La porta del Magazzino della Fantasia era socchiusa. Nithi stava rientrando verso casa e rallentò il passo per poter guardare, ancora una volta, quella vetrina colorata e piena di meraviglie.
Nithi passava davanti al negozio tutte le sere, si fermava sempre a guardare la vetrina principale, decorata agli angoli da alcuni bellissimi disegni sul vetro. Adorava quella piccola fata in basso a destra, con le scarpe a fiorellini, le assurde calze a righe colorate e l'aria un po' sbadata. Era innamorata della statua dell'elfo guerriero che la guardava dalla mensola in alto, ed era fiera e orgogliosa di quel drago d'argento in volo che sembrava venir fuori dal poster attaccato a sinistra. E poi c'erano tutti quei libri, un mucchio di libri, tanti libri come non ne aveva mai visti in tutta la sua giovane vita.
E c'erano sempre tante persone nel negozio. Nithi vedeva ogni volta sorrisi e stupore, vedeva discussioni animate e grande attenzione. Era una ragazzina timida, schiva e silenziosa, non era mai entrata in quel negozio. Non sapeva mai cosa dire o cosa fare e, soprattutto, c'era quella maledetta campanella. Sì, la campanella della porta, che avrebbe suonato e tutti si sarebbero girati a guardarla e lei avrebbe dovuto dire per forza qualcosa. No. Non sarebbe mai entrata in quel negozio.
Tuttavia quella sera la porta era socchiusa. Non c'era nessuno e nessuna maledetta campanella avrebbe suonato. Così Nithi prese una decisione, fece un respiro profondo ed entrò.
C'era stata una festa, il negozio era pieno di coriandoli e decorazioni. Bicchieri e piattini erano sparsi un po' ovunque. Lo striscione, sopra quel che restava della torta, la informò che era stato un compleanno. Una festa di compleanno.
Il negozio era ancora più incredibile di come sembrava dall'esterno. La ragazza era senza fiato dallo stupore e non sapeva da che parte guardare o quale libro cominciare a sfogliare. Fu il suo stomaco, tuttavia, a decidere. Quella sera la lezione di Aikido era stata particolarmente impegnativa e la ragazza aveva così fame che si sarebbe mangiata persino un orco intero, armatura compresa, se presente. E quella fetta di torta era proprio invitante.
Era appena arrivata vicino al tavolo, quando udì dei passi e la voce di qualcuno che parlava al telefono. Proveniva dalle scale in fondo al negozio. Nithi si bloccò, immobile, con il cuore in gola e una paura tremenda.
"Sì, è stata veramente una bella festa", diceva la voce. "Sono andati via tutti, ora chiudo e vado a casa". I passi si stavano avvicinando. "Va bene, ci vediamo martedì, allora e grazie per aver chiamato. Ciao.. ciao".
Nithi non aspettò di vedere a chi appartenesse la voce, afferrò il pezzo di torta e silenziosa come solo un ladro addestrato è in grado di fare, si avvicinò alla porta aperta, fece attenzione a lasciarla esattamente come l'aveva trovata e, una volta fuori, scappò via.
Il Mago era davvero contento. Alla festa erano venuti in tanti, chi non aveva potuto, aveva telefonato e chi proprio non si era fatto vivo... beh, il Mago sapeva quanto forte può essere un legame e quanto, a volte, le parole non sono sempre necessarie.
Era stanco, ma le belle emozioni che aveva provato nel pomeriggio gli avevano riempito il cuore. Era anche affamato, c'era stata talmente tanta gente e talmente tante cose da dire e da dirsi che si era scordato della torta. Gli avevano lasciato l'ultima fetta, lì, sotto lo striscione, l'aveva vista un attimo prima di salire al piano di sopra.
Si girò verso il tavolo, ma la torta era sparita.
Ach, ma che fine ha fatto la mia torta? Eppure c'era, sono sicuro che c'era e che in questo negozio non c'è proprio nessuno, ora. Già ... ora. Forse hanno ragione i FMers, pensò.
Forse questo negozio è davvero un posto speciale, un posto magico. Forse si è aperto un varco spazio-dimensionale e un cucciolo di drago si è mangiato la mia torta. Forse, dallo stesso varco, un Ippogrifo affamato è uscito alla ricerca di cibo. Forse un Hobbit cercava nuove ricette. Forse la torta è stata disintegrata da una palla di fuoco durante l'ultimo combattimento contro il malvagio Stregone Dorato. Forse... forse è meglio che vado a casa.
Così il Mago spense le luci e uscì dal negozio. Chiuse la porta, chiuse gli occhi e disse, sottovoce, "Buon compleanno".
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