The Black Company - Glen Cook


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Autore Messaggio
by Ax
«Maia»
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MessaggioInviato: Ven 22 Feb 2008 13:33 pm    Oggetto: Glen Cook   

Oberyn Martell ha scritto:
Nella bibliografia di Cook l'unico libro che potrebbe essere stato tradotto come La torre di tenebra è "The tower of fear", nel qual caso si tratta di un romanzo a sè stante.

Sì, è lui: l'unico riferimento trovato era proprio il titolo in inglese.
Confermo lo stile brusco, e molto. Non ci sono abituato, ma è intrigante e ti trovi nel mezzo di qualcosa che sta accadendo ma di cui sei all'oscuro. Completamente.
Per ogni Giovanna d'Arco c'è un Hitler appollaiato dall'altra estremità dell'altalena. La vecchia storia del bene e del male.
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gwenny
«Balrog»
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MessaggioInviato: Sab 12 Lug 2008 18:53 pm    Oggetto:   

Ordinato e reperito su ibs il volume tor con i primi tre libri. In arrivo a giorni Very Happy
frankifol
«Balrog»
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MessaggioInviato: Dom 13 Lug 2008 21:53 pm    Oggetto:   

a me è arrivato da quel dì....ma colpevolmente l'ho lasciato lì...
Settima proposizione - Il resto è conseguenza
DiVega
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MessaggioInviato: Lun 14 Lug 2008 17:19 pm    Oggetto:   

Comprato oggi torre di tenebre edito da Sonzogno... speriamo che ne valga la pena!
Sul suo mantello grigio scuro spiccava una spilla d'argento: un ponte di pietra, illuminato da fiamme di rubino. Un Arsore di Ponti.
Steven Erikson - The Malazan Book of the Fallen
by Ax
«Maia»
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MessaggioInviato: Lun 14 Lug 2008 17:49 pm    Oggetto:   

DiVega ha scritto:
Comprato oggi torre di tenebre edito da Sonzogno... speriamo che ne valga la pena!

A me è piaciuto molto. La storia non ha un ampio respiro, così come l'ambientazione, ma il modo di raccontare di Cook è incisivo.
Come dicevo sopra, ha uno stile brusco (e non poco), non regala nulla. Potrebbe dare la sensazione, ai meno pazienti, di sentirsi abbandonati e in balia degli eventi; in realtà tutto è legato, anche se il filo è sottile.
In conclusione una lettura che mi ha conquistato, non tanto per la storia in sé - anche se l'idea di fondo è intrigante -, ma per l'atmosfera che si viene a creare tra le strade di quel villaggio.
È sicuramente adulto (a chi interessa) lo stile dell'autore.

EDIT: Aggiungo solo che questo romanzo, su di me, non ha lasciato il segno a lettura appena conclusa, ma sono dovuti passare alcuni giorni prima di sentirne il fascino. Evidentemente dovevo metabolizzarlo. Very Happy
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frankifol
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MessaggioInviato: Gio 18 Set 2008 11:05 am    Oggetto:   

sto circa a metà, con la black company. Devo dire che concordo con chi parlava di un lessico molto ricco, infatti sto trovando qualche difficoltà e devo spesso ricorrere al dizionario. Lo stile è tuttavia asciutto, le frase brevi e con un ritmo serrato. Il fatto di trovarsi sbattuti nel bel mezzo della vicenda è un po' un difetto. Mentre in erikson si percepisce che dietro c'è un mondo vastissimo, qui l'ambientazione è un po' più lacunosa. I personaggi sono ben tratteggisti, soprattutto il narratore. Infine penso proprio che la black company sia la mamma degli arsori di ponti
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Gormenghast
«Elfo»
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MessaggioInviato: Gio 18 Set 2008 14:11 pm    Oggetto:   

E i Taken degli Ascendenti.
Shadowthrone… uh… my worthy Lord of Shadow… is thinking. Yes! Thinking furiously! Such is the vastness of his genius that he can outwit even himself!
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frankifol
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MessaggioInviato: Gio 18 Set 2008 14:16 pm    Oggetto:   

è vero! Questi paragoni se da un alto pongono cook in una buona prospettiva, dall'altro evidenziano l'estrema superiorità dell'autore canadese
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Negróre
«dannatamente umano»
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MessaggioInviato: Gio 18 Set 2008 16:58 pm    Oggetto:   

Ma, io più che superiorità la vedo come una naturale evoluzione.
Gli scrittori si influenzano uno con l'altro. I vecchi vengono forzatamente superati dai più giovani, ancor più spesso quando la differenza d'età è di qualche decennio.
La cosa bella, poi, è che chi supera di solito lo fa partendo da un'ammirazione genuina per l'autore che viene superato. Sembra un passaggio del testimone verso nuovi "record del mondo", sempre più veloci. Smile
Un sorriso, Andrea
DiVega
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MessaggioInviato: Mar 23 Set 2008 14:07 pm    Oggetto:   

Quasi finito Torre di Tenebre, molto molto bello in tutte le sue parti: trama, personaggi, dialoghi... un libro decisamente maturo e per lettori mooolto esigenti.

Come detto da qualcuno assomiglia molto ad Erikson, inoltre in un libro così corto la trama viene sviluppata attraverso una quantità di personaggi assolutamente incredibile.
Molto spesso mi è capitato di dover consultare l'elenco di tutti i protagonisti ove ricordare i nomi di alcuni personaggi secondari.

Peccato che sia un'opera quasi introvabile e che in Italia non si trovi, al momento, altro di questo autore.
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Steven Erikson - The Malazan Book of the Fallen
by Ax
«Maia»
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MessaggioInviato: Mar 23 Set 2008 14:32 pm    Oggetto:   

DiVega ha scritto:
Peccato che sia un'opera quasi introvabile e che in Italia non si trovi, al momento, altro di questo autore.

Già, è veramente un peccato; leggerei volentieri altro di questo autore.
A questo punto penso proprio che Erikson, quando mi deciderò a cominciarlo, compenserà questa grave mancanza. Mr. Green
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CB
by Ax
«Maia»
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MessaggioInviato: Mar 07 Ott 2008 20:49 pm    Oggetto:   

Mi rispondo da solo: Sì, Erikson sta degnamente compensando questa grave mancanza. Mr. Green
Eppure... eppure Cook è ancora più tirato nei modi, più spigoloso.
Spero vivamente che qualche casa editrice si decida a pubblicarlo in italiano. L'Armenia saprà della sua esistenza? Altrimenti gli scrivo io. Rolling Eyes
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RogueTrader
«Hobbit»
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MessaggioInviato: Dom 01 Feb 2009 0:07 am    Oggetto:   

Salve. Sono nuovissimo e spero che questo mio post non sia considerato un necroposting (alla prima frase sul forum e già faccio una ripetizione: cattivo, cattivo).
Visto che ci sono molti dubbi su Glen Cook, un autore che conosco abbastanza, forse posso esservi utile.
Ho letto tutti e dieci i romanzi della Black company. E' una saga che ho amato molto, come mi piace un altro romanzo "fantasy-bellico" di Cook, "The Swordbearer" (1982).
Di tutti i libri, il primo è l'unico che mi piaccia completamente, senza riserve. Mi piacciono i personaggi (Lady compresa), gli ambienti, il fatto che i protagonisti si trovino a combattere _per_ L'Impero del Male, anziché contro (spoiler non fateci il callo /spoiler), il linguaggio asciutto e rapido, che per me è magistrale, il cinismo cosmico dei protagonisti, anche se trovo un po' noiosa la rivalità comic-relief dei due maghi, e spero che l'autore non ci stesse provando seriamente a tenere segreta l'identità della bambina (altrimenti gli è venuto malissimo, come a quel giallista che aveva solo due personaggi ed uno era la vittima).
Uno dei pochi nei era (e, temo, rimarrà) la facilità con cui i supermaghi, anche quelli che sono a tutti gli effetti invincibili ed immortali, vengono fatti fuori. Qui si sente un po' la forzatura da "la trama deve andare così e non rompetemi le scatole".
La battaglia "finale" mi è piaciuta, così come la disillusione di Croaker nei confronti della Lady (anche se un po' forzata, ci sta... anche se... No, niente spoilers).
Bene anche "Shadows Linger", il secondo libro, anche se i cattivoni sono un po' troppo Howardiani per i miei gusti. Anche qui c'è un segreto che non è un segreto ed un supermago messo a tacere a cazzottoni.
Meno bene "The White Rose", qui l'autore si mette a pasticciare con luoghi e creature molto più fantasy rispetto al "quasi-realismo" del primo libro. La conclusione della trilogia è piuttosto solida, anche se le sbavature si contano a mazzi e molte cose non sono affatto chiare.
Ma ora incominciano le dolenti note.
"The silver spike", lo spin-off della serie, mi fa inappellabilmente schifo. Alcuni personaggi soffrono della sindrome "sono l'ultimo degli sfigati ma solo perché ho un posto nella storia divento una macchina da guerra imbattibile e mi pappo a colazione anche Superman", piuttsoto diffusa, purtroppo, in Cook, ma mai ai livelli aberranti di questo romanzo. La suspension-of-disbelief, sempre un equilibrio delicato nel fantasy, va a ramengo, anche se ci sono molti passaggi divertenti ed interessanti. Non mi sembra che sia adeguatamente esplorato l'Impero del "dopo" che invece mi sembrava un tema interessante.
La storia principale continua con i due libri del "Book of the South".
Innanzitutto va detto che mi ha molto deluso il trapiantare in un mondo fantasy una cultura "terrestre", descritta abbastanza accuratamente (anche se con un sacco di seplificazioni, miti ed errori). Un po' più di originalità mi avrebbe fatto molto più piacere. Comunque se qualcuno ritiene che il Fantasy non abbia abbastanza storie ambientate nell'India di Kipling, potrebbe essere soddisfatto da questi romanzi.
Bene "Shadow Games", quindi, il quarto romanzo della Black Company. Uno di quei romanzi in cui succedono tantissime cose: la rapidità e l'agilità dello stile di Cook si fanno sentire, ed alla fine ho sempre problemi a capacitarmi che sta tutto in un libro solo.
Malissimo, invece, "Dreams of Steel": lento, immobile, noioso. L'ho letto di un fiato, come si manda giù in fretta una pillola amara (praticamente andando avanti rapidamente dicendo "Ma quando inizia? Ma quando inizia?" quando è iniziato era l'ultimo capitolo).
Per quanto riguarda i quattro libri della "Glittering stone", temo di confondermeli: non ricordo esattamente in che libro accade cosa.
Anche qui (credo che il libro sia "She is the darkness") c'è almeno un segreto che non è un segreto, ma tutto sommato un paio di colpi di scena riesce a piazzarli. Divertenti i soliti cambi di alleanze che Cook spesso ci regala. E' una delle cose che più amo in lui. Scocciante il "repulisti" di personaggi che fa quando sente di dover chiudere la saga. Alcuni sono talmente sottoutilizzati che uno non può non chiedersi "ma perché li ha messi?"
Gli intrighi, l'azione, le battaglie, i tripli e quadrupli giochi sono piuttosto solidi, ma il "segreto della Black Company" è qualcosa che trovo assolutamente pretestuoso: spoiler MEGA-spoiler pian piano scopriamo che quella che all'inizio era solo una compagnia di mercenari ha un significato escatologico e che l'autore non riesce a trattenersi dalla sindrome "La posta in gioco è la salvezza del mondo". /spoiler
Francamente lo preferivo, e di parecchio, quando rimaneva nella low fantasy.
Ho letto che stanno uscendo altri romanzi della Black Company. Non so se essere contento o temere il peggio.
Spero di essere stato utile (ho letto anche molti altri romanzi e cicli di Cook, ma non voglio andare OT: mi sembra un post desisamente lungo abbastanza).
Ciao.


Ultima modifica di RogueTrader il Dom 10 Mag 2009 20:58 pm, modificato 1 volta in totale
Gormenghast
«Elfo»
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MessaggioInviato: Dom 01 Feb 2009 4:32 am    Oggetto:   

Io sono rimasto al secondo libro che ho trovato meno interessante del primo. Il primo e' veramente un capolavoro a se stante in solo 300 pagine. Con capitoli separati dove ognuno contiene una storia.

Rimane pero' anche nel secondo libro l' atmosfera unica della black company.

Steven Erikson riprende tantissimo dallo stile di Glen Cook, ma nello specifico Glen Cook rimane insuperato.

Merita di esser letto.
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Deadhouse Gates

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Crack'd Pot Trail
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MessaggioInviato: Dom 01 Feb 2009 11:38 am    Oggetto:   

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