grazie..grazie mille!!!
bè visto che è piaciuto posto il seguito,adesso verra una parte un pò meno fantasy...comunque è carina... ci sto ancora lavorando per bene,poco fa mi sono alzata dal etto come una furia perchè mi era venuta in mente un idea... spero che vi piacerà...
comunque ecco il seguito...
Con la testa ancora tra le nuvole entrai in casa.
- Dove sei stata,ti ho chiamata tanto,sai?
- Mi dispiace, non ti ho sentito. Vado ad apparecchiare?
- Si. A quanto pare non riesci a rinunciare al crepuscolo,eh?
- È come guardare nel proprio cuore.. non riesco a rinunciarci,mi affascina troppo.
- Ti capisco. Su sbrigati ad apparecchiare o andrà a finire che questa sera saltiamo la cena!
- Si.
In pochissimo tempo preparai la tavola e ci sedemmo per cenare.
Come al solito lo zio Aren aveva preparato un sacco di roba,troppa per solo due persone, ma era fatto cosi, non riusciva a non preoccuparsi per me, d’altronde mi aveva cresciuto lui dopo la morte dei miei genitori.
- Tutto bene?
- Certo.
- Sembri pensierosa.
- Ho solo avuto una giornata sfiancante.
- Come sempre. Vuoi che ti prepari una tisana?
- Volentieri.
Quando terminai di rimettere in ordine la sala andai a sedermi al pianoforte,suonare mi aiutava a rilassarmi.
Quella sera mi sentivo ispirata,molto spesso amavamo comporre la musica non solo suonarla e quella sera avevo in mente una bella melodia.
- è nuova?
- L’ho appena composta,ti piace?
- Si.
Poggiò la tisana sul tavolo accanto a me, si sedette su una delle tante poltroncine del salotto.
- è malinconica.
- Lo trovi anche tu? Credo che il tra momento di oggi me l’abbia ispirata, il cielo sembrava triste oggi.
Lo zio Aren sorrise, ma non era il solito sorriso, era un sorriso diverso,un sorriso che non conoscevo.
- Che ti succede?
- Parli come Helen..
- La mamma?
- Già.. anche lei diceva spesso che il cielo era triste. Su bevi la tua tisana e fila a letto.
Mi diede un bacio sulla fronte e uscì dalla sala.
Quella notte sognai quella bellissima creatura che avevo incontrato sulla rupe quella sera,non riuscivo a capire che cosa fosse…
- Genevieve! Ma sei ancora in pigiama? Farai tardi a scuola!
Alzai gli occhi assonnati,di fronte a me ci stava mio zio Aren tutto pronto per uscire.
- Ma dove credi di andare cosi agghindato?
- All’incontro con la tua cara professoressa Lived
- Non ti dirà niente di nuovo.
- Ma..
- Non è colpa mia se quella lì mi odia!
- Io le sto simpatico.
- A chi non starebbe simpatico un uomo bello e ricco come te?
- Sei tu che sei troppo diffidente.
- No, è lei che è furba,odia me che sono una semplice ragazzina snob,ma adora te che sei il mio caro e bellissimo zietto ricco da far schifo!
- Ora non esagerare,non sono poi cosi bello.
- Ma ti sei mai guardato allo specchio,zio? Tutte le donne impazziscono non appena passi,qui in città sei una preda ambita. E non è di certo per le mie poche lacune in matematica che miss Lived ti ha richiamato.
- Bè se la metti cosi,vedrò allora di farti alzare la media con il mio fascino!
- Zio Aren!!!!
- Avanti, Gen! Và a fare colazione o farai tardi e mi toccherà affascinare,ops! Parlare anche con la preside!
E detto questo si fece una grande risata ed si avviò verso la sala da pranzo, era proprio un bel tipo,in tutti i sensi… era un uomo simpatico ma anche molto bello,forse troppo,è il classico tipo che se vorrebbe avrebbe avuto tutte le donne ai suoi piedi,d’altronde era alto,con un fisico statuario e ben curato,dei lunghi capelli neri che abitualmente tiene legati in una coda bassa,una carnagione scura,i lineamenti del viso marcati e degli stupendi occhi verdi. Ma nonostante questo non voleva decidersi a prendere moglie,alle volte mi chiedevo il perché non volesse,ma non riuscivo a trovare una risposta,era come se la sua vita gli andasse bene in quel modo,che tutto sommato poteva fare a meno di una moglie e questo a me non era mai dispiaciuto,non mi andava giù l’idea di dover dividere mio zio con qualcuno,era la persona che amavo di più al mondo,era lui che mi aveva cresciuto dopo il tragico incidente sulla scogliera dove i miei genitori avevano perso la vita.
Gli devo molto.
Alle volte mi dice che gli ricordo molto mia madre,Helen, sua sorella,credo che lei fosse l’unica che lui amasse veramente.
Ma mi domando in cosa assomiglio a mia madre,forse solo per il colore degli occhi,entrambe abbiamo gli occhi verdi,ma oltre questo io non credo di essere bella quanto lei, ho dei folti e lunghi capelli rossi,una carnagione chiarissima e non ho un corpo sviluppato, sembro ancora una ragazzina delle medie che si accinge ad entrare alle superiori,non dimostro per niente i miei diciassette anni.
Come prevedevo,quando arrivammo a scuola,tutti fissavano mio zio Aren, anche se aveva appena compiuto quarant’anni tutti si ostinavano a prenderlo per un ventenne.
- Vedo le mie compagne, le raggiungo.
Mio zio Aren chiuse la macchina, mi raggiunse e mi abbracciò.
- Ti auguro una buona giornata,Gen. Bada a non fare sciocchezze e sta attenta.
- Si.
Mi diede un bacio sulla fronte ed entrò a scuola.
Stava andando dalla professoressa Lived,in quel momento la odiavo ancora di più del solito.
- Gen!
- Ragazze.. ciao!!
- Che era quello?
- Il tuo nuovo ragazzo?
- No! È mio zio Aren.. la Lived deve parlarci.
- Di nuovo?!
- Sono un caso disperato a quanto pare.
- Già e le stai cosi tanto a cuore che è arrivata persino a richiamare tuo zio per quattro volte di fila!
- È il danno di avere uno zio cosi bello e premuroso,mia cara!
- Già..
- Pronta per il test di biologia?
- Certamente! Non posso mica permettermi di andare male anche in biologia.
- Altrimenti sarebbe guerra aperta,eh?
- È vero.. e miss Lived da sola basta!
Finalmente la campanella suonò ed io potei iniziare il test.
La giornata volò via tranquilla,non ebbi difficoltà in nessuna materia,tutti i professori mi adoravano, tutti tranne miss Lived.
- Signorina De la Mere, ho appena terminato il colloquio con suo zio Aren.
- Davvero?
- Si. E sarà felice di sapere che siamo arrivati finalmente ad una conclusione,riguardo il suo caso.
- Ossia?
Miss Lived si sedette al suo posto,aprì il suo registro e prese la sua solita penna e si ci mise a giocherellare,aveva un magnifico sorriso stampato sul viso.
- La settimana prossima,dopo le lezioni lei si fermerà qui con me e sosterrà un test. Se dovesse superarlo,eviterà i corsi estivi.
- Che giorno?
- Martedì alle tre, nell’aula di biologia.
- Ci sarò.
- Bene,visto che siamo cosi volenterose,perché non viene a risolvere quest’espressione?
- Subito.
Mi alzai con sicurezza e andai alla lavagna,come pensavo mi diede un espressione complicata,ma io me la cavai egregiamente.
- Ho finito.
Miss Lived squadrò la lavagna con attenzione.
- Terz’ultima riga.
- C’è un errore?
- No. Mi domandavo solo perché li ha tagliati.
- Perché…
Con la mente vagai all’indietro,alle lezioni che ogni tanto lo zio Aren mi dava, ripensai a tutte le cose che mi aveva detto, a tutti i trucchetti che mi aveva insegnato per semplificarmi le cose, ma non riuscivo a ricordare il perché legato a quei due numeri,sapevo solo che dovevo tagliarli.
Rimasi senza parole per un po’,miss Lived mi fissava,compiaciuta,aveva vinto ancora…
- Allora?
- Ecco,credo che sia..
- Miss Lived!
- Si,signor Blake?
- Per poter ottenere il testo dell’equazione da risolvere non si deve fare l somma algebrica di tutti i monomi?
- Si.
- Grazie.
“Somma algebrica”.. mi diceva qualcosa.. ma che stupida che ero..!
- I valori sono opposti, nella somma algebrica,necessaria per ottenere il testo dell’equazione,i valori opposti si tagliano.
Miss Lived perse il suo ghigno.
- Spero che sia cosi brillante anche il giorno del test, signorina De la Mere.
- Lo sarò.
- L’aspetto martedì. Ora vada pure al suo posto.
- Si.
Mi sedetti, finalmente ce l’avevo fatta,gliela avevo fatta pagare,ero felicissima per questo.
Al momento avevo vinto solo una battaglia, mi rimaneva di vincere la guerra.
La lezione di matematica quel giorno mi sembrò semplicissima.
All’ora di pranzo decisi di andarmi a rifugiare nell’auditorium,avevo bisogno di un po’ di tranquillità.
- Gen, dove vai?
- Non pranzi con noi?
- No, oggi no, ho delle cose da sbrigare, mi dispiace!!
Senza neanche fermarmi ad ascoltare quello che dissero dopo filai lesta per le scale e raggiunsi l’auditorium al quarto piano.
Ma qualcuna mi aveva preceduta.
Al pianoforte si trovava un ragazzo,aveva la mia età,biondo con gli occhi azzurri,non molto magro,aveva un aria familiare.
Stava suonando un notturno di Chopin, non si era accorto di me,almeno fino a quando non urtai la sedia fronte a me,in quel momento maledì la mia goffaggine.
al seguito ci sto ancora lavorando,a breve però avrete mie notizie!!
mi raccomando leggete anocora e datemi consigli..mi sono utilissimi!