sognamolo, se il sogno deve essere un incubo. Lasciamo che il futuro accada, senza tentare di anticiparlo


Il che è esattamente il contrario cui voglio arrivare. Sono sicurissimo che il futuro sarà un incubo. E anticiparlo allora diventa non più un sogno ma un dovere. Un dettame di sopravvivenza. E' qui che la SF ha ancora tanto da dire.


E' questo il punto: scusate si rispondo a vari messaggi senza quotare tutto, ma sono troppo imbranata e ci metterei troppo tempo.

Quello che volevo dire io e' racchiuso nella parola "ineluttabile". Il mondo in cui viviamo, per una serie di motivi, (fra cui anche le dottrine liberistiche, ma non fatemi dire di piu' per favore che non intendo assolutamente buttarla in politica), sembra farci pensare che il futuro debba andare in una certa direzione, che comunque vada sia gia' scritto per noi: c'e' chi lo vede nero, ma appunto per questo senso di ineluttabile, di rassegnazione, preferisce non pensarci piuttosto che allarmarsi e provare a cambiare, c'e' chi comunque ha fiducia in un generico progresso (forse meno persone, e non tutte in buona fede), e c'e' chi , proprio, il futuro non riesce neppure a immaginarselo, al massimo come una qualche estensione del presente. alla matrix. E forse e' questo proprio il caso peggiore, anche se apparentemente non sembra. Infatti non confondiamo, come mi pare si faccia in qualche messaggio, la mancanza di speranza con il pessimismo e la disperazione. Quest'ultima presuppone un sentimento, magari una lotta precedente a cui e' subentrato lo scoraggiamento. Puo' produrre anche allucinazioni, distopie, visioni catastrofiche, ma comunque smuove qualcosa di creativo, anche in negativo. La mancanza di speranza puo' essere anche semplicemente piattume, grigiore, freddezza. Ci si rassegna, o ci si arrende al cinismo, sembra che nulla piu' abbia importanza. Da cui, eventualmente, anche il concetto: afferriamo quel che possiamo, fin che possiamo. Valido anche per le forme espressive: per cui abbiamo autori che replicano alla nausea le idee o che sfruttano il mercato o che vengono incalzati da editori e produttori a farlo. Ci si arrende alla corrente, e magari se ne ha anche un tornaconto economico. Il resto...chi se ne frega.
Ecco, penso che tutto questo sia collegato con questa eventuale crisi della fs, anche se si tratta, come giustamente ha detto qualcuno, di uno "spunto" di discussione, non dico certo: e' cosi' e basta, dico piuttosto che e' uno dei fattori a cui pensare.
IMHO se si affermassero dei nuovi ideali di qualche tipo, delle nuove teorie filosofiche o sociali o scientifiche con qualche contenuto innovativo e magari un po' slegato dal commercio e dalla monetizzazione a tutti i costi, se ci fossero nuovi slanci forse assisteremmo a una nuova stagione di creativita', anche nella fs.
Perche', sempre IMHO, la fs dovrebbe comunque essere legata al futuro, anche se parla di presente o di altri mondi. Futuro non come anticipazione ( per intendersi, non e' che abbia il "compito" di prevedere internet o il cellulare, se no ha fallito), ma come idea, come tensione, come slancio.
E, terzo e ultimo IMHO, assolutamente IMHO, poi chiudo e torno in letargo estivo, la fs e' profondamente legata ad umanita' ed emozioni. Persino le piu' vecchie, scientifiche e apparentemente fredde storie hard sf smuovevano qualche emozione profonda. Cosa che mi accade adesso di provare, per esempio, con Simmons; per nulla, niente del tutto, neanche un briciolo, con Nancy Kress, che mi fa l'effetto emotivo di un elenco telefonico.
dued
«Elfo»
Messaggi: 274
Località: Savona
MessaggioInviato: Mar 27 Giu 2006 11:23 am    Oggetto:   

Solo una nota, non avevo ancora visto l'ultimo, interessante messaggio di Metalupo.
Lui esamina le cose da un altro punto di vista, ma non molto dissimile dal mio. Dove forse divergiamo un po', e' nell'ultima parte.

Dovrei forse leggere qualcosa di piu' dei migliori autori recenti, perche' quello che ho letto finora, di Egan ad esempio, non mi e' piaciuto molto. E continuo a trovarli troppo freddi e distaccati.
Mentre sono assolutamente d'accordo sulle contaminazioni fra fs e fantastico che producono cose buone.
Forse il sense of wonder era legato solo al pulp? Una nostalgia ormai irrimediabilmente perduta?
Non so. Devo pensarci. Comunque, rimango ancora speranzosa in attesa della nascita di un "nuovo" SOW
metalupo
«Ospite»

MessaggioInviato: Mar 27 Giu 2006 12:05 pm    Oggetto:   

dued ha scritto:

E' questo il punto [...] Quello che volevo dire io e' racchiuso nella parola "ineluttabile".


dued ha scritto:

Dovrei forse leggere qualcosa di piu' dei migliori autori recenti, perche' quello che ho letto finora, di Egan ad esempio, non mi e' piaciuto molto. E continuo a trovarli troppo freddi e distaccati.



Lo so che diciamo le stesse cose. E non divergiamo neanche nella parte che considera "meno" letterariamente valide (leggibili) le storie dei vari scrittori ipertecnologici. Egan è uno da mettere a dura prova chiunque [me compreso]. E chi non è interessato a, o già predisposto per, capire di che accidenti sta parlando può giustamente chiedersi che senso abbia fare tanta fatica "cerebrale" per leggere qualcosa che invece dovrebbe essere un piacere "emozionale" (che coinvolga anche il cervello, ovvio).

In effetti alla fine del messaggio mi son trattenuto. Un tentativo di spiegazione del perché IMHO Egan riscuota comunque buoni consensi o sia autore letterariamente valido [con qualche riserva] richiedeva una lunga premessa a parte. Ti posso solo dire che "quel tipo" di idealismo e "anti-ineluttabilità" (ma alla larga dalle soluzioni più ingenue) che auspichi, in Egan c'è [fortissimo]. Purtroppo Egan gestisce anche tematiche complesse, e se lo sa fare meglio di altri (di chiunque altro), bhé... cosa volevamo, che fosse anche un gran letterato? E che cacchio! Che madre natura lasci qualcosa anche agli altri Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy

PS: Quello tuo (di apertura thread) è il più bel intervento sulla crisi della SF che abbia mai letto. Con questa immediatezza ... mai letto altro uguale.
dued
«Elfo»
Messaggi: 274
Località: Savona
MessaggioInviato: Mar 27 Giu 2006 13:12 pm    Oggetto:   

metalupo ha scritto:

PS: Quello tuo (di apertura thread) è il più bel intervento sulla crisi della SF che abbia mai letto. Con questa immediatezza ... mai letto altro uguale.


Grazie Very Happy

In realta' sono idee che rimugino da un bel po' di tempo, da quando e' uscito matrix almeno.

Dovevo anche scriverci un articoletto per Urania, poi colpevolmente, molto colpevolmente, non ne ho piu' fatto niente, e adesso a distanza di tanto tempo non oso piu' contattare Lippi per proporre l'argomento, Embarassed anche perche', pur se l'idea di fondo e' sempre attuale, certi aspetti sono un po' passati. e poi perche' temo che parlare apertamente di crisi fs su una rivista fs non sia il massimo Wink
Avrei dovuto farlo con metafore e contorcimenti verbali e non ne avevo voglia.
Mostra prima i messaggi di:   
   Torna a Indice principale :: Torna a E la fantascienza? Tutti i fusi orari sono GMT + 2 ore
Vai a pagina 1, 2, 3  Successivo

Vai a:  
Non puoi inserire nuove discussioni in questo forum
Non puoi rispondere alle discussioni in questo forum
Non puoi modificare i tuoi messaggi in questo forum
Non puoi cancellare i tuoi messaggi in questo forum
Non puoi votare nei sondaggi in questo forum